Heavy

Intervista Gus G.

Di Davide Sciaky - 24 Aprile 2018 - 12:40
Intervista Gus G.

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Pochi giorni prima dell’uscita del nuovo album solista di Gus G., “Fearless“, abbiamo incontrato il chitarrista greco noto ai più per il suo lavoro con i Firewind ed insieme ad Ozzy Osbourne.
Insieme abbiamo parlato del nuovo disco, ma anche degli ultimi eventi in casa Firewind e degli anni al fianco di Ozzy.

Intervista a cura di Davide Sciaky
 

Ciao Gus, come stai?

Bene, grazie.

 

Cominciamo parlando del tuo nuovo album, “Fearless”; ti ho visto durante il tour di “I Am the Fire” e la tua band era completamente diversa, come sei finito a lavorare con Dennis Ward e Will Hunt su questo nuovo disco?

Ho cominciato a lavorare con Dennis un paio di anni fa per la produzione del nuovo album dei Firewind.
Conosco Dennis da tempo, abbiamo scritto insieme alcune canzoni circa dieci anni fa per un progetto che volevamo mettere insieme, ma alla fine non c’è stato tempo dopo che sono entrato nella band di Ozzy.
Ora però siamo tornati a lavorare su quelle canzoni, gli ho chiesto di aiutarmi con la produzione del nuovo album dei Firewind e col songwriting ed è andata davvero bene!
Quindi il passo successivo più ovvio è stato continuare a scrivere canzoni, io gli mandavo le demo e lui mi mandava indietro le linee vocali.
Abbiamo cominciato a lavorare a questo disco, ovviamente, e verso la fine della sessione ho cominciato a pensare, “Come potrei fare questa volta?”: nei primi due dischi c’erano molti ospiti e cose del genere, questa volta invece ho deciso di avere un tipo di sound più coeso, non un disco che va in tante direzioni diverse come i primi due.
Dennis si è offerto di suonare il basso e poi ho incontrato Will Hunt in un hotel a Frankfurt al Messe [Musikmesse N.D.R.] l’anno scorso mentre ero in tour, è uno dei miei batteristi preferiti quindi gli ho chiesto se voleva suonare la batteria sull’album e ha detto di sì.
Alla fine aveva senso che Dennis continuasse con noi e che cantasse anche sul disco, anche perché stavo facendo fatica a trovare qualcuno che fosse in grado di cantare tutte quelle canzoni e potesse pure venire in tour, tutti gli altri cantanti davvero bravi sono già occupati con altre band, quindi Dennis era lì e abbiamo continuato con lui.

 

Hai detto che volevi un suono più coeso, pensi che continuerai con questa lineup anche per i prossimi album?

Sì, penso di sì!

 

Come hai detto Dennis ha avuto un ruolo importante nella creazione dell’album, hai mai pensato di pubblicare l’album come una nuova band invece che come tuo album solista?

Sì, c’ho pensato.
L’idea originale era…voglio dire, era un mio album solista, poi ho cominciato a pensare, “Forse dovrebbe essere una band, o un album intitolato “Gus G e…i malaka” o qualcosa del genere” [ride].
Alla fine era una po’ una questione di brand, ho lavorato così duramente perché il mio nome solista si affermasse, ho pubblicato due album, suonato molti concerti, investito molto tempo e denaro in questo progetto, aveva senso continuare sotto il nome Gus G.
E sembra funzionare bene perché la gente comincia a riconoscere un po’ quello che faccio, il fatto che stia facendo anche musica come solista oltre che con i Firewind, ed è una cosa che richiede del tempo, richiede tempo e uscirsene con una nuova band di nuovo sarebbe solo una seccatura; era semplicemente un po’ più comodo continuare così.

 

Nell’album suoni una cover di ‘Money for Nothing’ dei Dire Straits, una canzone molto diversa dalla musica che suoni normalmente, come mai questa scelta?

È semplicemente una canzone che mi è sempre piaciuta.
Amo quel riff, è un riff così iconico, è stata una scelta un po’ fuori dagli schemi, una cosa che mi piace fare.

 

Ho visto un po’ di gente commentare il video di ‘Mr. Manson’ dicendo che la canzone sembrava un pezzo scritto per Ozzy, ed effettivamente devo dire che anche a me fa quest’impressione; è effettivamente quello che è successo con questo pezzo?

L’idea originale era, sì, di dare quel pezzo a Ozzy.
Avevo scritto il riff principale che suona molto Sabbath, molto stile ‘N.I.B.’…sì, l’ho scritto originariamente con l’intenzione di farglielo sentire, ma ovviamente non se n’è fatto niente.
Ho avuto questo riff, ed effettivamente un paio di altri, sul mio hard disk per anni, semplicemente fermo lì; l’ho mandato a Dennis e gli ho detto, “Ehi, questo è quello che è successo, ho questo pezzo”, e penso che questo l’abbia ispirato e così ha scritto il testo di ‘Mr. Manson’.

 

Parlando di Ozzy, un anno fa è stato annunciato che Zakk Wylde sarebbe tornato nella sua band, qual è stata la tua reazione alla notizia? C’è stato forse anche del sollievo per il fatto che ora ti puoi concentrare completamente sui Firewind e sulla tua carriera solista?

Ho pianto ogni notte per due mesi [ride].
Onestamente c’è stato un po’ di sollievo, sì, perché ero un po’ stanco di dover aspettare con le mani in mano per anni, senza sentire niente da lui.
Ovviamente è stato molto impegnato con i Black Sabbath, lo capisco, ma in mezzo a tutti quei concerti c’erano occasionali show con lui per cui dovevo rendermi disponibile, ma non c’è mai stata…mi è sembrato che non ci fosse…non mi sembrava che ci fossero delle prospettive per il futuro, capisci?
Quindi, per quanto io abbia amato essere nella band e suonare con lui, in un certo senso quello era un po’ un vicolo cieco per me, dal mio punto di vista personale; ovviamente ora andrà a fare un nuovo grande tour, il suo tour di addio e…è fantastico per lui, ma non era un ambiente creativo per me…

 

Hai anticipato la mia prossima domanda: prima del ritorno di Zakk non siete stati molto attivi per via del tour dei Sabbath, come ha funzionato per te? Ti ha chiamato e detto, “Sarò occupato per 4-5 mesi, fai quello che vuoi nel frattempo”?

No, ovviamente il tour è stato annunciato quindi…ma, no, non c’è mai stato un annuncio preciso per noi tipo, “Ehi ragazzi, ci vediamo l’anno prossimo”, o qualcosa del genere, era sempre qualcosa tipo, “Vediamo che succede”.
C’era un po’ di incertezza in quella situazione, ovviamente io avevo la mia band, avevo cose da fare, ma non potevo mai organizzare cose con troppo anticipo nel caso che venisse organizzato qualcosa con Ozzy.
Ad un certo punto è diventato davvero difficile ottenere informazioni…comunque, sai, è quello che è, questa era la situazione e, sì, come ho detto in un certo senso è stato un sollievo lasciare la band perché ora ho il controllo completo del mio destino, è una bella sensazione.

Appena prima di venire qui ho visto che sei appena 8 giorni più vecchio del disco di debutto di Ozzy…

Cos’è che sono?

“Blizzard of Ozz” è stato pubblicato il 20 settembre 1980, quindi è più giovane di te di appena una manciata di giorni.

Oh sì, giusto! [Ride]

…ti ha mai fatto strano pensare che stavi suonando con un uomo la cui carriera solista ha la tua stessa età?

Sì, voglio dire, sono cresciuto ascoltando la sua musica, è il Padrino della nostra musica dopo tutto.
Un’altra cosa divertente che ho visto anni fa…sai, un sacco di siti fanno quelle cose tipo, “On this day”, e a quanto pare il giorno in cui sono nato Ozzy ha suonato il suo primo concerto con Randy Rhoads, il 12 settembre, penso di averlo letto su qualche sito, quindi quella è una coincidenza piuttosto strana.

 

Lavorare con un musicista così grande ed importante comporta un sacco di cose che possiamo magari immaginare, ma qual è stato l’aspetto più inaspettato di lavorare con Ozzy?

Non saprei, tutto quel mondo era nuovo per me, c’erano un sacco di cose che mi hanno colpito, “Oh guarda questo e quello”, ma una cosa che davvero non mi aspettavo è che fosse una persona così alla mano, così normale in confronto alla sua importanza, al suo stile di vita, a tutto quello che gli gira intorno, sai, in realtà è un uomo molto semplice.

 

L’anno scorso avete pubblicato un nuovo album con i Firewind, il primo in cinque anni; come mai c’è voluto così tanto?

In parte perché ero occupato con la mia carriera solista, metterla in piedi e lavorarci, e in parte perché non avevamo un cantante e non sapevamo come andare avanti, quello è qualcosa che davvero ha colpito la band, non avere un cantante, e abbiamo dovuto pensare davvero con grande attenzione a cosa fare.
Penso che avessi davvero bisogno di fare questa cosa solista per schiarirmi le idee.

 

Com’è andato il tour che è seguito?

A dirla tutta davvero bene!
Non pensavamo che sarebbe durato così tanto, ci siamo preparati per fare un po’ di show e siamo finiti a suonarne qualcosa come 70.
Quindi è stato grande per noi.

 

“Immortals” è un concept album sulla storia greca; pensi che in futuro tornerai a parlare di storia, o mitologia, greca con i Firewind o anche col tuo gruppo solista?

Potrei, sì.
Ci sono sempre idee di cui discutiamo nella band, chissà cosa potrebbe succedere, potremmo continuare su questa strada e allargare l’idea del concept perché è sembrata funzionare.
Immagino che sia una questione di identità per noi dato che veniamo dalla Grecia ma, di nuovo, non puoi mai sapere: può essere che una volta in fase di scrittura torneremo a fare un album più normale, lontano da concept, storia e mitologia, vedremo.

 

Come dividi il tempo tra le tue band e progetti? Quando scrivi musica parti già con un’idea di per chi stai scrivendo, o aspetti di sentire come suona quello che componi e poi decidi cosa farne?

Sì, normalmente scrivo quando sono rilassato e, sai, mi viene un’idea, la butto giù e alla fine mi dico, “Oh, questa potrebbe andare pe la mia band solista”, o “Questa potrebbe essere una canzone dei Firewind”.
Semplicemente butto giù roba, accumulo idee e poi in un secondo momento decido cosa farne.

 

Cosa ti aspetta prossimamente? Che piani hai per quando sarà finito il tour?

È presto per dirlo, ma l’idea sarebbe di fare un altro album con i Firewind nel prossimo anno o due.
Penso che probabilmente sarà tra due anni con i Firewind, questo tour è appena iniziato e penso che andrà avanti fino a metà 2019.

 

Questa era la mia ultima domanda, grazie della tua disponibilità, ti lascio questo spazio se vuoi salutare i tuoi fan.

[In italiano] Mille grazie! [ride]
Ci vediamo presto in Italia, grazie per aver letto questa intervista e spero che ascoltiate “Fearless”!