Thrash

Intervista Megadeth (Dave Mustaine) 1988

Di Stefano Ricetti - 4 Gennaio 2024 - 10:11
Intervista Megadeth (Dave Mustaine) 1988

Intervista a Dave Mustaine dei Megadeth realizzata da parte di Piergiorgio “PG” Brunelli tratta dalla rivista HM nr. 37 del marzo 1988. Il periodo è quello precedente all’uscita di So Far, So Good… So What! e successivo al licenziamento del chitarrista Chris Poland e del batterista Gar Samuelson, entrambi presenti sia sul debutto Killing Is My Business… And Business is Good! (1985) che su Peace Sells… But Who’s Buying? (1986).

Buona lettura

Steven Rich

 

 

NO MORE HEROES

Intervista sincera, a tratti shoccante, sempre reale, con Dave Mustaine, un musicista abituato a parlare chiaro e senza giri di parole. Ogni aspetto della nostra musica viene affrontato da Mustaine con ironia e senso del paradosso, in una luce cruda, senza bisogno di ricorrere alla mitologia e alla leggenda. Esclusivo.

Un bicchiere di cognac, un cocktail con una irriverente sigaretta spenta dentro, un bicchiere di birra semipieno. La camera d’albergo di Dave Mustaine è più assortita del bar a piano terra, che non è esattamente il luogo più vivace di Leeds, perso com’è a nove miglia fuori città. É l’una del mattino dopo il concerto e Dave con il suo nuovo batterista Chuck Behler sono ancora sottoposti al fuoco di fila delle interviste. Al mio arrivo un giornalista olandese è ancora intento a sparar domande. Dave, più che un’aria arrogante, sembra in possesso di una discreta dose di noia. Ha l’influenza (così dice) ed è molto stanco. Sta bevendo un intruglio biancastro con aria distaccata quasi l’intervistata fosse la ragazza di Chuck che è pure presente nella stanza. Parla di un film che forse non ha visto, di gusti personali che forse non sono i suoi. A quest’ ora del mattino, non lo biasimo: anch’io preferirei essere al mio albergo (al bar con gli Overkill…). Tra me e lui è difficile decidere chi è più “groggy”. L’intervista comincia quindi, come una locomotiva vecchia e spompata tra domande ovvie e risposte scontate:

LONG TIME AGO

DM – Il concerto di Leeds è stato molto meglio di quanto mi aspettassi. La gente ha risposto bene, io mi sono divertito. Abbiamo avuto dei problemi nel passato, ma ora sono stati risolti.

Alludi al concerto dell’Hammersmith?

DM- Si, quella volta ero ubriaco oltre ogni misura, perché odiavo quei due esseri (Chris Poland e Gar Samuelson, ndr) che erano dei perfetti imbecilli. Non li volevo neanche guardare in faccia. Erano dei drogati marci, incapaci di tenere in mano il loro strumento e quel genere di persone voglio che stia il più lontano possibile da me. La situazione era Impossibile. Mi ubriacai in quel modo per cercare di non pensare. So di essermi comportato male con kids e quello show mi ha perseguitato per molto tempo. Fu imbarazzante. Chris si incasinava sugli assoli, Gar si dimenticava le canzoni e si fermava nel bel mezzo di esse, era terribile. Si presume che noi siamo una band professionale su un’etichetta importante, non un garage-band. Molte bands più giovani di noi ci pigliavano a calci sedere, mentre noi rimanevamo al palo. Adesso il problema è stato risolto.

Non pensate di essere in tournée troppo presto per la pubblicazione dell’album che sarà nei negozi a gennaio (marzo in Europa) cioè ben dopo l’inizio del vostro tour con Dio negli States (28 dicembre)?

DM- Chiunque sarà così impressionato dal nostro show che saprà aspettare.

 

 

Ok, me la sono cercata, tanto per rimanere in tema di domande stupide gli ho poi chiesto il perché del ripetuto uso di una certa fraseologia nell’annunciazione e i titoli del loro albums.

DM – No, “So Far So Good… So What!” non ha niente a che vedere con i titoli degli album precedenti. Il primo aveva a che vedere con il lavoro dei mercenari della guerra; “Peace…” aveva che fare con governo, la politica e la gente che non sa accettare i cambiamenti della società, mentre il loro nuovo album è un fatto personale che riguarda la carriera della nostra band che è giunta al momento deciso. Non abbiamo avuto bisogno di gente che ci viene a dire che abbiamo successo ed abbiamo fatto il massimo per ottenere denaro. Tutto è estremamente transitorio. Come si fa ad essere commerciali con una canzone come “Black Friday?”

Il Thrash è molto popolare al momento e voi ne fate parte…

DM – Non credo che si possa considerarci una band parte di un movimento musicale…

Dave è ora sprofondato sulla sedia e per un paio di domande risponde un confusionale stato di trans che né il mio orecchio, né il microfono del mio registratore sanno decifrare. Credo che il tono loffio dell’intervista lo abbia fatto calare nella parte dell’artista stanco che non ne vuole mezza e si finge stremato anche se non lo è. Gli faccio presente che si sta addormentando, nel caso non se ne fosse accorto, e che, se vuole possiamo aggiornare l’intervista al giorno dopo al nostro ritorno a Londra. La proposta sembra avere l’effetto di una accusa di debolezza fatta a Rambo. Questa e la domanda successiva danno vivacità all’intervista. Dopo essere tornato negli States dal tour europeo in primavera, ad un concerto alla Long Beach Arena         hai detto: “Europe sucks”, facendo riferimento ai concerti appena terminati qui in Europa. Questa sera, a Leeds ti sei complimentato con iI pubblico dicendo che gli americani sono dei morti di sonno che non sanno divertirsi. A parte la contraddizione, fai lo scemo perché lo sei, oppure sei una brava persona che fa finta di esserlo?

 

Dave Mustaine

 

DM – (sveglio, finalmente) É un modo di scaricare la mia tensione sul pubblico e caricarlo. Non è mia intenzione essere irriverente nei confronti di alcuni kid, siano essi europei o americani (sbadiglio, fine della frase e cauto evitare il tasto dello scemo o meno…).

Insisto. Sei stanco di queta continua provocazione da parte della stampa che crea attrito tra te ed i Metallica? Siete veramente in rotta?

DM – Sono una massa di stupidaggini, non ne posso più, sono annoiato. La gente non sa fare altro che spettegolare. lo non ho detto nulla di spiacevole su quei ragazzi per moltissimo tempo, ma continuano ad essermi attribuite frasi che non ho mai detto. É da giugno che non faccio interviste, come posso asserire certe cose? Sono tutte bugie. Non sono ancora sicuro su quale atteggiamento tenere con la stampa, perché ci sono sempre tante storie che ci riguardano che non sono vere. Prendi, ad esempio, tutte le notizie apparse sui giornali riguardo ai nostri presunti cambi di formazione: Jay Reynolds dei Malice non ha fatto parte dei Megadeth. Noi passiamo tutto il nostro tempo a cercare di migliorare, di suonare, lavoriamo moltissimo, non c’è bisogno di avere a che fare con queste storie. La gente mi chiede se ho una vita privata? Non ce l’ho, perché tutti mi sono addosso ed anche quando potrei rilassarmi non posso farlo… e poi il fottuto bar di questo hotel è chiuso!

Tutto il processo di reclutamento dei nuovi elementi è stato, in effetti, assai semplice. Chuck era il roadie di Gar Samuelson ed era il candidato più ovvio per la sostituzione; Jeff Young è, invece, un ragazzo di Los Angeles che ha studiato alla G.I.T. e dava lezioni ad un amico di Dave. Un paio di giorni prima l’inizio della registrazione dell’ultimo album Jeff è andato nello studio dove Mustaine stava componendo alcuni brani. Presa in mano una chitarra ha iniziato a inanellare velocissimi riffs dei Megadeth che hanno impressionato tutti. Visto che il posto era vacante lo ha ottenuto. Fino ad ora, nessuno ha rimpianto la scelta. Tornando alla tournée, mi aspettavo un tour come headliner, invece che un supporto come l’anno scorso.

DM – Stai scherzando? lo preferisco suonare come supporto davanti a 10000 persone che da headliner per 3000!

Non ti lamentare se hai dei problemi di spazio sul palco e via dicendo.

DM – Sicuramente I problemi ci saranno e io me ne lamenterò, ma ciò non toglie che sia meglio per una band un tour del genere. Non è ancora ora per noi essere headliner, non riempiremmo le grosse arene e ci costerebbe troppo, inoltre noi ruberemmo ogni fan che Dio ha e lo faremmo nostro (…ndr). Forse non tutti, ma tre su cinque. La stessa cosa è successa con Alice Cooper. In definitiva la nostra musica è divertente e chi non ci conosce può trovare ispirazione per scoparsi Ia ragazza al ritmo della nostra musica. Noi non vogliamo essere una band che arriva al successo in fretta e scompare il giorno dopo.

Credi che il Thrash corra al momento il rischio di bruciarsi?

DM – Si, ecco perché noi abbiamo così tanti cambi di tempo, di atmosfere, di stili di chitarra ecc, evitando di ripeterci. Non ci interessa la gara a chi è più’ heavy o più veloce nei riffs. Bisogna essere sé stessi e suonare quello che ti piace, non quello che la gente vuole che tu suoni.

Come crei la tua musica?

DM- Hai mai fumato erba? É molto creativa se aggiunta a tanta birra. Noi ci divertiamo e creiamo musica divertente. Se dovessi morire domani voglio che si sappia che mi sono divertito fino all’ultimo. Anche adesso che sono stanco lo sono per iperattività, perché mi sono divertito sul palco. Molte bands tendono a sbattere il muso contro un muro e a morire lì. Gli Slayer corrono questo rischio. “In a Gadda da Vi-da” è una porcheria. Non posso credere che l’abbiano fatta. Quei ragazzi erano nostri amici, era meglio quando facevamo gli assatanati, piuttosto che fare stupide fottute canzoni hippy. Noi prendiamo delle canzoni di merda e le miglioriamo. Sto parlando di “These Boots” e “I ain’t Superstitious”, cover songs che abbiamo reso degli hits. Loro pensavano di fare la stessa cosa che abbiamo fatto noi ed i Metallica, ma è difficile per altre bands imitare quello che facciamo. Con questo non voglio dire che c’è competizione, anzi, io cerco sempre di rendere la vita facile per tutte le bands che suonano con noi per evitare che soffrano come abbiamo fatto noi in passato. lo divido tutto quello che posso con loro, li vado a trovare nel camerino, si scherza assieme, si scambiano opinioni.

 

David Ellefson 

 

Mi piace farlo, ringraziarli per aiutarci a vendere biglietti e così via. Ciò non toglie che quando siamo sul palco li prenderemmo a calci nel culo… (sto scherzando). È buono che ci sia amicizia sapendo che noi aiutiamo loro e che loro ritornano il favore nel migliore dei modi. C’è troppa gente là fuori che fa di tutto per cercare di fermare questo tipo di musica ed è importante che si faccia quadrato per difenderci da loro. lo, come leader della band ed uno dei chitarristi più influenti di questo genere di musica, probabilmente quello che ha cominciato l’heavy metal in USA, dico cose che hanno molta importanza per tanta gente. Non voglio influenzare la gente in modo negativo, non stiamo cercando di chiudere il mercato a nostro favore: c’è posto per tutti. Ci sono tante bands che meritano successo. Nella mia collezione di dischi ce ne sono di tutti i generi che si adattano ai vari momenti della mia giornata ed ai miei umori. C’erano dei momenti in cui odiavo il mondo e ascoltavo cose assai tristi. Ora sono felice della mia band, mi lavo i capelli e non tento più di suicidarmi (ho tentato un paio di volte). Non sono una persona instabile, ma ero così depresso dalla band che volevo togliermi la vita. Non c’era motivo per andare avanti; tutto quello che facevo non era apprezzato. Avevo reso Chris e Gar delle stars, li avevo portati dalla merda al paradiso. Vivranno per sempre orgogliosi di quei due albums, ma anche con la consapevolezza di aver buttato al vento una grande carriera. Nessuno li rimpiangerà. Noi cerchiamo il più possibile di essere onesti e non dispensare merda. Il tecnico del suono sul palco questa sera mi ha chiamato ‘dickshit’ ed io mi sono messo a litigare con lui durante il concerto. Dovevo smettere il concerto e sbattergli la chitarra in faccia, ma ho deciso che certe cose non mi debbono più preoccupare. Non mi sono arrabbiato, ma ho fatto in modo che fosse licenziato immediatamente.

Tornando ad ‘Anarchy in the UK’…

DM – É perfetta, è veramente una canzone ‘Megadeth’ ora. Hai visto come ha reagito il pubblico?

Eravamo in Inghilterra, era logico che si esaltasse.

DM – Non credo che importi il luogo, potevano essere anche nello Zimbabwe, non ci sarebbe stato problema: l’avremo adattata.

Si mette così a cantare ‘Anarchy in Italy’…

DM – Funzionerebbe anche in Giappone, perché io so un po’ di giapponese ed anche delle lingue che non so riesco ad imitare la cadenza e l’accento assai bene. Ho ho così tante diverse personalità: un minuto sono me stesso, un altro, dopo un paio di drinks mi chiamo Vick. Quando bevo e fumo cambio in continuazione. Sul palco questa sera ho bevuto solo un bicchiere di cognac e tanta acqua perché volevo offrire il massimo ai miei fans. É una cosa che ho imparato sbagliando in passato, adesso ho capito.

“In My Darkest Hour” è dedicata a Cliff Burton…

DM – La sua morte mi ha sconvolto: Ho pianto come un bambino. I testi erano per un’altra canzone, erano già scritti, ma la musica è nata dopo la sua morte. lo ero il suo chitarrista. Sua madre è venuta ad un nostro concerto a Santa Clara, ci siamo abbracciati, mi hanno ringraziato per quello che ho fatto per Cliff, per far rivivere il suo spirito attraverso la canzone. Ci puoi scommettere che lui vive con me: è sempre al mio fianco era il mio migliore amico. lo e lui scriviamo assieme è come se il suo spirito fosse con me. Non ha sopportato il modo in cui è stato immediatamente rimpiazzato. Ho portato i genitori di Cliff sul palco dicendo: “Questi sono i genitori di Cliff Burton e voi stronzi è meglio che gli facciate un bell’applauso”. Il teatro è crollato, quasi, per il tripudio, dopodiché ho suonato ‘In My Darkest Hour”. Sono orgoglioso di ciò.

 

Dave Mustaine

 

Come dicevo, cerco di dividere la mia esperienza con altre bands per aiutarle a durare nel tempo. lo so quel che faccio, la band, ora è in buona armonia, da adesso in avanti tutto sarà più facile. lo credo di essere il più sottovalutato genio della musica in questo campo. La gente dice che sono uno stronzo, ma non sa tutto quello che ho dentro. Ho appena prodotto una band chiamata Sanctuary che ha ottenuto un contratto molto sostanzioso (170.000 dollari) con la Epic sulla base di quell’album, pur essendo sconosciuta. Li ho aiutati e gli ho dato consigli, ora sanno molti trucchi dal mestiere. Il futuro è nostro. Su questo album ho fatto delle cose alla chitarra che nessuno ha fatto prima nell’heavy metal. Ci sono tante cose nuove. Potrei essere egocentrico e montarmi la testa per questo, ma quello che mi interessa è dare consigli alle nuove bands, perché loro ci saranno davanti fra dieci anni.

PIERGIORGIO BRUNELLI

 

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti