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Intervista Black Widow Records (Pino Pintabona e Massimo Gasperini)

Di Stefano Ricetti - 25 Maggio 2024 - 8:20
Intervista Black Widow Records (Pino Pintabona e Massimo Gasperini)

Zêna, capitale di una delle repubbliche marinare, porto più importante d’Italia, patria dei jeans, culla della prima società calcistica italiana, il suo nome è legato a quello di personaggi storici di importanza mondiale e a diversi prodotti simbolo dell’italianità come il basilico, il pesto, la focaccia. Crocevia di razze culture diverse ha dato i Natali al Genoa e alla Sampdoria, a De André e a moltissimi altri personaggi famosi, ma anche alla Black Widow Records, da decenni un riferimento in ambito musicale non solo a livello nazionale. Qui di seguito il resoconto della chiacchierata chilometrica con Pino Pintabona e Massimo Gasperini che, insieme con Laura Forghieri, costituiscono il cuore pulsante dell’etichetta discografica di Via Del Campo 8 R a Genova.      

Buona lettura

Steven Rich

 

 

Spiegate per filo e per segno come, quando e perché è nata Black Widow Records

Massimo Gasperini – La Black Widow Records nasce ufficialmente nel giugno 1990 ma nella mia testa frullava già da tempo, dovevo solo lasciare il mio lavoro da progettista in una grande azienda e trovare il negozio giusto, con le caratteristiche giuste di spazio, location, visibilità e soprattutto vicino a casa… avevo viaggiato in macchina anche troppo, per motivi professionali, sino a quel momento. Era importante anche trovare i soci giusti, cosa non facile. Infatti per arrivare alla formula attuale ci è voluto un po’ ma alla fine tutto è andato per il meglio. Io già vendevo e scambiavo dischi, videos e tapes in tutto il mondo tramite contatti intrapresi nel tempo, amici venivano a casa mia ad ascoltare e prendere dischi, frequentavo fiere del disco italiane e soprattutto inglesi, leggevo da sempre Records Collectors e tutte le altre riviste del settore, conoscevo musicisti, collezionisti e discografici un po’ da tutte le parti, insomma, ero abbastanza preparato in materia.

 

Da dove deriva la scelta del nome (Black Widow)?

MG – È in onore alla mitica e grandissima band dark prog inglese, la prima nel mondo a trattare seriamente temi oscuri come le antiche arti magiche, l’occultismo, l’esoterismo e lo facevano con uno stage act veramente teatrale e straordinario, molto in avanti per i tempi. Non è un caso che anche il mio amico Steve Sylvester ne sia un accanito fan e abbia fatto due cover eccezionali con i DEATH SS. Poi anche foneticamente BLACK WIDOW suona bene, si ricorda facilmente perché resta impresso nella mente.

 

È incredibile constatare che il sodalizio fra te e Pino Pintabona continui a funzionare, considerando il fatto di vivere in un paese in queste cose molto litigioso come l’Italia.

MG – Premetto che la prendo un po’ “alla larga”. Siamo in un mondo di pecore, il Covid lo ha dimostrato ma non solo quello, il gregge crede spudoratamente a tutto ciò che impone la TV senza usare il cervello, per comprarsi un paio di scarpe i “deficenters” hanno bisogno degli “Influencers”, anni fa Enrico Ruggeri cantava “Il Lavaggio del Cervello”, meno male che c’è ancora molta gente che ancora ragiona con la propria testa, ha passioni forti come la musica ed altre forme d’arte. Per questa gente esiste e continuerà ad esistere la BLACK WIDOW RECORDS eppoi personalmente mi diverto molto nel creare nuova musica, aiutare band valide a realizzare le proprie opere, a far suonare gruppi meritevoli ed organizzare eventi musicali con l’aiuto di vari nostri collaboratori. E’ una passione, una grandissima passione ma forse anche una missione.

Pino Pintabona – Passione e… soprattutto equilibrio!

 

Massimo Gasperini e Pino Pintabona

 

Si, ok, tutto bello ma: c’è stato un momento nel quale avete rischiato di interrompere la vostra collaborazione reciproca?

MG – Con i miei precedenti due soci c’è stata una separazione consensuale dovuta a problemi personali ma io non ho mai avuto dubbi sulla nostra attività che come vedi, con la nuova formazione, va avanti alla grande!

PP – Non credo proprio, la nostra è una sorta di missione e noi siamo veramente una famiglia. A parte il lavoro, pur avendo personalità completamente diverse, ci accomunano pensieri e stili di vita.

 

Percentualmente quanto vendete in Italia e quanto fuori?

MG – Vendiamo molto all’estero, difficile fare una percentuale precisa, sono anche moltissimi gli stranieri, (e per noi genovesi è straniero anche chi arriva da Savona… ah,ah,ah!) che visitano il negozio da ogni parte del mondo, Germania, UK, Olanda, Francia, Giappone, Corea, sud e nord America, anche dall’ Australia e Sud Africa. Noi inviamo ogni giorno pacchi di dischi in tutto il mondo, inoltre i nostri prodotti sono ben distribuiti da affidabili distributori internazionali.

