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Intervista Reborn Through Tapes: Max Iantorno

Di Stefano Ricetti - 1 Gennaio 2021 - 12:35
Intervista Reborn Through Tapes: Max Iantorno

In un mondo votato all’usa e getta, ove anche un nuovo disco di valore rischia di godere di gloria per qualche giorno e poi entrare nel dimenticatoio, c’è chi, cavalcando un’idea bizzarra, ci ha investito tempo e denaro e alla fine ha vinto. E’ sempre un grande piacere imbattersi, in questi tempi di dittatura social media, in situazioni che non mollano, che si ostinano a far finta che siamo ancora nel 1981 ma che nello stesso tempo sanno vivere al passo con le evoluzioni del settore. Mi riferisco a qualche fanzine cartacea ma anche ad avventure come quella intrapresa da due folli, che nell’Anno Domini 2020, si sono messi in testa di riproporre antichi album del passato in musicassetta, ma con tutti i crismi di qualità necessari per essere fottutamente credibili, nonostante si proponga un supporto fonografico desueto, al giorno d’oggi. Cronaca della chiacchierata con Max Iantorno che, insieme con David Stefani ha allestito la Reborn Through Tapes, specializzata nella realizzazione di musicassette nuove di zecca di alta qualità che ripropongono antiche chicche del passato o anche solamente album che meritavano di finire sotto le loro grinfie. Il tutto rigorosamente made in Italy al 100%.

Buona lettura, Steven Rich.    

 

 

Come e quando è nata l’idea di riproporre in musicassetta album del passato?

L’idea è nata durante il lockdown. Io e David Stefani siamo appassionati da sempre dei supporti analogici e abbiamo pensato di iniziare questa scommessa, ma con la passione di chi ama le cassette.

 

Quali le differenze fra le musicassette del passato e le vostre attuali?

La differenza su alcune produzioni del passato era che veniva data più importanza al supporto in vinile, in questo modo alcune label storiche hanno realizzato il formato cassetta in modo “approssimativo”, in alcuni casi le copertine erano davvero minuscole e contornate di scritte che riguardavano gli artisti e il titolo del disco.
Partendo da questo presupposto ci siamo prefissati di realizzare un prodotto unico nel suo genere e curato nei minimi dettagli, iniziando dalla copertina che viene presa dal disco originale e che viene letteralmente “smontata” e riadattata in tutto per il formato tape, rispettando rigorosamente gli artwork originali.


Inoltre le nostre cassette sono in edizione ultra limitata (non verranno mai ristampate una volta esaurite le tirature), tutte colorate e con stampa uv diretta sulla tape. Abbiamo inserito in ogni nostra produzione (tranne Kreator) una sezione nel booklet interno chiamata “Scan ‘n’ Listen”, dove tramite un Qr code, una volta inquadrato con il proprio cellulare o tablet, è possibile ascoltare il contenuto della cassetta in formato digitale, in modo da unire il supporto fisico alla tecnologia attuale.

 

David Stefani

 

Con quali modalità scegliete la band e l’album da riproporre?

Ci affidiamo molte volte alla nostra passione e a quanto una band ci piace.  Successivamente vediamo qual è l’album che ci piacerebbe vedere nel formato cassetta e se valutiamo che il progetto è funzionale e che soprattutto ci piace, procediamo con la progettazione e la stampa .

 

Come funziona l’approccio? Esempio pratico: il nuovissimo cofanetto dei Kreator con “Terror Prevails”. Siete voi che contattate la band? Oppure la label della band stessa? Oppure è la band che vi contatta per creare delle musicassette limitate?

L’approccio può essere differente.  Ci sono spesso band e label che ci contattano per fare produzioni, poi ci siamo noi che contattiamo le stesse etichette le licenze o addirittura direttamente le band. Nel caso di Kreator, grazie alla Night of The Vinyl Dead, che aveva ristampato in versione vinile in due uscite separate, ci siamo messi in contatto direttamente con Mille Petrozza che, molto entusiasta, ha licenziato a noi l’uscita del cofanetto.

La nostra politica è quella di fare tutto in modo regolare chiedendo i permessi e le licenze per le nostre produzioni. Non è assolutamente nostra intenzione produrre bootleg o realizzare le nostre uscite senza permesso.

 

 

La vostra attività esiste da poco ma potrete comunque già fornire un feedback anche in termini di vendite dei vostri prodotti…

Posso dirti che il feedback ci ha stupito parecchio, non ce lo aspettavamo. Siamo partiti da poco e abbiamo già fidelizzato con clienti da Stati Uniti, America Latina, Giappone, Indonesia, Europa. Molti titoli sono andati sold out in poco tempo, altri addirittura in pre order. Ci sono già dei nostri affezionati che comprano tutte le nostre uscite, qualunque sia la band, e questa cosa ci fa molto piacere e colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che continuano a comprare le nostre cassette.

Se una band fosse interessata a far uscire un album nuovo anche in musicassetta può bussare alla vostra porta oppure l’intendimento è riproporre solo dei prodotti appartenenti al passato?

Assolutamente si. Siamo fan della “old school”, ma anche appassionati di nuove band che credono anche in questo supporto. Se la band “spacca”, perché non fare un’uscita in cassetta!

 

Max Iantorno

 

La musica che riversate su musicassetta da dove viene presa? Dai master originali? Oppure viene migliorata la qualità del suono con operazioni di remaster, prima?

Tutte le produzioni vengono riprese dai master originali e rimasterizzate per il formato cassetta in base a degli appositi parametri tecnici, al fine di realizzare un prodotto che abbia una qualità audio al top.

 

Fai anche da manager per alcune band, Schizo, Bulldozer, Exciter e spesso allestisci festival a tema. Come ti prefiguri la situazione concertistica fra sei mesi?

Credo che fra sei mesi che la situazione sarà come quando siamo ripartiti la scorsa estate con il pubblico ridotto e con i posti a sedere. Spero che entro la fine del 2021 tutta possa tornare alla normalità, anche se credo ci vorrà il 2022 per rivedere i concerti come siamo sempre stati abituati.

 

 

Fra dieci anni, quando la stragrande maggioranza delle big band avrà appeso gli strumenti al chiodo che scenario si paleserà in termini concertistici e di festival, secondo te?      

Sinceramente spero che accada il più tardi possibile. Comunque credo che i festival ci saranno sempre e le situazioni saranno sempre entusiasmanti. L’unica cosa è che non so se ci saranno mai band moderne che riusciranno mai ad entrare nella leggenda come i nomi storici del genere.

A livello di “tiro”, di interesse da parte del pubblico e dei manager stranieri, quali sono le band italiane (vecchie e nuove) che vengono più richieste?

Per quanto mi riguarda personalmente Bulldozer hanno molte richieste, poi so che ci sono tantissime band che suscitano molto interesse e richieste come i Death SS, Lacuna Coil, potrei citarne altre ma queste sono quelle più “gettonate” al momento.

 

 

Quale sarà, secondo te, il futuro dell’heavy metal?

Credo che si dovrà ripartire da zero e ci sarà da rimboccarsi le maniche. Con l’evoluzione del genere purtroppo le nuove generazioni si sono “dimenticate” le basi arrivando direttamente all’evoluzione senza considerare chi ha messo le radici. L’Heavy Metal non morirà mai, ma una volta che i nomi storici non ci saranno più, si dovrà ripartire dal basso per far riscoprire il genere a chi lo aveva ignorato, per ritornare più forti di prima!

 

I qualità di organizzatore di eventi quali sono i generi che riescono, oggi, a far comprare il biglietto per un concerto a dei ragazzi di vent’anni?

Oggi come oggi, o hai un nome molto grosso anche storico, oppure devi fare metalcore nel nostro ambito.

 

David Stefani

 

Nelle tua lunga milizia ti sarai imbattuto inevitabilmente in qualche pallone gonfiato pieno di pretese… Fuori un paio di nomi, Max

Ce ne sono stati tanti (e ogni tanto ce ne sono ancora!), preferisco non nominarli per non dargli troppa importanza e soprattutto per non fare pubblicità a loro.

 

Largo a un po’ di aneddoti di vita on the road con le band, dai…

Una tra le tante che porto nel cuore: il tour “The Black Speed Of Wrath” dei Bulldozer in America Latina del 2018. Fu un’esperienza indimenticabile. Lì ho visto con i miei occhi la vera passione per il metal e tantissimi die hard fan, ma proprio nel vero senso della parola! Avrebbero fatto veramente di tutto pur di essere presenti e soprattutto negli aeroporti dove atterravamo per scattare delle foto e per chiedere autografi. Un’altra cosa che mi è rimasta impressa è che, mentre la band stava suonando a Monterrey (Messico), una persona tra il pubblico ha improvvisato una sorta di “body surfing” cadendo rovinosamente a terra di testa. La venue era piena e nessuno gli prestava soccorso, tranne un suo amico che era lì vicino. Il pubblico gli stava “pogando” sopra. Avevo notato dal palco questa scena mentre la band stava suonando e ho fermato personalmente il concerto assieme ad A.C. Wild ed al resto del gruppo. Gli organizzatori ci hanno chiesto il perché! Dopo avergli fatto vedere cosa stava succedendo ci hanno detto che era una cosa normale e che il fatto che avevamo fermato il concerto per quella scena era memorabile e che nessuno lo aveva mai fatto. Il giorno dopo eravamo su un quotidiano locale per quanto era accaduto, ed eravamo passati come una specie di “eroi”, quando penso sinceramente che quella fosse la cosa giusta da fare. Non abbiamo fatto niente di strano se non fare una mossa assolutamente normale.

 

 

Spazio a disposizione per chiudere come vuoi questa chiacchierata.   Thanx

Grazie Steven e grazie Truemetal.it per questa intervista e per averci concesso questo spazio.
ONLY ANALOGIC IS REAL!!

Qui il link al profilo Fb di Reborn Through Tapes

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti