Thrash

Intervista Megahera (Mario Marras e Roberto Piu)

Di Andrea Bacigalupo - 28 Marzo 2021 - 8:30
Intervista Megahera (Mario Marras e Roberto Piu)

Tornano a far parlare di sé i Thrashers sassaresi Megahera, fermamente intenzionati ad un ritorno di fuoco sulla scena.

A giorni dall’inizio delle registrazioni del full length ‘Condemned To Insanity’, incontriamo i membri fondatori della band, Mario Marras (voce e chitarra) e Roberto Piu (batteria).

Intervista a cura di Matteo Bevilacqua

Ciao ragazzi, benvenuti su Truemetal! Parliamo di voi: come vi siete conosciuti?

(Mario) Ciao e grazie prima di tutto per lo spazio concessoci, le Webzine probabilmente sono rimaste le vere portabandiere dell’informazione musicale ai giorni d’oggi! Dunque, tutto iniziò una notte di fine estate nel 2008, ricordo fu un periodo in cui ero ormai parecchio stufo di suonare un certo tipo di genere e fui invitato ad esibirmi su un palco ad un concerto fra numerosi amici, bands e musicisti nel far un paio di solos e covers improvvisate goliardicamente, per poi perderci successivamente tra fiumi di birra e quant’altro possa immaginarsi. Fu in quel frangente che conobbi Roberto Piu per la prima volta. Sembrava ci conoscessimo da una vita, e fu clamoroso quanto andassimo d’accordo in tema di vita e di musica, legammo molto presto e fu subito irrefrenabile unire le nostre forze in un unico progetto che sognavamo sin da piccoli. Assieme dunque, da un principio che doveva implacabilmente opporsi agli sporchi meccanismi del musical-trend, sognavamo di riformare nuova linfa vitale ad un metal, secondo il nostro punto di vista ormai morto e sepolto otto piedi sotto terra dalla fine degli anni ‘80 ad oggi, e che in qualche modo potesse dare nuova luce e speranza ai veri metal defenders della vecchia guardia, e che riportasse onore e rispetto agli anni d’oro del Rock e dell’Heavy Metal, col cuore rivolto a tutti i metalhead che come noi vedevano frantumare i propri sogni con le nuove false ondate modaiole e da un caos sociale criminale. Essendo per noi quelle annate storiche del passato irripetibili e leggendarie, su questi punti nacque la band, con tutte le nostre molteplici influenze sino ai 60’s, creando un’impronta forzatamente e volutamente differente dal trend. Da quella fatidica notte nacquero i Megahera.

 

Potete parlarci del significato del nome della band?

(Mario)  Il nome Megahera sta appunto a significare la nostra filosofia elencata sopra: Mega(la grande) Hera(inteso come Era) ossia la “Grande Era”, in riferimento agli anni d’oro del vero Rock ‘n’ roll e quindi anche rifacendosi al passato l’idea remota della cosmica armonia tra il metalhead e le sue lotte quotidiane contro il mondo borghese, le sue delusioni, il Culto dell’unione, del lavoro, della donna, della fratellanza e dell’amicizia, valori ormai dispersi nell’odierna decadenza, sembrano simili a Miti e Leggende! Megahera, la stella mattutina, come implacabile punto di riferimento e di speranza per centinaia di migliaia di fanatici heavy metal defenders di tutto il mondo che hanno visto frantumare i propri sogni e aspettative durante l’avanzata degeneratrice cosmopolita anni ’90. Megahera, la nuova Era.

 

Vedo che siete attivi dal 2009, 2 album alle spalle, un’ottima esperienza live italiana ed estera, in particolare Londra ed un tour dell’Australia. A cosa avete lavorato negli ultimi anni?

(Roberto) Abbiamo faticato non poco negli ultimi anni, complici problemi di natura privata e costantemente ostacolati dall’infernale macchina della routine quotidiana, in tutti i suoi problemi da affrontare, ma con duro lavoro e sacrificio non ci siamo mai arresi e non abbiamo mai smesso di creare senza sosta nuova musica e una quantità di materiale inedito, talmente elevato che noi stessi non siamo sicuri di riuscire a incidere del tutto (ride ndr). Ora Siamo al lavoro, ci vorrà del tempo speriamo quanto prima di pubblicare nuove song, son davvero tante.

