Vario

Necrodeath (Peso e GL)

Di Angelo D'Acunto - 12 Giugno 2009 - 0:05
Necrodeath (Peso e GL)

Nuovo ed ennesimo cambio di line up per gli storici Necrodeath e nuovo
disco fresco di pubblicazione che risponde al nome di
Phylogenesis
.
Per l’occasione, abbiamo raggiunto Peso e il nuovo arrivato GL per
scambiare qualche parola su quella che è l’ottava release in quasi venticinque
anni di carriera e sul futuro della band genovese. Buona lettura.

Ciao ragazzi e bentornati sulle pagine di TrueMetal.it. Cominciamo parlando
di quello che è successo negli ultimi tempi, ovvero l’ennesimo terremoto (se
così possiamo definirlo) che ha scosso nuovamente una line up che sembrava aver
trovato la stabilità definitiva. Prima l’arrivo di Maxx, poi la formazione a
cinque elementi con Pier a dar man forte a quest’ultimo e infine l’uscita dalla
band dello stesso Maxx insieme a John. Insomma, potete dirci cosa è successo?

Peso: In realtà nessun terremoto, ma semplicemente delle evoluzioni naturali
all’interno di una band che, vivendo una situazione a metà strada tra coloro che
sono passati al vero professionismo e quelli che suonano a livello
amatoriale, deve gestire con calma e tranquillità delle situazioni che non sono
cosi facili da portare avanti.
Comunque alla fine abbiamo fatto uscire un altro album e con questo sono già sei
dalla data della reunion, ovvero da dieci anni e il che non è poco, se pensi che i
colleghi professionisti ne fanno uscire uno ogni tre-quattro anni… per cui
tutto è tranquillo e la nuova line up è potentissima.

In che rapporti siete rimasti con tutti gli ex membri del gruppo?

Peso: Nessun problema, anzi, ero proprio a cena da Claudio con John una settimana
fa… per cui massimo rispetto e amicizia!

Nonostante tutto ciò siete riusciti a tirar fuori Phylogenesis, album che, dopo
le sperimentazioni di Draculea, vede tornare i Necrodeath a pestare duro come
meglio sanno fare, mantenendo comunque una certa evoluzione che lo differenzia
in qualche modo da tutte le release precedenti. Raccontatemi di come si sono
svolte le fasi di realizzazione per questo nuovo studio album.

Peso: Subito dopo Draculea ho iniziato a comporre i primi riff nuovi, ma è stato
con l’entrata di Pier in pianta stabile nella line up che le cose hanno iniziato
a concretizzarsi, sia per il suo apporto e sia per la linfa vitale che ha
portato. Per cui i brani sono usciti fuori in maniera del tutto naturale e hanno
iniziato a prendere subito una forma molto vecchia scuola e, diversamente da
Draculea, abbiamo ripreso certi andamenti più veloci ai quali siamo tanto
legati. Non vuole essere un album schiacciasassi… c’è gente molto più brava e
in gamba di noi ad andare a mille allora, preferiamo suonare quello che siamo
capaci di fare in maniera molto naturale, restando ben saldi alla vecchia scuola
thrash, ma cercando sempre di mettere sonorità e arrangiamenti che si distaccano
da tutte le altre band. Per cui, nel bene o nel male, continuiamo ad imporre il marchio
“Necrodeath” sin dalle prime note.

A mio parere, i punti più alti dell’intero lavoro si possono trovare nell’opener
Awakening Of Dawn, The Theory e nella conclusiva Final War, quest’ultima dotata
di un minutaggio piuttosto elevato rispetto agli standard, ma comunque ben
composta e di forte impatto. Ci sono pezzi che preferite di più rispetto agli
altri?

GL: Personalmente ritengo che tutti i brani meritino attenzione, anche perché
ascoltandoli separatamente o nell’intero concept dell’album non mi stancano
mai… comunque sono maggiormente legato ad Awakening of Dawn, I.N.R.I., The Theory, Propitiation of the Gods, forse perché sono le canzoni che meglio mi
rappresentano e che vorrei proporre nei concerti.

Sono presenti anche alcuni “special guest” che hanno dato il loro contributo
alla realizzazione di questo nuovo full-length?

Peso: Sì, innanzitutto c’e Maxx, al quale abbiamo fatto registrare degli assoli, poi
Zanna
e Paco dei Raza De Odio. Con Zanna molti sanno che ho condiviso oltre al
progetto iniziale dei Raza, ben tre anni nei Sadist ai tempi di Tribe, e poi con
Paco per comporre insieme un brano che si distaccasse un po’ dalle altre tracce dandogli un sapore medio-orientale, visto il tema trattato nel
brano stesso (Propitiation Of The Gods, ndr)

Soffermiamoci sull’artwork di Phylogenesis: potete dirmi che cosa rappresenta? È
in qualche modo legato ai testi racchiusi all’interno del disco e, quest’ultimi,
fanno riferimento ad un unico concept?

GL: L’artwork ci piace molto, la copertina è molto moderna, ma con un chiaro
riferimento al passato di “Into the macabre” per la presenza della figura
femminile, serpenti ecc… Personalmente lo interpreto come la visione di un mondo
alieno, estremo, innaturale ed ostile per la vita umana, ma dove elementi
comunemente contrastanti come il fuoco e l’acqua riescono a fondersi e far parte
uno dell’altro. In questo luogo non si percepisce il trascorrere del tempo, come
se tutto fosse eterno, quindi direi che l’artwork riflette esattamente le stesse
vibrazioni delle canzoni e si lega molto al concetto del tempo, che è anche il
filo conduttore dell’album, infatti le nove canzoni contenute sono divise in tre
parti con riferimenti al passato, presente e futuro dell’evoluzione umana.

