Thrash

Intervista Elettric (tutta la band)

Di Andrea Bacigalupo - 28 Luglio 2022 - 14:57
Intervista Elettric (tutta la band)

Scambiamo due parole con gli Elettric, promettente band proveniente da quella terra dal forte sapore storico chiamata Lucania e che ha appena debuttato con il valido ‘Into The Brain’.

Intervista a cura di Andrea Bacigalupo

Ciao ragazzi, come va? Benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it.

Ciao Andrea, siamo orgogliosi e onorati di essere intervistati da TrueMetal.it.

Gli Elettric debuttano con ‘Into the Brain’ ora, ma la band è nata diversi anni fa. Volete raccontare la vostra storia e dirci come mai avete aspettato così tanto per incidere?

Come la quasi totalità delle band, abbiamo iniziato facendo cover con brani che spaziavano dal punk più puro dei Ramones al rock n’ roll più incazzato dei Motorhead fino ad arrivare al Thrash metal di ‘Kill’Em All’.

Dopo esserci fatti… le ossa, abbiamo concordato che era il momento di provare a creare qualcosa di nostro, cercando di dare sfogo alla creatività e alle idee.

Abbiamo iniziato a lavorare su ‘Into The Brain’ nel novembre del 2016 e nel 2018 abbiamo portato i brani in studio.

Nel 2019 abbiamo fatto uscire i primi 4 singoli, in attesa dell’album, ma la pandemia del 2020 ha rallentato di 2 anni l’uscita del CD.

Alla fine ci siamo riusciti… con non pochi sforzi.

Perché ‘Elettric’?

la scelta del nome è stata lunga e quasi travagliata…

Volevamo trovare qualcosa che non solo rappresentasse lo stile energico della musica che proponiamo, ma anche identificativo della nostra provenienza, inoltre, doveva essere semplice da ricordare.

E così nasce il nome Elettric, la versione “italianizzata” della parola electric.

Il vostro è puro Thrash ‘vecchio’ stile senza contaminazioni. Perché suonare ancora Old School e cosa ne pensate degli altri generi di successiva evoluzione, tipo il Groove o l’alternative e della corrente Nu Metal?

Paradossalmente, oggi, è diventato quasi più alternativo ed originale l’Old School rispetto ai soliti generi sopracitati.

Al momento ogni nuova band, o per lo meno la stragrande maggioranza, propone questi generi che sono diventati la parte commerciale della nicchia.

Sappiamo quanto sia complicato creare qualcosa di “nuovo” e di unico soprattutto nel metal…

Ma esserne l’ennesima band del genere su questo mercato estremamente saturo proprio non ci andava… abbiamo preferito rimanere sul metal vero e puro.

Veniamo all’album d’esordio, ‘Into the Brain’. Avete scelto l’autoproduzione. Perché e quali difficoltà comporta l’indipendenza dalle label?

In Basilicata è davvero complicato trovare una label del genere (ammesso che esista) quindi siamo stati dell’idea che “chi fa da sé fa per tre“.

È vero, è stato molto complicato doversi gestire tutto da soli, ma è anche vero che lo abbiamo fatto con le massime libertà e la massima espressione artistica.

Adesso viviamo nell’epoca dove chiunque, munito di uno strumento, può fare e pubblicare musica anche dalla sua cameretta.

Noi ci siamo comunque affidati a professionisti del settore, che hanno dato vita ed espressione alle nostre idee.

Come sono nati gli otto pezzi che compongono ‘Into The Brain’?

Volevamo parlare di quello che ci stava circondando in quel momento e di come i social influenzano la nostra vita.

La scrittura dei brani deriva esclusivamente da jam session in sala prove.

Quando le parti musicali si incastravano tra loro tiravamo fuori una struttura per un brano, da lì si iniziava a modellare e ad abbellire il tutto fino ad avere una struttura valida.

Alcuni brani hanno necessitato mesi di lavoro come ‘Hidden Inside’ o ‘Path Of Hate’, altri sono stati puro istinto e partoriti in una manciata di minuti come ‘Stronger Than Death’ o ‘Nothing And Nobody’.

In questo “gioco” le emozioni fanno la maggior parte del lavoro, il resto sta alla creatività.

Che temi trattano gli Elettric? In particolare, volete parlarci di ‘Stronger Than Death’ e ‘Hidden Inside’, i brani che, non nascondo, mi hanno più colpito?

Il tema generale parla proprio di come siamo influenzati dalle pubblicità, dai media e dai social che oggi dettano le cosiddette regole della società.

Capita spesso che si giudichi qualcuno a seconda del suo status sociale, del suo modo di vestire e del suo interesse rispetto a certe attività o addirittura rispetto ad alcuni programmi televisivi che segue.

Questo sta ad indicare come spesso le persone reprimano il loro essere, il loro pensiero, e la loro unicità per seguire la massa e le mode, come se avessero subito un lavaggio del cervello vero e proprio.

Per quanto riguarda i brani, ‘Hidden Inside’ e ‘Stronger Than Death’, il primo parla della sensazione di rimorso per azioni non compiute o più semplicemente per occasioni perse che creano un certo senso di colpa che è difficile da lasciar andare.

Mentre ‘Stronger Than Death’ parla, con molta rabbia, del desiderio di liberarsi dalle catene del rimpianto con la voglia di redenzione e libertà.

Non a caso sono stati scritti e registrati uno dopo l’altro.

Naturalmente, parliamo anche di ‘The Man Who Never Die’. Personalmente ho apprezzato molto l’idea di dedicare a Lemmy un inedito.

Lemmy e i Motorhead, per noi, sono sempre stati un punto di riferimento, quindi è stato quasi necessario dover dedicare parte del lavoro a quella che è la rock star per eccellenza.

L’idea dietro ‘The Man Who Never Died’ è stata quella di prendere degli spezzoni di testi di alcuni brani dei Motorhead, citando anche qualche album per poi metterli insieme, cercando di descrivere la figura di Lemmy nel modo più leggendario possibile.

Per quanto riguarda la musica, abbiamo deciso di riprendere molto la linea dei Motorhead, con riff semplici, veloci e cazzuti, cercando comunque di restare sul nostro stile.

Chissà cosa ne penserebbe Lemmy da lassù…

Parlateci anche della bella copertina.

La copertina è stata una delle cose più complicate dell’album.

Avevamo bisogno di qualcosa che potesse attirare l’attenzione e che potesse essere d’impatto.

L’idea era quella di creare una copertina che rappresentasse il tema dell’album alla perfezione e che avesse uno stile leggermente horror tipico del genere.

Il primo lavoro comprendeva l’utilizzo di uno zombie come soggetto principale ma non ci piaceva molto.

Dopo diversi mesi di lavoro abbiamo deciso di farci aiutare da un illustratore che è stato capace di dare vita alle nostre idee e di creare una copertina di tutto rispetto.

Piccola curiosità sul disegno: il numero di stanza posizionato sulla porta inizialmente era un 666 ma ci sembrava un pochino troppo stereotipato, oltre al fatto che non volevamo assolutamente nessun riferimento politico o, come in questo caso, religioso.

Quindi abbiamo deciso di sostituirlo con un 539.

Perché il 539? Perché è la durata esatta della title track ‘Into The Brain’: 5 minuti e 39 secondi.

Com’è la scena underground in Basilicata? Dove si suona Metal?

La scena underground in Basilicata, purtroppo, è davvero misera.

Sono pochissimi i locali o gli eventi dove è possibile suonare Metal.

Si, certo, abbiamo l’Agglutination (che si terrà il 6 agosto – ndr), ma da solo non basta.

Serve una maggiore apertura verso questo genere e, soprattutto, bisogna imparare a dare importanza alle band che, come noi, hanno deciso di allontanarsi dal filone delle cover per intraprendere un esperienza di musica inedita.

I pochi locali dove è possibile suonare metal spesso richiedono solo cover band in modo da poter garantirsi un certo numero di persone che possano consumare abbastanza da poter coprire le spese dell’evento. Insomma, per quanto possiamo essere legati alla nostra terra, è davvero complicato poter portare qualcosa di originale in Basilicata e questo ci dispiace veramente molto.

Servirebbe una maggiore apertura e curiosità verso la musica e le sue infinite sfumature.

E le vostre esperienze live?

Per quanto riguarda i nostri live, stiamo cercando di portarli sempre più ad un livello di spettacolo superiore e professionistico.

Ultimamente stiamo puntando ai festival in modo da avere una fetta di utenza amante del genere.

Il 22 Agosto saremo impegnati nel nostro primo concerto esclusivamente con inediti, dove presenteremo l’album cercando di dare al pubblico uno spettacolo ben organizzato e quanto più esplosivo possibile.

L’evento si terrà nel nostro paesino, Tramutola nella provincia di Potenza.

Metallari, accorrete numerosi… non ve ne pentirete!

I vostri programmi futuri, recrudescenze virali a parte (che, speriamo, esserci lasciati alle spalle)?

Sicuramente abbiamo intenzione di ritornare in studio a lavorare su un nuovo album e tanto altro materiale il prima possibile.  Abbiamo un sacco di idee e tantissima voglia di fare e sperimentare.

Into The Brain’ è soltanto l’inizio (… suona un po’ come una minaccia, ma il secondo album lo aspettiamo volentieri – ndr).

Chiudiamo qui questa breve intervista e ringraziamo gli Elettric per il tempo concesso, lasciando a loro i saluti ai lettori di TrueMetal.it. Grazie.

Vi ringraziamo per il vostro tempo e vi auguriamo di divertirvi ascoltando la nostra musica e il metal in generale. Siete la linfa vitale di questo genere meraviglioso e non smettete mai di supportare tutte le migliaia di musicisti che quotidianamente si mettono sui loro strumenti con la voglia di fare musica e, magari, con la voglia di portare un pizzico di felicità e spensieratezza nelle case delle persone.

Always, stay heavy!

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Band: Elettric
Genere: Thrash 
Anno: 2022
78