PP – Con la comunicazione che ha rotto le barriere territoriali oramai è un mercato mondiale.

 

Sempre percentualmente quanto vendete in negozio e quanto online?

MG – Anche qui è difficile dirlo… facciamo 50% e 50%.

 

Black Widow Records, Genova, Via Del Campo

 

A proposito di negozio, la vostra iconica sede in Via Del Campo a Genova tiene botta… Fin quanto durerà dal momento che i negozi di dischi stanno pian piano e inevitabilmente cessando l’attività? Come avete fatto a suo tempo a finire in Via del Campo?

MG – Aprire nella storica Via del Campo è stata una mia scelta: negozio vicino a casa mia e strada famosa in tutto il mondo. La nostra attività andrà avanti nel tempo, mi dispiace veramente per i negozi di musica che chiudono ma noi abbiamo sempre venduto bene e negli ultimi 7-8 anni ancora di più. Devo aggiungere altro?

PP – Oramai la gente ha capito che per godere appieno delle emozioni della musica c’è sempre più bisogno di contatto umano, di contatto fisico e di vero scambio culturale; quale migliore punto di ritrovo se non un negozio “fisico” di musica dove incontrarsi e scambiare opinioni, non solo musicali, ascoltare e scoprire gruppi, sia contemporanei sia d’epoca, di cui magari non si sa nulla?

 

Inevitabile citare De André, in proposito. Lo conoscevate? Frequentava Black Widow? Una vostra definizione su di lui, come uomo, come genovese e come artista.  

MG – Non ho mai conosciuto Fabrizio, ho incontrato la moglie varie volte durante il periodo dell’asta per acquistare una delle sue chitarre. So per certo che, oltre ad essere un grande talento, era un personaggio schivo, non amava apparire troppo. Ci sono tante storie che attraversano il centro storico di Genova ma non è questa la sede per raccontarle. Posso dirti che noi vendiamo parecchie copie dei suoi dischi soprattutto alla gente che viene da fuori che prova una certa emozione nel comprare una sua opera proprio in Via del Campo.

PP – De André era un talento straordinario, riusciva a trasmettere delle emozioni profonde con una apparente semplicità, non hai idea di quanti, anche stranieri, siano affascinati dalla sua “poesia”.

 

Qual è stato il momento più duro per Black Widow?

MG – Ci sono sempre difficoltà da affrontare nella vita e nel lavoro ma se non fosse così non sarebbe neanche troppo divertente. La BLACK WIDOW RECORDS è stata una sfida e l’abbiamo vinta.

PP – La prepotenza del Cd negli anni ‘90 sembrava poter mettere in dubbio la nostra passione per la musica e metterci in difficoltà appiattendo l’essenza di un’arte di tradizione antica, magica ed emozionante; noi, pur adeguandoci al mercato che in qualche modo imponeva questo oggetto piccolo e freddo che doveva essere la trovata del secolo, non abbiamo mai mollato e insistito sulla via del romanticismo e dell’amore per un supporto, quello del vinile, immortale. Ma comunque non posso dire sia stato “duro”… più banale sarebbe dire che è stato il periodo del COVID, ma è un discorso più ampio che non è il caso di affrontare in questa sede.

 

E il più luminoso?

MG – Tutti i Santi giorni, nel momento in cui apriamo la saracinesca, sono momenti luminosi, la musica è la nostra vita. Incontrare o sentire i nostri amici, i nostri musicisti, creare assieme a loro nuove opere, progettare, organizzare eventi, vedere grafici ed artisti all’opera, dare una possibilità a chi non l’ha mai avuta, sapere dire no a chi non è ancora pronto… ascoltare musica ogni giorno sul posto di lavoro… cosa si potrebbe volere di più?

PP – Personalmente è un “lavoro”, è il sogno di chi ama la musica, lo scambio culturale e la continua ed inesauribile voglia di scoprire e sorprendersi, conoscere persone, musicisti che ruotano intorno a questo mondo. E poi la grande gioia e soddisfazione di potere essere “attori” che concretamente contribuiscono ad alimentare la conoscenza e la scoperta di gruppi sia contemporanei sia di un tempo, mai dimenticato.  Emozioni forti per aver potuto lavorare con quelli che erano gli idoli della gioventù come Arthur Brown, Clive Jones, Jim Gannon, Tony Hill, David Jackson, Dave Brock, Fabio Pignatelli, Claudio Simonetti, Carlo Bordini, Bobby Liebling, Nik Turner, Antonio Bartoccetti, Fiamma dallo Spirito, Doris Norton, solo per citarne alcuni, ma ovviamente anche con giovani musicisti preparati e pieni di talento.

 

Quanto è come è mutato il vostro lavoro dagli inizi a oggi?

MG – Posso dire che negli ultimi quindici anni ci siamo concentrati molto di più sulla produzione e promozione rispetto a prima ed anche nell’organizzazione eventi ma in linea di massima il nostro modus operandi non è cambiato molto. Si seleziona attentamente il materiale da comprare e da vendere, così come le band sulle quali investire e gli eventi da organizzare. Ci sono parecchi festival in Italia e all’estero dove le nostre band vengono periodicamente invitate e queste sono soddisfazioni sia per noi che per i musicisti coinvolti.

