Hardcore

Intervista Brût & Madone (tutta la band)

Di Marco Donè - 22 Marzo 2021 - 8:58
Intervista Brût & Madone (tutta la band)

Dopo avervi parlato del nuovo EP “Welcome To The Cjot” dei friulani Brût & Madone, non ci siamo fatti scappare la possibilità di scambiare due chiacchiere con tutta la band. Eccovi il resoconto di quella che si è rivelata una piacevolissima chiacchierata.

Intervista a cura di Marco Donè

Ciao ragazzi, sono Marco, è un piacere avervi ospiti su Truemetal.it. Come state?

(Albi) Tutti bene, grazie. Cerchiamo di concentrarci su quello che di questi tempi si può fare… questa intervista per esempio.

Credo che la prima domanda sia quasi d’obbligo: vi va di raccontarci come hanno preso vita i Brût & Madone?

(Albi) Il gruppo è nato per scherzo, per puro divertimento e doveva durare solo il tempo di esibirci all’edizione 2005 del Premi Friûl: un concorso aperto a tutti i generi musicali, purché con cantato in friulano. Si svolgeva in un teatro di Udine ed era organizzato da Radio Onde Furlane – anch’essa di Udine ed in friulano, una gran bella radio! -. Le distorsioni hi-gain ed il cantato urlato però fino a quel momento erano mancate ed abbiamo voluto introdurle noi. In fase di progettazione, per divertirci ancora di più, abbiamo deciso che nessuno di noi avrebbe occupato la stessa posizione che aveva nelle band ufficiali di cui facevamo parte al tempo – Slowmotion Apocalypse, Rumors of Gehenna, Rabiosi – e ci siamo scambiati gli strumenti senza troppe capacità alla base della scelta… tranne il batterista! Si può risparmiare su tutto ma non sul batterista. Invece di finire tutto lì, TV e stampa regionali ci hanno dedicato attenzioni che non avevamo messo in preventivo. Il nome è girato… un paio di altri concerti senza mai registrare niente in studio e poi mi sono trasferito a Berlino – dove vivo tuttora – ed è finito tutto nel cassetto.

(Kokko) Poi nel 2015, in una telefonata con Albi in cui si parlava di tutt’altro, gli ho detto: “Oh, dobbiamo rimettere in piedi i Brût & Madone”. E lui mi ha risposto: ”Non ho tempo, e sto a Berlino”. E da veri friulani la mia risposta è stata: “Poben!? Cumbinin!” (trad.: “Embè!? Un modo lo troviamo!”). E così, siamo ripartiti dopo dieci anni di inattività, ed eccoci qui!

La vostra particolarità è appunto la scelta di usare il friulano nei testi, un aspetto che, con tanta autoironia, vi permette di parlare di alcuni luoghi comuni sul Friuli e sui friulani. Vi va di approfondire i contenuti trattati nei vostri testi?

(Albi) Più che una scelta è un’espressione di quello che siamo. Lo parliamo tra di noi, in famiglia, è la nostra lingua madre. L’autoironia è un punto fondamentale: il Friuli – sia per lingua, storia, territorio e tradizioni – ha una forte identità, su cui noi facciamo ironia, oppure ne elogiamo degli aspetti a seconda del nostro pensiero. Parliamo di fare la grappa in casa, dei vicini che ti spiano da dietro le tende, del concerto come luogo per unire tutti, dei meravigliosi vini e piatti nostrani, degli straordinari a gratis, del berretto dei Suffocation di un nostro amico…

(Lucio) Tra gli esempi di quanto Albi ha appena raccontato è nata ‘Chel Dal Formai’. Tutti nella vita lo abbiamo incontrato o potremmo rischiare di incontrarlo, se la sorte ci è avversa. È una figura “mitologica” friulana, che impersonifica colui che ti dà una sana raddrizzata quando tracimi dalle regole basilari del rispetto tra individui. Il testo recita: “Smettila subito di fare ciò che stai facendo se hai un pelo di sale in zucca, lui non conosce nè perdono nè pietà e ti farà abbassare le orecchie spavalde… con le cattive”.

(Albi) Cercando di sapere di più in merito all’origine di questa figura e questo modo di dire – oltre al fatto che vi sono varie teorie – abbiamo scoperto che è conosciuta in diverse regioni del Nord-Italia.

Anche la scelta del nome della band è molto “ricercata”. Eh, credo sia giunto il momento di spiegare il gioco di parole che sta dietro al vostro nome…

(Albi) La traduzione del nostro nome è: Nuora & Suocera.

(Kokko) Ci diverte il rapporto amore/odio tra nuora e suocera e come viene messo in barzelletta nei luoghi comuni.

(Albi) Nel nostro immaginario riescono, malgrado le difficoltà, a portare avanti un’impresa: nel senso imprenditoriale del termine ma anche come volontà di unire le forze per un obiettivo comune e difficile. Un concetto che ben si sposa con i nostri intenti: proporre musica in lingua minoritaria ad un pubblico più vasto della sola comunità di chi parla friulano.

Vi espongo una mia riflessione: se da un lato l’uso del friulano vi ha trasformato in una delle band hardcore più iconiche del Friuli, dall’altro, forse, rischia di penalizzarvi a livello nazionale. Qual è il vostro punto di vista, in merito?

(Albi) Ne siamo consapevoli ma non ce ne preoccupiamo, anzi. Usare il friulano ci fa divertire, ci coinvolge ancora di più nel progetto e ci distingue da altre proposte che possono essere vicine a noi in termini di suono.

(Kokko) Oltretutto, ci sono band che hanno raggiunto fama internazionale cantando con la loro madrelingua, e ovviamente non mi riferisco ad inglesi e americani, ma ad esempio i Kvelertak, che cantano in norvegese. Magari sdoganeremo anche il friulano (ride, n.d.r)!

(Albi) Penso anche ai Rammstein. Ovviamente stiamo parlando di band che, alla base della loro fama, hanno detto molto anche in termini musicali. Noi siamo consapevoli di non essere arrivati a tanto ma la loro esperienza ci mostra che la lingua non è l’unico ingrediente che conta.

Un aspetto che apprezzo molto dei Brût & Madone è la filosofia “Amîs, bire, casîn” che sta alla base della band. Vi va di spiegarla anche ai nostri lettori?

(Albi) Amici, birra, casino! Ci conosciamo tutti dai tempi dell’adolescenza o prima, facciamo musica casinara e ci piace bere delle birre assieme. L’idea è quella di portare questa spontaneità e la vibrazione della sala prove anche sul palco e tra il pubblico.

(Kokko) … e sul palco ci portiamo anche la grappa, giusto per non farci mancare nulla!

Essere presenti a un vostro concerto è un’esperienza unica. L’interazione che riuscite a creare con i vostri fan è un qualcosa che poche band possono vantare. Non a caso, secondo me, la dimensione live è dove riuscite ad esprimervi al massimo delle vostre potenzialità. Per una formazione come i Brût & Madone quanto ha inciso il blocco dei concerti, causato dalla pandemia di Covid-19 che stiamo vivendo in questo periodo?

(Kokko) È come se fossimo in apnea! Ci manca il respiro! Noi tutti, dagli anni ‘90 ad ora, abbiamo fatto dell’assembramento una ragione di vita: dalle feste alle sagre, dai concerti ai festival, dai bar alle osterie. La pandemia ci ha tagliato le gambe, ma “fortunatamente” avevamo già ultimato tutte le sessioni di registrazione del nuovo EP “Welcome To The Cjot” e almeno siamo riusciti a mantenerci vivi, seguendo via internet il mixing e il mastering dell’EP, assieme a Ciube del Raptor Recording Studio, curando le uscite scaglionate di ogni canzone, realizzando i video assieme a Nicolas di Vegrind, e pubblicandoli poi sul nostro canale youtube. Abbiamo continuato a VIVERE la band, ma sotto un punto di vista completamente diverso dal nostro solito, che in tempi normali è molto più determinato dalla presenza fisica di tutti, in sala prove. Purtroppo ognuno di noi deve fare i conti con ‘sto bastardo di Covid, e non c’è altro da fare che rinunciare ai concerti, alle osterie, e anche alle prove, sperando che tornino presto periodi migliori!

(Albi) Non è mancato il video in stile lockdown che ci ha permesso di prendere una canzone di ventisette secondi – quella sul berretto dei Suffocation – infilarci dentro una storia a modo nostro e divertirci senza poterci incontrare.

Quali sono i progetti futuri dei Brût & Madone?

(Albi) Cibi unti e tante bevande tutti assieme, appena sarà possibile!

(Kokko) E anche un bel giro di osterie!

(Albi) Abbiamo anche qualche abbozzo di pezzi nuovi ma in una fase ancora molto embrionale. Sebbene siamo un progetto a distanza e la tecnologia ci agevoli nel rendere possibile la collaborazione, non potendoci incontrare in sala prove viene a mancare l’immediatezza di lavorare a un’idea di partenza, collettivamente e “sul posto”. Di nuovo, la determinazione c’è e le soluzioni si costruiscono.

Ragazzi, siamo arrivati alla fine. Vi ringrazio per la disponibilità e lascio a voi le ultime parole per salutare i lettori di Truemetal.it.

(Albi) Grazie Marco, Trumetal.it e tutti voi che avete letto. Trovate tutta la nostra musica sul nostro canale Youtube.

(Kokko) In attesa di rivedervi tutti dal vivo quanto prima, alcuni “consigli per gli acquisti”:

pigiare “play”

alzare il volume a palla

una mano con le corna in alto

l’altra con una birra e….

HEADBANGING!