Intervista Wicked Asylum (tutta la band)

Di Roberto Castellucci - 11 Novembre 2021 - 8:30
Intervista Wicked Asylum (tutta la band)

Dopo aver pubblicato la recensione dell’album “Out Of The Mist” e aver diffuso il live report del concerto del 31/07/2021 con Kalidia e False Memories, TrueMetal.it ha raggiunto le Wicked Asylum per un’intervista ricca di curiosità e approfondimenti. Buona lettura!

Intervista a cura di Roberto ‘Bob’ Castellucci

Ciao ragazze, bentornate fra le pagine di TrueMetal.it! Come primo argomento devo necessariamente affrontare la ripresa dell’attività live, considerando la Vostra partecipazione al Raduno di We Fuckin’ Rock a Cembra il 9 Luglio e soprattutto dopo l’elettrizzante serata del 31 Luglio al Legend di Milano (serata che mi ha visto come fortunato spettatore, tra l’altro). Insomma, com’è stato tornare a esibirsi dal vivo dopo un anno e mezzo di stop ai concerti? Vi spoilero già che per noi fans è stata una gran figata!

Wicked: è stato veramente surreale, come se ci avessero detto “domani andate sulla Luna”, e allo stesso tempo come andare in bicicletta, una volta esaurita l’ansietta pre live, è stato come se non fosse passato neanche un giorno. Una sensazione unica.

Riportiamo l’intervista su binari più consueti: ci raccontate un po’ della Vostra storia, a beneficio nostro e soprattutto di chi ancora non Vi conosce? Quando, come, dove e perché sono nate le Wicked Asylum?

Wicked: le Wicked sono nate a Como nel Febbraio 2009 da Banshee e la prima bassista in formazione, Mary. Entrambe avevano avuto brutte esperienze nell’essere le uniche ragazze in una band e così decisero di ribaltare i numeri, fondandone una di sole ragazze. Fu una sfida, anche perché avevano 15, 16 anni e trovare i membri del gruppo non fu semplicissimo. L’ultima a essere trovata fu Viola, la batterista.

Ascoltando il Vostro album, “Out Of The Mist”, e soprattutto guardandoVi suonare dal vivo ci si accorge subito che la Vostra musica è pesante, rocciosa, granitica,…per farla breve, ragazze, picchiate come fabbri, tanto per usare un’espressione suggeritami da Veronica mentre chiacchieravamo nel dehor del Legend, poco dopo il concerto. Come definireste il Vostro stile musicale? Quali artisti, generi e/o sottogeneri individuate come maggiori fonti di ispirazione?

Banshee: eh, bella domanda! Un mix di Heavy Metal, NWOBHM, Alternative Metal e forse anche un pizzico di Groove qua e là. Ognuna di noi probabilmente ti citerà artisti e generi differenti, che probabilmente è il motivo per cui mi piace così tanto il risultato finale della nostra musica. Io posso dirti che ci trovo qualcosa di Kobra and the Lotus, per esempio, tanto che Kobra Paige è una delle mie ispirazioni vocali oltre che umane. Ma questa è un’altra storia.

Chiara: sono d’accordo, l’essere tutte diverse tra di noi per tanti aspetti, non solo nella musica, rende il prodotto particolare e difficile da inquadrare in un solo genere. Questo ci permette di imparare suonando le nostre stesse canzoni perché magari in ciascuna c’è qualcosa che ancora non ascoltavamo. Io ascolto di tutto, anche generi metal non affini, ma ci sono gruppi che rimangono i miei pilastri come Alcest, Trivium, Epica e Iron Maiden.

Viola: Penso che il fatto che ascoltiamo sottogeneri diversi sia il nostro punto di forza a livello di composizione, per questo immagino che ogni futuro album che verrà sarà una scoperta anche per noi stesse. A tal proposito trovate delle interessantissime playlist su Spotify chiamate “Wicked Roots”, “Luna’s Mix”, “Cioppa’s Mix”, “Roby’s Mix”, “Chiara’s Mix”, “Banshee’s Mix” dove potrete farvi un’idea di cosa caratterizza i nostri singoli ascolti. Per quanto mi riguarda troverete Lamb of God, Gojira, Harakiri For the Sky, Vektor, per citarne alcuni.

“Out Of The Mist” è il Vostro primo e finora unico full-length. Quali tematiche avete voluto far emergere dalla nebbia, veicolate tramite i testi delle Vostre canzoni?

Banshee: ce ne sono parecchie, dalle più “scontate” come l’amore non corrisposto di ‘Sun Will Rise’ o l’odio più profondo di ‘Choke and Die’, alle più forti e seriose, ovvero il disturbo bipolare di ‘Split’ e la dipendenza dalle droghe di ‘Threnody’. Sia sul mio Instagram (banshee_wicked) che su quello della band (wickedasylum_official) sono stati fatti degli approfondimenti sui testi, per chi fosse interessato. Peraltro, vi faccio uno spoiler: abbiamo intenzione di fare anche una serie video dedicata proprio alle lyrics dell’album. I testi sono “le mie creature” e amo disseminarle di significati nascosti intrecciati tra le canzoni, oltre a inserire citazioni e metafore difficili da dipanare se non si conosce il mio modo di scrivere.

Su YouTube possiamo ammirare i bei videoclip dei brani “Split” e “Threnody”: ci si rende subito conto di trovarsi davanti a contenuti molto curati, differenti dai filmati che si limitano a immortalare i musicisti mentre fanno finta di suonare in luoghi male illuminati e/o selvaggi. Potete aiutarci a comprendere più a fondo le immagini e le metafore a cui assistiamo? Anche qualche indiscrezione dal backstage è bene accetta, dal momento che vi possiamo ammirare sia nelle vesti di musiciste che in quelle di attrici protagoniste…

Wicked: in primis, dobbiamo ringraziare il regista che ci ha seguite in tutti i videoclip che vedete online, Luca Gatti: il suo immaginario si sposa così perfettamente con il mood del pezzo che deve andare a rappresentare, che ogni volta riesce a stupirci nonostante ci conosciamo da quasi una decade.

Banshee: Tornando alla tua domanda, in “Split” volevamo rappresentare le diverse sfumature di un disturbo di cui si parla poco o niente, per non dire mai, ovvero il disturbo bipolare. Ognuna di noi è una fetta della personalità che prima pare riuscire nel suo intento (il clown, la parte divertente, fa il suo show, l’acrobata si annoda sui suoi teli, la direttrice ha la situazione sotto controllo, la domatrice di leoni i suoi animali in pugno…), per poi fallire miseramente nella seconda parte del video, esattamente come noi mentre suoniamo, che ci spegniamo pian piano. Le voci che si sovrappongono alla fine sono tre diverse parti recitate, una positiva, una negativa e una nel mezzo, di transizione, a rappresentare le fasi di disturbo.

“Threnody”, invece, è semplice come lo vedete: io e mio fratello, in un confronto altamente emotivo che ci ha realmente ridotti in lacrime, ben difficili da fingere. La chiave sta nel testo, nella nostra storia familiare, nella forza di uscire insieme dalle situazioni più difficili di tutte. Vi dico solo che dopo aver girato quel video mi sono sentita lo stomaco sottosopra per giorni.

Viola: Fare dei videoclip con le Wicked Asylum è tra le cose che più mi diverte al mondo e non sto scherzando. È fonte di un’assoluta libertà creativa che si amalgama con quella di Luca, che ha la funzione di mettere in pratica attraverso la sua infinita conoscenza del mestiere ciò che ci passa per la testa. La cosa bella è che non smorza mai le nostre idee folli, ma le asseconda e spesso ci mette un po’ di pepe in più (un mito <3). C’è da aggiungere che essendo sempre protagoniste, fare i video risulta sempre super divertente.

Qualche curiosità dal backstage tra le più belle: il vento finto di “In My Soul” creato con il soffiatore a benzina, in “Split” il tentativo riuscito male di incendiare le bacchette e quello di far entrare uno specchio gigantesco nel baule della macchina riuscendoci solo segandone un pezzo con un traforo e un coltello, per “Silent Watchers” ce ne sarebbero a migliaia, ma mi limito a dare l’importanza che merita alla crema nera preparata da Banshee e infilata nei muffin, utile a simboleggiare per noi tutto lo schifo che esce dalla società. Alla fine di ogni videoclip girato, comunque, eravamo sempre distrutte dalla stanchezza, ma con l’adrenalina a 1000.

Cosa bolle in pentola in casa Wicked Asylum? Ci sono concerti programmati per il prossimo futuro? Qualche attività sui social degna di nota? E soprattutto, state già iniziando a produrre qualche nuovo pezzo in vista di un futuro secondo album?

Banshee: c’è qualcosa, ma ancora non possiamo dire nulla! Purtroppo il numero di date è esiguo dato il periodo, e noi stesse selezioneremo solo quelle che possano essere sensate per la promozione del nostro “Out of the Mist”. Sui social, come dicevo prima, ci sarà la serie sulle lyrics, ma non sappiamo ancora quando comincerà. Per quanto riguarda invece nuovi pezzi, stiamo lavorando su qualcosa di nuovo, da parte mia ho già parecchi testi pronti e il mood del prossimo album sarà probabilmente molto più dark e introspettivo.

Chiara: oltre all’approfondimento sui testi già accennato, sulle nostre pagine social raccontiamo le Wicked Asylum a tutto tondo. Cerchiamo di promuovere molto gli eventi, anche creando dei gadget o delle attività ad hoc, ci piace postare foto dei nostri fans o degli artwork che ci regalano e raccontare la relazione che siamo riusciti a costruire con loro e che cerchiamo di instaurare anche sui social; non ci piace solo mostrare il prodotto finale, ma far capire a chi ci segue o a chi si approccia ai nostri profili per la prima volta tutta la dedizione e l’energia che mettiamo nel nostro lavoro.

Siamo giunti alla fine della nostra chiacchierata. Nell’attesa di incontrarci nuovamente in occasione di qualche data live, volete rivolgere un saluto ai Vostri fans e a tutti i frequentatori di Truemetal.it?

Wicked: Grazie per aver letto tutta questa bella chiacchierata! Se non l’avete già fatto, spero che vi abbia incuriositi abbastanza da farvi ascoltare il nostro “Out of the Mist”. Vi aspettiamo sui nostri social (ci trovate su Facebook, Instagram, YouTube e Twitter) e sul nostro sito ufficiale, www.wickedasylum.com, dove potete anche trovare tutto il nostro merch, compreso il CD. Supportiamo l’underground!

Ringraziamo e salutiamo a nostra volta le Wicked Asylum per il tempo che ci hanno concesso. Buon ascolto a tutti!