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Judas Priest: Rob Halford, “Dopo 50 anni ad urlare me la cavo ancora”

Di Davide Sciaky - 18 Aprile 2025 - 12:32
Judas Priest: Rob Halford, “Dopo 50 anni ad urlare me la cavo ancora”

Il cantante dei Judas PriestRob Halford, ha parlato in una recente intervista con la radio cilena Radio Futuro dell’ultimo album della band, “Invincible Shield“:

È un disco straordinario. Non c’è nessun altro gruppo Metal che faccia musica che sia una vera e propria affermazione come quel disco. E noi portiamo con noi questo tipo di filosofia. Pensiamo sempre al modo migliore per rappresentare i Judas Priest in questo particolare momento, perché proprio di recente abbiamo celebrato il 50° anniversario dell’album di debutto dei Priest, “Rocka Rolla”, uscito nel 1975, ed eccoci qui, decenni dopo, con “Invincible Shield” e tutta quella sfilza di tesori che sono gli album venuti nel mezzo. Cerchiamo sempre di fare il miglior Metal possibile, e credo che questa sia una frase che ormai ogni band dice, ma è proprio quello che si dovrebbe dire. In termini di songwriting, performance, attitudine dei ragazzi e produzione, “Invincible Shield” è stato probabilmente l’affermazione più vicina a “Painkiller” che io ricordi.

Halford ha parlato dello storico duo di chitarristi della band, K.K. Downing e Glenn Tipton, il primo ritiratosi dalla band nel 2011 e il secondo che nel 2018 ha abbandonato l’attività live dopo una diagnosi del morbo di Parkinson:

Glenn è un uomo straordinario. Il Parkinson è un morbo crudele, soprattutto per i musicisti, in particolare per i chitarristi che hanno bisogno di usare le mani, perché il Parkinson toglie loro questa abilità. Grazie a Dio, i suoi bellissimi assoli e la sua abilità chitarristica vivranno per sempre con il lavoro che ha fatto per i Judas Priest, da “Rocka Rolla” fino al lavoro che ha fatto su “Invincible Shield”.

Per quanto riguarda il rapporto con K.K., si potrebbe fare questa domanda a qualsiasi band che ha avuto cambi di lineup. Lo ripeto, penso che il ruolo di Ken, il posto di Ken nei Priest sia un punto fisso, con le sue capacità chitarristiche e con e le canzoni che ha scritto con Glenn e con me. Quindi, gli auguro tutto il meglio. Auguriamo sempre a tutti coloro che intraprendono un’avventura di fare altre cose interessanti. Non si può essere arrabbiati per questo. Non si può essere amareggiati. È come immettere veleno nel proprio sistema. Devi lasciar perdere.

Il cantante ha poi lodato la formazione attuale della band:

Richie [Faulkner, chitarrista dei Priest] è arrivato quando è arrivato e sta facendo un lavoro straordinario, realizzando “Redeemer Of Souls”, ‘Firepower’ e ora “Invincible Shield”, accanto al Dio del basso. Ian [Hill, bassista dei Priest] suona alla grande e con la stessa forza e potenza di sempre, supportato dalla sezione ritmica di Scott [Travis, batterista dei Priest], che sta ancora tirando fuori grandi cose con performance di batteria metal. Nei Judas Priest c’è una meravigliosa collezione di musicisti metal di altissimo livello.

Anch’io cerco ancora di fare del mio meglio con la mia voce. Ci sono cose che non posso più fare perché ho urlato a pieni polmoni per oltre 50 anni. Ma penso che con l’incoraggiamento che ricevo, il sostegno e l’amore che ricevo dalla band e soprattutto dai fan, riesco ancora a cavarmela.
Quindi, sì, è bello essere filosofici e parlare così dei Priest. La sintesi di tutto questo è che quando ci vedrete all’opera tra qualche settimana sul palco, vedrete tutte le cose di cui ho appena parlato al massimo livello. Le band parlano sempre della loro musica, ed è importante farlo, ma la vera prova delle tue capacità si ha quando sei sul palco. Ecco perché dobbiamo tornare e dimostrarvi che i Priest sono tornati e che i Priest spaccano ancora.

I Judas Priest saranno in Italia per un’unica data quest’estate, il 2 luglio a Ferrara.