 

Raccontateci un po’ del nuovo album: ‘Condemned To Insanity’ è già presente sotto forma di demo (2013). è previsto un singolo o una special feature considerando che si tratta della riedizione di un vostro demo?

(Roberto) Esatto, diverrà effettivamente l’album ufficiale. Stiamo rielaborando la vecchia demo, pezzo per pezzo, un lavoro a cui noi siamo molto legati, che ricorda i nostri primi passi, e abbiamo deciso di donargli l’importanza che merita, prima di passare al nuovo materiale che ci sta davvero entusiasmando. Possiamo dire ad ora solo che probabilmente ci sarà una canzone inedita a cui stiamo lavorando, se così sarà potrebbe essere lei il nuovo singolo!

 

A cosa vi siete ispirati per il titolo e copertina dell’album?

(Mario) La copertina del Disco è stata disegnata da Stan Decker e ideata da me. La rappresentazione consiste nel mostrare in modo assolutamente anticonformistico la cruda realtà odierna, sia in senso metaforico, sia in quello reale: Il mostro criminale occulto che porta il marchio della bestia 666, colui che ha orecchie e occhi ovunque, avanza, mentre la guerra apocalittica tra i ‘Serpenti’ e Faraoni in un mistico eroismo, compiono l’ultimo assalto finale. Costellazioni di trascendenze misteriose, tra cui quelle di Orione e le Pleiadi, ossia le porte delle stelle che emanano relazioni intercorrenti tra avvenimenti e profezie. La civetta, legata sia a esperienze personali della band, sia a quelle magiche/profetiche e alchemiche si scaglia in battaglia. Nella rappresentazione il tutto porta infine l’uomo verso la follia, alla demenza, chaos e sovversione, l’umiliante mortificazione dell’uomo nel cuore e nell’anima. Condannati alla demenza, alla follia.

 

Quali temi vengono trattati ? Vogliamo prendere degli esempi da alcuni dei vostri brani?

(Mario) Dipende, ogni canzone ha una sua storia, un’esperienza differente. Le tematiche sono molteplici e soprattutto reali, quindi mai identiche. Diciamo, più in generale, che sono frutto di vita vissuta o di esperienze personali del singolo. Ma si affrontano anche temi sociali, di carattere storico e così via.

Tornando indietro nel tempo: parliamo del vostro live album ‘Leather In London’.

(Roberto) Direi che essendo un Ep a tiratura limitata, per collezionisti, è un piccolo manifesto perfetto per tutti gli amanti del “vecchio” suono crudo e sopratutto “Vivo” del Live. Suonammo a Candem Town al Purple Turtle, fu una serata memorabile. Sarebbe dovuto uscire in Europa in vinile ma siamo ancora in trattative. Uscì a numero limitato in Australia durante il tour e fu importato pure in Giappone, contiamo presto di riuscire a farvelo avere pure in Italia e in Europa. Cogliamo l’occasione per ringraziare i leggendari Blitzkrieg, band a cui siamo molto devoti, per la cover di ‘Armageddon’, per l’amicizia e il rispetto ricambiato. L’inedita strumentale ‘Bloody Sunset’, infine, la dedichiamo ai nostri più cari amici, profuma di speranza, possa Dio proteggervi sempre.

 

Parlateci della vostra esperienza On the road.

