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Memento Waltz (tutta la band)

Di Massimo Ecchili - 4 Maggio 2011 - 9:00
Memento Waltz (tutta la band)

Momento d’oro per i sardi Memento Waltz: dopo l’ottimo riscontro di critica ricevuto da Anthitesis Of Time (2010, autoprodotto) arriva la conferma della loro partecipazione al ProgPower Europe 2011, che si svolgerà a Baarlo (Olanda) tra fine settembre ed inizio ottobre. Abbiamo approfittato dell’annuncio per rivolgere ai quattro qualche domanda sulla loro musica, sulla scena prog italiana in generale e sui loro progetti futuri.
Buona Lettura.

Intervista a cura di Massimo Ecchili

 

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di truemetal.it e complimenti per la fresca notizia della vostra partecipazione al ProgPower Europe 2011, che si terrà tra il 30 settembre e il 2 ottobre a Baarlo, in Olanda. Avete già stappato una bottiglia di Vermentino di Gallura o è presto per festeggiare?

Livio Poier (chitarra) e Giuseppe Deiana (basso): Ciao!! Prima di tutto ringraziamo tutta la redazione di TrueMetal per averci dato lo spazio di questa intervista. Per noi è stata veramente una bella sorpresa quando Rene, l’organizzatore del festival Progpower Europe, ci ha contattato… per cui si, la prima bottiglia di vermentino è stata stappata, ma ovviamente speriamo di stapparne tante altre!

La vostra esibizione si terrà nella serata conclusiva, che vedrà i Redemption in veste di headliner. Dopo di voi saliranno sul palco i romani Kingcrow, anche loro forti di un’ottima uscita nel 2010 con Phlegethon. Fa molto piacere che l’Italia sia così ben rappresentata in un festival di tale importanza. Come vedete la scena nostrana attuale?

Gabriele Maciocco (batteria) e Giuseppe: Siamo veramente onorati di partecipare alla data di chiusura del festival e di aprire per una band come i Redemption di Ray Alder. Siamo ancor piu’ onorati di rappresentare l’Italia in questo festival così importante insieme ad una band molto valida come i Kingcrow. La scena attuale italiana sta facendo passi da gigante, ci sono diverse band valide che meritano di essere prese in seria considerazione. Certo è che il periodo non è sicuramente dei migliori per le etichette, questo significa che molti gruppi fanno fatica ad emergere dall’underground. È un grosso dispiacere per le band come la nostra.

Cosa ne pensate del bill di quest’anno, nel quale sono inserite, oltre ai già citati Redemption, anche band del calibro di Seventh Wonder e Mekong Delta?

Gabriele e Giuseppe: Si tratta sicuramente di un ottimo bill. Conosciamo molto bene queste band, sopratutto Redemption e Mekong Delta. Credo che chi parteciperà all’evento non rimarrà deluso, visto anche che ci sono tante ottime band! Noi faremo il massimo per rimanere impressi nel pubblico di Baarlo in modo positivo!

 

Potete svelarci l’origine del nome della band? Come nasce il moniker Memento Waltz?

Gabriele e Giuseppe: Certo, il moniker “Memento Waltz” è nato semplicemente dall’unione del moniker di due delle band che ci hanno ispirato all’inizio della nostra avventura, ovvero i Memento Mori e i Psychotic Waltz!! Ci è piaciuto come suonava ed ecco i Memento Waltz!

La vostra attività musicale è iniziata parecchi anni fa, addirittura nel 1994. Cosa spinge maggiormente a tener duro durante tanti anni di gavetta: la passione, la voglia di arrivare o altro?

Gabriele e Giuseppe: Sicuramente la passione verso la musica che suoniamo e l’amicizia che ci lega da molto tempo. Abbiamo una necessità importante ed è quella di comporre musica, le nostre anime hanno bisogno di tutto questo, ecco perchè le nostre composizioni molte volte sono così contorte, seguono l’istinto e il nostro bisogno che di per sé è istintivo. In tutti questi anni abbiamo suonato senza renderne conto a nessuno, senza far parte di nessuna scena, senza un obiettivo specifico!! Solo per la musica.