PP – Negli anni ‘90 era tutto più “lento”, i contatti avvenivano per lo più via lettera o via fax, noi spedivamo ancora le nostre liste di vendita via posta, i nostri clienti facevano ordini via telefono e le fiere del disco erano un evento eccezionale. Sicuramente la tecnologia, la comunicazione moderna ha accorciato le distanze, ha moltiplicato i contatti e aumentato la nostra vetrina nel mondo, i social media oramai la fanno da padrone e tutto ciò ha reso sicuramente tutto più “frenetico”. Se pensiamo solo alle audiocassette che ci portavamo in auto rispetto ai moderni impianti che non hanno nemmeno il lettore Cd la dice lunga su come è cambiato l’approccio alla musica. Per fortuna nel nostro “mondo” è ancora importante il calore che la musica può darti partendo dall’artwork di una copertina o dalla lettura dei testi in un bel libretto.

 

Black Widow Records staff al completo:

Laura Forghieri, Massimo Gasperini e Pino Pintabona

 

Come vi prefigurate la scena heavy metal e Doom metal fra dieci anni, si a livello artistico che di mercato?  

MG – Non ne ho la minima idea, staremo a vedere ma di certo una cosa è chiara: la qualità dura nel tempo, il resto sono mode passeggere!

PP – Io credo che il Doom abbia dimostrato negli anni di non essere una “moda” passeggera come il Grunge, il Black Metal o l’Epic Metal. Le radici sul quale si fonda credo siano profonde e indelebili, si evolverà ancora ma credo, e spero, non sparirà mai.

 

Come vedete la stessa Black Widow fra dieci anni?

MG – La nostra musica ed il nostro stile sono cose che resteranno nel tempo!

PP – Bisogna solo fare i conti con l’anagrafica, per il resto concordo con Massimo.

 

Pino Pintabona

 

Quali sono i criteri che vi fanno dire di sì ad una proposta di un artista?

MG – Arrivano sempre più proposte di ogni tipo e mi chiedo come possa certa gente inviarci demo di roba che non c’entra nulla con la BWR: ma perché non si informano un minimo su chi siamo e cosa facciamo prima di contattarci? Tengo poi a precisare che il termine “artista” è una parola grossa e troppo spesso usata senza il minimo senso logico. Ci sono componenti particolari che fanno si che noi si scelga una band piuttosto che una altra: innanzitutto il genere proposto che deve far parte di ciò che piace a noi, poi il modo di proporlo, la personalità, la conoscenza della materia, lo stile e anche l’educazione con la quale si pone il nostro interlocutore fa la sua parte. Quando tutte queste componenti si uniscono ad un qualcosa che definisco esoterico o magico, ecco che si può formare quell’alchimia che permette di poter iniziare un cammino assieme.

PP – É prima di tutto proprio una questione di feeling, se non addirittura di innamoramento… facciamo le cose perché ci piacciono proprio, perché bruciamo di passione per loro e questo accade anche perché, e sto ribadendo quello che ha spiegato bene Massimo, ci sono musicisti o artisti che prima di tutto sono “persone” che si presentano e si comportano in maniera educata e con le quali è poi un piacere continuare a lavorare insieme.

 

Una vostra definizione e, se ne avete, qualche aneddoto da snocciolare per le seguenti band e i seguenti artisti.

 

Death SS

Massimo Gasperini – Li ho visti nascere, sono iscritto al loro Coven da sempre… Paolo Catena è stato ospite a casa mia, abbiamo mangiato e scherzato assieme ma con lui a livello discografico abbiamo solo avuto la partecipazione al nostro progetto sui film di Science Fiction “Not of This Earth”, col pezzo “Twilight Zone”. Più tardi abbiamo realizzato un singolo inedito (The Master and The Bird, qui recensione, ndr). Nel tempo lui è cambiato molto…

Con Steve Sylvester ci siamo conosciuti qualche anno più tardi, abbiamo lavorato molto insieme e presto uscirà un oggetto molto prezioso dedicato ad H.P. Lovecraft. Steve è un signore, una persona seria ed affidabile, un professionista, un amico col quale condividiamo grandi passioni musicali, ad esempio il GLAM ROCK, il DARK SOUND, ma anche una certa filmografia e letteratura. Solitamente ci capiamo al volo ed i nostri progetti assieme nascono spontaneamente senza problemi e si realizzano velocemente, è un vero piacere collaborare con lui. Stessa cosa con Freddy Delirio. Aneddoti? Troppi e troppo personali, lasciamoli nel mistero, dai…

Pino Pintabona – Con Steve ci accomuna la passione per il cinema Fantastico e Horror, abbiamo fatto delle chiacchierate riguardo questa passione. Lo ritengo una persona di una cultura, eleganza ed educazione rare. Ricordo con piacere anche una bellissima intervista che ebbi l’onore di fargli per un mio programma radio di tanti fa che si chiamava “Rumori di Fondo” all’interno di una puntata intitolata “Ugole d’oro”.

