Heavy

Intervista Cappanera (Rolando Cappanera)

Di Stefano Ricetti - 16 Maggio 2011 - 8:50
Intervista Cappanera (Rolando Cappanera)

Cappanera

Cuore Blues Rock’N’Roll

Un album fatto con il cuore… semplice e diretto, dedicato a chi ancora si ricorda quali sono i valori che contano.

 

Queste le parole utilizzate nel flyer di Jolly Roger Records per presentare l’uscita del disco oggetto della chiacchierata con Rolando Cappanera.

Buona lettura.

Steven Rich

 

 

Cuore Blues Rock’N’Roll è a tutti gli effetti la continuazione di Non C’è Più Mondo del 1991?

Sì, diciamo di sì… ovviamente e’ un album che per il modo nel quale e’ stato portato a termine ha una sua caratteristica anche “commemorativa”. E’ ovvio che se Fabio e Roberto fossero stati qui adesso le cose sarebbero andate diversamente, ma comunque e’ il secondo album solista dei fratelli Cappanera e quindi può essere considerato la continuazione di  Non c’e’ più  Mondo. Nel 1992 quando iniziarono a lavorare al progetto la prima cosa che fecero e’ stata contattare Andrea Castelli e Johnny Salani quindi solo questo basta per rispondere alla tua domanda.

Oggi come allora non è stato coinvolto il Vostro cantante della Strana Officina Bud Ancillotti. C’è un motivo preciso riguardo questa scelta?

Il Bud era e tutt’ora è, parte della Strana Officina e quando Fabio e Roberto crearono il loro progetto solista lo fecero per provare nuove cose e collaborare con nuovi musicisti, in modo da avere nuovi stimoli per non mettere limiti alla loro creatività. Con Bud avrebbero potuto lavorare quando volevano ed in cantiere c’era anche un nuovo disco della Strana Officina, non c’era niente di deciso, ma la Strana Officina sarebbe sempre andata avanti. Per quanto mi riguarda la voce del Bud e’ la voce della Strana Officina.

Che significato ha la copertina? Come è stata scelta e di chi è stata l’idea? Chi l’ha realizzata?

La copertina e’ stata una mia idea e sono stato io a realizzarla. Durante i dieci giorni di mix che ho passato in studio, mi sono messo a buttare giù delle idee ed una delle prime cose alle quali ho pensato e’ stata una strada come elemento grafico: penso che siano evidenti i richiami alla storia di Fabio e Roberto nel bene e nel male. Ci sono molti riferimenti alla strada ed al viaggio nei testi della Strana Officina, come in quelli del primo album marchiato Cappanera come non pensare ad Autostrada dei Sogni, Viaggio in Inghilterrra, Aurelia Freeway ed in questo album c’è Ecstasy che parla degli incidenti stradali del sabato sera.

Ovviamente c’è anche il richiamo al tragico incidente che li ha coinvolti. L’idea grafica e’ partita inizialmente dal colore bianco… sin dall’inizio delle lavorazioni a questo progetto volevo utilizzare il colore bianco come motivo dell’album… e’ un colore che richiama la pace, la calma, l’eternità… ed a questo ho poi aggiunto una strada… il tema del viaggio, di un percorso che anche se Fabio e Roberto non ci sono più continua ad andare avanti ed a regalarci emozioni. Non sono un grafico e quindi non posso dire che sia una copertina elaborata, ma in realtà rispecchia la semplicità dell’album stesso.

Quando è nata l’idea di proporre dopo tanti anni un lavoro come Cuore Blues Rock’N’Roll nel 2011?

L’idea e’ in realtà nata da Antonio Keller, il “boss” della Jolly Roger. E’ lui che ha risvegliato in noi la voglia sopita di ascoltare questo album. Mentre lavoravamo al vinile di “Rising to the Call” ha timidamente cominciato a parlarmi del suo interesse a far uscire questo album che lui aveva ascoltato per vie traverse. Mi ha poi fatto presente che su internet giravano (non autorizzati ovviamente) alcuni brani del demo del 1993 e questo mi ha turbato e convinto che forse era il momento di riprendere in mano il discorso. Ne ho parlato con Andrea, il figlio di Fabio ed insieme abbiamo scelto il modo nel quale ci sarebbe piaciuto proporre questo album, da lì tutto ha avuto inizio.

Spiega per bene che tipo di lavoro è stato effettuato sul disco. Intendo parti risuonate, eventuali remaster, re-incisioni, nuove collaborazioni per l’occasione, tagli etc etc.

Nel 1993 Fabio e Roberto avevano finito di mixare una versione “Demo” del lavoro. Quella e’ rimasta l’unica versione ascoltabile in tutti questi anni con batterie elettroniche, bassi Synt ed un enorme lavoro di tastiere. La cosa su cui eravamo d’accordo io ed Andrea era che per far uscire questo album avremmo dovuto finire la produzione inserendo delle batterie vere, bassi veri e rivalutare la parte dell’arrangiamento di tastiere. Siamo quindi partiti con riversare il contenuto dei nastri (bobine 2”) su un supporto digitale ed ascoltare dopo 20 anni quello che era stato registrato: tutte le chitarre di Fabio, tutte le voci del Morby, pochissimi arrangiamenti di tastiera, alcuni fiati, armoniche oltre a parti cantate di Fabio ed altre voci di cantanti che erano stati chiamati come “provini” tra i quali anche un giovanissimo Matteo Becucci (livornese vincitore di X factor del 2009).

Tutto il resto non esisteva più perchè era stato registrato su supporti midi e quindi non più utilizzabile. Prima di registrare qualsiasi nuova cosa ho dovuto editare tutto il materiale perchè c’era da correggere anche una piccola oscillazione sul tempo dovuta alla non perfetta rotazione delle bobine che dopo 20 anni soffrono in affidabilità, la cosa e’ stata molto faticosa perchè ha significato ascoltare e correggere ogni singola traccia. Ad ottobre ho iniziato le registrazione delle batterie, poi Andrea Castelli ha registrato i bassi. Avevamo quindi una solita base Rock composta da Batteria, Basso, Chitarra e Voce, ma mancava tutto l’arrangiamento di tastiere che nel demo aveva una parte molto importante quindi abbiamo cominciato con inserire delle nuove chitarre per far in modo di colmare alcuni vuoti. Ho dato un rough mix a Dario Cappanera (Kappa) e gli ho indicato quali brani necessitavano di nuovi arrangiamenti così ci ha lavorato sopra ed ha capito perfettamente quello di cui c’era bisogno, dopo avermi fatto ascoltare un po’ di cose siamo andati in studio a registrare arpeggi, riff, arrangiamenti vari ed un solo.

 

Nella foto: Rolando Cappanera

 

Ho poi pensato che Ruggero Zanolini avrebbe rafforzato il legame con “Non c’è più Mondo” e quindi l’ho contattato per registrare delle parti di Hammond su un paio di brani. Il vecchio arrangiamento di tastiere e’ stato ascoltato e selezionato e poi ho dato indicazioni a Miliano Mattei (un arrangiatore e musicista livornese coetaneo di Fabio e Roberto) di risuonare molte delle vecchie parti con suoni più moderni ed inserendo anche nuove cose lasciando a lui carta bianca. Una volta che mi ha mandato tutto il lavoro abbiamo fatto una selezione del materiale. La parte musicale era terminata. Dovevamo affrontare la questione voci. Abbiamo deciso di recuperare i brani che aveva cantato Fabio e di far cantare un brano a Johnny Salani (“Un tipo Speciale” che Roberto scrisse proprio per lui). Nel resto dei brani abbiamo utilizzato le voci del Morby cantate da lui nel 1992. Ci siamo trovati in studio con il Morby per ascoltare tutto l’album ed inserire dove necessario dei rinforzi, cori ed altro, solo un brano e’ stato ricantato interamente perchè abbiamo fatto una piccola modifica al testo. Il Morby aveva in realtà cantato tutti i brani nel ‘92, ma ha apprezzato molto l’idea di recuperare dove ce n’è stata la possibilità le linee vocali di Fabio che in origine dovevano servire come guide. Questo è tutto il lavoro e vi assicuro che non e’ stato un lavoro semplice.

Una tua descrizione (uno a uno, s’intende) particolareggiata di alcuni personaggi coinvolti nel progetto Cappanera:

 

Nella foto: Fabio Cappanera

 

FABIO CAPPANERA – In questo album si capisce quale fosse il suo livello di chitarrista e di compositore. Devo dire che il lavoro di chitarre e’ incredibile. Aveva la capacità di far parlare la sua chitarra e di trasmetterti emozioni enormi. Questo disco e’ Fabio Cappanera e Fabio Cappanera e’ questo disco. Non era una persona di molte parole, ma sapeva comunicare con la gente grazie alla sua chitarra. Negli ultimi anni aveva lasciato l’Officina di famiglia per dedicarsi allo studio di registrazione e questo gli permise di diventare tutt’uno con la sua chitarra.

 

Nella foto: Roberto Cappanera

 

ROBERTO CAPPANERA – Ovvio che sono di parte… devo dire che abbiamo avuto in questo disco due ruoli separati: io ho suonato le batterie e lui ha scritto i testi. Gli piaceva molto scrivere e questo già lo avevamo capito con dei capolavori come Luna Nera, Autostrada dei Sogni e Piccolo Uccello Bianco, non a caso l’EP del 1984 e’ il mio preferito di sempre. Ha poi scritto molti dei testi di “Non c’e’ Più Mondo” ed in questo album è l’autore di tutti i testi. Si immerse totalmente nella scrittura e devo dire che anche grazie a questo album ho avuto modo di conoscerlo meglio. Non ha avuto il tempo di suonare le batterie, cosa che avrebbe fatto dopo la firma di un contratto discografico, ma questo album parla di lui molto più che se si fosse limitato a suonarlo.

A differenza di Fabio il lavoro nell’Officina di famiglia era diventato per lui un impegno enorme che affrontava sempre con dovere e con la massima professionalità, gli piaceva quello che faceva anche se negli ultimi tempi non riusciva più a dedicarsi allo strumento come avrebbe voluto, per questo riusciva a far combaciare meglio con i suoi impegni la scrittura dei testi. Mi ricordo che si metteva nella stanza in casa adibita alla musica dove c’erano una batteria elettronica, un pianoforte e l’enorme HI-Fi, ascoltava i brani di Fabio con le linee vocali in finto inglese e scriveva i testi in italiano che poi la mia mamma leggeva e “correggeva” qua e là.

 

Nella foto: Morby

MORBY – Diciamo che non lo conosco benissimo, ma conosco il suo lato artistico. Ci siamo ritrovati in studio dopo molti anni (nel 1992 avevo solo 15 anni) e ci siamo incontrati alcune volte ai Festival quando la Strana ha condiviso il palco con Domine e Sabotage. Devo dire che e’ veramente un professionista con la “P” maiuscola. Un cantante con una tecnica incredibile ed una preparazione di altissimo livello, ma anche una persona umile e divertente. Mi ha colpito molto il suo attaccamento a questo lavoro.

 

Nella foto: Andrea Castelli

 

 

ANDREA CASTELLI – Andrea e’ mitico…troppo divertente e di un animo gentilissimo, non mi stupisco che con Fabio e Roberto avessero trovato un affiatamento ottimo sin dal primo giorno. Con me è sempre stato disponibilissimo e quando li ho comunicato che avremmo fatto uscire questo disco ha fatto salti di gioia, non ha mai perso la speranza che questo giorno sarebbe arrivato.

 

Foto al Topsy di Livorno durante le riprese del video Aurelia Freeway per i Cappanera.
Da sinistra: Andrea Castelli, Jonnhy Salani, Fabio Cappanera, Roberto Cappanera, Ruggero Zanolini

JOHNNY SALANI – Un grande!! Un vero sopravvissuto del Rock alla vecchia maniera, un bluesman di nascita. E’ stato il primo paroliere e vocalist della Strana. Ha scritto brani storici come “Non sei Normale”, “Profumo di Puttana”, “Sole mare Cuore”… non ho parole per descrivere un personaggio come lui. E’ stato sin dalla nascita ostacolato da un problema fisico, ma questo non gli ha impedito di salire sul palco con la Strana Officina ed avere in pugno il pubblico. Mi ha rivelato che il testo di “Non sei Normale” e’ in realtà nato dal fatto che da piccolo sua madre lo richiamava a casa per cena dal balcone dicendogli “Vieni a casa!!! Non sei normale!!!” riferito appunto alla sua inabilità fisica.

Questa la dice lunga su di lui e su come è riuscito con semplicità ha cambiare il punto di vista su quello che viene comunemente definito “NORMALE”. Memorabile il viaggio in Inghilterra del 1982 con Fabio e Roberto durante il quale scrisse l’omonimo brano. Era attaccatissimo a loro come un fratello e dal giorno dell’incidente ha cominciato a scrivere la storia della loro vita insieme, sin da quando erano ragazzini e si tiravano le macerie della guerra perchè di quartieri rivali. Quando l’ho chiamato per cantare un brano su questo disco ha detto a me ed i ragazzi dello studio “Grazie!! Avete resuscitato un morto!!” con la sua solita verve livornese.

 

Nella foto, da sinistra: Roberto Cappanera, Andrea Castelli, Johnny Salani e Fabio Cappanera

 

RUGGERO ZANOLINI – Anche di lui non posso dire tanto perchè quando l’ho conosciuto avevo 14 anni, ci siamo rivisti qualche volta nel corso di questi anni e poi l’ho contattato per questo progetto, anche lui ha partecipato con entusiasmo, l’unico rammarico è non averlo potuto ospitare in studio a Firenze per poter passare insieme una giornata di musica… purtroppo gli impegni ce lo hanno impedito ed abbiamo lavorato alla distanza.

LUIGI DOMENICI – Luigi e’ un compositore e musicista Livornese che ha praticamente vissuto spalla a spalla con Fabio tutta la parte iniziale di questo album. Fabio già con “Rock’n’Roll Prisoners” si era lanciato nell’utilizzo delle tastiere e di ritorno da un concerto dei Van Halen, si era convinto di voler fare un album dove le tastiere fossero molto presenti. Luigi e’ stato scelto per realizzare questo progetto. Proveniva da un mondo musicale più soft, ma con Fabio trovarono il giusto affiatamento, non a caso hanno composto insieme tre brani dell’album. E’ stato fondamentale per tutto l’album perchè ha curato tutto il lavoro midi con la scrittura delle batterie e di tutto l’arrangiamento.

Ci sarà la possibilità di vedervi dal vivo in qualche occasione?

In molti lo chiedono questo, ma non e’ una cosa realizzabile… dal vivo si sacrificherebbe l’enorme lavoro di chitarre e poi ci sarebbe bisogno di un tastierista. Credo che sia giusto lasciare che questo album sia suonato da Fabio ed il modo migliore per ascoltare tutti i brani e’ su cd o meglio ancora su vinile.

A tuo modo di vedere quali sono i brani che meglio degli altri rappresentano il disco?

Questo album ha due anime: una Rock Blues ed una più Hard Rock…Poi ci sono due brani un po’ più “cupi” e cadenzati che sono “Ecstasy” e “Rinascerei”. Penso che siano questi i due brani più rappresentativi. Il primo ha un solo che lascia senza fiato (è il primo brano dell’album) e l’altro ha una melodia ed un ritmo martellante con un testo a mio parere bellissimo. Il resto dell’album e’ molto vario con altri due brani molto melodici, fino alla traccia finale con solamente chitarre acustiche ed archi.

Capitolo testi in italiano. Vai avanti tu, Rolando.

Come ho già accennato, i testi sono tutti scritti da Roberto Cappanera, tranne “Solo Mai” e “Non Perderti Mai” scritti da Roberto Cappanera e Johnny Salani. Sono abbastanza autobiografici soprattutto “Vivrò in Lui” che è dedicato al suo babbo (mio nonno), ma riguardano chiunque perché parlano di vita, quella comune a tutti con le gioie ed i dolori che accompagnano il cammino di ogni individuo. Ci sono molti richiami a valori come l’amicizia, il rispetto, la lealtà ed una condanna all’egoismo, l’arrivismo e la ricerca del potere. “Ecstasy” è un brano che parla degli incidenti che colpiscono i giovani sulle strade il sabato sera a causa spesso dell’incoscienza e della voglia di sballo. Credo che questo album sia molto interessante non solo dal punto di vista musicale (con un lavoro di chitarre spaventoso), ma anche per il contenuto dei testi e per come questi si fondono perfettamente la composizione.

Traccia per traccia, quello che ritieni sia giusto dire per ciascuna.

ECSTASY – E’ un brano molto particolare con un ritornello non cantato, dove e’ la chitarra a dare la melodia portante. Un solo fantastico di circa 2 minuti dove non una nota viene ripetuta e dove Fabio ti fa capire cosa significa parlare con la chitarra. Inoltre il testo e’ attualissimo parlando di stragi del sabato sera. A parte l’aggiunta di un pianoforte che riempie le strofe e’ esattamente uguale alla versione del 1992.

CHI  HA DECISO PER NOI – Primo brano in stile Rock Blues con un testo che attacca la mancanza di valori, l’arrivismo e la capacita’ delle persone di vendersi facilmente. Brano tenuto in piedi dalla chitarra di Fabio e l’Hammond di Ruggero. L’Hammond non era presente nella versione del 1992.

RINASCEREI – Il mio brano preferito. Mi piace il testo, la melodia ed ha un drumming quasi ipnotico. In fase di post produzione abbiamo allungato la parte finale con un doppio solo Fabio /Dario che intervengono con un botta e risposta e poi finisce con un ulteriore solo di Fabio. Qui c’è un enorme lavoro di arrangiamento, abbiamo recuperato le tastiere suonate da Luigi nel 1992 che rappresentano la colonna portante del brano con un pad martellante che suona ininterrottamente, abbiamo poi aggiunto un arpeggio di chitarra (Dario),organo e moog. Ha una produzione piu’ curata rispetto alla versione del ‘92 e le batterie sono su un piano sonoro piu’ lontano rispetto al resto… Ne sono veramente soddisfatto.

LEI SARA’ CON TE – Un bel brano Hard Rock in vecchio stile, qui ci sono anche degli interventi di Dario come chitarra ritmica a sostenere delle frasi di Fabio che suonano un tema melodico che si ritrova durante tutto il brano. Primo brano cantato da Fabio ed è l’unico unico con un ritmo incalzante. L’intro è stato riadattato ed e’ una voluta citazione a “War Games” (Strana Officina 1989).

VIVRO’ IN LUI – E’ una ballata (si direbbe nel gergo Rock). Questo e’ il brano dove la nuova produzione si e’ fatta piu’ sentire e ritengo che sia veramente decollato rispetto al ’92. Una volta riversato il contenuto delle bobine sul digitale non c’era veramente niente se non le chitarre di Fabio (poche) e la sua voce, questo e’ un altro dei tre brani dove e’ stata recuperata la voce di Fabio. Sono stati aggiunti un pianoforte, un bellissimo arpeggio, una frase di chitarra sul ritornello, degli archi e poi Andrea (il figlio di Fabio) ha cantato un verso nell’ultima strofa che termina in un duetto. Il testo è  molto emozionante perchè parla del  modo nel quale cambia il rapporto di padre e figlio una volta che il figlio diventa a sua volta padre. E’ un testo autobiografico dedicato al babbo del mio babbo (mio nonno Rolando scomparso pochi anni prima e dal quale ho preso il nome) e di riflesso dedicato a me iniziando con “Figlio tu cresci in silenzio sto’ e poi rivedo gli occhi suoi…”.Visto come poi sono andate le cose prende ancora piu’ significato il verso “Io vivrò in lui, come tu vivi in me”…

 

Nella foto: Fabio e Roberto Cappanera

 

UN TIPO SPECIALE – E’ un brano alla Blues Brothers sia nella melodia che nel modo nel quale si avvicendano ospiti che intervengono con Armonica, Sax, Hammond, Cori… E’ rimasto identico alla versione del ’92. Il brano è cantato da Johnny Salani mentre in origine anche questo era stato cantato dal Morby. Questa scelta e’ stata dettata dal fatto che il testo parla in realà del Johnny “…guarda quel tipaccio per strada, forse aspetta proprio te, di lui non può fidarsi nessuno, gli piace il Blues ed il Rock’n’Roll…” Il mio babbo l’ha scritto per lui. Il Johnny compare anche nella scrittura di alcuni testi di questo album ed ha gravitato attorno allo sviluppo di questo lavoro, mi è sembrato doveroso che ne facesse parte.

MUSICA E SOGNI – Brano semplice, molto melodico con un testo dedicato alla musica. Rimasto invariato rispetto alla versione originale. Brano da cantare sotto la doccia. Abbiamo scoperto che esistevano registrate su nastro due versioni differenti di testo, ma abbiamo scelto quella che Fabio e Roberto avevano preferito nel ’92. Questo brano e’ stato ricantato dal Morby perche’ abbiamo cambiato una parola del testo e quindi per motivi di timbro abbiamo dovuto ricantarla tutta.

SOLO MAI – Altra ballata, uno dei titoli provvisori era “Ballata per un amico” e poi “Solo Noi” , ma per l’analogia con il brano di Vasco Rossi è stata depositata come “Solo Mai”. E’ un brano con una chitarra acustica e con un sapore un po’ Country. Il testo è molto bello e parla di valori “Prendi il coraggio…l’egoismo,il potere, i soldi non conteranno più”. Non ha avuto modifiche rispetto all’originale ’92 ed è l’unico privo di qualsiasi arrangiamento di tastiere.

NON PERDERTI MAI – Mi ricorda i Bad English degli anni ’80, con brani melodici e con testi d’amore strappacuore. Se nel solo finale durante il fadeout  riuscite ad alzare il volume potete sentire una serie di banding che ti fanno pensare ad una chitarra con 28 tasti!!!…

DEPRESSIONE (AL RUMBA JAZZ) – E’ il brano piu’ divertente dell’album, un vero Rock Blues alla Rory Gallagher degli anni ’70. Un testo divertente dove un rocker capitato per caso in un locale Jazz si consola con una birra prima e con un bel culo  poi…ah,ah…Per questo brano ho richiamato Mimmo ”Wild” Mollica, armonicista toscano che aveva nel ’92 suonato su “Un tipo Speciale” e che , grande amico di Fabio e Roberto, suonò l’intro del brano della Strana Officina “Rock’n’Roll Prisoners” nel 1989.

BOREA – Outrow acustico dove Fabio si diletta a far intrecciare chitarre a 6 e 12 corde con un motivo quasi ottocentesco e risposte in stile flamenco. Un saluto finale delicato ed immortale.  

Ci sarà, in futuro, un nuovo capitolo discografico marchiato Cappanera?

Non credo… forse tra 20 anni quando io e Dario ci ritroveremo a parlare della nostra carriera in compagnia dei nostri strumenti ed avremo voglia di raccontare la nostra storia senza limiti di alcun tipo. Questo alla fine e’ lo spirito che spinse Fabio e Roberto nelle loro esperienze soliste. E’ stata la loro maturità sia artistica che anagrafica a portarli a lavorare con musicisti diversi ed a ricercare nuove sonorità.

Esistono, a oggi, ancora degli inediti firmati Fabio e Roberto rimasti nel cassetto?

Ci sono alcuni brani che risalgono ad ancor prima del 1978, registrazioni live oppure in sala prove come “Donna Blues” e “Piazza Cavour”, ma sono  brani degli inizi niente a che vedere con il vero repertorio di Fabio e Roberto.

Cosa ti aspetti, sinceramente, da Cuore Blues Rock’N’Roll?

Mi aspetto che sia apprezzato trasversalmente da tutti gli amanti della musica, e’ un album prodotto ottimamente, con un suono veramente vicino agli standard internazionali. Mi aspetto che le persone ne parlino e che non sia trattato in modo “speciale” solo per l’affetto che lega tutti a Fabio e Roberto. Per adesso ho sentito ottimi riscontri da chi ha avuto la possibilità di ascoltare in anteprima alcuni brani, questa è per me e per tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto la maggior soddisfazione.  

Se manca qualcosa aggiungi pure, Rolando, Thanx.

Consiglio a tutti di mettersi seduti in un momento di relax e godersi dalla prima all’ultima nota questo viaggio tra passato e presente. Questo album racconta la passione, la semplicità ed il divertimento con il quale Fabio e Roberto vivevano la musica. Non in molti riescono ad avere un rapporto così sereno con lei (la musica). Fabio e Roberto stupirono molti con il loro “Non c’è più Mondo” e non avrebbero fatto diversamente con questo disco se fosse uscito nel 1992. Non ci sono confini nella musica. Non c’è il Rock,il Blues, il Pop. Che genere suoni?? Io suono la musica. Penso che questa frase rappresenti al meglio Fabio e Roberto.

Un saluto a tutti,
Rolando C.
 

Stefano “Steven Rich” Ricetti