Death Thrash

Intervista Karnar (tutta la band)

Di Roberto Castellucci - 3 Luglio 2022 - 8:30
Intervista Karnar (tutta la band)

TrueMetal.it ha ospitato i piemontesi Karnar nel 2017 in occasione dell’uscita di Take Their Heads, album di debutto del gruppo: potete leggere questa prima e piacevole intervista cliccando qui. A distanza di 5 anni torniamo in compagnia della band novarese, forte della recente pubblicazione di “Executions” (qui la recensione); approfittiamo quindi dell’occasione per fare, come si suol dire, il ‘punto della situazione’…avanti con le domande!

Ciao Ragazzi e bentornati tra le pagine di TrueMetal.it! Riprendiamo il filo del discorso proseguendo con la storia del Vostro gruppo: se non sbaglio, quando ci siamo incontrati nel 2017, eravate in quattro…oggi invece in Rete trovo riferimenti e foto riguardanti una band di tre persone. Cos’è successo, e cos’è cambiato, in questi 5 anni?

Ciao Roberto, è sempre un piacere fare due chiacchere con Truemetal e con te. Si, ti confermiamo che al momento la lineup è composta da Marius, Ale e Matteo. Tra il 2019-2020, in piena fase di produzione, ci siamo trovati a dover sostituire ben due elementi, Tommy al basso e in seguito anche Marco alla batteria, che hanno intrapreso percorsi differenti. Tutto è avvenuto consensualmente ed i rapporti sono rimasti più che buoni ma come conseguenza il nostro lavoro ha subito un drastico rallentamento. Nel giro di qualche mesetto abbiamo avuto la fortuna di trovare l’ottimo Matteo al basso, che gravitava nel circuito underground con diverse band (Unscarred, Acid Ocean) e che, in poco tempo, si è integrato alla perfezione con lo spirito del gruppo.  Per quanto riguarda invece il discorso batteria la cosa è stata più complicata tanto che, per registrare i nuovi pezzi, abbiamo deciso di avvalerci di Norman Ceriotti, un vero mostro di bravura, che ha svolto un lavoro straordinario. Stiamo comunque muovendoci per avere un drummer in pianta stabile e possiamo affermare che siamo a buon punto per l’ingresso in formazione di un batterista di Milano; per ora non aggiungiamo altro ma c’è grande ottimismo.

Ci rivelate qualcosa sulla genesi del nuovo “Executions”? L’album è molto curato, sia a livello di produzione che di songwriting, e genera nell’ascoltatore una convincente sensazione di oppressione e malignità…immagino che la situazione surreale vissuta negli ultimi anni avrà inciso in qualche maniera sulla scrittura dei brani. Siete soddisfatti del risultato finale? Noi sì…

Il fatto che tu lo definisca molto curato ci fa davvero piacere, perché è una delle cose su cui si puntava molto. Abbiamo scelto nuovamente l’autoproduzione e stavolta confidavamo di ottenere un risultato migliore del precedente. Senza voler peccare di immodestia, ne è venuto fuori un risultato che è andato ben oltre le aspettative. Migliaia di ore di lavoro e di studio sono state spese per questo album, la maggior parte delle quali sono da ascrivere all’opera di Marius che ha realizzato e seguito a 360 gradi tutta la produzione. Il periodo “surreale” di cui parli ci ha inevitabilmente coinvolto profondamente, qualcuno anche in modo tragico ma, al tempo stesso, ha dato la possibilità di prestare maggiore attenzione al prodotto finale, e di soffermarsi su alcuni aspetti che, molto probabilmente, sarebbero andati trascurati. Ci sentiamo di affermare che, senza la pandemia, l’album non sarebbe stato lo stesso.

Di cosa parlano i testi di “Executions”? Avete seguito un filo conduttore o i brani, per così dire, ‘viaggiano’ per conto loro?

I testi come di consuetudine sono opera di Ale, parlano della voglia di ribellarsi dell’uomo e della sua impossibilità nel farlo, per via di fobie, dipendenze da droghe o da religione, mostrando la fragilità e le debolezze del genere umano; ma anche la forza nel provare a combattere battaglie personali molto difficili. “Executions” e “Demon” parlano di quelle persone che vogliono smettere con la dipendenza da sostanze, cercando ribellarsi contro loro stesse. “Cockroaches” è una semplice denuncia sociale e spiega di come un gruppo di persone unito, possa fare la differenza nel cambiare le cose negative della società attuale. “War”, come dice il titolo, è un testo contro la guerra e dei dubbi che un singolo soldato può avere in combattimento. “Death Priest” è la classica lyric contro la chiesa e la dipendenza da essa e “Doomsday” parla di violenza domestica e di riuscire a ribellarsi contro il proprio aguzzino attraverso l’esplosione della propria rabbia repressa.

Ci sono artisti e/o gruppi musicali che pensate abbiano influenzato in modo particolare la Vostra produzione? Cosa ascoltano i Karnar quando sono ‘a riposo’?

Diciamo che per la maggiore si ascolta Death, Black e Thrash ma ognuno di noi ha il suo sottogenere di riferimento. Tutti quanti non abbiamo potuto fare a meno dell’Old School con i soliti eterni Death, Suffocation, Cannibal Corpse, Slayer, Sepultura e via dicendo…scendendo di un gradino dal gotha, abbiamo chi predilige il melodico,  con Black Dahlia Murder e Persefone e chi il Black/Folk/Viking con Windir, Catamenia, Uada e i più noti Borknagar, senza farci mancare la fronda iper tecnica con Arkaik, Job for a Cowboy, Obscura e  i connazionali Fleshgod Apocalypse.  E’ tuttavia curioso che, ascoltando i nostri pezzi, si faccia fatica a trovare una marcata affinità con tutti questi gruppi.

La copertina di “Executions” mostra un demone che appare anche nel videoclip di “Till The End”: lo eleggerete a Vostra mascotte ufficiale o apparirà soltanto in “Executions”? A chi dobbiamo la creazione di questa minacciosa figura?

Se dobbiamo essere onesti, un pensierino è stato fatto però, dopo una risata generale, l’abbiamo subito accantonato. L’immagine al giorno d’oggi è fondamentale, anche nel Metal – purtroppo – ma preferiamo lasciare i vari Vic e Eddie alle Stars. Su quella figura si è lavorato molto e ci fa piacere che possa divenire un simbolo riconducibile a noi anche se, per il momento, mascotte e gadget arrivano dopo il valore che vorremmo dimostrare con la nostra musica.

Ho fatto cenno al curioso videoclip di “Till The End”, interamente girato in stop-motion: l’idea alla base e la sua realizzazione sono farina del Vostro sacco o Vi siete rivolti a qualche professionista?

Per quanto riguarda la clip e il discorso grafica, ricollegandoci anche alla domanda precedente, ti possiamo dire che è tutto frutto dell’ingegno di Marius. La copertina l’ha realizzata digitalmente nel 2018; il progetto che aveva in testa era quello di creare un video che si allontanasse dai soliti stereotipi. Dapprima si è inventato una sceneggiatura calzante, collegata alla grafica del disco, poi si è concentrato sulla costruzione del set e dei personaggi, terminando con pose e scatti fotografici – quasi 3000 frames -, il tutto fatto in casa. E’ stata un’opera davvero mastodontica, che ha necessitato un intero anno di lavoro ma ne è valsa davvero la pena!

Come siamo messi in quanto ad attività live? Avete già in programma qualche apparizione sui palchi italiani, visto che la situazione da ‘liberi tutti’ fortunatamente sembra proseguire?

No, al momento purtroppo non abbiamo in programma nulla, anche perché come dicevamo prima, stiamo lavorando duramente per avere un batterista in pianta stabile. Una volta sistemata la cosa ci concentreremo per tornare sul palco. Il contatto con il pubblico inizia dannatamente a mancarci parecchio..

Ho recuperato le copie digitali di “Take Their Heads” ed “Executions” tramite la Vostra pagina Bandcamp; non ho trovato però riferimenti alla presenza di copie fisiche dei Vostri lavori. Prevedete prima o poi di riversare su CD e/o vinile la Vostra musica, a vantaggio di noi feticisti amanti degli antidiluviani dischi?

Il discorso CD è inevitabilmente vincolato dall’attività live e al modo in cui si vogliono fare le cose. Siamo pienamente consapevoli che avremmo potuto muoverci diversamente. Appena uscito il disco abbiamo avuto diverse ‘proposte’ e come da prassi comune nel circuito, avremmo avuto Cd, Merch, e sicuramente anche maggior visibilità. Tutto pienamente lecito, niente da dire! Qualcuno storcerà il naso, ma permetteteci una riflessione: dopo due anni di nulla cosmico, in mezzo ad un marasma di band che continuano a sfornare un album dietro l’altro, abbiamo trovato inutile investire su qualcosa di effimero. Ciò non vuol dire che non crediamo in quello che facciamo, anzi, è esattamente il contrario. Si fa finta di nulla, ma quanti saranno gli scatoloni in giro pieni di centinaia di Cd sigillati in box e cantine? La nostra musica è fruibile per chiunque, i video sono sul nostro canale, il resto non conta. Detto questo non siamo impreparati, ed è tutto pronto per ottenere in breve tempo anche delle copie fisiche del CD, vediamo come si evolverà la situazione.

https://karnar.bandcamp.com/

Avete appena dato alle stampe un bell’album nuovo di zecca, e fin qui tutto bene…ci sono già progetti per il futuro? Magari un nuovo brano che non vede l’ora di venire anticipato al Vostro pubblico, o qualche idea per un eventuale terzo disco?

Certamente, abbiamo già quattro pezzi nuovi pronti e stiamo lavorando su altrettanti. Le differenze tra “Executions” e il precedente album sono ben definite. Possiamo garantire senza ombra di dubbio che il prossimo lavoro rappresenterà un ulteriore evoluzione della nostra musica.

Grazie per il tempo che ci avete concesso, la nostra seconda chiacchierata termina qui. Come già è successo qualche anno fa, se Vi fa piacere, lasciamo a Voi il compito di rivolgere un saluto ai Nostri Lettori…o meglio, un arrivederci alla terza intervista!

Un saluto a tutti i Lettori, che invitiamo ad ascoltare e condividere la nostra musica. Un grossissimo ringraziamento a Truemetal, a te e ad Andrea Bacigalupo, che ci ha dato la possibilità di fare queste quattro chiacchiere.

https://www.facebook.com/karnarband