Intervista Paradise Lost (Greg Mackintosh)
Intervista a Greg Mackintosh da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.
Buona fruizione,
Steven Rich
Quando lo vedo arrivare da lontano non lo riconosco. Vedo il minuto Nick Holmes affiancato da questo omone dai capelli cortissimi e ossigenati dal look Punk/HC, sarà forse un tour manager? “Piacere, Greg” mi dice. Ebbene sì, niente lunghi capelli corvini, niente dreadlocks: ecco il “nuovo” Gregor Mackintosh che si siede di fronte a me e con il distacco educato e cordiale tipico di molti abitanti della terra d’Albione risponde alle domande in maniera esauriente. Mentre parliamo ripenso ad una data milanese di 20 anni fa, in occasione del tour di One Second, quando i Paradise Lost avevano intrapreso la strada del Metal gotico e melodico, influenzati dai maestri loro conterranei. Oggi sono più violenti ed estremi, probabilmente influenzati – come ci racconta Greg – dal mondo che li circonda, meno “personale” e più universale. Ladies and gentlemen, mr. Greg Mackintosh on Truemetal!
Dunque caro Greg, Medusa: cosa si devono aspettare i fan dei Paradise Lost da questo disco Heavy, Doom, Sludge e potente?
Beh, se stai parlando dei fan dei Paradise Lost credo che troveranno uno stile a metà tra quello di Gothic e quello di Shades Of God, penso che sarebbero d’accordo. Ovviamente riportato ai giorni nostri dopo tutto quanto fatto negli anni, credo. Sì, direi che è un disco Doom, i brani sono piuttosto lunghi: la prima canzone dura otto minuti e mezzo! E’ abbastanza orientato verso i riff e Nick fa parecchi growl, ci sono solo due canzoni dove usa la voce pulita! Sì, è qualcosa di interessante!
Ho notato che i testi di Nick sono meno personali e più orientati verso cose generali come la religione e faccende globali, la differenza tra il vivere oggi e vivere nel passato con gli antichi dei…
Penso sia il segno dei tempi…c’è più ispirazione che viene da quanto succede nel mondo oggi, chiunque ne è influenzato!
Molto diverso dal 1997 e da One Second…
Sì, c’è molto di cui scrivere oggi, credo! Tutto ciò ti condiziona anche personalmente, dunque è un argomento molto importante.
Perchè avete deciso di registrare un disco Doom/Sludge nel 2017? Cosa ti ricordi degli anni Ottanta e cosa di manca di quel periodo?
Degli anni Ottanta? Beh, la scena era molto piccola…la gente si ricorda e parla della scena inglese: Bolt Thrower, Napalm Death…era tutto molto più piccolo, c’erano poche persone in ogni paese e ci scambiavamo le audiocassette, era molto personale come cosa! Se ci vediamo ancora con loro oggi, beh siamo ancora amici, tutte quelle band sono nostre amiche: dagli Entombed ai Bolt Thrower, ai Samael…siamo ancora amici di tutte le band di allora! Era una scena molto piccola e “vicina”, è quello ciò che mi manca: ora è tutto gigante, ci sono così tante band! Se fossi in un gruppo oggi mi scoccerebbe non poter avere una comunità vicina. La ragione per cui abbiamo fatto un disco Doom oggi ha molto a che fare con la canzone Beneath Broken Earth, l’ultimo brano che abbiamo scritto per il disco The Plague Within: l’abbiamo davvero adorata e ci siamo detti che avremmo dovuto fare un disco così!
Trovi qualche differenza tra le reazioni del pubblico americano e quello europeo alla vostra musica?
Sì, sì, beh dipende dove in Europa! Il pubblico inglese è più o meno simile a quello americano, gli europei del sud sono diversi da quelli del nord…direi che il pubblico dell’Europa meridionale (italiani, spagnoli, portoghesi) è più simile a quello dell’America Latina.
I mediterranei…
Sì, sì, sì…una grande passione, credo! E penso che i nord-europei siano un po’ più riservati…ma è la loro natura!
E’ culturale…
Esatto, gli inglesi sono molto riservati, io sono molto riservato: se vado ad un concerto me ne sto semplicemente lì impalato!
Cosa ti ricordi dei tardi anni Settanta, primi anni Ottanta nel Regno Unito, la scena Punk Rock, New Wave, Crust…?
Mio fratello più grande era un punk alla fine dei Settanta e uno skinhead agli inizi degli Ottanta, aveva un’enorme collezione di dischi e io andavo in camera sua a rubarli! Ecco come ho iniziato con la musica, la prima musica che ho sentito è stato il Punk/Hardcore, l’Oi!, la musica skinhead e cose simili…avevo 10-12 anni! Poi quando si arrivò a metà degli anni Ottanta la scena Punk si era “metallizzata”: band come Broken Bones, Antisect, English Dogs erano diventate più Metal ed ecco come fui introdotto al Metal, attraverso i gruppi Punk! E il Crust Punk si trasformò in Grind e Death Metal…io scoprii i Black Sabbath a 17 anni, molta gente invece li scopre prima del resto e arrivai ai Black Sabbath tramite Epicus, Doomicus, Metallicus dei Candlemass e i Trouble!
Attraverso gli eredi!
Sì sì! Feci un percorso al contrario…
E le influenze New Wave dei vecchi Paradise Lost di 20 anni fa? One Second, Host…eravate molto influenzati dalla New Wave inglese!
Sì, sì, sì…persino il nostro album Gothic, del 1990, ne era influenzato anche se la produzione non lo mostrava! Un brano come Eternal, da Gothic, è molto influenzato dai Sisters Of Mercy ma è realizzato in modo Metal. Abbiamo sempre avuto quel genere di miti perchè quella scena nel Regno Unito era parte della città da dove veniamo, Leeds, la scena gotica e New Wave era ovunque intorno a noi! Fu dunque inevitabile prendere delle influenze da lì, si trattava dell’oscurità, degli accordi minori…era tutto là ed è stato parte di noi quanto il Metal e il Punk, il tutto mischiato insieme! Negli anni successivi, quando realizzammo One Second, volevamo provare cose diverse: credo sia una cosa molto importante, per ogni musicista che va avanti per molto tempo, provare cose e diversificare…può diventare noioso fossilizzarsi, bisognerebbe sperimentare!
Mickey E.Vil e Greg Mackintosh
Di recente ho fatto un’intervista ad Anders dei Katatonia, che alla domanda “chi è la tua più grande ispirazione come chitarrista?” ha risposto “Greg!”…cosa pensi riguardo l’essere così influente oggi nella scena Metal?
Sì, ho sentito cose simili da alcune persone e ne sono molto lusingato! Niente di tutto questo è stato programmato, non ti metti a suonare la chitarra dicendo: “Io influenzerò la gente!”…non lo sai, sperimenti delle cose: io sono un chitarrista autodidatta che ha imparato a suonare ascoltando i dischi! Ho dei gusti musicali molto vari, perciò il mio stile chitarristico non è molto convenzionale, suona come cose molto diverse tra loro. Credo che se suoni in modo così differente, la gente o ti amerà o ti odierà! Quindi ci sono persone influenzate da me così come ce ne sono molte altre che non lo sono per nulla! Se ti distacchi dalla massa attirerai comunque l’attenzione, buona o cattiva che sia.
State pianificando un tour ora?
Sì, lo stiamo pianificando…sappiamo che inizierà al principio di ottobre e durerà fino a Natale: tutta l’Europa e l’Australia…otto settimane in Europa e due o tre in Australia quindi durerà circa tre mesi!
E cosa ci dici dell’Artwork di Medusa?
Questa è una bella domanda dato che riguarda anche i nostri fan, stiamo ricevendo un sacco di email tutti i giorni! Abbiamo cercato di fare qualcosa di più colorato, in porpora, forse un po’ retrò alla Born Again dei Black Sabbath e cose simili, collegato al titolo stesso con tutti quei serpenti!
Che messaggio e saluto finale manderesti ai fan italiani dei Paradise Lost?
Grazie per il supporto in tutti questi anni, è passato molto tempo: sono 30 anni l’anno prossimo e non me n’ero accorto, ce l’hanno ricordato ieri! Tanto tempo ed è bello tornare, fare interviste e trovare gente interessata…siamo molto fortunati ad avere fan ancora interessati a noi!
Conosci della musica italiana?
Sì, uno dei miei gruppi estremi preferiti sono The Secret. Ero in tour quando suonarono alcuni show in Inghilterra…
Ah ok, hanno suonato lì…
Ho dovuto mandare un mio amico al loro concerto a prendermi la maglietta! Mi piacciono molto, credo che siano una bella miscela di Black Metal ed Hardcore, roba davvero interessante!