Marco Piu (voce): Io sono entrato nei Memento nel 2006 e posso confermare quanto detto da Gabriele. La prima volta che li vidi, in uno dei loro rarissimi concerti, rimasi a bocca aperta. Rimasi ancora di più a bocca aperta quando li vidi letteralmente parlare mentre suonavano (senza fermarsi) per mettersi d’accordo su come improvvisare i giri successivi… ahah!! Ogni improvvisazione mi sembrava un pezzo già finito in tutto e per tutto. Soprattutto però mi ha colpito la loro umiltà e la loro semplicità, vederli suonare è come vederli giocare. Sono fiero di farne parte ed ho un pò il rammarico di non averne fatto parte da prima.

Parliamo un po’ del bellissimo Anthitesis Of Time, disco autoprodotto uscito nel corso del 2010. Sappiamo che è stato registrato in presa diretta, il che è già di per sè sbalorditivo visto il risultato. Questo fa pensare che abbiate parecchia fiducia nei vostri mezzi, vista la tipologia della proposta. È così?

Livio e Giuseppe: Noi suoniamo assieme dal 1994, ci conosciamo alla perfezione. Quando suoniamo il tutto avviene in maniera molto naturale senza nessun vincolo. Decidendo di registrare ci siamo trovati davanti a un bivio, ovvero quello di registrare con l’ausilio di software, magari usando trigger che avrebbero modificato il suono reale del musicista, oppure suonare il tutto come fosse una jam, con giusto qualche sovraincisione. Senza alcun dubbio abbiamo optato per far suonare gli strumenti in un modo vero, rispettando la dinamica reale di un musicista che, secondo la nostra opinione, deve rimanere intatta. Siamo convinti che anche quelle piccole sbavature in una registrazione rendono il suono vero, più vicino all’ascoltatore del disco, il quale si sente immerso nei suoni come se fosse lì davanti a noi.

Marco: Pensiamo che essere più precisi non significhi sedersi al pc e passare ore a correggere errori dopo una registrazione mediocre, ma invece signfichi studiare e cercare di fare al meglio solo le cose che si riescono a fare, senza forzature. Personalmente al momento delle mie incisioni ho ripetuto qualche parte e pur trovando ancora delle sbavature nella mia esecuzione, ne vado fiero. Certo è che nel full length che stiamo preparando l’attenzione per i particolari sarà assolutamente maggiore, non dimentichiamo che Antithesis of Time è sempre e comunque un demo.

Passando all’aspetto della composizione, come nascono i vostri pezzi? Partite da qualche spunto per poi elaborarlo durante sessioni di improvvisazione o arrivate in studio già con le idee chiare sulla struttura degli stessi?

Livio: La nostra sala prove è completamente microfonata e collegata ad un registratore digitale. Noi registriamo ogni sessione di prove e succesivamente riascoltiamo le improvissazioni. Dalle stesse estraiamo le idee migliori e continuiamo ad improvvisare il seguito, fino ad ottenere, dopo vari ripassi e ritocchi, un brano completo. È un procedimento abbastanza semplice e tutto nasce dall’improvvisazione.

Marco: Per la stesura dei testi e delle linee vocali non faccio altro che mettere le cuffie e concentrarmi sulle emozioni che mi suscita il pezzo, poi inizio a scrivere facilmente. Incastrare il tutto nei brani è semplice, visto che la “pazzia” stessa delle strutture mi lascia libertà totale negli stili e nelle metriche da usare.

Com’è stata la vostra formazione come musicisti?

Livio: La storia è molto lunga… eravamo poco più che ragazzini ma stranamente la musica ci divertiva tantissimo, per noi era un gioco suonare, ogni giorno ci passavamo ore ed ore. Inizialmente avevamo qualche strumento di recupero abbandonato da altri musicisti, pensa un pò. Da lì è cominciata la nostra avventura. Devo dire che noi siamo completamente autodidatti, per noi la vera scuola è stata suonare senza limiti di tempo, ascoltare insieme musica delle migliori band Heavy Metal e non solo, abbiamo davvero passato anni in cui ogni giorno si suonava per 6 ore consecutive. Ritengo che questo modo di suonare sia il miglior metodo per imparare perchè praticamente senza accorgersene lo strumento diventa parte integrante del corpo, quindi qualsiasi cosa ti viene in mente riesci a realizzarla.

In Anthitesis Of Time si percepiscono abbastanza chiaramente le influenze di artisti quali King Crimson, Spiral Architect e Psychotic Waltz. Quali altri musicisti sono per voi fonte di ispirazione?

Marco: I Memento Waltz sono nati come band Heavy Metal, per cui band classiche come gli Iron Maiden, ad esempio, sono state importantissime. Ognuno di noi ascolta tantissime cose, dal metal estremo alla fusion, al jazz al prog rock. Tutte queste cose si intrecciano e fondono nel sound della band, come se avessimo gusti ed influenze identiche. Ad esempio Giuseppe è di estrazione propriamente fusion, i suoi ispiratori vanno da Marcus Miller a Alain Caron passando per Victor Wooten, mentre magari Gabriele è più “Metal“, essendo influenzato da batteristi, tra gli altri, come John Macaluso e Nicko McBrain. Una cosa è certa però, il nostro tipo di progressive non si rifà a band come i Dream Theater, è di concezione più “jazzistica“, direi meno orecchiabile per certi versi e più sperimentale.

Il disco è pieno di ritmiche serrate ed intricate, ma c’è un episodio che si distingue per la sua particolarità. Sto parlando della psichedelica Albert The Visitor. Potete spiegarci la genesi ed il significato di questo brano così diverso?

Livio: Il titolo Albert the Visitor potrebbe trarre in inganno anche in relazione al titolo del promo, infatti molti potrebbero pensare che si tratti magari di Albert Einstein; invece Alberto è un uomo che veniva spesso a farci visita in sala prove, un uomo un pò particolare diciamo, un pò fuori dalla norma. Lui usava sdraiarsi a terra vicino alla batteria e voleva sentirci suonare, diceva che quando noi suonavamo lui vedeva delle “luci“. In quel momento è nata l’idea di dedicare un brano particolare a lui, un brano diverso dal resto dell’album, un pò fuori norma.

 

Potete svelarci il significato della bella copertina disegnata da Tiziana Ruiu e quali eventuali riferimenti ha con i contenuti del disco?

Marco: mia moglie Tiziana, illustratrice e grafica, ha seguito la nostra indicazione nel rappresentare un artwork che rimandasse a figure aliene (illustrazione sul fronte), formule matematiche (sfondi e simbologie) e psichedelia (il colore viola ad esempio). Ha avuto carta bianca nella progettazione e nella realizzazione, essendo perfettamente in linea con le visioni della band. Le sue bozze ci sono immediatamente piaciute e le abbiamo scelte senza esitazione. Ha curato anche la fotografia. Più che “significato” lo chiamerei “raccolta di emozioni e visioni“, visto che il titolo Antithesis of Time è un pò il riepilogo dei temi trattati nel demo. L’artwork rispecchia semplicemente questa raccolta e la fusione dei temi trattati.

Premesso che queste classifiche lasciano il tempo che trovano, quali sono le canzoni (vostra e di altri) che preferite e perchè?

Gabriele: Per quanto riguarda le ultime uscite, io personalmente non amo identificare una band solo per un singolo brano, quindi posso dirti che ultimamente sono rimasto molto impressionato da band come i Gojira con il loro The Way Of All Flesh e i Canvas Solaris con Irradiance. Adesso aspetto le nuove fatiche di Spiral Architect, Psychotic Waltz, Ark e Watchtower.