 

Jacula/Antonius Rex

Massimo Gasperini – Antonio Bartoccetti e Doris Norton sono gli ARTISTI, e qui si parla veramente di ARTE, che ho più cercato nella mia storia di collezionista e discografico. JACULA ed ANTONIUS REX sono tra i gruppi che amo di più al mondo in assoluto, nessuno come  loro.  Personaggi particolari, certamente avvolti da una nebbia misteriosa, mi ci sono voluti anni per convincere Bartoccetti a farci fare le ristampe di Tardo Pede in Magiam Versus, Zora e Ralefun… Poi col tempo è aumentata la fiducia reciproca, ci si conosceva sempre più profondamente e sono seguiti Anno Demoni, il rarissimo singolo degli Invisible Force e tutti gli album inediti come In Cauda Semper Stat Venenum e tutti gli altri nuovi : Switch on Dark, Per Viam, Pre Viam, Praternatural, Neque Semper Arcum tendit Rex. Aneddoti? Nella nostra ristampa di Anno Demoni ci sono registrati gli effetti del terribile terremoto nelle Marche. Durante quel disastroso evento, Antonio aveva le macchine accese nel suo studio e iI fragore di crolli si è auto-registrato… Lo ascoltammo assieme e decidemmo di inserirlo nel disco… un effetto clamoroso!

Pino Pintabona – Quello con Antonio Bartoccetti è stato un vero e proprio sodalizio durato praticamente trent’anni, tanti viaggi “rituali” nelle Marche per andare a ritirare i vari master delle stampe e ristampe che abbiamo fatto durante quell’arco di tempo. Possiedo bei ricordi legati a dei gatti, Antonio e Doris hanno donato a me “Witch” e a Massimo e Laura “Zora”, due esemplari veramente “magici”.

Considero entrambi degli Artisti geniali che hanno regalato al mondo dischi veramente unici ed inimitabili. Poi Antonio, con quella sua personalità prorompente, la sua energia… una persona straordinaria, l’alter ego di Doris, donna dotata di un’eleganza naturale, gentile e riservata e di una bellezza rara.

 

Paul Chain

Massimo Gasperini – Come ho detto prima Paolo è stato mio ospite e noi abbiamo visitato i suoi studi nella sua abitazione di Pesaro ma ci eravamo già incontrati più volte ai suoi concerti negli anni ‘80, anche con i Boohoos. Ci siamo sempre fatti un sacco di risate… ricordo che una volta venne a Genova per un concerto dei MALOMBRA e dei A Piedi Nudi (che aveva prodotto, gran band!). Dopo il set dei Malombra mi venne incontro e mi disse “Massimo hai in mano un gruppo clamoroso, questi sono diversi da tutti”. Amo veramente le sue opere più oscure e DOOM, sono capolavori scolpiti nella roccia e che resteranno nel tempo. Le ho supportate da sempre, nelle radio dove ho lavorato e lavoro ancora, in negozio, in giro per l’Italia e il mondo… chissà cosa verrebbe fuori se si potesse collaborare come diciamo noi… ma sappiamo che ormai è impossibile. Discorso chiuso. PUNTO!!!

Pino Pintabona – Il mitico Paolo! Un genio assoluto, un personaggio unico! Mi viene in mente un aneddoto che lo riguarda: correva l’anno 2000 ed era headliner di un festival a Roma con The Black e Misantropus, tra gli altri, una serata un po’ storta per via di un pubblico non proprio numeroso. Prima del concerto ci fu una lite tra Paolo e Scardavian tanto che, verso le due di notte, Paolo cercò inutilmente di reclutare un bassista tra una “folla” oramai ridotta ad una quindicina di persone, per poter iniziare il suo concerto che durò una ventina di minuti scarsi… Questo è Paolo, che non si è smentito neppure quella volta, con una disinvoltura e una flemma disarmanti.

 

Samuel Von Martin

Massimo Gasperini – Samuel è una persona di notevole spessore umano e artistico, mi è stata presentata da Daniele Pascali (Diamond Prod.) anche se mi aveva già contattato precedentemente. C’è sintonia tra noi, le creazioni vengono fuori naturalmente a seguito di studi e ricerche. Ci sono forti affinità elettive fra noi. Con lui continua il viaggio esoterico iniziato con Jacula ed Antonius Rex. Credimi: in pochi possono permetterselo.

Pino Pintabona – Conosciuto a Genova durante un festival al Porto Antico. Uomo curioso e appassionato, chiede degli altri prima di parlare di sé, ha una grande cultura ed è una persona veramente a modo con cui non si possono avere problemi, c’è stato subito feeling e poi siamo stati catturati dalla sua musica intrisa di magia e mistero. Ci accomunano passioni per cinema e letteratura, faremo ancora grandi cose insieme, sono sicuro.

