Intervista Hell in the Club (Andy e Dave)
Lunga e corposa intervista con Andy e Dave, motori degli Hell in The Club.
Da pochi giorni di nuovo in circolazione con un nuovo album dagli esiti come sempre ottimi, i rockers tricolori confermano anche a parole tutta la verve e la capacità di coinvolgere riscontrabili nella loro musica.
Come detto nella recensione di F.U.B.A.R., l’augurio è che, una volta per tutte, arrivi ora la giusta consacrazione a livello internazionale…
Intervista a cura di Fabio Vellata
Raccontatemi tutto quello che vi passa per la mente al riguardo di questo nuovo cd…siete soddisfatti? Avreste fatto qualcosa di diverso con il senno di poi?
Andy:
Ciao Fabio, per quanto mi riguarda si, sono molto soddisfatto!
E’ sicuramente un disco più diretto, crudo e se vogliamo più rock e metal del suo predecessore, forse per alcuni versi si può paragonare al nostro primo disco “Let The Games Begin” con un tocco di metal in più.
L’unica cosa che rimpiango un po’ è non avere avuto il tempo di scrivere le idee di partenza dei brani a 4 mani con Dave come abbiamo fatto in passato per alcune canzoni.
Noi di solito lavoriamo in questo modo:
Uno dei 4 porta l’idea di partenza e poi si lavora tutti insieme sul brano fino ad arrivare alla versione finale.
In passato però ci sono state occasioni in cui io e Dave abbiamo mischiato alcune nostre idee iniziali in una unica. Questo ha portato a delle interessanti sfumature come ad esempio “A Crowded Room”, brano presente su “See You On The Dark Side”.
Al di là di questo comunque abbiamo ormai un metodo di lavoro consolidato e che procede il più delle volte molto bene.
F.U.B.A.R. è un disco molto classico per il vostro stile. Ormai avete una specie di marchio di fabbrica: i vostri brani nascono tutti in un modo ben preciso e definito?
Andy:
Con il tempo effettivamente siamo riusciti credo a dare una vera e propria impronta personale ai brani.
Come dicevo prima, noi lavoriamo sempre nello stesso modo, eccetto rare eccezioni… Uno dei 4 porta un ‘ idea iniziale che tutti insieme poi sviluppiamo in un provino.
Questo provino viene poi arrangiato da Picco che lo rende musicalmente come si può ascoltare su disco mentre Dave si occupa di tutte le linee vocali.
Alcuni ultimissimi arrangiamenti vengono poi fatti a volte direttamente in studio di registrazione ma capita molto raramente.
Ognuno ovviamente si occupa di definire al meglio le parti del proprio strumento e come ultima cosa io e Dave scriviamo i testi.
Chi sceglie i suoni dei vostri cd? Personalmente ho spesso apprezzato il taglio schietto ma comunque potente dei vostri brani. Seguite ogni passo della lavorazione del disco o lasciate che siano professionisti esterni a decidere per voi?
Andy:
Dal punto di vista sonoro ci siamo sempre affidati a Simone Mularoni dei Domination Studio, eccetto per il primo disco.
Per questo album come per l’EP “Kamikaze” le registrazioni di basso, batteria, chitarre e cori sono state gestite insieme ad Aldo Lonobile ai TMH Studio e successivamente mixati e masterizzati da Simone nei suoi Domination.
Le voci invece sono state registrate direttamente da Dave nel suo studio personale.
Di solito ci piace collaborare con chi lavora con noi, confrontandoci su quello che deve essere il risultato finale… che sia il suono o la copertina, le foto o i video, lasciando comunque anche molta carta bianca visto che c’è spesso una fiducia che dura da anni.
Parliamo del titolo.
F.U.B.A.R. era un acronimo utlizzato durante la seconda guerra mondiale per definire una situazione ormai compromessa. Voi a cosa volete fare riferimento? E in che modo il titolo si lega al “povero diavolo” con la camicia di forza che appare in copertina?
Andy:
Esattamente, ma viene utilizzato anche oggi… sempre per indicare una situazione, una cosa o una persona completamente compromessa.
Il diavolo circondato da strumenti musicali rotti che si vede in copertina rappresenta appunto questo…
addirittura, il diavolo è arrivato ad impazzire completamente, ovviamente c’è anche dell’ironia dietro a questa immagine, ci sono le nostre ombre riflesse sul muro dietro; quindi, è un po’ come se fossimo noi la causa di
questa sua follia!