Sempre parlando di quella che possiamo considerare la “seconda era” della band,
che vede ormai la presenza fissa di te e Flegias da Mater of All Evil ad oggi,
c’è chi afferma con una certa convinzione di preferire questo “nuovo corso”
rispetto a quelli che erano i Necrodeath degli 80’s. Siete soddisfatti di come
sono andate le cose dal 1999 ad oggi?

Peso: Guarda, in verità c’è gente che è affezionata alla formazione degli anni
ottanta e altri che preferiscono quella attuale… per me non fa differenza, l’importante
per noi è andare avanti con coerenza e fare dischi che soprattutto piacciano
a noi stessi. I pareri che sento a volte discordano l’uno con l’altro, ma rispetto
tutti coloro che, in una maniera o nell’altra, hanno supportato la band. È
grazie a tutte queste persone se i Necrodeatrh continuano
ad andare a vanti, anche a quelli che recensiscono in maniera negativa i nostri
album… perché comunque creano curiosità, contrasti e non ci lasciano nell’indifferenza.

Quali sono invece le differenze del vostro approccio con la musica rispetto ai
primi tempi? Per voi, è cambiato anche qualcosa nella scena musicale?

Peso: L’organizzazione in generale è cambiata in Italia. Siamo ancora indietro,
ma rispetto ai miei esordi, dove non c’era nulla, sono stati fatti dei passi da
gigante.

A due anni di distanza dalla release di Draculea, quali sono stati i
riscontri da parte di pubblico e critica nei confronti di un disco così
sperimentale? Che aspettative hai per l’accoglienza che verrà riservata a questa
nuovo studio album?

Peso: Draculea ha ricevuto recensioni molto negative e alcune positive, mai una
via di mezzo. È un album particolare ed è giusto se coloro che hanno voglia di
ascoltarlo diano dei giudizi cosi contrastanti. In Phylogenesis riceveremo
anche qui i soliti commenti positivi o negativi, ma non credo ci saranno dei
picchi così estremi come è stato con Draculea.
Abbiamo imparato comunque a continuare sempre per la nostra strada senza badare
alle critiche, altrimenti non saremmo ancora qui nel 2009, non pensi?

Peso, guardandoti indietro, quale potresti considerare come l’album più riuscito
dell’intera carriera dei Necrodeath?

Peso: È sempre l’ultimo, chiaramente!

Nessun rimpianto o qualcosa che cambieresti, soprattutto per quanto riguarda le
scelte compositive?

Peso: No, perché ogni album rispetta la nostra espressione di quel periodo. Se
nel 2003 è uscito un disco come Ton(e)s Of Hate, è perché in quel periodo eravamo noi ad esprimerci in quella maniera,
così come è giusto che nel 1987 sia uscito Into The Macabre con tutti quegli errori inclusi nella registrazione.

Nel 2010 (il prossimo anno) i Necrodeath arriveranno al 25° anno di carriera.
Avete già in mente il modo di festeggiare un traguardo così importante? Potete già
anticiparci qualcosa?

Peso: No, nessun festeggiamento, o forse un album particolare… magari di cover,
esaltando i gruppi della vecchia scuola che ci hanno insegnato a suonare.

Siete sotto contratto con la Scarlet Records da dieci anni circa. Come vi
trovate a collaborare con loro? Siete soddisfatti di tutto il lavoro che stanno
svolgendo e che hanno svolto sino ad ora?

Peso: Ogni anno rinnoviamo il contratto, per cui dopo ogni nuova release siamo liberi
da qualsiasi legame contrattuale. Questo ha fatto sì che un gruppo “anarcoide” come
il nostro
potesse andare avanti a produrre. Il prossimo passo non lo so se lo faremo con
loro, ci ritroveremo seduti intorno a un tavolo e ne discuteremo…

Parliamo un po’ di Peso e di quella che è la sua formazione come musicista.
Quali artisti e band hanno influenzato maggiormente il tuo modo di suonare e
comporre?

Peso: Come batterista sicuramente Dave lombardo, come compositore credo solo le band della vecchia scuola anni ottanta che ho ascoltato sempre e che continuo
tutt’oggi ad apprezzare.

Fra tutti gli artisti della scena metal odierna (sia nazionale, sia
internazionale) c’è qualcuno con il quale vi piacerebbe suonare?

Peso: Vorrei suonare con Phil Anselmo, visti anche gli apprezzamenti
ricevuti da me e Flegias da parte dei Down. Quando ci siamo
conosciuti personalmente ha addirittura intonato qualche nostro brano a
squarciagola… è una persona veramente simpatica.

GL: Ovviamente mi piacerebbe poter suonare di spalla ai Metallica… spero che un
giorno si possa realizzare questo sogno!

Che programmi avete in mente per il prossimo futuro?

Peso: Oltre alla trasferta in Grecia, che stiamo preparando da tempo, ci sono dei
festival estivi ai quali parteciperemo. Dobbiamo discutere di un eventuale album
di cover per il
2010, comporre dei brani per il 2011, appianare alcune cose con un management
straniero per un booking europeo… e nel frattempo berci dei cuba libre,
supportare dal vivo il nuovo Phylogenesis e, inoltre, mi piacerebbe organizzare
qualcosa con gli amici Bulldozer.

Bene, questa era la mia ultima domanda. Lascio a voi l’onore dei saluti finali.

Peso: Un saluto ai tuoi lettori e grazie per lo spazio e per il tempo che ci dedichi.

Angelo ‘KK’ D’Acunto