Live Report: Fenisia + special guest @ Defrag, Roma – 05/10/2024
Riprende la stagione live dedicata alla musica Metal al Defrag.
Come di consueto, arrivo al locale molto presto e, una volta entrato, mi trovo praticamente solo…fatta eccezione per lo staff e gli organizzatori; colpevole anche una qualche partita di calcio di non so quali squadre ma che, evidentemente, sta ritardando il riempimento della sala.
Questa sera assisteremo alle esibizioni di tre band della scena romana, in un crescendo di genere che inizierà dal rock, passerà per l’hard rock e culminerà con l’alternative metal.
Le tre (validissime) band sono i Suriani, i Sons of Thunder e i Fenisia.
Con una precisione quasi svizzera per quanto riguarda le tempistiche, salgono sul palco i Suriani.
SURIANI
Band romana nata nel 2019 per volontà del frontman Daniele Suriani, del tastierista Massimiliano Pantellini e del chitarrista Andrea Montesano, i Suriani propongono un rock intriso d’immaginario americano ispirato (ma non ricalcato) alla musica di Bruce Springsteen con qualche spruzzatina di Bon Jovi dei tempi di “New Jersey”. La band romana è elegante e travolgente e lo show è accattivante sia da sotto il palco che da qualsiasi altro punto del locale, visto che i brani del combo hanno la giusta miscela di carica e melodia, conditi con la leggerezza di un certo sound del pop suonato, il che li rende assolutamente godibili. L’esecuzione dei nostri è impeccabile, attenta. I musicisiti sono “gente di mestiere” e si vede: calcano il palco con estrema disinvoltura e calma senza però far mai apparire la loro presenza statica e spenta. I sei brani proposti dall’ottimo ultimo album “Lifeline” scorrono piacevolmente e danno l’innesco a questa serata che, se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, si rivelerà un evento assolutamente riuscito. In poche parole, scaldano abilmente le nostre orecchie, preparandole al resto della sera.
Setlist:
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I Wish I Was Like You
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Alice
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All the Way
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Wrong
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These Eyes of Mine
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Ticket to Hollywood
SONS OF THUNDER
Dopo i paesaggi statunitensi disegnati dai Suriani, il palco viene occupato dal pesante Hard Rock dei Sons of Thunder.
Jon Zazula, produttore di Metallica e Anthrax, giusto per citarne un paio, definì la band “AC/DC sotto steroidi” e questo già fa capire di cosa stiamo parlando dal punto di vista musicale. Il cantante Joe Thunder è, a tutti gli effetti, la personificazione di Kratos, protagonista del famoso videogioco “God of War”: minaccioso, imponente e con una voce severa e cavernosa. Il seguito della band è palese visto che tantissimi, tra il pubblico, cantano a squarciagola i loro brani.
Al centro del palco si staglia un gigantesco fulmine luminoso e il locale viene travolto da furiose saette che escono dai diffusori. La performance appare molto trascinante e spettacolare perché nel calderone ci sono tutti gli ingredienti per uno show roccioso.
I dieci brani in scaletta, comprese le potenziate cover di “Sex Bomb” di Tom Jones e di “Whole Lotta Rosie” degli AC/DC , dove al posto del grido ‘Angus’ dell’intro live dell’originale viene urlata la parola ‘Thunder’, elargiscono una tuonante serie di colpi di cannone. Bella esibizione davvero.
Setlist:
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We Sold Our Souls
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Stronghead
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Louder
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No Fear, No Pain, No Gain
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Echo of Thunder
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Sex Bomb
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Turn it Up
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Thunder Again
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Thunderhood
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Whola Lotta Rosie (AC/DC cover)
FENISIA
È arrivato il momento degli headliner: i Fenisia, altra band capitolina.
Il gruppo nasce nel 2009 a Roma. Influenzati dal “Southern Rock” del profondo sud degli Stati Uniti, elaborano uno stile che fonde un potente Hard Rock con riff di matrice Metal. Il loro primo full lenght “LUCIFER” viene alla luce nel 2011.
I quattro salgono sul palco senza dire una parola e, quasi come fossero soli nel locale, iniziano semplicemente a suonare, irrompendo dell’etere con la potente “Outpost”, brano tratto dal loro secondo disco “Fenisia Cafè”. Anche qui ci troviamo davanti a un sound estremamente potente, con arrangiamenti sofisticati in modo bilanciato, sempre al servizio del brano e non di un mero “mostrare i muscoli”. Il cantante e chitarrista Nic Ciaz, possiede delle doti chitarristiche estremamente valide ma, la cosa che emerge di più, è la tecnica e la qualità della voce. Il baritono, infatti, oltre ad avere un timbro ben strutturato (che a volte ricorda lo zio Ozzy e Lenny Kravitz), è dotato di un vibrato veramente eccezionale.
Altro fiore all’occhiello della formazione, è la stesura dei cori (costruiti insieme al chitarrista J. Snake). Le due voci, infatti, si sposano alla perfezione, ricordando i vecchi lavori degli Alice in Chains. A fare da base di sostegno a questo connubio ci sono una granitica sezione ritmica “a corde” assieme al violento e arrabbiato batterista Tig Smth (davvero un “fabbro”, come viene definito durante le presentazioni dal cantante). Lo spettacolo volge al termine dopo gli undici brani proposti, estratti dai vari lavori dei Fenisia.
Setlist:
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Outpost
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Wasted Time
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Morning Star
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Almost Time
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Manifesto
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Venus
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Wake Me Up
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Mr. Huges
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Live Loyal Die Loyal
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Man in the Dust
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Lucifer
Conclusioni
Ennesima serata di altissimo livello qui al Defrag. Abbiamo assistito al susseguirsi di tre band che poco hanno da invidiare ai gruppi blasonati di etichette rinomate. La scena underground, da qualche anno a questa parte, è davvero ricca di situazioni da tenere d’occhio, stringendo sempre di più l’ingiustificato divario tra ciò che è “big” e ciò che non lo è. Ancora una volta, mi trovo a dover esprimere un plauso alla regia del locale che, nonostante non abbia un’architettura clemente dal punto di vista sonoro, è stata domata dalle sapienti mani del fonico Alex Belsito.