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Live Nation (Andrea Pieroni)

Di Silvia Graziola - 21 Giugno 2012 - 10:30
Live Nation (Andrea Pieroni)

In attesa del Gods Of Metal 2012 che inizia proprio oggi abbiamo raggiunto telefonicamente un loquace Andrea Pieroni, main promoter di Live Nation, per sottoporgli alcune questioni scottanti.
Buona lettura!

Ciao Andrea, cominciamo quest’intervista parlando ovviamente del Gods Of Metal. Lo scorso anno il festival metal più importante d’Italia è stato rappresentato da un solo giorno, per di più infrasettimanale: quali sono le ragioni che quest’anno sono intervenute nel farvi cambiare così radicalmente format, passando da un evento quasi forzato di una sola data a ben quattro giornate, oltretutto tutte comodamente piazzate nel week end?

Fondamentalmente quando si parla di festival dobbiamo sempre confrontarci con quelle che sono le disponibilità degli artisti che poi vogliamo andare a mettere in cartellone. Lo scorso anno, nel caso dei Judas Priest, purtroppo non c’erano altri giorni disponibili se non quello, quindi abbiamo dovuto farlo infrasettimanale. Quest’anno fortunatamente siamo riusciti a prendere gli artisti nel week end, a parte Manowar che, essendo il festival di quattro giorni,abbiamo forzatamente dovuto mettere di giovedì. Diciamo che probabilmente siamo stati più convincenti rispetto all’anno scorso e siamo riusciti ad aggiudicarci tutto il week end: vuoi perché comunque abbiamo presentato artisti importanti, vuoi perchè ci incaricavamo di fare 4 giorni anzichè uno solo. Insomma, è stato un po’ un mix di varie situazioni e concatenazioni che si sono riunite. Non c’è mai solo una ragione.

Sempre a tal proposito la location del Gods of Metal 2012 sarà nuovamente l’Arena Fiere di Rho che già ospitò l’anno scorso GOM 2011, Big 4 e Journey. Essendo questa in pratica una gettata di cemento, quello di cui si è sentita la mancanza, probabilmente, era qualcosa che permettesse ai presenti di fronteggiare la calura estiva (rubinetti con acqua corrente, zone d’ombra, ecc.). Quest’anno ci saranno migliorie in tal senso?

Chiaramente l’anno scorso era la prima volta che usavamo quel tipo di location, anche noi dovevamo prendere confidenza con il luogo e capire un attimo cosa si poteva o cosa non si poteva fare, dove potevamo intervenire e dove si potevano migliorare certe situazioni, quindi diciamo che l’anno scorso è stata un po’ una prova e anche per noi è servito per capire quello che poi quest’anno dovremo andare a fare anche per migliorare gli allestimenti interni che quindi contempleranno anche situazioni d’ombra, acqua, refrigerio per il pubblici. Noi lì, oltre al GOM, faremo anche l’Heineken Jammin festival , quindi dovremo attrezzare l’area in maniera adeguata.

 

 

Una cosa molto gradita a chi va a vedere un festival è la possibilità di uscire dall’area concerto a piacimento. Quest’anno riuscirete ad adottare i braccialetti? In un passaggio di un’intervista di qualche anno fa avevi spiegato che l’impossibilità di adottare queste misure era legata a un’imposizione da parte della SIAE. Questo aveva incuriosito molti utenti; potresti spiegare questo aspetto con maggiore dettaglio, magari citando anche a quale normativa si fa riferimento?

Purtroppo questo tipo di situazione in Italia è molto difficile da affrontare, infatti teoricamente quando tu esci da un concerto, per poi avere di nuovo accesso dovresti pagare un nuovo prezzo del biglietto, cioè in pratica non si può lasciare il luogo dell’evento. Questa è una norma che è prevista dalla SIAE alla quale noi dobbiamo attenerci. Poi è chiaro che dopo si tratta anche di buon senso e spesso quando siamo sui luoghi dei concerti riusciamo in qualche maniera, dialogando appunto con la SIAE, a far sì che questa cosa si possa fare. Diciamo che è una cosa che dobbiamo gestirci in una certa maniera, non possiamo dichiarare che sicuramente sarà così, perché se no faremmo una cosa che non è nella norma, e noi invece dobbiamo rispettare le regole che ci vengono dettate…

Imposte a volte…

(Ride ndr) Siamo in una zona in cui le regole vanno seguita, per lo meno noi le vogliamo seguire. Però, detto questo,poi c’è sempre il buon senso e quindi come gli anni scorsi siamo riusciti credo che anche quest’anno riusciremo.