Dave:
Ovviamente questo titolo non è stato scelto a caso. Nel corso degli anni ci siamo resi conto che a volte il nostro entusiasmo e la voglia di fare le cose come si deve con gli Hell in the Club ci abbiano portato a fare dei grandi sacrifici personali che non hanno portato i “risultati” sperati. O meglio, più che parlare di “risultati”, che è una cosa che non ci appartiene, forse il fatto è che non siamo stati capiti fino in fondo da chi ci circonda e a lungo andare questo ci ha un po’ abbattuto. Questo succede proprio perché non calcoliamo le cose a tavolino; con gli HITC ci facciamo guidare dal cuore, dall’amore che abbiamo per questa musica e dal legame che c’è fra noi quattro. A volte questo ci porta a essere ingenui anche se di esperienza ne abbiamo molta e se questo tipo di scelta mai la faremmo con le altre nostre band… ma con gli HITC è diverso… questa band ci fa tornare bambini! Quindi, sempre in chiave ironica “Kamikaze” già stava a indicare le nostre scelte suicide e ora “F.U.B.A.R.” indica il nostro stato mentale che è a tutti gli effetti “Fucked up beyond all recognition”, un po’ per come siamo fatti a livello personale e un po’ perché dopo circa 13 anni di militanza negli HITC, qualche cicatrice di troppo si fa sentire.
Che tematiche avete scelto questa volta per le vostre canzoni?
Dave:
Ci sono diversi testi personali che un po’ rispecchiano le nostre vite e il concetto di cui parlavo alla risposta precedente. Ma gli HITC non sono solo questo, infatti personalmente negli ultimi dischi sto riuscendo ad esplorare alcuni dei libri che leggo nel corso dell’anno (e non solo) visto che la lettura è una grande parte della mia vita. “Sidonie” si ispira appunto a “Chez Krull” un romanzo a tinte “noir” definito (giustamente) profetico per l’analisi fra le righe che viene fatta della nostra società, spesso fortemente impaurita dai “diversi” e dagli stranieri… profetico perché di lì a poco (il libro è del 1938) in Germania è successo quello che tutti ben conosciamo. In questo disco mi sono ispirato anche a “Meridiano di Sangue” di Cormac McCarthy (“The Kid”), un romanzo sanguigno e sanguinolento, filosofico e catartico di cui ho voluto parlare sulle note di una song dalle sonorità iper melodiche, a creare un vero e proprio contrasto di emozioni ispirandomi un po’ a un‘altra delle mie grandi passioni ovvero i film horror (soprattutto Italiani) degli anni ’70 e ’80 dove spesso le scene più cruente venivano accompagnate da musiche allegre o dalla musica classica. E poi a “Cimitero Vivente” di Stephen King. Era da tempo che volevo scrivere un testo ispirato a “Pet Sematary”. È uno dei suoi primi romanzi che ho letto e al quale sono più legato e amo moltissimo anche la sua (prima) trasposizione cinematografica. Ma al di là del fatto che già qualcuno ha scritto una nota song con questo nome, il titolo in Italiano mi è sempre piaciuto moltissimo, concettualmente quasi più dell’originale (cosa molto rara quando si tratta di traduzioni). E quindi ne ho approfittato.
Sicuramente anche le nostre forti passioni cinematografiche vengono spesso citate nei testi e in questo disco c’è “The Arrival”, song totalmente dedicata a “The X-Files” una delle serie TV che più amo in assoluto.
“Hell of Fame” da molti è considerato come il vostro album più riuscito. Considerando che ogni vostro cd è sempre stato un passo avanti rispetto a quello precedente, pensate che F.U.B.A.R. possa finalmente portarvi alla definitiva consacrazione?
Andy:
Al momento il disco che ha riscontrato più successo dal punto di vista di vendite è “See You On The Dark Side”, mentre quello che sembra essere entrato maggiormente nei cuori di chi ci segue è “Devil On My Shoulder”.
Io credo che F.U.B.A.R. possa piacere sia a chi già ci segue ma anche a chi ancora non ci conosce. È sicuramente un disco molto spontaneo e sincero… scritto senza pensare a cosa funziona o cosa non funziona musicalmente al giorno d’oggi…
È un altro omaggio alla musica Hard Rock, che noi amiamo tantissimo, come ogni nostro disco.
Quando si parla degli Hell in the Club si è soliti spendere paragoni con Hardcore Superstars, Crashdiet e Crazy Lixx. Vi ci ritrovate? L’accostamento in qualche modo vi lusinga o lo ritenete poco adatto a descrivere la vostra musica?