 

Fiamma Dallo Spirito

Massimo Gasperini – L’incontro con Fiamma è frutto di qualcosa che difficilmente si riesce a spiegare a parole. Forze soprannaturali ad un certo punto hanno voluto che ci incrociassimo, probabilmente ciò è avvenuto come risultante delle ricerche che abbiamo svolto nel tempo. Abbiamo conosciuto anche sua figlia, anche lei personaggio artisticamente di un certo spessore. La realizzazione di “SABBA” mi sembra veramente un miracolo realizzato, la più grande scoperta discografica italiana, e non solo, del secolo… per questo dobbiamo anche ringraziare Fabio Gremo, bassista de Il Tempio delle Clessidre…

Pino Pintabona – Uno dei momenti più emozionanti della storia Black Widow, una casualità quella per cui ci siamo imbattuti in Fiamma, grazie a Fabio Gremo del Tempio delle Clessidre; per me è stato un vero shock, una emozione indescrivibile poter “rivivere” in qualche modo il passato che riguardava Jacula attraverso i documenti, le foto, gli spartiti, le bobine che Fiamma mi ha mostrato… e conoscere chi, avvolta nel mistero, era stata interprete di uno dei dischi dark più grandi e unici della storia.

E shock ancora più grande quando scoprì a casa sua la bobina di “Sabba” di cui ho capito subito l’importanza storica. Ricordo quando io, Massimo e Laura abbiamo ascoltato gli acetati originali di quello che era l’album rimasto nell’oblio per 45 anni… fu un vero e proprio shock emotivo, sembrava veramente di sentire il secondo album di Jacula. Indimenticabile. Con Fiamma e la figlia Fiammetta si è creato un rapporto di stima e affetto che ha reso questo capitolo uno dei più importanti ed emozionanti della mia vita, oltre che della nostra etichetta.

 

Marius Donati (Mario “The Black” Di Donato)

Massimo Gasperini – MARIO UN ARTISTA VERO. Quante volte sento usare a sproposito il termine “Artista”… c’è da vergognarsi! Con MARIO DI DONATO l’ARTE è invece la vera dimensione. MUSICISTA, PITTORE e POETA. La sua grandezza è immensa anche come uomo, oltre il talento verso il genio. Siamo fieri di essere i suoi discografici, produttori e soprattutto amici. Il paese dove è nato, Pescosansonesco, sembra scolpito nella roccia, è un quadro magnifico ogni volta che ci si avvicina da lontano, più ci si avvicina più vengono fuori le Leggende e si capisce da dove MARIO tragga l’ispirazione per le sue opere sotto le quali ho sostato ed ammirato. Non posseggo nel mio lessico le parole giuste per rendergli veramente onore ammesso che esistano, perché definire l’ARTE a parole credo sia impossibile. L’ARTE si ammira, si ascolta, si capisce e ci si emoziona. Chi è capace di descrivere veramente un’emozione?

“Massimo, voglio conoscere il male nel profondo per capire come da lui sapermi difendere”

Questa è una lezione che ho imparato da MARIO DI DONATO.

ARS METAL MENTIS

Pino Pintabona – Che dire di Mario? Una persona semplice e genuina, un vero amico, questo è diventato molto presto per noi, un soggetto sempre attento e puntuale, un uomo con dei valori incredibili, che appartiene ad un altro tempo. E poi c’è il Mario Di Donato artista, e che artista, un talento incredibile, ti manca il fiato quando vedi i suoi quadri originali, magari usati per le copertine dei suoi dischi, ti trasmettono emozioni e sensazioni pazzesche. Per finire: il suo marchio musicale, l’Heavy Metal cantato in latino, lirico, duro e pieno di personalità, con questa continua ricerca della verità, di risposta alle grandi domande della vita… Marius Donati (Mario “The Black” Di Donato): un orgoglio per la nostra etichetta.

 

Black Widow

Massimo Gasperini – Potrei scrivere un libro su di loro e forse non basterebbe per raccontare tutto! Clive Jones , il fiatista, è stato il mio primo contatto con i BLACK WIDOW, ci scambiavamo cassette con domande e risposte, le ho ancora tutte. Fu lui a inviarmi la versione inedita di SACRIFICE, megacapolavoro assoluto, con Kay Garrett alla voce. Mi disse che anche Tony Iommi si era invaghito di lei, l’album a due voci era pronto ma lei rimase incinta e uscì dal gruppo… il resto lo sapete. Poi la storia di Charles Manson gli impedì di fare il tour in America… In seguito abbiamo incontrato Jim Gannon e Clive Jones… ti ripeto, ci vorrebbe un libro.

Pino Pintabona – Sacrifice dei Black Widow è uno dei primi dischi che comprai proprio da Black Widow, quando ancora non facevo parte della “scuderia”. Correva l’anno 1990. Fui subito affascinato, catturato proprio dalla magia che scaturisce dai solchi di quel disco epocale. Ricordo di averlo acquistato a seguito di una retrospettiva sul gruppo che lessi in un numero di HM. Poi a seguito del contatto di Massimo con Clive Jones ebbi la fortuna di incontrare Jim Gannon, pensa, a Sidney, dove ero andato in vacanza dagli zii emigrati. Fu un incontro molto interessante, oltre che, ovviamente, molto emozionante. Lui suonava in un locale e faceva cover con una band nella quale militava il batterista dei Buffalo, sorvolo sul repertorio, ma il rock non era dimenticato.