Confrontando i prezzi dei biglietti (singolo giorno) delle ultime edizioni, sembra che a partire dall’anno scorso i biglietti del Gods abbiano avuto un netto aumento, nonostante i bill delle edizioni precedenti fossero di tutto rispetto. Quali sono i fattori che hanno causato questo aumento? Non si corre in questo modo il rischio di far disertare il festival dai fan facendo loro prediligere alternative più economiche?

Mah, sai, Il discorso purtroppo ha una valenza biunivoca, nel senso che se non avessimo messo questi prezzi dei biglietti probabilmente non saremmo riusciti a prendere queste band. Bisogna un po’ guardare tutti e due i lati della medaglia. Poi è chiaro che se il pubblico non verrà abbiamo sbagliato noi, se invece verrà avremo fatto bene (Ride, ndr). Noi ovviamente quando costruiamo il festival facciamo dei budget, delle previsioni di quello che può essere l’afflusso di pubblico e di quelle che sono le spese e in base a quello decidiamo il prezzo del biglietto. Non è che lo mettiamo così a caso perchè ci “fila” di metterlo a 65 euro a 50 o a 80 ci sono delle logiche matematiche ed economiche dietro. Poi molto dipende dalla caratura delle band e da quello che è il loro cachet. Stiamo parlando di artisti top a livello mondiale, il cui ingaggio è molto oneroso, quindi purtroppo questa cosa incide, così come incidono le spese organizzative, perché fare un festival in una location come l’arena di Roh, o qualsiasi altra location all’aperto, dove comunque devi andare ad allestire tutto e ci sono miriadi di situazioni dove spendere veramente soldi importanti, chiaramente ti porta ad avere un budget finale molto alto, quindi i biglietti vengono decisi anche in base a quello.

Avete dato la possibilità a chi aveva acquistato il biglietto del 24 giugno per i Black Sabbath di effettuare il cambio del biglietto con un’altra giornata (ecco il vostro comunicato stampa). Questo significa che chi ha il pit ticket del 24 giugno lo può scambiare con un pit ticket del 21, 22 o 23. Ora, se sono stati emessi e venduti 3000 pit ticket (cito il vostro comunicato del 25/11/11: “Al PIT potranno accedere solo 3.000 persone, quindi sono stati messi in vendita 3.000 pit tickets”) e per assurdo tutti i possessori del pit ticket del 24/06 decidessero di sostituirlo con -ipotizziamo- quello del 21/06 (Manowar), ci sarebbero il doppio di “utenti pit” rispetto alla capacità della “pit area”. Questo ovviamente è un caso estremo ma come pensate di risolvere questo problema?

(Ride, ndr) Quello chiaramente lo teniamo sotto controllo, nel senso via via che ci sono persone che chiedono di cambiare il biglietto, automaticamente il carico dei biglietti in vendita per il giorno dei Manowar o dei Motley Crue e Guns n Roses viene diminuito, quindi non c’è quel pericolo. La vendita dei biglietti viene tenuta sotto controllo, è tutto automatizzato, quindi, come dicevo, quel pericolo non c’è. Quand’anche ci trovassimo di fronte a una situazione del genere, e non succede perché, ti ripeto, la vendita è tenuta sotto controllo, ma anche se fosse, ci troviamo comunque in una location all’aperto molto grande, quindi eventualmente se ci sono da fare degli aggiustamenti li possiamo fare. Ma ti ripeto la vendita è tenuta sotto controllo telematicamente, quindi, questo pericolo non c’è: ogni biglietto che viene convertito viene tolto dalla vendita un altro biglietto dello stesso giorno, quindi non ci sono pericoli di questo genere.

 

 

E se qualcuno, sempre riguardo al biglietto del 24/06, non vuole cambiarlo con nulla? Non sono state date chiare indicazioni in merito a un rimborso, cosa che ha fatto letteralmente infuriare diversi vostri clienti che erano interessati solamente alla data dei Sabbath. Sono nati diversi gruppi online in merito a tale problema: c’è chi è riuscito a farsi rimborsare e chi no seguendo la stessa procedura. Che spiegazione hai di questi casi? Il rimborso è previsto solo per alcune categorie particolari di biglietti? Inoltre, per effettuare il cambio bisogna necessariamente passare dal punto vendita o ci si può presentare alla cassa il giorno 21, 22 o 23 con il biglietto dei Black Sabbath e chiederne il cambio?

Il rimborso non è previsto per nessuno perchè si tratta di un festival. Un festival che si chiama GOM dentro il quale appunto avrebbero dovuto suonare i Black Sabbath. Purtroppo per le note vicende che sappiamo non si possono esibire, ma suoneranno cmq Ozzy e Friends: ci sarà Ozzy, con vari ospiti speciali tra cui Slash, Zakk Wilde e altri che annunceranno. Però non sono previsti rimborsi. Se ci sono persone che l’hanno ottenuto è stato senza la nostra autorizzazione, sono stati rimborsati da punti vendita autonomamente, appunto senza la nostra autorizzazione, perché il rimborso non è previsto nel caso di un festival se cambia un artista.

Lo scorso anno, abbiamo assistito alla nascita dall’area “vip”, una sorta di circolo chiuso cui potevano accedere solo poche persone selezionate, cosa ovviamente poco apprezzata dalla normale clientela del festival . Quali sono le ragioni che vi hanno portato a creare tale area?

Magari è stata apprezzata poco da loro, mal’ha apprezzata molto chi invece ha deciso di acquistare il biglietto in area VIP. Mi sembra un po’ una questione di lana caprina, nel senso che in ogni spettacolo o situazione ci sono biglietti di vario tipo: se tu vai allo stadio c’è la tribuna d’onore, la tribuna numerata, la curva, quindi ci sono varie situazioni. Se tu vai in tribuna d’onore a San Siro o all’Olimpico hai nel retro tribuna il bar dove puoi andare a mangiare o bere in privato, ci sono gli skybox… quindi non si capisce perché nei concerti una cosa di questo tipo non debba esserci. Esiste in tutta Europa, in qualsiasi festival europeo esistono i biglietti vip: al Sonisphere, al Rock Am Ring, insomma in tutti i festival europei. L’anno scorso abbiamo deciso di farlo anche per i festival in Italia. E’ una situazione che chiaramente ha un accesso limitato, non è che possiamo vendere 5000 biglietti VIP. Per quelle persone che vogliono godersi il festival in un contesto differente abbiamo deciso l’anno scorso di fare questa cosa qua; chi preferisce invece assistere in una maniera classica compra il biglietto normale e non vedo quale sia il problema.

Bene, passiamo ora alle domande più a carattere generale: come spieghi l’assenza di festival di rilievo al Sud? E’ una questione logistica o di ritorno economico? Abbiamo esempi di festival che, nonostante la location scomoda, sono riusciti a riscuotere un discreto successo, insomma secondo noi sarebbe un buon bacino.

Mah guarda, il discorso del Sud purtroppo si trascina, non solo per i festival ma anche per i concerti della stagione regolare, da anni e anni, probabilmente da quando esiste il mercato dei concerti in Italia. Il discorso è sia logistico che economico. Purtroppo mi rendo conto che ci sono molti ragazzi del Sud che si devono sobbarcare trasferte importanti e prendere magari anche giorni di vacanza per poter andare ai concerti. Però questi tanti ragazzi non sono abbastanza per giustificare l’organizzazione di eventi di questo tipo in location differenti dal Nord Italia. Questa è una cosa che non dipende da nessuno: è così il mercato italiano, che è più sviluppato al Centro-Nord. Da parte nostra cooperiamo volentieri con piccoli festival del Sud: abbiamo collaborato spesso con l’Agglutination, dove in passato abbiamo fatto Cannibal Corpse, Gammaray, ecc… Quest’anno faremo i Testament al Total Metal Festival, quindi, come puoi vedere, per quanto è possibile facciamo anche concerti al Sud e collaboriamo con i ragazzi che hanno voglia di sbattersi e di rischiare soldi per fare eventi, però insomma dobbiamo dire che poi il ritorno economico veramente non esiste. Se tu parli coi ragazzi che direttamente rischiano i soldi per fare questi festival ti diranno che sono in grosse difficoltà. Insomma noi gli diamo una mano portandogli gli artisti ma più di tanto non si riesce a fare. Ma ti dico, già nella città di Roma è un problema, perché nonostante abbia più del doppio di abitanti di Milano le presenze ai concerti sono la metà.

 

 

Intendi dire che a sud c’è meno pubblico metal?

Ma non solo metal, è così per qualsiasi genere. Certo il metal è sempre molto di nicchia in Italia e chiaramente soffre ancor di più perchè i numeri sono già risicati al Nord, al Sud lo sono ancora di più. Il pop fa un po’ meno fatica, ma non credere… anche sul mainstream a sud è molto dura.

A meno che non si tratti di Gigi D’Alessio o roba affine…

(Ride, ndr) Mah, non ci giurerei, non ti credere! Anche lui fa fatica in certe piazze al Sud!

In Italia ogni giorno nascono nuove agenzie di booking più o meno professionali. Dato che sempre più spesso, parlando con organizzatori eventi e band si sente parlare di rincari sul cachet anche del 100%, credi che queste “nuove leve del booking” rappresentino una minaccia per l’operato di Live Nation, o che, al contrario, sia possibile una convivenza e che la competizione possa portare ad un abbassamento dei costi di produzione e conseguentemente dei biglietti d’ingresso ai concerti?

Io sono sempre favorevole affinchè ci siano giovani che decidono di mettersi a fare questo mestiere, perché è comunque è un lavoro difficile, stressante, dove si rischiano soldi propri, quindi è molto facile da un giorno all’altro trovarsi in braghe di tela. Se ci sono giovani che hanno voglia di impegnarsi in queste cose qua, ben vengano. Da parte nostra, ti ripeto, collaboriamo con tutti quelli che ci chiedono di collaborare, collaboriamo con tantissimi festival, con quasi tutti quelli che voi avete sul vostro sito. Nonostante che magari a volte vengano fuori commenti o situazioni del tipo: ”a Live Nation abbiamo un concorrente in più”, noi collaboriamo con quasi tutti, perché a quasi tutti diamo artisti. La concorrenza è ben accetta e non ci spaventa, perché siamo qua per lavorare tutti insieme e non dobbiamo assolutamente pensare che ci siano guerre o chissà cosa. Per quanto riguarda il discorso dell’aumento del cachet, a parte che non è una cosa che riguarda Live perché noi nel 90% dei casi gli artisti li produciamo direttamente, senza rivenderli ad organizzatori locali. Quindi se incassiamo abbastanza: bene; se non incassiamo perdiamo soldi e su questo non possiamo fare niente (Ride, ndr). Quindi da parte nostra il ricarico non esiste. Se poi ci sono altri che invece applicano questo tipo di discorso può anche essere: se un artista costa 1000 poi ad un organizzatore locale costa 2000 devi considerare anche tutta una serie di spese che esistono fra il puro ingaggio dell’artista e quando poi l’artista arriva al locale a suonare. Ci sono da considerare tante cose.

Si sente spesso parlare di band emergenti che pagano cifre ingenti per partire in tour con band di valore. Da esperto del settore puoi illustrarci la tua opinione a riguardo?

Ti devo dire che per quanto ci riguarda non è nostra abitudine far pagare i gruppi emergenti che si esibiscono né durante i concerti regolari durante l’anno né nei festival. So che questa cosa nelle tournee europee qualche volta succede (anche spesso) perché cmq ci sono gruppi emergenti che partecipano a un tour e quindi pagano. Ma non si ratta di pagare per partecipare al tour, viene chiesto di coprire una quota parte delle spese che servono per andare in tournee. Per esempio: se tu vai in tour con gli Iron Maiden e hai un gruppo emergente, loro mettono a disposizione tutta una serie di strutture come il personale, tour bus, catering… che tu comunque dovresti avere per andare in tournee e vengono messe a disposizione. Quindi ti chiedono un rimborso che è una quota parte che serve per pagare queste spese. E’ questo il pagare, non è che un gruppo nuovo che va in tournee europea consegna i soldi alla band principale. Non è così. Pagano per partecipare al tour nel senso che comunque partecipano alle spese previste. Poi è chiaro che un gruppo emergente che partecipa ad un tour europeo non riceve un cachet, in quanto non porta gente perchè nessuno lo segue. Vengono pagati solo gli headliner, quindi chi va in giro a suonare in Europa deve investire partecipando alle spese, quindi, ribadisco, non è l’headliner che si mette i soldi in tasca. Per quanto mi riguarda l’anno scorso abbiamo mandato i Labyrinth in tournee europea con i Sonata Arctica e non abbiamo pagato, cioè addirittura loro sono stati pagati, una cifra ridicola, ma non hanno tirato fuori un euro e hanno suonato davanti a 3000 persone tutte le sere facendosi promozione senza spendere soldi.

E chi non lo farebbe?

Eh, hai capito!

 

 

Ok, l’intervista è agli sgoccioli. Lascio a te le ultime parole per salutare i numerosi utenti di TM che la leggeranno.

Io mi auguro che questa sia un’estate positiva per tutti, che il pubblico possa venire ai concerti e si diverta senza farsi troppi problemi! Si tratta di divertimento, di gioia. Dobbiamo andare ai concerti e divertirci! Poi a tutto il resto ci penseremo in un altro momento!

Alessandro Cuoghi