(Mario) Ricordo un incredibile live al fianco dei mitici Raven devastante, fu una notte da pazzi, che casino, indimenticabile! Ma degno di nota senz’altro ricordiamo sopratutto l’Insanity Attack Tour Austaliano! Si sono occupati di tutto gli amici dell’australiana Metal Evilution, fu un tour memorabile, selvaggio, tra splendidi  club e palchi nelle più grandi città: Melbourne, Adelaide, Geelong, Newcastle Brisbane, dividendo palchi con bands e musicisti eccezionali, all’insegna del rock ‘n’ roll più nudo e crudo. Abbiamo percorso insieme ai Rampage, centinaia e centinaia di km, dalle dodici alle tredici ore di viaggio, giorno e notte, facendo un bordello incredibile (ride ndr) sballottati senza pausa da una parte all’altra tra hotel, locali, palchi, sbronze epiche e quant’altro! Per non parlare poi della partecipazione all’Headbangers Open Air Fest in Germania! E’ stato a dir poco commovente condividere il palco con leggende assolute della Nwobhm, a noi tanto cara, come i Savage; ricordo che suonammo assieme a Chris Bradley e Andy Dawson la loro ‘Let it Loose’, fu un sogno per noi che si avverava. Straordinario fu il pubblico, fummo sbalorditi nel vedere tanta partecipazione, non smettevano un attimo di sbattere la testa e rockeggiare con noi e sopratutto sentir cantare le nostre canzoni in terra estera fu da brividi!

 

Avete trovato difficoltà nell’ affermarvi in Sardegna? Come valutate la scena metal locale?

(Roberto) In Sardegna non è stato per niente facile, abbiamo “combattuto” non poco. É stata anzi molto dura. La nostra meravigliosa isola, che vanta culture e tradizioni millenarie, in generale dal punto di vista musicale è ancora molto ancorata alle proprie tradizioni, o da quelle imposte culturalmente dal sistema; troppo distante e diversa dal comprendere a fondo culture musicali estere come quella del Rock o dell’ Heavy Metal inglese o americano assolutamente ignorate se non addirittura boicottate intellettualmente. Per questo motivo non è stato facile proporre il nostro progetto al pubblico per carenza assoluta di spazio, di interesse o luoghi che si prestassero fertili alla nostra causa. Non è stato nemmeno facile trovare consenso positivo tra i nostri metalhead, perché troppo impegnati a seguire movimenti metal odierni troppo distanti dal nostro, che invece tende volutamente a rifarsi alle bandiere del passato. Ma col tempo e il duro lavoro cominciammo ad autofinanziare tutto, tra organizzazioni, live e festival a tappeto, e le cose poi sono notevolmente migliorate in positivo e hanno fatto il loro corso in bene! Cogliamo infatti l’occasione per salutare tutti i defenders della vecchia guardia, e tutti gli amici che ci hanno aiutato e supportato in quei tempi difficili, per la nostra causa.

 

Posso osare chiedervi cosa ne pensate della scena musicale nazionale esterna al mondo Heavy Metal?

(Mario) La “scena”? Una messa in scena forse. Direi che solo al pensiero, vengo immediatamente preso da conati di vomito. La situazione è molto grave e penosa, sempre peggio. Siamo la barzelletta del mondo grazie a personaggi che si vantano di rappresentare la cultura musicale Italiana. Grazie ai media asserviti, essi godono di ogni tipo di visibilità estenuante, sponsor e incentivi per portare avanti un piano di degenerazione voluto appositamente dal sistema, specie sui giovani, facilmente plasmabili, promuovendo solo degenerazione artistica morale e sociale anche illecita, promuovendosi come idoli o esempi da seguire e imitare. Una vergogna, e infatti a maggior ragione, rispondiamo a tutti sti giullari fenomeni da baraccone della “musica” odierna, guidati dal marcio music-businness, che domina imperante in tutte le sue forme, DI FARSI …… Non c’è ne sbatte un emerito ……!

 

Cosa e’ previsto per il futuro della band?

(Mario) Sicuramente tanto lavoro in studio, stiamo lavorando al massimo per far uscire quanto prima nuovi lavori. Abbiamo davvero un sacco di materiale, e non vediamo l’ora di proporlo.

 

Grazie ragazzi, abbiamo finito. Vi ringrazio per il vostro tempo e vi lascio ai saluti ai lettori di Truemetal

(Mario) Ancora grazie per lo spazio concessoci, salutiamo e invitiamo i vostri lettori a seguirci sui nostri canali social per rimanere sintonizzati sulle prossime news e rockeggiare con noi, pregandoli in questi tempi durissimi, di non mollare mai e di lavorare duro per realizzare i propri sogni. Lunga vita al Rock! Salute!