Thrash

Live Report: Tankard @ Revolver Club, San Donà di Piave (Ve)

Di Marco Donè - 25 Maggio 2022 - 10:00
Live Report: Tankard @ Revolver Club, San Donà di Piave (Ve)

Live Report: Tankard, Game Over, Reverber

Revolver Club, San Donà di Piave (Ve)

20 Maggio 2022

 

Venerdì 20 maggio 2022: il Revolver Club di San Donà di Piave riprende la sua stagione concertistica, e lo fa da dove tutto si era fermato, a causa della pandemia. E non stiamo parlando di questa o quella band, ci stiamo riferendo alla qualità. Sì, perché il 2020 si era interrotto sul più bello, con un calendario ricco di appuntamenti da urlo, andati però in fumo. Nel 2022 l’attività live del Revolver Club può finalmente ripartire e, come se vi fosse una sorta di filo conduttore con il passato, può vantare una serie di eventi imperdibili. La serata che ci apprestiamo a vivere rientra di sicuro tra questi appuntamenti e può essere descritta usando due parole d’ordine: thrash metal e birra! E non potrebbe essere altrimenti, visto che i protagonisti assoluti sono quei mattacchioni dei Tankard, uno dei nomi appartenenti al “The Big Teutonic 4”, che da poco ha annunciato l’attesissimo nuovo album, “Pavlov`s Dawgs”, in uscita a settembre. Ad accompagnare i quattro tedesconi troviamo due formazioni italiane: i Reverber e i Game Over.

 

REVERBER

La formazione romana sale sul palco attorno alle 21:20, con un Revolver Club che inizia a popolarsi proprio in quel momento. Non conoscevo i Reverber e devo dire che mi hanno piacevolmente colpito per il credo e la convinzione che hanno subito sfoggiato, due caratteristiche che andranno a caratterizzare tutta l’esibizione del quartetto di Roma. I Reverber macinano riff su riff, cercando di coinvolgere a dovere il pubblico, che aumenta di minuto in minuto. I suoni sono ben bilanciati, valorizzando il lavoro dei quattro thrasher. In queste battute iniziali i metalhead presenti si dimostrano un po’ freddini, lasciandosi però trasportare di pezzo in pezzo, fino a generare il pogo tra le prime file nelle battute conclusive dello show. Un chiaro segno di come la tenacia, l’entusiasmo e la convinzione esibita dai Reverber abbia ripagato. Certo, i Nostri devono migliorare in qualche aspetto, in primis sulla tenuta del palco, cercando di muoversi un po’ di più, con l’obiettivo di vivere e trasmettere a dovere l’essenza del loro thrash, in cui abbiamo respirato influenze degli ultimi Kreator. Una proposta che andrebbe però affinata, eliminando qualche piccola ingenuità, in modo da poter rendere al meglio in sede live. Nonostante queste riflessioni i Nostri sono comunque riusciti a scaldare il pubblico, assolvendo a dovere al proprio compito. Se riusciranno a migliorare negli aspetti che abbiamo sottolineato, potranno sicuramente rivelarsi un nome da tenere d’occhio della scena thrash italiana.

 

GAME OVER

Dopo un rapido cambio palco e un breve line check, verso le 22:10 entrano in scena i Game Over. La formazione emiliana non ha certo bisogno di presentazioni: è uno dei nomi di spicco del revival thrash italiano, può vantare quattro dischi e due EP all’attivo, oltre ad aver percorso centinaia di chilometri in Italia, e non solo, per calcare ogni sorta di stage. I Game Over, insomma, sono una band rodata, che sa il fatto suo. Un aspetto che balza subito all’occhio, vedendo la personalità con cui i Nostri tengono il palco. Anche i Game Over possono contare su dei suoni curati, frutto dell’ottimo lavoro svolto in cabina di regia. Un particolare che caratterizzerà l’intera serata. Il quartetto di Ferrara mette a segno una performance convincente, pescando a piene mani dalla propria discografia e aggredendo il palco a dovere. Purtroppo, però, anche con i Game Over il pubblico appare u po’ freddino, come se i presenti stessero tenendo in serbo le energie per il main event, per i Tankard. D’altronde basta dare un occhio alle maglie dei presenti, a maggioranza Tankard, per capire come sia spasmodica l’attesa per la formazione tedesca. Un aspetto che sembra non toccare i Nostri, che continuano a sputare sangue sul palco, sfoggiando una proposta matura e ottime doti tecniche. Una prestazione che conferma il valore della band.