Mi parlava dei suoi conflitti di allora con Clive Jones e Clive Box (i due formarono alla fine dei 70s il progetto Agony Bag) e di quanto ammirasse i Family per la professionalità e le qualità tecniche dei musicisti. I suoi chitarristi preferiti erano comunque Steve Howe e Steven Stills. E lo ritrovammo anni dopo quando venne a trovarci con la moglie a Genova. E, ciliegina sulla torta, a Napoli incontrai anche Kip Trevor e insieme con Sophya Baccini passammo una giornata veramente speciale.

 

L'Impero delle Ombre

L’Impero Delle Ombre

Massimo Gasperini – Ero amico di John Cardellino molto tempo prima del primo album dell’IMPERO, ci incontravamo alle fiere del disco a Bologna, Modena, Milano. Lui voleva creare questa band e noi l’abbiamo aiutato. É una forza della natura sul palco e come compositore, suo fratello è uno dei pochissimi chitarristi che possiede la creatività, la potenza e l’oscurità ritmica del miglior Paul Chain. Grande band, tre album enormi e presto ci sarà il quarto!

Pino Pintabona – Altre due persone VERE e GRANDI musicisti, pieni di passione, cultura, entusiasmo e TALENTO. Tre dischi di grande valore, sia musicale che di contenuti, dischi passionali, emozionanti, intrisi di atmosfere grigie, tombali, una realtà oramai diventata storica quella dell’Impero delle Ombre, un gruppo che è diventato di ispirazione per tanti giovani musicisti. C’è un bel feeling e un bel rapporto di amicizia con tutta la famiglia Cardellino.

 

Vanexa

Pino Pintabona – Ho conosciuto Silvano Bottari quando sia il negozio Vinyl Magic che l’etichetta Beard of Stars erano ancora attivi. Sinceramente non ricordo più come, ma abbiamo cominciato ad andare alle Fiere del Disco insieme ed è nata una vera amicizia, che dura da quasi 20 anni, direi. Ne abbiamo fatte di cose insieme: festival in Francia e viaggi in Inghilterra e in Turchia. Quando poi mi disse che i Vanexa stavano lavorando ad un nuovo album sinceramente ero un po’ scettico, ma rimasi sorpreso dalla freschezza delle composizioni che poi uscirono su Too Heavy To Fly. I vecchi Silvano e Sergio, coadiuvati dai “nuovi” arrivati avevano tirato fuori un’energia per un disco non banale di puro “heavy rock” e sono poi riusciti, secondo me, a superarsi con Last in Black, a mio parere l’album più bello in assoluto, che contiene perle di grande valore artistico ed emotivo. Ora Syl è anche impegnato in un nuovo progetto, ma preferisco non spoilerare nulla…

 

 

 

Quale il vostro lavoro (prodotto, pubblicazione) del quale siete più fieri e quale invece la più grande toppata?

MG – Non voglio e non posso rispondere a questa domanda ma sappi che in effetti nella nostra lunga storia raramente ci siamo imbattuti in gente che poi si è rivelata una delusione. Anche se, ammetto, un paio di volte ci è capitato. In questo Paese ci sono alcuni musicanti che MAI avrebbero visto le loro composizioni realizzate in vinile e cd senza di noi o senza altre etichette che conosciamo e con le quali ci scambiamo informazioni e storie… loro si credono grandi invece alla fine si sono soltanto delle nullità. DIMENTICATI!!!

Puntualizzato questo, SIAMO FIERI di tutto ciò che abbiamo fatto e di ciò che faremo, ci sono album strepitosi in attesa di vedere la luce.

PP – Beh, qui non posso che essere pienamente d’accordo con Massimo. Noi crediamo in tutto quello che facciamo, senza rimpianti e distinzioni, siamo felici per i tanti rapporti di stima e rispetto reciproci instaurati con (quasi) tutte le band e i musicisti. Qualche volta siamo rimasti delusi ma fa parte del gioco, come dice Massimo siamo FIERI di tutto ciò che abbiamo fatto, grazie anche ai musicisti e grazie al supporto di tanti appassionati di musica che ci seguono da anni.

 

Quale il disco che vorreste produrre/pubblicare e che invece sinora non siete ancora riusciti a farlo?

MG – Mi sarebbe piaciuto lavorare con Lee Dorrian… Paul Chain ci è riuscito con la realizzazione del capolavoro ALKAHEST. Abbiamo desiderato collaborare con gli HAWKWIND e l’abbiamo fatto, con NIK TURNER e ci siamo riusciti, volevamo fare un album con ARTHUR BROWN e l’abbiamo fatto ben due volte, abbiamo realizzato opere storiche immense dei BLACK WIDOW, dieci anni e quattro album con i PENTAGRAM, non male, direi. Ora produciamo IL BALLETTO DI BRONZO ed abbiamo fatto un doppio album ed un DVD con i GOBLIN REBIRTH… Qualche desiderio ancora personalmente lo tengo nel cassetto (magari un album di Bobby Liebling dei Pentagram con Wino, un paio di ristampe dei ST VITUS, 3-4 scoperte di album inediti degli anni 70, qualche ristampa di dischi rarissimi… Puoi giurarci che li realizzerò assieme ai miei soci Pino e Laura!

PP – forse l’unico rimpianto, dopo le soddisfazioni per aver collaborato con Arthur Brown, Black Widow, Hawkwind, Pentagram, Nik Turner, i Goblin, il Balletto di Bronzo, gli High Tide, Jacula, Simon House, Fiamma dallo Spirito, è quello di non avere fatto, e ci abbiamo provato, un disco dei grandi Blue Oyster Cult.

 

Quali i maggiori attestati di stima ricevuti sinora?

MG – Il miglior attestato è quello che ricevi ogni giorno e che devi ancora ricevere, per questo seguo le mie passioni e le mie emozioni, se sei sincero, forte e preparato non puoi fallire. Ma devi essere veramente forte e corazzato perché le insidie sono tante soprattutto quelle mascherate da facili sorrisi. Poi c’è l’invidia, c’è gente che rosica pensando a noi, poveretti loro!

PP – Tutte le volte che al telefono, ad una fiera (in Italia e all’estero), in negozio o per mail qualcuno ti elogia perché sei un grande, perché la Black Widow è mitica etc etc e ti sprona dicendoti “continuate così”. Sono delle soddisfazioni ma soprattutto emozioni grandi, siamo grati veramente a tutti gli appassionati che ci seguono.

 

La musica oscura mondiale e ovviamente italiana vi deve molto…

MG – Io credo che siamo noi che dobbiamo molto alla MUSICA, lei è il nostro motore ed il nostro stile di vita. Noi diamo solo il nostro piccolo-grande (grandissimo) contributo amandola e combattendo per LEI ogni giorno.

PP – Parole Sante, Massimo.

 

Black Widow Records, interni

 

Fate moltissime fiere del disco. Come è cambiato il pubblico e l’atteggiamento degli appassionati negli anni?

MG – Le fiere italiane ed internazionali sono sempre esperienze importanti comunque vadano perché ti mettono in contatto con gente nuova e con persone che rappresentano il tuo zoccolo duro. Ci sono quelli che comprano tutto ciò che realizziamo e proponiamo (e fanno molto bene perché si mettono in casa oggetti di valore musicale e collezionistico) e ci sono altri che selezionano di più in base gusti personali. L’atteggiamento del pubblico è più o meno sempre lo stesso: c’è chi vuole le copie originali chi solo le ristampe, c’è chi preferisce il CD o chi compra solo vinili… noi in questo mondo, nonostante tutto, ci stiamo bene e ci divertiamo.

PP – In realtà ne facciamo una piccola parte, ce ne sono veramente a centinaia in giro per l’Italia. Probabilmente una volta c’era più “fame” di conoscenza che, per i motivi che spiegavo riguardo la comunicazione, era più difficile reperire e spesso veniva appagata giusto durante l’”evento” Fiera del Disco, oltre che sulla carta stampata. Oggi forse c’è più “arroganza”, tutti conoscono tutto, cercano le edizioni particolari che sono pregiate se hanno una virgola oppure no sui numeri di matrice. Il pubblico rispetto al passato è sicuramente molto più preparato.

 

Quali i dischi fatti uscire da altre etichette che invece avreste invece voluto proporre voi?

MG– Personalmente ammiro molto il lavoro di certe etichette estere ed italiane, ci sono parecchi dischi che quando escono mi fanno dire “Ecco questo sarebbe perfetto per noi…” ma alla fine è giusto così! Io compro ancora molti dischi per me stesso e non credo smetterò mai. Mi piace consigliare MUSICA ma soprattutto mi piace ascoltarla, scoprire novità e possederle, oltre che da esse farmi possedere. Questa è la magia della MUSICA.

PP – Non possiamo certo monopolizzare, accentrare tutto quello che di buono esce in giro per il mondo, siamo sempre felicissimi di scoprire nuove band di incredibile valore che ci fanno pensare che potessero essere perfetti per noi ma, come dice Massimo, è giusto così, godiamo comunque di musica incredibile e riusciamo ancora a stupirci e a sorprenderci. Se vuoi proprio dei nomi mi vengono in mente i Diagonal, gli Astra, i Wolvennest, i Birth, Jex Thoth, ma la lista sarebbe lunga…

 

Quando iniziarono a diminuire a livello verticale le vendite degli oggetti fisici quali contromosse adottaste?

MG – Posso dirti che quando il mercato impose il CD, noi abbiamo continuato a comprare e vendere vinili. Ora che vorrebbero imporre il vinile e cancellare il CD, noi continuiamo con entrambi i formati. Nessuno può dirci cosa dobbiamo, o non dobbiamo, fare. Soprattutto alla mia età le imposizioni fanno ridere. Di contro in giro vedo parecchie false grinte, che parlano e scrivono, piegarsi a 90° in ogni occasione!

PP – Sicuramente ci siamo anche adattati alle esigenze del mercato che è cambiato così tanto nel corso degli ultimi trent’anni, il vinile resterà sempre il nostro supporto principe ma ovviamente le nostre releases si possono trovare anche sui vari portali di distribuzione digitale. Forse una cosa quasi naturale che abbiamo fatto negli ultimi anni è stata la ricerca maniacale della qualità del packaging del vinile per esaltare ancor di più, a completamento della parte musicale, l’”oggetto” da collezione.

 

Capitolo Doom italiano… Avanti voi…

MG – La Storia è rappresentata da Paul CHAIN, BLACK HOLE, REQUIEM, EPITAPH, THE BLACK, ZESS, ALL SOULS DAY, ABYSMAL GRIEF, MALOMBRA, CULTUS SANGUINE, BLACK OATH, WITCHFIELD, CRIMSON DAWN, MISANTROPUS, SANCTA SANCTORUM, TONY TEARS, poi lentamente sono giunti nuovi guerrieri oscuri come DOOMRAISER, L’IMPERO DELLE OMBRE, CARONTE, LEGIONEM, GOTHIC STONE, BOTTOMLESS, BRETUS, HAUNTED, BLACK SPELL, STRANGE HERE… ricordo anche i DELIRIA, poi finalmente sono arrivati gli album di EXPIATORIA, KRYUHM. Ci sono ancora i SATYRUS, IL CAPRO, LETA, i bravissimi SINOATH che sono più vicini ai Celtic Frost, ancora gli HARSH DEATH ed IL PONTE DEL DIAVOLO capaci di fondere il DOOM col GOTH in maniera personalissima. Tutti con le loro caratteristiche, alcuni un po’ più estremi, altri più prog, certi più epic, non vorrei dimenticarmi qualcuno ma certamente lo farò! I DEATH SS hanno certo caratteristiche DOOM ma non possono essere considerati una band propriamente DOOM, così come i mitici MORTUARY DRAPE.

PP – Fammi aggiungere Ossuary, Arcana 13, Anno Mundi, Strana Officina e Arpia.

 

Quanto durerà ancora la Black Widow?

MG – PER SEMPRE!!!!

PP – Sicuramente ci sarà un tempo in cui noi finiremo la nostra avventura ma tutto ciò che abbiamo fatto rimarrà per sempre.

 

Potete anticipare qualche vostra uscita prevista per l’anno appena iniziato?

MG – Nuovi album per LA JANARA, GOLEM, ELECTRIC SWAN, TRANCE DIMENSIONAL (con ex membri di Hawkwind ed Amon Duul), ASTRAL HAWK MACHINE, un nuovo BALLETTO DI BRONZO, uno split IL SEGNO DEL COMANDO-EXPIATORIA, PRESENCE, un picture live de IL SEGNO DEL COMANDO,  un album di inediti canzoni e poesie di BAMBI FOSSATI, un nuovo MALOMBRA, un paio di dischi nuovi e ristampe di THE BLACK, gli UNIVERSAL TOTEM ORCHESTRA, continueremo la nostra serie di 7 “ flexy picture disc, un DVD/CD dei RUNAWAY TOTEM feat AndromacA, il nuovo degli svedesi Khadavra, MELTING CLOCK… e poi c’è molto altro!

PP – Aggiungo il nuovo, e purtroppo ultimo, album dei Northwinds del compianto amico batterista Sylvain Auve, del quale pubblicheremo anche un suo progetto solista molto molto underground denominato “Eminence Noire”, e poi la nuova colonna sonora di Luciano Onetti, artista a 360°, regista, compositore, musicista… e ancora ristampe oscure come quella degli americani VESUVIUS, il tesoro ritrovato del gruppo triestino degli EXIT, il mitico disco solista Monitor di Gianni Leone con inediti e tanto altro ancora, ma non farmi spoilerare tutto!

 

Steve Sylvester (Death SS)

 

Ultima domanda dell’intervista: se vi dico “Necronomicon” cosa potete aggiungere?

MG – Il libro maledetto, il libro che non esiste oppure esiste…!!! Grande fascino su di noi e non solo su di noi. I DEATH SS hanno fatto l’omonimo pezzo per il nostro progetto dedicato alle opere di H.P.Lovecraft ma uscirà anche su singolo in un box limitato con copertina in 3D assieme ad un altro pezzo inedito sempre a tema Lovecraft! Non é tutto, c’è una nostra band, i RUNAWAY TOTEM che sta lavorando ad un album sul Necronomicon in una fase molto esoterica, direi spaziale assolutamente agghiacciante ed oscura. C’è anche una band tedesca degli anni 70 che porta questo nome ed ha realizzato un album devastante, hard rock psyck-progressive di livello mondiale, pensa che la copertina si apre e diventa una croce. L’originale è rarissimo ma per fortuna ci sono varie ristampe… Steve Sylvester lo conosce molto bene… ne ha fatto anche una cover! NECRONOMICON: un mito!

 

Spazio a disposizione, chiudete come meglio vi aggrada, grazie.

MG – ROCK ON TUTTA LA VITA.

PP – Tutto muore e ha una fine. L’arte, la musica resteranno per sempre, teniamo accesa la fiamma…

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti