Thrash

Intervista Poltergeist (V.O. Pulver)

Di Orso Comellini - 6 Novembre 2016 - 17:30
Intervista Poltergeist (V.O. Pulver)

Autori di tre ottimi album di thrash metal tecnico a cavallo tra Ottanta e Novanta, gli elvetici Poltergeist sono tornati in pista con un nuovissimo album dal titolo “Back To Haunt” e noi di TrueMetal abbiamo colto l’occasione per intervistare V.O. Pulver, membro fondatore della band, per fare un excursus tra presente e passato. Buona lettura!

 

Ciao ragazzi, benvenuti su TrueMetal.it e bentornati sulle scene! Ci sono voluti più di 20 anni, ma finalmente possiamo ascoltare nuovamente del materiale inedito! Come vi sentite al riguardo?

Siamo veramente eccitati! È stata davvero una lunga attesa prima di rilasciare un nuovo album, ma quando ci siamo riformati nel 2013 è stato chiaro fin dall’inizio che avremmo composto della nuova musica.

Avete tre nuovi compagni. Vorresti introdurceli?

Alla batteria abbiamo Sven Vormann, che ha suonato nei Destruction. Effettivamente è grazie ai suoi sforzi se la band è tornata assieme. Quando sono circolate le prime voci di una reunion è stato lui a riunirci tutti in sala prove per suonare insieme per la prima volta dopo 20 anni.
Alla seconda chitarra abbiamo Chasper Wanner. Lo conoscevo già da qualche anno e avremmo sempre voluto suonare assieme in una band. Già ai vecchi tempi abbiamo sempre cercato un secondo chitarrista, ma non ne abbiamo mai trovato uno che riuscisse a suonare velocemente i riff thrash e assoli come una scheggia. Adesso, dopo tutti questi anni, abbiamo finalmente trovato la persona giusta.
Al basso Ralf Winzer Garcia, che ha rimpiazzato Marek Felis. Marek ha lasciato i Poltergeist alcuni mesi fa, era consumato dal suo lavoro e non voleva più suonare musica Metal. Conosciamo Ralf fin dagli anni Ottanta, quando suonava in una band chiamata Curare. Ad oggi suona anche nei Wolf Counsel e nei Requiem. È un bravo ragazzo e un grande bassista!

Avete anche cambiato la vostra classica line-up a quattro diventando un quintetto. Come mai?

Leggi più su, avremmo sempre voluto avere le due asce per suonare le armoniche e rendere il suono più pesante sul palco.

Esattamente quando avete realizzato che c’era ancora posto per i Poltergeist nel music business attuale?

Ad essere onesti: non credo che ci sia posto per una piccola band metal in questo fottuto business…
Ci siamo riuniti unicamente per amore della musica e divertirti quando suoniamo insieme. Di questi tempi è praticamente impossibile fare carriera con una band come i Poltergeist.  Non fai molti soldi e non è la musica giusta per vendere tanti dischi… Sentivamo solo che era il momento giusto per tornare assieme e suonare negli show che ci sono stati proposti.

Com’è stato tornare a suonare dal vivo assieme? Qual è stato il primo concerto del nuovo corso? Cosa avete provato?

È sempre un gran divertimento! Il primo show lo abbiamo tenuto a bordo della barca del 70000 Tons Of Metal ed è stato quasi surreale suonare il primo concerto a bordo piscina alla luce del sole! L’intera esperienza sulla nave è stata sconvolgente ed abbiamo conosciuto un sacco di persone a posto in quell’occasione! Anche i due show al Metal Assault e all’Headbangers Open Air sono stati una grande esperenza!

Come intendete promuovere il nuovo album? Ci sarà occasione di vedervi suonare in Italia?

Proveremo a suonare il più possibile, ma sfortunatamente fino ad ora non abbiamo ricevuto offerte dall’Italia. Per fortuna ci sarà occasione di fare un tour e di venire nella “bella Italia”!

 

Cover POLTERGEIST Back To Haunt high

 

 

Parliamo di “Back To Haunt”. Cosa c’è dietro il titolo e quali sono le tematiche principali?

Il titolo è un’allusione alla nostra situazione. Siamo mancati per lungo tempo, ma ora siamo tornati per infestarvi! Dopo tutti questi anni non erano in molti a pensare ad un ritorno dei Poltergeist, ma eccoci qua!
Nelle altre canzoni abbiamo affrontato argomenti differenti. “Patterns In The Sky” riguarda le scie chimiche chiedendosi se siano reali o soltanto un prodotto di alcune teorie complottistiche… Beh, nessuno lo sa per certo…
“The Pillars Of Creation”  è una canzone che tratta della Nebulosa Testa di Cavallo nello spazio. Un posto dove sono nate le stelle… “Shell Beach” è ispirata al film Dark City. “Gone And Forgotten” è dedicata a tutte quelle persone che pensano di potersi portare nella tomba tutte le loro ricchezze e il potere che hanno accumulato nella loro vita. Il sudario non ha alcun taschino e dopo un po’ nessuno si ricorda di loro! “Beyond The Realms Of Time” parla di un viaggiatore del tempo che si è perso nello spazio-tempo.
Come vedi non c’è un filo conduttore nei testi. Prendo ispirazione da tutto: dalla vita, dai film, i notiziari, la scienza, la fiction. Qualsiasi cosa stimoli il mio pensiero.

L’album suona molto potente senza troppe esagerazioni come accade abitualmente nel metal moderno. Chi ha prodotto il disco e dove è stato registrato?

Grazie. Sono stato io a produrlo nei miei studi di Little Creek qui in Svizzera. Dato che questa è la mia principale occupazione ed ho già prodotto album di Destruction, Pro-Pain, Fear My Thoughts, Panzer, GurD ecc… Era chiaro che allo stesso modo avrei dovuto produrre anche il disco dei Poltergeist.

Giusto per cercare il pelo nell’uovo, forse le linee di basso potevano essere un po’ più evidenti a mia opinione…

Veramente? Diverse persone mi hanno detto che il basso è persino troppo alto… Tu devi essere un bassista allora… Ahahahah

Qual è il tuo brano preferito? A me personalmente piacciono molto le prime tre tracce, ma probabilmente la mia preferita è “Shell Beach”. Di cosa tratta?

Penso che sia “Back To Haunt”. Riassume le sonorità dei vecchi e dei nuovi Poltergeist e contiene tutti i tratti distintivi che ci hanno sempre caratterizzato. “Shell Beach”, come detto prima, è ispirata al film Dark City, che un bizzarro e oscuro film di fantascienza su di una razza aliena in cerca di aiuto da parte dell’umanità. Devi vederlo!

Il vostro ritorno mi ha ricordato molto quello degli Artillery con “B.A.C.K.” del 1999. Sei d’accordo?

Non conosco molto bene quell’album. Preferisco maggiormente il vecchio materiale degli Artillery, come “By Inheritance” o “Fear Of Tomorrow”, ma ascolterò “B.A.C.K.” immediatamente!

 

Poltergeist

 

 

Adesso un piccolo salto nel passato. Quali sono stati i motivi del vostro scioglimento?

Ci siamo separati dopo l’ultimo tour con i Coroner nel 1993. Quel tour non è stato un successo e metà degli show non si sono neanche tenuti. Ci siamo accorti che questo genere di musica era come morta e tutti volevano ascoltare il grunge o il death metal… Dopo quel tour bassista e batterista mi hanno detto che volevano lasciare la band e iniziare qualcosa di nuovo, qualcosa che si orientasse più verso il groove metal. Mi hanno chiesto di unirsi a loro e questo è come nata la mia altra band, i GurD…

Avete registrato tre grandi album e dovete esserne fieri. Il gruppo ha sempre avuto una forte personalità e la musica sempre molto originale (anche il vostro ultimo lavoro!), ma quali sono state le band che hanno ispirato le vostre composizioni?

Penso che le band che ci hanno influenzato maggiormente allora siano state Exodus, Testament, Slayer, Metallica e Annihilator. Così come i classici come Kiss, Maiden, Black Sabbath, Judas Priest si sono fatti strada nelle nostre orecchie, voglio dire, tutti noi siamo cresciuti con il loro materiale.

Con i miei amici siamo soliti dire che non ci sono tanti gruppi svizzeri, ma sono praticamente tutte valide e particolari. C’è qualcosa di speciale nell’aria? Se pensi a band come Celtic Frost, Coroner, Messiah, Gotthard e così via, c’è un sacco di roba da scoprire…

Forse è il formaggio? Oppure il cioccolato? Non ne ho idea, ma è vero che a dispetto delle piccole dimensioni, abbiamo molte buone band che provengono da qui. 

Cosa ne pensi della reunion dei Coroner? Vorresti sentire un loro nuovo album oppure per te la loro carriera è perfetta così com’è?

Penso che sia una gran cosa che siano tornati insieme. Dovrebbero fare senz’altro un nuovo album. Credo che sia vitale per una band rilasciare del nuovo materiale e non limitarsi a suonare il vecchio materiale a oltranza!

Hai qualche notizia dei Messiah? Hai suonato anche con loro in passato, giusto?

Non ho notizie… il mio amico e batterista dei gurD Steve Karrer (che ha suonato nei Messiah per molto tempo) mi ha detto che non ci sono piani per una reunion. Negli eighties li ho aiutati come chitarrista dal vivo quando Brögi ha lasciato la band. Non sono mai stato un membro a tutti gli effetti dei Messiah. Ma questo è accaduto prima che Steve entrasse nel gruppo.

Probabilmente molti metalhead ignorano il tuo contributo alla crescita del movimento thrash in Europa. Sto parlando dei Carrion e dell’album “Evil Is There!” (1986).Cosa ricordi di quel periodo?

Beh, si parla veramente di tanti anni fa… Avevo a malapena 16 anni quando è uscito quel disco, ma eravamo veramente fieri di avere nelle nostre mani il nostro primo disco. Grandi tempi! Ci sono state diverse ristampe del disco negli anni. In Messico è uscito in versione doppio CD, con il demo e tracce dal vivo.  L’etichetta tedesca High Roller ha tirato fuori una nuova versione in vinile e lo scorso anno una piccola etichetta greca ha pubblicato il vinile del demo in tiratura limitata a 250 copie… È pazzesco che dopo tutti questi anni le persone continuino ad ascoltare quel materiale!

 

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Siamo in dirittura d’arrivo, C’è qualcos’altro che vorresti dire ai nostri lettori?

Spero che riusciremo a suonare in Italia! Ascoltate “Back To Haunt” e grazie per il vostro supporto!
POLTER TIL DEATH

Grazie mille, spero di vedervi presto on the road!

Grazie a te!
 

Orso Comellini

 

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