Andy:
Sono tutte e tre ottime band quindi mi fa molto piacere che ci accostino a loro! Sarebbe figo fare un tour tutti insieme!
Dave:
Direi che facciamo parte di questa scena assieme a band che come noi riportano al giorno d’oggi un genere che ha visto il suo sviluppo 30/40 anni fa e ne fa un grande omaggio cercando di farlo proprio e di realizzarlo con personalità – insomma non di riproporlo come fossimo delle band copia. E credo che queste siano caratteristiche che condividiamo con HCSS, Crashdiet Crazy Lixx, ecc. Poi bisognerebbe fare la solita analisi: loro sono tutti Svedesi, noi Italiani… quanto la nostra provenienza pesa sul percorso della band? Ai posteri l’ardua sentenza.
A proposito, apprezzate le band che vi ho appena citato? Se vi capitasse di scegliere, con chi vorreste andare in tour di loro?
Andy:
Fra le tre forse la mia preferita sono gli Hardcore Superstar… ma mi piacciono comunque tutte e tre.
Il primo disco dei Crashdiet è un capolavoro nel genere ad esempio.
Gli Hardcore però hanno sviluppato negli anni un’evoluzione che li ha portati ad avere il loro stile e il loro suono molto personale, pur inspirandosi a band già esistenti.
Mi è piaciuto tantissimo questo loro cammino che ho seguito dal primo disco fino all’ultimo.
Dave:
Al momento tra queste, abbiamo fatto solo un tour con i Crashdiet in UK… ricordi Andy? Ah no, non c’eri, ahah…
E di conseguenza, state pianificando qualche data live?
Andy:
Si, stiamo già pianificando delle date.
Abbiamo il release party il 15 di settembre, ad esempio, al Legend Club di Milano ed alcuni festival all’estero per l’estate già fissati.
Faremo comunque sicuramente un giretto in Italia e un altro bel giro all’estero.
Ci stiamo lavorando su. Man mano faremo uscire le date sui nostri social.
Saremo impegnati anche con le altre nostre band ma sicuramente riusciremo ad organizzare diverse cose per promuovere al meglio il nuovo album, come abbiamo sempre fatto.
Avreste voluto nascere e suonare in un’epoca diversa o vi sentite a vostro agio in quella attuale?
Andy:
Non saprei sai… sicuramente dal punto di vista musicale ci sono state epoche che preferisco rispetto a quella che viviamo ora.
Però per sapere se è meglio una cosa o un’altra, in generale, bisogna sempre viverla… e ovviamente non è possibile in questo caso!
Dave:
Personalmente ho iniziato ad ascoltare musica a metà anni ‘80 e come musicista ho vissuto sulla mia pelle l’ultima fase dell’era pre-digitale e devo dire che mi manca moltissimo. Ovviamente anche quel periodo aveva i suoi lati negativi ma il modo in cui si viveva la musica era unico, era più romantico, più viscerale. Ecco, se potessi mi piacerebbe vedere come sarebbe stato se gli Hell in the Club fossero usciti negli anni ’80. Sarebbe interessante…
Siete arrivati al sesto album, un gran bel traguardo. Come vi sentite e che sensazione avete ripercorrendo mentalmente la vostra carriera sino a qui?
Andy:
Ci sono stati tantissimi bei momenti e anche dei momenti molto difficili.
Come dico sempre però io sono in primis un fan di questa band. Io amo la musica che facciamo e adoro suonare con gli altri ragazzi… e credo che sia così per tutti visto che siamo arrivati a pubblicare 6 album partendo quasi per gioco.
Per tutto questo viaggio che abbiamo fatto insieme ho sempre provato forti emozioni nell’ascoltare ciò che nasceva da queste 4 teste bacate… stessa cosa quando suoniamo dal vivo… ancora oggi ogni tanto mi viene la pelle d’oca nei momenti più coinvolgenti dello show.
Dave:
Se non amassimo così tanto questa musica ma soprattutto se non avessimo sviluppato un’amicizia così forte fra noi, sono certo che non saremmo arrivati fin qui.
Qual è stato secondo voi, il momento più significativo vissuto sinora?
Andy:
Quando tutto è nato.
Dave:
Ci sono stati tanti momenti significativi che si sono impressi nella memoria. Dalle prime registrazioni, all’uscita del primo disco, ai viaggi fatti assieme, i primi festival, i primi tour, trovarsi per firmare il contratto discografico e festeggiare. Tutti questi tasselli hanno reso gli HITC quello che sono e ci hanno arricchito personalmente.
Vi basta ciò che siete attualmente, o come Hell in The Club vorreste qualcosa di più? Sappiamo, in effetti, che si tratta di un progetto parallelo cresciuto a dismisura. Se doveste scegliere tra loro e le vostre rispettive band d’origine…cosa fareste?
Andy:
Credo sia normale voler vedere la propria band crescere sempre di più. Arrivare a livelli sempre più alti.
Ma so comunque che ciò che stiamo già facendo mi rende felice e mi fa stare bene. Che è una cosa importante.
Per quanto riguarda la scelta della band preferisco non pensarci.
Tutte le band in cui suono sono per me importanti e finché avrò la forza e la voglia voglio continuare con tutte. Poi in futuro chissà… vedremo cosa succederà. Per me è come scegliere fra due persone care… non riuscirei.
I secret Sphere sono da anni ormai una famiglia per me. Sono entrato nel mondo musicale con loro e ho un rapporto speciale con chi ne fa parte e con tutto ciò che abbiamo fatto nella nostra storia di band.
Gli Hell in the Club esistono da meno tempo ma non per questo sono per me meno importanti. Quando siamo nati la mia famiglia musicale si è allargata. In definitiva spero di non dover scegliere mai… se succederà vorrà dire che una delle band o è diventata mega famosa oppure si è sciolta… perciò la scelta sarà naturale…
Dave:
Abbiamo sempre cercato di considerare gli HITC come una nostra estensione, non un “progetto” (odio questa parola) parallelo. La band è nata per un motivo ben preciso ed è stata catalizzatrice del nostro bisogno di esplorare un genere musicale che è l’origine di tutto per noi. Quando eravamo dei bambini band come Iron Maiden, Guns n’ Roses, Motley Crue, Kiss, Queen, Def Leppard, Scorpions, Aerosmith, W.A.S.P., Metallica, Skid Row, Black Sabbath, Ozzy, Dio, Alice Cooper, Dokken, Cinderella, Winger, Slaughter, Danger Danger, Tesla, ecc, ecc, ecc. ci hanno fatto innamorare della musica e per noi è ancora stupendo poter essere qui a scrivere canzoni che omaggiano le nostre origini. È poi ovvio che questa nostra passione sia sfociata in altre manifestazioni anche perché abbiamo esplorato l’heavy metal in tutte le sue sfaccettature. Voglio dire, dai primi anni ’80 ad oggi ne abbiamo avuto di tempo per addentrarci in tutte le sfumature del metal e dell’hard rock – ma anche della musica a tutto tondo dal momento che ne siamo grandi amanti. Da qui a scegliere cosa lasciare indietro, credo sia impossibile. Non è escluso che a un certo punto le idee compositive per gli HITC non si esauriscano per esempio e che quindi questa band finisca il suo percorso. Sicuramente andremo avanti finché lo riterremo necessario e vitale per noi e concluderemo il viaggio quando sarà il tempo giusto per farlo. Di certo siamo contentissimi di quanto abbiamo fatto finora e personalmente se vedo da fuori quello che abbiamo fatto, sono molto contento di come abbiamo omaggiato la musica della nostra infanzia e l’origine del fuoco che ci brucia dentro e che continuerà a bruciare finché siamo vivi. Questa è una parte di me e gli Elvenking sono un’altra grande parte di me e con cui esploro tutta un’altra sfera di passioni, di pensieri e di influenze musicali arrivate in età più matura. Ci sono altre parti di me che attendono di venire alla luce e lo faranno quando sarà il tempo.
Vi ringrazio davvero per il vostro tempo e per aver risposto in modo così dettagliato e preciso alle mie domande. In bocca al lupo per tutto: lasciate pure un pensiero finale se volete!
Andy:
Grazie di cuore a te!
E grazie a tutti quelli che ci seguono da anni e a quelli che ci seguiranno in futuro. Per il momento vi aspetto tutti al Legend Club il 15 settembre per festeggiare l’uscita di F.U.B.A.R.
Dave:
Grazie mille a te e a TrueMetal per il supporto!
http://www.hellintheclub.com
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Let The Games Begin (2011)
Devil on My Shoulder (2014)
Shadow of the Monster (2016)
See You On The Dark Side (2017)
Hell of Fame (2020)
F.U.B.A.R. (2023)