Judas Priest: Scott Travis, “Eseguire canzoni dell’era Owens? Non credo che Rob Halford voglia”

Durante un’ intervista con El Expreso Del Rock, il batterista dei Judas Priest, Scott Travis, ha spiegato il motivo per cui durante i concerti della band non vegano mai eseguiti brani da “Jugulator” e “Demolition”, i due album con Ripper Owens alla voce:
“Penso che sia qualcosa che Rob Halford non voglia fare, e lo capisco perfettamente. E l’altro motivo è che, con i Judas Priest, abbiamo così tante belle canzoni che è impossibile riuscire a suonarle tutte. Come sai, in concerto, dovremo sempre suonare dei classici come ‘You’ve Got Another Thing Comin’, ‘Living After Midnight’, ‘Breaking The Law’, ‘The Green Manalishi’, ‘Victim Of Changes’. Se non lo facessimo la gente urlerebbe: ‘Perché non avete suonato questa o quella canzone?’ Quindi non ci rimane molto spazio per infilare le altre canzoni durante un set dal vivo. Praticamente, non c’è proprio il tempo per farlo. E quindi abbiamo deciso di non pensarci.”
Nell’ottobre 2021, Ripper Owens aveva già toccato questo argomento dicendo:
“Credo che non abbia molto senso che non suonino canzoni della mia epoca. Voglio dire, erano i sempre i Judas Priest. Stanno celebrando i 50 anni dei Judas Priest, ma ne stanno tralasciando 10. Il fatto è che Rob le canterebbe in modo fantastico… Riesci a immaginare Rob che canta ‘Burn In Hell’? Sarebbe grandioso.
Non capisco perché non l’abbiano preso in considerazione, anche se non sono obbligati a farlo.”