Heavy

Intervista Rhapsody of Fire (Alex Staropoli)

Di Stefano Ricetti - 26 Settembre 2006 - 10:46
Intervista Rhapsody of Fire (Alex Staropoli)

Intervista chilometrica con Alex Staropoli, tastierista dei Rhapsody – ora Rhapsody of Fire – appena a ridosso dell’uscita di Triumph or Agony, nuovo, attesissimo album della band italiana. E’ la prima volta che ho il piacere di discorrere con un componente del gruppo triestino e sento il dovere di esternarvi la mia impressione dopo una chiacchierata di quasi un’ora e mezza al telefono: Alex è una persona che dice quello che pensa e, come tale, ha tutto il mio rispetto, con i tempi che corrono, dove l’ipocrisia regna sovrana. Durante tutta l’intervista la nostra piacevole conversazione ha sempre mantenuto un clima di divertimento e complicità da ambo le parti, tipico di quando si discute di heavy metal da parte di due soggetti innamorati di questa musica.

Alex non è mai stato supponente o arrogante né con me né con nessun altro tirato in ballo, tutto si è svolto su territori “alla pari”, con rispetto delle parti e dei ruoli. Purtroppo, e lo sottolineo, qualsiasi cosa scritta non ha il potere dell’intonazione vocale e manca della musicalità tipica dell’espressione della parola e, come tale, si presta quindi alle singole interpretazioni. Come ripeto, il tastierista italiano è sempre stato solare nei propri esposti, pur asserendo con fermezza il proprio pensiero. Vi prego di leggere quanto segue tenendo conto di questi concetti.

Grazie per l’attenzione e buona (soprattutto lunga… ah,ah,ah!) lettura.

Stefano “Steven Rich” Ricetti         

 

Inizio con una domanda di rito trita e ritrita che però devo fare per completezza d’informazione. Perché il nome RHAPSODY OF FIRE?

Siamo stati legalmente forzati a cambiare il nome in quanto un’altra entità aveva già registrato il monicker in parecchie parti del mondo e siamo stati costretti a farlo, visto che ultimamente godiamo di una grande distribuzione in America, quindi il problema è venuto fuori in maniera globale. La querelle in realtà andava già avanti da parecchio tempo e si sperava sempre di risolverla in maniera amichevole, anche perché i generi proposti da noi e dalla parte contendente sono lontani anni luce, ma purtroppo non è andata così. Il fatto comunque di aver aggiunto “of Fire” in realtà non cambia nulla…

Mi intrigava parecchio, come idea, il progetto Rhapsody in Black del quale parlavate qualche anno fa… è definitivamente sfumato?

In quel momento intrigava moltissimo anche noi perché siamo rimasti sorpresi dal risultato di un pezzo come When Demons Awake e volevamo replicare quel tipo di feedback per un album intero facendo qualcosa di diverso dalla saga, un qualcosa di più truce, più violento, poi, per i tanti impegni non siamo riusciti a realizzarlo nel momento opportuno e la cosa è sfumata, anche perché ci siamo concentrati di più sulla band. Il momento di entusiasmo è quindi passato, anche se lo teniamo sempre presente. Tieni conto che l’onere maggiore poggerebbe sulle spalle di Fabio o, per meglio dire sulle sue corde vocali…

Si, infatti, così magari si fumerebbe qualche sigaretta di meno!

O magari di più…

Si, esatto, come professa Udo Dirkschneider degli Accept (da anni negli U.D.O.), che asserisce che la sua voce è migliorata dopo che ci ha dato dentro alla grande con il fumo! 

Ah!

Io da sempre sono orgoglioso dei Rhapsody of Fire, chi mi conosce lo sa bene, e non lo dico adesso che ti sto intervistando! Una cosa che mi ha sempre fatto incazzare parecchio è che per presa di posizione parecchi metallari italiani buttano m…a sui Rhapsody of Fire gratuitamente. Questo lo si legge tantissimo sui forum, così come in coda alle interviste e alle recensioni su TrueMetal dove appunto si dà agli utenti la possibilità di scrivere – si spera sempre in modo civile – il loro pensiero o il loro dissenso. Finora c’è stato qualcuno che ha avuto le palle per dirvi sul muso: voi mi fate schifo perché bla bla… Oppure, come temo, parecchi di loro si celano dietro a pseudonimi per sparare a zero e basta?  

E beh, si, è così, in realtà ho sempre sperato di poterli incontrare di persona, siano essi giornalisti o poveretti che si dilettano in excursus invidiabili della lingua italiana per descrivere in modo negativo la nostra musica… Io e Luca ci siamo fatti delle risate colossali nel leggere questi scritti pomposissimi pregni di pensieri negativi per i quali spesso dovevamo ricorrere al vocabolario. Hai proprio ragione Steven: sono quasi dieci anni che suoniamo e mai nessuno, e sottolineo mai, ci ha affrontato a muso duro esprimendo il proprio dissenso. Magari dopo che pubblicherai questa intervista ci sarà un’inversione di tendenza… Quello che mi lascia perplesso è che nella maggioranza dei casi si tratta di critiche negative assolutamente gratuite, mai costruttive.   

Cosa rispondi a chi asserisce che una volta sentito un disco dei Rhapsody of Fire si sono sentiti tutti?

Questa è la classica domanda che si pone un ascoltatore che non prova alcun interesse nella musica dei Rhapsody of Fire, concetto che si potrebbe estendere anche a Manowar, Van Halen, Europe e a qualsiasi altra band. La musica è quella, la line up è pressoché stabile, la voce è sempre la stessa. Questo effetto si ha in particolare per gruppi come il nostro e i Manowar: per i motivi di cui sopra o piacciamo o non piacciamo. Musicalmente non sono proprio d’accordo, ogni disco ha la propria caratterizzazione… sfido chiunque a trovare una band come i Rhapsody of Fire che ha un raggio d’azione così ampio… per quanto ne so io solo i Queen, e magari alcuni altri che ho sottovalutato. Trovami un gruppo che suoni un qualcosa che può essere associato a Branduardi, e che poi esca con brani come When Demons Awake o Warriors of Ice…     

Avete mai ricevuto avances per partecipare a manifestazioni musicali mainstream tipo Festivalbar o San Remo?

No assolutamente, non potrà mai succedere… ah,ah,ah!

Finora, se non erro, non avete mai fatto comparire nessuna cover di altre band HM nei vostri dischi, quindi esclusi i Goblin. Come mai?

Non abbiamo mai avuto un interesse a fare cover in generale, in molti ce lo domandavano ma non ci ha mai intrigato… l’unica volta che abbiamo ceduto è stato per una compilation nella quale abbiamo eseguito un brano dei Helloween, un disco uscito su iniziativa di una importante rivista spagnola. Il titolo del Cd è “The Keepers of Jericho – A Tribute to Helloween”  (Arise Records) e il brano da noi eseguito è  “Guardians”. 

I Def Leppard, a mio avviso MOLTO maldestramente, si sono dissociati dall’heavy metal nelle ultime interviste. Voi come vi considerate?

Se tu vai a cercare i Rhapsody of Fire li trovi nel catalogo HM: siamo una band heavy metal e ne siamo fieri, anche se il nostro raggio d’azione è piuttosto ampio…

Come sono state accolte dalla stampa straniera le canzoni in italiano dei vostri album?     

Devo dirti sempre bene, specialmente la prima, che è stata Lamento Eroico, al contrario che in Italia, dove si è gridato subito allo scandalo, ovviamente. Nelle altre parti del mondo è stata  in qualche caso adorata, come in Francia, Germania, Sud America e Giappone, dove la lingua italiana viene considerata come poetica… essendo Fabio italiano, rende la musicalità di questa tipologia di brani pressoché perfetta, poi, su una canzone lenta, figuriamoci…

Hai ragione, Fabio a mio avviso si sforza per scandire bene le parole… a volte mi sembra un inglese naturalizzato da tanti anni che canta in italiano ah,ah,ah! 

Bah… in Lamento Eroico ti do ragione, sulle altre successive non mi sembra…

 


Nella foto: la copertina del promo di Triumph or Agony

 

Che fine ha fatto Daniele Carbonera?

Siamo rimasti in ottimi rapporti con lui, ci si sente spesso, lavora per una grande azienda e gira il mondo continuamente, fa il superivisore tecnico, è contento, e guadagna bene. Siamo contenti per lui, ha mantenuto la passione per la batteria, anche se, essendo spesso in America, non la suona praticamente più.   

David DeFeis dei Virgin Steele vi cita sempre come uno dei migliori gruppi mondiali in circolazione, anche e soprattutto in interviste rilasciate all’estero, quindi non lo fa per piaggeria quando a fargli domande vi sono giornalisti italiani. Lo fa perché gli mandate i promo per accattivarvelo oppure ci crede sul serio? ah,ah,ah…

Bella la battuta… ah,ah,ah! Ho sempre ascoltato i Virgin Steele, ho incontrato David la prima volta a un Gods of Metal, insieme con mio fratello Manuel, non ricordo quanti anni fa, poi ci siamo tenuti in contatto per e-mail. I Virgin Steele suonarono nel pomeriggio: David aveva parecchie ore libere quindi siamo rimasti a bere insieme e a parlare e si è instaurata una sintonia totale fra noi. Un’altra volta ero a New York a fare promozione per Symphony II in una radio e lui, abitando lì vicino, è venuto a trovarci. Ci siamo poi rivisti in Italia a un altro concerto, quando ha suonato con gli Hammerfall a Milano. Amo la musica dei Virgin Steele, sopratutto  album come The Marriage of Heaven And Hell I e II, Age Of Consent, Life Among The Ruins e Invictus.

Concordo al 100%: a livello musicale i Virgin Steele sono il mio gruppo preferito si sempre, a livello affettivo invece sono i Saxon. I Virgin Steele sono una band con un livello qualitativo di uscita impressionante, i due Marriage ritengo siano a mio avviso fra i migliori dischi HM della storia.

Pienamente d’accordo con te per i due Marriage: quello che mi dispiace è vederli suonare nei grossi festival nel pomeriggio, per poco più di mezzora.       

Avete preso ispirazione dai Virgin Steele nella vostra carriera?

Mhhh… direi di no… anche perché l’appassionato dei Virgin Steele sono io, Luca lo è un po’ meno. Forse le nostre più grandi influenze, come approccio, sono state Manowar, Malmsteen, Blind Guardian, gli Helloween del periodo dei due Keeper e i Riot di Thundersteel. Da ragazzo ascoltavo molto Europe, Dio, King Diamond, Ozzy, Symphony X, M.A.R.S e tutti gli album dei chitarristi più famosi e non degli anni 80 e 90. Van Halen e Sammy Hagar restano comunque tra i miei artisti preferiti.

Hollywood Metal/Film Score Metal… termine appropriato coniato per definire il vostro genere. Non vi hanno mai proposto di fare una intera colonna sonora per un film finora?

No ancora no, diciamo che l’Hollywood metal fa parte del passato, ora la descrizione perfetta è Film Score Metal. Hollywood… era più di estrazione americana. Pur facendo musica che si può associare a un film siamo distantissimi da quel mondo… poi però nella vita non si può mai sapere… 

E’ inutile negarlo, avete inventato un genere. Chi non lo ammette lo fa solo per invidia. Parecchi gruppi new power si sono ispirati a voi, spesso in maniera dilettantesca. Vi dà fastidio questo trend oppure cosa?    

Alla fine ogni band si ispira  a un qualcosa di precedente, è difficile che qualcuno si inventi un qualcosa di nuovo, e ormai non accade più. La domanda che ci facevamo io e Luca fin dall’inizio era: perché in Italia non può esistere una band vincente? Abbiamo subito puntato al mercato estero, essendo consapevoli poi di doverci battere ad armi pari con i colleghi stranieri. Di questo vado abbastanza fiero, più che di aver creato un filone dell’HM, infatti lo vedo come un conseguenza del nostro obiettivo. 

Progetti solisti: dopo i due album recenti di Luca Turilli quando sarà la volta di Alex Staropoli?

Ci sto lavorando da anni, adesso è il mio periodo d’oro: subito dopo il periodo della produzione di Triumph or Agony, mi sono liberato di tutti gli impegni riguardanti i Rhapsody Of Fire e mi sono messo seriamente ad andare avanti sul mio solista. E’ un progetto ambizioso e necessita di tempo, adesso ce l’ho e lo sfrutto alla grande. Aggiungo che più che un mio album solista sarà un band-album in quanto sto lavorando ai brani assieme a mio fratello Manuel Staropoli e ti assicuro che ne sono molto fiero ed eccitato.

Come sei diventato metallaro?

C’è stato un momento nel quale ho scoperto un tipo di musica che non avevo mai sentito: l’heavy metal. Fino a tredici anni avevo studiato pianoforte, quindi ero immerso in tutt’altro genere. Poi vidi un clip degli Europe alla Tv, comprai The Final Countdown e subito dopo gli album precedenti. Proprio ascoltando questi ultimi sono rimasto colpito: ho provato un’eccitazione immensa, mi mettevo di notte a sentire questi vinili e un mondo nuovo mi si apriva… Successivamente sono passato a Malmsteen, Ronnie James Dio, e sempre più in là fino alla scoperta della grandi band degli anni ottanta. Gli Europe sono stai però la scintilla dalla quale è scaturito il tutto. Mi sono poi reso conto recentemente che mi mancava il “prima”: Deep Purple, Rainbow, e anche li è stato uno shock, ho realizzato che i gruppi degli anni ottanta non sarebbero mai esistiti senza Led Zeppelin, Black Sabbath, Uriah Heep.

Ti fa MOLTO onore questo: ammettere praticamente la tua ignoranza rispetto alle radici dell’hard’n’heavy che hai scoperto solamente qualche anno fa. Sai, spesso nelle interviste il musicista parte SEMPRE dicendo che ha iniziato dagli Zeppelin, Nazareth, T-Rex e solo POI è passato alle band degli eighties. Successivamente si viene a scoprire che ha poco più di vent’anni e cade miseramente alla prima domanda “mirata”…

Ma, sai, io di solito dico la verità…        

Dalle tue parti esistono ancora negozi che vendono vinile?

Pochi, molto pochi, in compenso a Trieste c’è la fiera del disco e quindi chi è interessato sa dove rivolgersi.

Nel live in Canada manca Eternal Glory… so che avete deciso di realizzare il disco quasi per caso per via della situazione contingente… ma mi chiedo comunque come faccia qualsiasi concerto dei Rhapsody of Fire a fare a meno di quel pezzo, a mio avviso il migliore della vostra discografia…

L’abbiamo sempre suonata nei primi tour, poi abbiamo deciso di eliminarla, per lasciare il posto a altri brani nuovi e non l’abbiamo mai più riproposta, anche se sono d’accordo con te che dal vivo veniva proprio bene. Probabilmente il live lo avremmo dovuto fare anni fa, con alcuni pezzi come Eternal Glory, adesso, invece, abbiamo dovuto rendere un poco più moderna la scaletta e altri brani storici sono rimasti fuori, come Land of Immortals e Warriors of Ice. Comunque mai dire mai, ogni tour ha la scaletta diversa e non escludo che Eternal Glory torni a fare parte del nostro set live.       

 

 

Situazione Rhapsody all’inizio e oggi…

Noi, come band, siamo nati dal nulla, abbiamo fatto un demo di dieci canzoni, speso un bel po’ di soldi nostri per realizzarlo, abbiamo firmato un contratto, non disponevamo di una sala prove e avevamo già un album fuori… siamo stati abbastanza sorpresi dal successo, anche se ci speravamo fortemente, e appena dopo il secondo album siamo andati in tour… L’unico rammarico che ho è che non abbiamo mai spinto il gas a dovere sull’attività live nei primi periodi. Adesso siamo in un momento d’oro: la band è affiatata e non vediamo l’ora di andare a suonare dal vivo, è una situazione completamente diversa ad esempio dalle date con gli Stratovarius o il primo headliner tour. Attualmente abbiamo proprio il bisogno fisico di suonare dal vivo, è il nostro modo di esprimerci e tutto questo è il frutto di un certo equilibrio che abbiamo raggiunto, come persone e come musicisti, anche a livello di manager e di tecnici,  avendo a che fare con persone delle quali ci possiamo fidare. E’ una situazione sia fisica che psicologica, di avvenuta maturazione.

HM italiano 2006: invidie a go-gò, esattamente come negli anni ottanta. Pare che sia cambiato purtroppo poco. Cosa avete da dire a riguardo?

Il discorso invidie, magari mi sbaglio, lo considero una cosa tipicamente italiana, anche se noi essendo a Trieste siamo un po’ fuori dal giro, che invece è molto più fervido in centro Italia, dove vive Fabio Lione. Nella penisola ci sono tantissimi musicisti validi ma di band vere, cioè di gente che riesce a lavorare bene insieme per un obiettivo comune, ce ne sono poche. Anche parlando con un insegnante di chitarra mi ha detto: sai, ho un allievo di quattordici anni che va in giro e dice “io sono il migliore in assoluto” e si dà arie. Finché si è un adolescente si può anche capire, le cose però devono cambiare quando hai 25/30 anni. Noi comunque non abbiamo contatti con nessuna band italiana in assoluto, perché essendo a Trieste siamo tagliati fuori. In passato abbiamo avuto interrazione solo con Labirynth e Eldritch. Le cose alla fine le veniamo a sapere o sui giornali o dai giornalisti stessi: noi siamo troppo impegnati seriamente al progetto Rhapsody of Fire e non ci interessano le “menate” di bassa lega.      

Avete mai avuto scazzi veri con band tricolori?

No, assolutamente no.

Cosa ti viene in mente se ti dico:

BLIND GUARDIAN – hanno inventato un genere, mi piace tantissimo Somewhere far Beyond: i primi album li adoro.

SAXON – non li conoscevo fino a un po’ di tempo fa, ho avuto il piacere di parlare con Biff, che è una persona simpaticissima, li poi ho visti dal vivo al Bang Your Head tempo addietro in Germania e mi è accaduta una cosa sorprendente: mi sono entrati in testa i loro brani anche se era la prima volta che li sentivo in vita mia! Come si deduce, mi hanno molto colpito!

NIGHTWISH –pur conoscendo Tarja di persona, non mi hanno mai attirato, anche se dal vivo sono forti, li ho visti ai festival dove abbiamo suonato anche noi come l’Heartshaker in Germania e il Monsters of Rock in Cecoslovacchia. Hanno realizzato dei grandi video, questo si. Mi ha fatto piacere che loro, da dichiarati fan dei Rhapsody of Fire, hanno poi virato su un genere più mainstream, raccogliendo più successo di vendite e facendo cose legate anche ai film in Finlandia. Adesso vedremo senza Tanja cosa succederà…

SLAYER – è un genere che non mi ha mai attratto

 

Manowar: si può tranquillamente dire, senza paura di smentite, che li conosciate più che bene, visto che, oltre a essere nella stessa scuderia, suonate parecchio insieme. Descrivili uno per uno dal tuo punto di vista:

ERIC ADAMS – è forse il più simpatico della band: molto aperto, socievole, sempre sorridente, pieno di energia, dà tutto sul palco…

JOEY DI MAIO – un fanatico del lavoro, il più grande lavoratore in ambito musicale che abbia visto in vita mia, crede in modo totale in quello che fa, non è una farsa o teatro, quello che lui dice e fa lo vive sulla pelle, nel sangue. Non è finzione, è tutto vero. Ovviamente gli piace anche divertirsi e certi eccessi fanno parte della sua persona 

SCOTT COLUMBUS – la palma della simpatia va anche a lui, Eric è simpatico però, essendo il cantante, si espone un po’ meno, per mantenere la voce, mentre Scott “sbraga” molto di più. L’ho frequentato parecchio durante la mia parentesi americana e nella vita è come in tour: se stesso. Devo proprio dire che Joey ha avuto una gran fortuna trovare delle così brave persone all’interno della band. 

KARL LOGAN – molto professionale, riservato come carattere, tranquillo. Poi però esplode sul palco… ah,ah,ah!

 

Hai mai incontrato Ross The Boss?

Si, all’Heartshaker in Germania, quando i Manowar hanno fatto lo show di tre ore nel quale c’erano tutti gli ex membri della band.

Da fan sicuramente te li aspettavi come degli semi dei, adesso che li conosci di persona che impressioni hai ricavato?

Da ragazzino andavo fino a Milano con gli amici in treno per gustarmeli dal vivo, adesso che ci lavoro fianco a fianco, ogni tanto ripenso a quei momenti, e mi stupisco ancora…

Qual è il disco dei Manowar che ti piace di più?

Sono stagionale, i Manowar e Malmsteen li ascolto più che altro in inverno, nel periodo estivo prediligo i Virgin Steele. Dei Manowar apprezzo molto i loro primi album, quelli che sentivo da ragazzo.

Hai mai ricevuto offerte per entrare in qualche band straniera?

No, forse anche perché fin dalle prime interviste abbiamo dichiarato che non ci interessava cimentarci in cover di altri gruppi. In senso buono abbiamo sempre rilasciato interviste a la Manowar, cioè di musicisti concentrati solo sulla nostra band.

Voi siete, insieme ai Lacuna Coil, l’unica band nella storia dell’HM italiano che ce l’ha fatta sul serio. In che rapporto siete con loro?

Nullo… ho avuto modo di incontrare Cristina qualche anno fa, quando non erano ancora famosi… non abbiamo nessun rapporto con loro anche se io auguro del bene a qualsiasi band, poi i Lacuna Coil hanno fatto estenuanti tour in America e si meritano tutto il successo che hanno raggiunto. Comunque più che a raggiungere il successo è più difficile mantenere e costruirsi una carriera.

Parliamo ora del nuovo album Triumph or Agony: i brani che più mi hanno impressionato del promo che ho ricevuto sono Old Age of Wonders, The Myth of the Holy Sword, Il Canto del Vento, Silent Dream e Son of Pain. Questi secondo me sono i brani di caratura superiore… il resto sono i classici brani a la “Rhapsody”… cosa pensi di questa mia esternazione?

Io ovviamente sono legato a ogni pezzo, anche se devo dire che mi piace molto Bloody Red Dungeons, perché insieme a The Myth of the Holy Sword è uno dei primi due veri mid tempo che abbiamo creato, per cui mi piace l’idea di come verranno suonate sul palco.

 

  

Nella foto: Triumph or Agony, uscito il 25 settembre 2006 

 

Quella che alla fine sento di più è Il Canto del Vento…

Si, è un brano di Fabio, che è molto contento che sia stato incluso nel nuovo album e sarà soddisfatto quando leggerà la nostra intervista… ah,ah,ah!  

In che misura ha influito Sasha Paeth nella produzione?

Mah, i veri produttori siamo io e Luca, Sascha è co-produttore… pensa che ai tempi di Legendary Tales, se fosse stato per lui, non ci sarebbe stato nemmeno un pezzo di doppia cassa! Sasha è un mago della fase di mix, e non potremmo chiedere di meglio in quel contesto: riesce veramente a far sbocciare il meglio da ogni brano!

Che ruolo ha Susannah York in Triumph or Agony?

Ha un ruolo di narratrice, come Cristina Lee e altri attori bravi che lavorano in teatro: tutti insieme hanno dato vita a dei dialoghi meravigliosi.

Stessa domanda per Christopher Lee… 

Fa il narratore anche lui…

Nel brano Old Age of Wonders, se non erro, c’è una voce femminile, di chi è?   

E’ la stessa ragazza che cantò in Forest of Unicorn, si chiama Cinzia Rizzo, è un’italiana che vive in Germania, ha un tocco molto gentile come voce e abbiamo voluto riproporla. 

Farete qualche videoclip con brani tratti dal nuovo album?

Per il momento non è previsto nessun videoclip, poi vedremo come va l’album, sarà la casa discografica a decidere se c’è qualche brano che può avere un potenziale maggiore. Poi, diciamoci la verità, il video lo fanno le band che hanno i soldi  che avanzano oppure quelle che ci puntano realmente come i Nightwish. Noi abbiamo speso l’impossibile per la produzione di Triumph or Agony e non ce la sentiamo di investire in un video che viene poi passato un paio di volte sui canali tematici e tutto finisce lì.

Come definiresti Triumph or Agony rispetto agli altri album precedenti?  

Una diversa forma di epico in quanto ci sono canzoni veloci alternate a mid tempo, questa è la differenza. L’idea è maturata dopo l’esperienza dal vivo che abbiamo acquisito, sul palco i pezzi veloci tendono a venire soffocati dalla doppia cassa a 180, per cui alla fine è un gran casino, a meno di avere un impianto di alta fedeltà, cosa purtroppo rara. The Village of Dwarves ha sempre caricato di più l’audience rispetto ai pezzi veloci, per questo abbiamo voluto dare più respiro al songwriting nel nuovo album.

Ho visto che farete una dozzina di date live insieme ai Manowar fra novembre e dicembre prossimi (Grecia, Repubblica Ceca e Germania) ed è già schedulata la vostra presenza al Gods of Metal 2007, precisamente il 9 giugno. Suonerete al Gods da soli o ci saranno anche i Manowar come headliner? Te lo chiedo perché per i Manowar è nata una polemica a riguardo fra il oro sito ufficiale e la Live…

Non so niente di ‘sta cosa del Gods, sono rimasto a quanto ero al corrente prima di questa diatriba: Manowar headliner e noi presenti nel bill… di più non ti so dire, mi spiace.

Nessuna altra data in Italia?

Si, vorremmo farne, ma siamo un po’ legati al pacchetto Manowar, che tra l’altro ci permette comunque di suonare un’ora e un quarto, rispetto alla media di altre realtà dove ci si ferma a soli quarantacinque minuti. Siamo molto riconoscenti ai Manowar per questo… comunque all’inizio del 2007 ci saranno tantissime date con loro in Europa e molti festival estivi, spero che vi siano anche date in Italia, dove ovviamente abbiamo tantissima voglia di esibirci. Appena finito questo tour con i Manowar faremo comunque il nostro da headliner e lì l’Italia non mancherà di sicuro!

Vai ancora ai concerti in qualità di ascoltatore? Nel vero senso della parola però: prendi la macchina e via, non intendo all’interno di festival dove suonate anche voi.  

L’ultima volta che l’ho fatto è stato per gli Europe, a Milano, poi però ero nel backstage .. quindi non proprio come spettatore normale… anche se tante volte vorrei farlo e mi piacerebbe ma non è sempre possibile. Se c’è qualcosa che mi interessa mi muovo volentieri, come Malmsteen a Venezia oppure ai festival, mai lì ho il pass… mi piace incontrate i fan, ovviamente, ma quando voglio godermi un concerto vorrei farlo a tempo pieno e, nel  pit, questo non è possibile… 

Download da internet… per molti il vero killer delle band… 

Ho un’opinione mia ma forse non rispecchia la realtà dell’HM: diciamo che informazioni ricevute dall’ambiente musicale mi dicono che per band heavy metal del nostro livello il downoload non rappresenta nessun tipo di problema. Lo scarico da internet per l’industria discografica è dannoso per quanto riguarda il pop, non per gruppi come noi, che curano minuziosamente il packaging, con edizioni speciali e limitate. Penso che la cosa più grave, qui in Italia, in generale, sia il prezzo dei Cd: adesso per prenderne uno devi sborsare 22,50 Euro, quando in Germania costa solo 16 e in Usa 13/14 dollari.   

Acquisti riviste cartacee HM?

Ne compravo a tonnellate, ne prendevo una ogni settimana. Da quando sono sparite dai giornali tutte le band che mi interessavano non ho più comprato niente. Mi ricordo copertine con Malmsteen, Van Halen etc etc. Poi c’è stato l’avvento del nu metal, che non mi ha mai attratto per nulla, e su tutti i giornali che di solito compravo mi rendevo conto di non conoscere nessuno e di sfogliarli soltanto, senza il minimo di eccitazione, fondamentale in questi casi. Mi sono completamente distaccato da loro per mancanza di interesse e le ho acquistate solo se appariva un nostro servizio o una nostra recensione. Stesso discorso per i giornali specializzati stranieri, non solo italiani, sia ben chiaro!     

Secondo alcune teorie, in futuro esisteranno solo webzine HM e la carta stampata è destinata a morire. Cosa pensi in merito?

Penso che i magazine non siano destinati a morire, sarebbe come dire che l’intero mondo dei fumetti finisse da un momento all’altro, tra l’altro spesso interconnesso con l’HM per affinità, e non lo credo possibile. Magari il parco riviste cartacee si ridurrà e solo quelle migliori sopravvivranno, ma rimarranno di sicuro.

Ok, ho finito, chiudi come vuoi l’intervista…
 
Speriamo di poter suonare in Italia il prima possibile perché ci dispiace aver potuto dimostrare solo all’estero la band che siamo diventata in questo momento…

Grazie Alex, è stata una chiacchierata lunga ma interessante…

Grazie a te Steven, è stato un piacere anche per me.

 

Stefano “Steven  Rich” Ricetti