Intervista Shiraz Lane (Miki Kalske)

Quattro chiacchiere con Miki Kalske, chitarrista dei finlandesi Shiraz Lane, gruppo con il quale ha da poco pubblicato il quarto disco in carriera, “In Vertigo“…
Intervista a cura di Fabio Vellata

Ciao Miki, sono Fabio Vellata di Truemetal.it, grazie per avermi dedicato il tuo tempo.
A proposito, congratulazioni per il nuovo album, come sempre piacevole e pieno di belle canzoni.
Come è nato “In Vertigo”? Qual è stata l’ispirazione che vi ha spinto a creare i brani?
Abbiamo condiviso una visione collettiva di adottare un approccio più contemporaneo e diretto durante il processo di scrittura. I primi brani come Dangerous hanno davvero segnato la direzione per il resto dell’album. L’ispirazione e i temi provengono sia da esperienze personali che da idee più concettuali che volevamo esplorare.
In che modo quindi, le esperienze di vita, gli eventi personali o globali, influenzano il vostro songwriting? Ci sono brani in questo nuovo CD che sono stati creati con questo in mente?
Scrivere canzoni è sempre un’esperienza personale. Durante il processo si cerca di incanalare le proprie emozioni e il proprio stato d’animo nella musica. Gli eventi globali hanno un impatto e sono rappresentati al meglio in canzoni come Bullshit e Babylon.
Sembra che il vostro sound si sia spinto verso uno stile leggermente più moderno. Come si è evoluto il vostro processo creativo nel corso degli anni e quali sono stati i fattori trainanti di questa evoluzione?
Con questo album, il processo creativo fondamentale si è spostato dalla nostra sala prove al lavoro prevalentemente in studio. Questo ha dato il via all’implementazione di un paesaggio sonoro più moderno e ci ha permesso di perfezionare al massimo i brani. Il fattore trainante è stato realizzare il miglior album possibile…
Dammi una definizione semplice di “In Vertigo”…
In Vertigo è essenzialmente uno stato di disorientamento o una sensazione di perdita di controllo. Il titolo dell’album deriva da un verso del testo di The Ray of Light. Inoltre, se lo abbreviassi in “I.V.”, fa riferimento al nostro quarto album!
Una volta terminato il lavoro, eri completamente soddisfatto o avresti cambiato qualcosa?
Beh, la parte più difficile nel realizzare un disco è sapere quando lasciarsi andare e accettare che è finito.
Ma dopo la fase di mastering, tutto suona solido: siamo orgogliosi del risultato finale…
Dopo il vostro precedente CD autoprodotto nel 2022, siete tornati con Frontiers Music. Cosa ha spinto questo ritorno?
Frontiers Music è attualmente una delle etichette rock più dedicate e dinamiche a livello mondiale, quindi è stato naturale unire le forze per creare di nuovo qualcosa di grandioso insieme…

Venite da una nazione molto prolifica in campo rock e metal. In che modo il vostro background culturale ha influenzato la vostra musica?
È difficile da misurare, perché la cultura è una parte così importante di ciò che sei: non puoi davvero separarti da essa. Immagino che la nostra musica tenda naturalmente a un sound “occidentale”, proprio per via delle nostre origini e di ciò con cui siamo cresciuti.
E quindi in che modo pensi che la musica del tuo Paese abbia influenzato il tuo sound?
La musica finlandese tende ad affidarsi alla malinconia. È un aspetto culturale unico impresso nel nostro DNA, che rende la nostra musica soul e distintiva.
Che ruolo giocano i produttori, gli ingegneri del suono e gli altri membri del team nel tuo processo creativo?
Il nostro produttore, Per Aldeheim, ha avuto un ruolo fondamentale nel dare forma a “In Vertigo”. È stato coinvolto in tutto, dalla scrittura dei brani alla produzione in generale, spingendoci sempre a tirare fuori il meglio di noi stessi e a dare il massimo per i brani. Il mixaggio di Rami Nykänen e il mastering di Ted Jensen hanno davvero portato tutto a un livello superiore. Hanno dato all’album la sua rifinitura e potenza finale.
Quali strumenti, software o software ritieni essenziali nella tua scrittura?
Per me, la cosa più importante nella scrittura di canzoni è catturare quell’idea iniziale su cui poi costruire.
Devi essere completamente concentrato, lasciare fluire la tua immaginazione e avere uno strumento tradizionale con cui esplorare. Anche software come Logic Pro e Guitar Pro sono ottimi strumenti per sviluppare idee e trasformarle in brani completi.
Se dovessi descrivere la tua musica usando i nomi di tre artisti che ti hanno influenzato, chi sarebbero?
Direi…Dire Straits, Bon Jovi e Guns N’ Roses…
Siete una delle poche band sulla scena che ha sempre mantenuto la stessa formazione fin dagli esordi. Come riuscite a mantenere la giusta alchimia tra di voi? Siete molto amici? Vi vedete molto anche al di fuori della band?
Nel corso degli anni, siamo cresciuti fino a lavorare come un’unità. Come in ogni relazione, ci sono alti e bassi, ma l’alchimia è innegabile. Ci descriverei come fratelli: ci sosteniamo a vicenda nella vita, il che è fondamentale per il funzionamento della band. Restiamo uniti e sì, ci piace anche trascorrere del tempo insieme al di fuori degli impegni della band.
Qual è l’esperienza emotiva più profonda che abbiate mai vissuto creando o suonando musica insieme?
Per me, è quella sensazione di scoperta quando si crea qualcosa di nuovo, quel momento in cui ci si rende conto di essere sulle tracce di qualcosa di speciale. È difficile da descrivere, ma è una delle parti più emozionanti di tutta l’avventura.
Beh, Mik, grazie per il tuo tempo e congratulazioni per il vostro nuovo CD. È davvero interessante…
Grazie ancora e buona fortuna per tutto!