Folk - Viking Progressive

Intervista Myrath (Zaher Zorgati)

Di Davide Sciaky - 26 Febbraio 2020 - 9:00
Intervista Myrath (Zaher Zorgati)

Intervista a cura di Davide Sciaky

Ciao e benvenuto su TrueMetal.it! Cominciamo parlando del vostro ultimo album, “Shehili”, che avete pubblicato lo scorso maggio. Ora che è passato un po’ di tempo come ti senti a riguardo?

Alla grande! E mi sento ancora più sicuro delle scelte che abbiamo fatto per quanto riguarda la produzione. All’epoca del mixaggio abbiamo fatto una scommessa lavorando con diversi ingegneri del suono per tirare fuori il meglio da quest’album. Siamo tutti molto contenti del risultato e per noi “Shehili” è il miglior album dei Myrath.

Hai una canzone preferita dal disco?

Sì, certo, per me ‘Shehili’ è la migliore.
Abbiamo deciso di concludere tutti i nostri concerti con questa canzone aggiungendo anche dei mangiafuoco e dei trucchi di magia. Aggiungendo questi elementi evidenziamo ulteriormente il significato della canzone.
Quindi ora, quando penso a ‘Shehili’, mi viene subito in mente lo show al Sweden Rock Festival con tutta questa gente, i fuochi, la levitazione.

Mi parli dei testi? L’album è un concept?

Shehili” non è un concept album.
Tutti gli album dei Myrath parlano di libertà, di giustizia, ma le canzoni non sono proprio legate le une alle altre.
Ad essere onesti per noi sarebbe difficile fare un concept, ci metterebbe in difficoltà la mancanza di varietà tra le canzoni.
Parlando di libertà, ‘Dance’ parla di una danzatrice siriana che ha combattuto contro l’ISIS che l’aveva minacciata di morte solo perché era una danzatrice. Avremmo potuto raccontare questa storia anche in altre canzoni, ma abbiamo preferito parlare anche di altri temi.

Sono passati tre anni tra “Legacy” e “Shehili”, come avete passato questo tempo e quanto ci avete messo a scrivere “Shehili”?

Ci abbiamo messo due anni a comporre “Shehili”.
Abbiamo passato molto tempo a cercare nuove idee, a cercare di non ripeterci. Avremmo potuto, come fanno altre band, pubblicare un disco all’anno, ma la qualità avrebbe finito per esserne compromessa.
È difficile creare nuovo materiale, c’è bisogno di molta introspezione e molti tentativi per arrivare a delle canzoni di cui siamo completamente soddisfatti.

Quando ti ho intervistato quattro anni fa mi hai detto che con “Legacy” avevate trovato l’equilibrio perfetto tra Folk e Metal, che avevate trovato la ricetta perfetta per i Myrath. Diresti che con “Shehili” la ricetta è cambiata di nuovo, che il vostro songwriting si è evoluto?

Dici bene, con “Legacy” pensavamo di aver trovato l’equilibrio perfetto, ma la questione è che puoi sempre migliorare, nessuno è perfetto.
All’epoca di “Legacy” abbiamo dato il massimo in termini di qualità ed equilibrio, ma dopo due anni di introspezione e duro lavoro siamo riusciti ad evolverci di nuovo con “Shehili” sviluppando ancora il modo in cui misceliamo Metal e musica Folk.
Per esempio, con la canzone ‘Born to Survive’ abbiamo introdotto elementi tribali, una cosa completamente nuova per noi. Ci ha aperto nuovi orizzonti per quanto riguarda il comporre canzoni dei Myrath.

Da quanto si legge in giro, la vostra performance al Sweden Rock Festival 2019 è stato un momento molto importante per i Myrath. Mi puoi parlare di quell’esperienza e di come ha cambiato le cose per voi?

Il giorno che siamo arrivati al Sweden Rock Festival il team locale non capiva come mai una band “piccola” come i Myrath si fosse presa il rischio di pagare per una produzione così grossa. Al giorno d’oggi non ha senso prendersi un rischio del genere. In un certo senso avevano ragione.
Pagare di tasca nostra mangiafuoco, un mago, delle ballerine per suonare in un tendone alle quattro di pomeriggio non aveva senso ed era una mossa molto rischiosa.
Ma sapevamo anche che avrebbe potuto essere l’opportunità per dare una svolta alla band.
Lo show è stato fantastico e ci ha dato una grande possibilità: rimpiazzare i Behemoth, gli headliner, sul palco principale alcune ore dopo!
Dato che i Behemoth avevano perso il volo, dopo quel nostro show così grosso ci è stato chiesto di rimpiazzarli e così abbiamo suonato di nuovo ma da headliner del Sweden Rock Festival.
Quello show ha cambiato tante cose: prima di tutto, nell’arco di poche ore il Paese in cui i Myrath erano più ascoltati su Spotify è diventato la Svezia. Poi, Par dei Sabaton ci ha offerto di suonare al Sabaton Festival nel 2020 ed il promoter dei Beast in Black ci ha chiesto di andare in tour in Scandinavia con loro. Poi siamo finiti sulla copertina di Rock Hard in Francia, e la rivista ha incluso anche un DVD con il nostro show al Sweden Rock.
Quindi, sì, quel concerto ha cambiato in meglio un sacco di cose!

Vi ho visto sia in locali più piccoli che in grossi festival e avete sempre usato una bella scenografia che ha esaltato la vostra musica. Cosa ci possiamo aspettare durante il prossimo tour?

Lo stesso tipo di produzione con l’eccezione dei mangiafuoco che non possiamo portare con noi.
I palchi sono ancora troppo piccoli per poter usare il fuoco. Comunque avremo trucchi di magia e una danzatrice che sono comunque una figata!

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