Marco: La penso come Gabriele e sicuramente un album importantissimo per me, che tra l’altro mi ha molto avvicinato ai Memento Waltz, a capire i Memento Waltz, è stato Burn The Sun degli Ark. Il fatto è che ognuno di noi, anche se può essere paradossale per certi versi, “preferisce” un sacco di cose!

Sembra che sia impossibile dare una definizione univoca di “progressive“. Per voi cosa vuol dire?

Marco: È certamente impossibile definire “progressive” in maniera univoca, ma per noi significa questo: è semplicemente libertà dai “canoni” e sperimentazione. È la ricerca di sonorità particolari, tutto su tessiture non lineari. È “pazzia” musicale. Per noi sarà sempre così, sempre di più.

 

 

      
 
 

 

Cosa ne pensate della diffusione della fruibilità della musica su internet? Ci sono, semplificando, due schieramenti che la pensano in modo contrapposto: chi la ritiene un’occasione per farsi conoscere e chi, in modo drastico, considera questa diffusione come la vera rovina del mercato discografico. Considerando che probabilmente, come spesso accade, la verità sta nel mezzo, voi da che parte vi schierate?

Marco: Per noi internet è stato fondamentale. Il nostro disinteresse verso il live forzato (intendiamo il “suonare ovunque purchè si suoni”) ci ha sicuramente impedito di farci conoscere ai più. Tramite MySpace invece abbiamo riscosso un certo successo in tutta Europa ed essendoci per ora autoprodotti, per noi questo è stato un grosso vantaggio, anche dal punto di vista economico. Adesso è il momento di iniziare a suonare live e fortunatamente stanno arrivando occasioni importanti!

Sembra che ultimamente l’Italia si stia facendo notare, lentamente ma con costanza, per una serie di release molto buone in diversi generi rock/metal. Qualcosa si muove, finalmente?

Marco: Sì! Si sta muovendo eccome! Secondo me è anche merito del pubblico estero, che si sta aprendo alla musica italiana. Pensa che ad esempio noi abbiamo venduto la quasi totalità delle copie del promo fuori dall’Italia! Ci sono tante ottime realtà da molto tempo e, legandomi alla tua domanda di prima, direi che internet sta aiutando un pò tutti. Ovviamente c’è chi purtroppo lavora sodo e spende migliaia di euro per “partorire” un cd e, dopo averlo pubblicato, se lo ritrova il giorno dopo su Megaupload o in Torrent con tanto di artwork digitalizzato. Questo è, rubando il moniker di una grandissima prog band italiana del passato, il Rovescio della Medaglia.

Passiamo ai progetti futuri. Avete già qualcosa in cantiere da inserire in un nuovo disco?

Marco: Eccome! Stiamo ultimando la composizione dei brani per il nostro nuovo full length, intitolato Division by Zero. Riprenderà un pò i “colori” di Antithesis of Time, incentrandosi però su temi come l’informatica, l’elettronica e la matematica. Vogliamo che sia assolutamente “pazzo” e psichedelico. Ad oggi siamo a quota 5 brani, crediamo ne manchino ancora 3 o 4. Subito dopo il ProgPower Europe partiremo con le registrazioni, usando l’attrezzatura che i fan ci hanno reso possibile acquistare!

In conclusione, ringraziandovi per la disponibilità, vi rinnovo i complimenti per Anthitesis Of Time e per la vostra conferma al ProgPower Europe 2011. Volete aggiungere qualcosa e salutare i nostri lettori?

Gabriele: Ringrazio tantissimo voi di TrueMetal per averci dato tanto spazio nel vostro fantastico sito e ringraziamo in particolar modo te per la recensione killer che hai fatto al nostro promo Antithesis of Time!

Marco: Un grosso saluto ai lettori di TrueMetal e a tutta la redazione. Vi stiamo preparando una bella sorpresa… a presto!

 

Massimo “Acid Rain” Ecchili