Thrash

Intervista Xenos (Ignazio e Giuseppe)

Di Andrea Bacigalupo - 24 Giugno 2021 - 8:30
Intervista Xenos (Ignazio e Giuseppe)

Nuovo album, nuova intervista.

Ignazio Nicastro e gli Xenos sono ospiti fissi di TrueMetal.it. D’altronde, non potevamo non fare due chiacchiere con loro vista l’uscita di ‘The Dawn of Ares’, nuova creatura della band.

Salve ragazzi come state?

Ignazio: tutto ok, sempre di corsa…

Giuseppe: idem come sopra, ahahaha.

 

Allora, a gennaio 2020 gli Xenos esordivano con ‘Filthgrinder’ e si preparavano a fare scorribanda nel territorio italico (aprendo, tra l’altro, la seconda giornata dello Shock Metal Fest di Camporosso); poi ‘bocce ferme’, è arrivato il fantomatico coronavirus. Questo non vi ha fermato dal produrre: prima la cover di ‘Raining Blood’ e a seguire il vostro secondo album ‘The Dawn of Ares’.

Come è stato comporlo in questa nuova situazione, mai vissuta prima, dove sono stati stravolti tutti i caratteri sociali e, forse, le fonti d’ispirazione?
Ignazio: la merdosissima pandemia ha davvero sconvolto in modo radicale le nostre vite quindi, ovviamente, anche gli aspetti legati alla musica ne hanno risentito moltissimo. La composizione di “…Ares” è comunque avvenuta in maniera abbastanza lineare, anche perché il tempo per stare a casa non è di certo mancato. L’album è molto più oscuro rispetto a “Filthgrinder”, il quale era già abbastanza intriso di una vena e di una carica negativa notevole dato il periodo che personalmente stavo attraversando durante la sua composizione.

Comporre “…Ares“ è stata come una sfida per me. Penso sia il miglior album che io abbia mai co-composto, il più maturo, il più ispirato e senza dubbio quello che più mi rappresenta. Su “…Ares” ho riversato tutto ciò che ho imparato negli anni, le mie emozioni, le mie esperienze e, comporlo in una situazione drammatica come quella odierna, paradossalmente, ha fatto si che l’album suonasse ancora più violento.

 

Personalmente ho trovato il nuovo album sempre molto bellicoso, ma più ‘sofisticato’ di ‘Filthgrinder’, con un maggiore bilanciamento tra un potente Heavy classico ed il Thrash Old School. Cosa ci dite?

Giuseppe: La composizione di questo album è partita con un obbiettivo ben preciso, cioè evolvere il nostro sound muovendoci in una direzione più matura. Le nostre influenze Old School sono chiaramente persistenti, però questa volta abbiamo deciso di metterci un po’ al passo coi tempi.

Senza nulla togliere all’istinto nudo e crudo che ci caratterizza, abbiamo deciso di andare alla ricerca di dettagli più sopraffini, studiando attentamente le strutture dei brani e sviluppando progressioni armoniche in grado di arricchire e, al contempo, esaltare la componente viscerale delle prime bozze.

Senza nulla togliere alla granitica sezione ritmica, parlatemi un po’ del lavoro di chitarra.

Giuseppe: Che dire, è stato sicuramente molto divertente! Una bella sfida devo dire, però è stato un lavoro anche abbastanza fluido. La maggior parte dei brani è nata partendo dai riff di basso. Una volta registrati, ho ricevuto le bozze da Ignazio ed ho cominciato a lavorarci su.

Può sembrare strano pensare di far nascere questa tipologia di brani partendo solo dalla linea di basso, però posso dire che per me è stato un lavoro quasi naturale, in quanto è il genere con cui sono cresciuto.

Ogni tanto magari tendo a strafare, cercando di infilare “shreddate” in ogni spazio che trovo, però questa volta ho cercato di “servire la canzone”. Questo mi ha portato alla composizione di piccole sezioni che servono a slanciare i brani e non, invece, ad appesantirli (nel senso negativo del termine), un lavoro che penso mi abbia fatto crescere parecchio musicalmente.

Ignazio: per lui è stato divertente per me un po’ meno, soprattutto quando do dovuto imparare le parti che ha modificato in corso d’opera. Parti allucinanti, ho avuto male al polso per giorni, ahahahaha.

 

Come avvengono le registrazioni e le prove in tempo di pandemia?

Giuseppe: Le prove purtroppo sono decisamente problematiche, però cerchiamo di farne il più possibile. Ci prepariamo per bene singolarmente, in modo da sfruttarle al meglio.

Per quanto riguarda le registrazioni, invece, non possiamo lamentarci. Io registro le chitarre nel mio studio, dove mi occupo anche del missaggio. Ignazio e Danilo, invece, registrano in degli studi a loro vicini e poi mi inviano le tracce.

 

L’oscura copertina mostra un volto, od una maschera. Le cover dei vostri album non sono disegnate a caso. Cosa ci vogliono dire gli Xenos attraverso essa? Chi è l’autore?

Ignazio: è opera di un artista polacco che si chiama Marius Siergiejew (www.noistromo.com) e penso sia la perfetta rappresentazione della nascita del dio della guerra. E’ un’opera che si adatta perfettamente al mood del disco e, guardandola mentre si ascolta l’album, sembra di esser catapultati al suo interno. Una sensazione fortissima.

Come vi siete trovati a lavorare con Iron Shield?

Ignazio: conosco Thomas da diversi anni ma i contatti hanno iniziato a farsi più frequenti già dalla pubblicazione di ‘Filthgrinder’. Diciamo che ci corteggiavamo reciprocamente già da un po’, così, quando “…Ares” è stato completato non ho esitato a farglielo ascoltare. Thomas è una persona disponibilissima con una cultura musicale ed una preparazione davvero incredibili. Crede nelle sue band e fa di tutto per dar loro il meglio.

 

Veniamo ai testi: ‘The Dawn of Ares’ è un concept, oppure è composto da singole storie?

Ignazio: non è un concept anche se la guerra è comunque l’argomento portante delle tematiche trattate. Per la stesura dei testi ho lavorato diversamente rispetto al passato, infatti la maggior parte di essi sono nati prima delle musiche e sono stati quindi adattati successivamente. E’ stato strano lavorare così, anche abbastanza faticoso, ma il risultato mi piace moltissimo.

 

In particolare, di cosa parlano la Title-Track e ‘Still to the Front’ (confesso … la mia preferita)?

Ignazio: a livello musicale la title track, il brano più ambizioso che io abbia mai composto, si divide in due parti, divise, appunto, da un arpeggio centrale. La prima parte, a livello testuale narra della nascita del dio della guerra,  è appunto Ares che si presenta al mondo come “god of warmachines”. La seconda parte invece è una sorte di un’ode ad Ares, con la quale si tesse la sua potenza e si narrano le sue gesta.

Still to the Front” parla di un soldato costretto a tornare al fronte luogo in cui deve nuovamente affrontare i suoi demoni. La narrazione viene fatta attraverso gli occhi di un uomo affetto da PTSD, che rivede la morte dei compagni, sentendo il terrore aumentare quando il sole inizia a tramontare. Il brano si apre con un dolce arpeggio ma è uno dei più pesanti del disco probabilmente grazie al suo incedere marziale. Adoro letteralmente il bridge “passion in life, passion in death, follow the orders until your last breath…” ed il fantastico assolo di chitarra.

 

Anche su ‘Dawn of Ares’ ci sono due importanti ospiti. Come è nata e come si è svolta la collaborazione?

Ignazio: Conosco Tony Dolan da tanto ormai, è uno dei miei cantanti preferiti. La sua voce ruvida, spigolosa e catramosa è davvero fenomenale. Ho chiesto al nostro tour manager di fare da tramite dato che, da quanto ne so, è da un po’ che Tony non fa il guest. Fortunatamente, una volta ascoltato il brano, ha subito accettato ed il risultato è devastante. Per quanto riguarda Josh Christian, beh, è un chitarrista straordinario ed i dischi dei Toxic ne sono la prova. L’ho contattato io stesso via Facebook, e dopo un po’, ha accettato. Era molto impegnato con la sua band, quindi la cosa ha richiesto del tempo. Alla fine, anche in questo caso, il risultato è stato incredibile.

 

Avete già fatto programmi futuri, per quanto possibile ovviamente?

Ignazio: stiamo pianificando le prossime date dal vivo, speriamo di cuore di poter tornare a calcare i palchi al più presto. Per quanto riguarda il terzo album in studio, beh, abbiamo già completato i demo di quasi 9 nuovi brani, quindi il materiale su cui lavorare c’è eccome. Adesso però è tempo di omaggiare Ares e di portarlo su più palchi possibile.

 

Concludiamo ringraziando Ignazio e Giuseppe per la loro disponibilità e lasciamo a loro i saluti ai lettori di TrueMetal.it.

Ignazio: grazie di cuore a te Andrea ed a tutto TrueMetal.it per il prezioso supporto che ci avete dato nel tempo. A presto.

Giuseppe: A presto, grazie mille per il supporto.

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