Lorenzo Feliciati – Seconda lezione di basso

Di - 5 Marzo 2004 - 11:12
Lorenzo Feliciati – Seconda lezione di basso

Non è tutto oro quello
che luccica…

Prendo a prestito l’abusato detto popolare per parlarvi, sempre attraverso
le mie esperienze personali, di un suono che ascoltato da solo sembra “perfetto”, esattamente utilizzabile nel contesto che più ci
interessa,insomma il risultato, finalmente utilizzabile, di anni e anni di
ricerca e spese pazze nell’acquisto di strumentazione.
Poi, una volta registrato o comunque utilizzato insieme (e quindi a confronto
diretto…) ad altri strumenti, non solo perde le caratteristiche che
l’avevano fatto eleggere “suono perfetto”, ma addirittura risulta meno
efficace del nostro punto di partenza…
Cosa è successo?
Molte cose , cari amici bassisti e non…
Primo, è ormai scienza (nel senso che oramai è assodato e provato..) che un
suono che “funziona” da solo non sempre (quasi mai…) funziona sommato ad
altri quando le sue frequenze si sommano nell’ascolto ad il resto della
band, dell’arrangiamento.
L’incontro di frequenze genera la “vittoria” di alcune su altre, insomma
alla fine alcuni strumenti si “mangeranno” alcune caratteristiche di
altri…
Esempio pratico: un suono di basso aggressivo, con una componente di “corda” molto forte, con la giusta dose di basse ma una grande leggibilità
finale.
Andiamo a sommare (esempio valido sia in studio che dal vivo…) due chitarre
ritmiche con un suono distorto ma molto asciutto e stoppato (alla James
Hetfield per intenderci…), di colpo il nostro basso scompare , tentiamo di
alzare il livello di ascolto ma l’unico risultato che otteniamo è di
confondere la parte delle chitarre ritmiche senza rendere leggibile il
nostro basso.
L’unico rimedio è di pianificare le frequenze a disposizione, pensare quindi
alle varie componenti dell’arrangiamento, decidendo la giusta proporzione
tra il suono del musicista e il suono dell’arrangiamento.
Magari il suono del nostro basso ritornerà come lo ricordavamo solo se lo
riequalizzeremo drasticamente, aumentando le basse e le medie che venivano
mangiate dal suono delle chitarre ritmiche le quali a loro volta dovranno
lasciare”spazio” alla voce, scavandosi nelle medie che sono le frequenze
principali della voce umana (a parte Ozzy Osbourne…).
Quindi la regola che vale sempre è che non sempre è alzando il livello di
uno strumento nel missaggio di studio o dal vivo che questo strumento
diventerà più udibile, spesso bisognerebbe solo enfatizzare certe frequenze
per riuscire a riequlibrare tutto lo spettro sonoro.
Senza poter affrontare l’argomento per ovvi motivi (il missaggio è un arte
che viene studiata per anni prima di cominciare ad essere “operativi”…)queste chiacchere ci servono per affrontare quella che
secondo me è diventata una necessità ormai imprescindibile nella
registrazione del nostro basso: avere a disposizione una traccia che
registrerà il suono dell’ampli tramite un microfono ed un altra che prenderà
il suono del basso o dall’uscita Direct out della testata (in pratica il
suono dello strumento solo preamplificato)oppure direttamente dal Basso che
entrerà in una DI che ci darà due segnali: uno per la testata ed un altro
per la registrazione.
Sono presenti sul mercato numerosi aggeggi che simulano tramite dei modelli
fisici “virtuali” gli amplificatori più famosi dandoci due segnali: uno solo
preamplificato e l’altro come se fosse il risultato della microfonatura di
un cabinet virtuale scelto tra i vari disponibili.
Dotati di un rapporto qualità/prezzo/velocità d’uso veramente eccezionale,
riescono molto bene a sostituire amplificatori “veri” soprattutto in fase di
registrazione, li sconsiglio vivamente come unica fonte di suono dal vivo…
Comunque purtroppo (o per fortuna…) siamo in un campo di grande
soggettività, quindi sarà fondamentale fare i vostri esperimenti cercando di
partire da un suono che vi piace cercando poi di riuscire a riottenerlo
nell’arrangiamento completo, magari confrontandovi (senza scannarvi…) con i
vostri compagni di avventura.
Quindi Buon lavoro e fatemi sapere come procede!!!

P.S. riguardo i dubbi sollevati dalla prima lezione, chiarisco
immediatamente scusandomi per l’eventuale poca chiarezza: la parte andrebbe
suonata facendo palm-muting ma generando il suono toccando le corde o con il
pollice oppure con un plettro impugnato con pollice e indice…spero di
essere stato esauriente….let me know!!

Ciao ed alla prossima!

Lorenzo Feliciati