 

TANKARD

Sono circa le 23:10 quando, ultimato il cambio palco, le luci del Revolver Club si spengono di nuovo, chiaro segnale che i Tankard sono pronti a salire sul palco. Il pubblico, finalmente, si lascia andare ed esplode in un autentico boato. Parte l’intro (un pezzo di Simon & Garfunkel!) e, subito dopo, i Tankard aprono le danze con un monolite di violenza del calibro di ‘Rectifier’. Il cambio di atmosfera all’interno del Revolver Club è immediato: tra le prime file parte un pogo forsennato e il ritornello è cantato a gran voce da un pubblico che aspettava con ansia questo momento. I Nostri, a parte qualche piccolo segno lasciato dall’avanzare degli anni, sono in formissima e non vedono l’ora di mettere a ferro e fuoco il locale. E quando parte il secondo pezzo, un classico intitolato ‘The Morning After’, l’obiettivo è già raggiunto. Gerre è l’autentico mattatore della serata, vomita tutta l’aggressività della sua voce sul microfono e coinvolge a mille il pubblico, che è completamente in suo pugno. Lo show dei Tankard prosegue tra bordate di assoluta violenza come ‘Acid Death’, ‘Chemical Invasion’, ‘Die With a Beer in Your Hand’ e totale follia, con continui dialoghi tra Gerre e il pubblico, lattine di birra donate dal mastodontico cantante alle prime file, crowd surfing, ragazze che salgono sul palco per ballare con Gerre e lanciarsi poi in stage diving: l’apocalisse! A un certo punto dal pubblico veneto parte il coro “Alcolismo e Putta**”, con un Gerre incuriosito, che chiede cosa vogliano dire quelle due parole. Uno dei fan in prima fila glielo spiega e il cantante risponde che è la canzone giusta per il chitarrista, con un Revolver Club che esplode in una fragorosa risata. Il massacro continua con ‘Octane Warriors’, per lasciare poi il campo all’immancabile omaggio all’Eintracht Frankfurt, fresco vincitore dell’Europa League, salutato dai nostri con ‘We’re Coming Back’. La canzone porta alcuni fan a salire sul palco, tanto che ultimata la canzone Gerre trova delle chiavi vicino all’asta del microfono e dopo varie domande su chi le avesse perse, riesce a consegnarle al proprietario. Lo show dei Tankard si chiude con a ‘A Gilr Called Cerveza’, presentata da Gerre con un simpatico siparietto. Il cantante, infatti, ci racconta che nella sua vita ha avuto molte donne, ma non è mai riuscito a ricordare il loro nome, perché erano tutte Cerveza! Ultimato il pezzo i Tankard escono dal palco, per rientrare subito dopo, richiamati a gran voce dal pubblico. I Nostri ripartono a mille, con una ‘R.I.B. (Rest In Beer)’ tritaossa, per chiudere poi con ‘Zombie Attack’ e il classico immortale ‘(Empty) Tankard’, che trasforma il Revolver Club in un’autentica bolgia. La festa finisce qui, con i consueti applausi e cori del pubblico, a omaggiare i propri beniamini. Se mi dovessero chiedere un commento sullo show dei Tankard? Beh, credo basti una sola parola: monumentale! L’espressione dei fan – che finito il concerto escono a prendere una boccata d’aria, vista la calura che si è venuta a creare – non lascia alcun dubbio: ci sono solo volti soddisfatti. Ennesimo trionfo per una formazione che dal vivo non delude mai.

Setlist

Rectifier
The Morning After
Metaltometal
Rapid Fire (A Tyrant’s Elegy)
Acid Death
Die With a Beer in Your Hand
Rules for Fools
Time Warp
One Foot in the Grave
Chemical Invasion
Octane Warriors
We’re Coming Back
A Girl Called Cerveza

Encore:

R.I.B. (Rest in Beer)
Zombie Attack
(Empty) Tankard

 

CONCLUSIONI

Quella andata in onda al Revolver Club è sicuramente una serata da incorniciare, riuscita a puntino, partendo dal valore delle band coinvolte, passando per i suoni, fino ad arrivare all’organizzazione. Una serata che ha visto una buona partecipazione di pubblico e che ha evidenziato come la vecchia scuola sia dura a morire. Dispiace per l’accoglienza freddina ricevuta da Reverber e Game Over, ma quando ci si ritrova a condividere il palco con degli animali come i Tankard è un qualcosa che deve essere messo in preventivo. Chiudiamo con una piccola nota, che c’entra poco con la musica ma ben si sposa con la serata vissuta: a fine concerto, presi dall’atmosfera alcolica rilasciata dai Tankard, ci siamo concessi “qualche” birra. Il problema, ovviamente, è stato il the morning after

 

Marco Donè