Hard Rock

Queen: compie 45 anni il capolavoro ”A Day at the Races”, tutti i segreti del disco

Di Daniele D'Adamo - 13 Dicembre 2021 - 16:14
Queen: compie 45 anni il capolavoro ”A Day at the Races”, tutti i segreti del disco

Rassegna stampa:

Come poter replicare l’apice del successo raggiunto con un album capolavoro come ”A Night At The Opera”? Semplicemente con il primo album interamente autoprodotto dai Queen. Il 10 dicembre 1976 la band di Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon pubblicava ”A Day At The Races”, il loro quinto album in studio.

Queen Day at the Races

La band trascorse in studio buona parte dei cinque mesi che precedettero l’uscita dell’album adottando un metodo completamente nuovo per la realizzazione, facendo leva su un titolo simile per bissare il successo del precedente LP e autoproducendosi per la prima volta un album di inediti. Il titolo prendeva liberamente spunto da un film dei fratelli Marx e la copertina cercò in ogni modo di ricalcare la “familiarità” lanciata dalla band con l’ormai iconico logo che grazie a ”A Night At The Opera” aveva riempito gli scaffali dei negozi di dischi di tutto il mondo.

“Sentimmo che per questo lavoro avevamo bisogno di qualche piccolo cambiamento”, dichiarò Freddie Mercury nel 1977 al magazine Circus. “Eravamo abbastanza fiduciosi e sicuri nel farlo da soli. Gli altri album sono sempre stati coprodotti, ma in realtà abbiamo sempre avuto un vivo interesse nel farlo… È stato un altro passo nella nostra carriera. Abbiamo pensato che fosse quello il momento o mai più”.

Senza il loro ormai storico produttore Roy Thomas Baker, i Queen cercarono di ottenere lo stesso dinamismo e varietà del disco precedente, coprendo molti generi tra cui l’hard rock con ”Tie Your Mother Down”, il pop soul con ”Somebody to Love” e il balletto con ”Good Old Fashioned Lover Boy”. Esattamente come accadde durante la composizione di ”A Night At The Opera”, la maggior parte delle canzoni vennero scritte da Freddie Mercury e dal chitarrista Brian May, con Roger Taylor e John Deacon che contribuirono all’album scrivendo una canzone a testa.

A cercare di replicare le sonorità di ”Bohemian Rhapsody” venne inserita in scaletta ”The Millionaire Waltz”, con numerose indicazioni di tempo, grandi cori e parti sinfoniche registrate con la chitarra di Brian May. Scritta da Mercury la canzone solca lo stesso terreno di “Bohemian Rhapsody”, anche se non ottenne lo stesso successo di quel classico dei Queen.

“The Millionaire Waltz in realtà potrebbe riassumere la maggior parte di ciò che stavamo facendo in quel momento”, dichiarò Brian May alla rivista Cuepoint nel 2014, “è qualcosa che viene suonato molto di rado, penso che potesse essere il successore di ”Bohemian Rhapsody”, così complesso da non poter essere trasmesso in radio. Ma è uno dei miei brani preferiti, è così estremo!”.

Ma il chitarrista contribuì alla riuscita dell’album con uno dei brani più riconoscibili, potenti e corali dell’intera storia dei Queen: ”Tie Your Mother Down”. In quel disco compaiono anche ”White Man”, ispirata alla difficile situazione dei nativi americani, e ”Teo Torriatte (Let Us Cling Together)”, scritta per i fan in Giappone con parte del testo in giapponese.

Mercury, nel frattempo, continuò la sua ricerca per costruire una vera e propria orchestra di voci, creando vere e proprie cattedrali sonori con le sovrapposizioni della sua voce in “You Take My Breath Away”. Ma la vera prova vocale più alta e irraggiungibile dei Queen probabilmente rimane quella registrata in “Somebody to Love”, in cui le voci di Mercury, Taylor e May risplendono come non mai, la canzone aveva radici nel genere musicale più popolare e semplice possibile: il gospel.

Scritto da Freddie Mercury, ”Somebody To Love” è forse il brano più famoso tratto dall’album dei Queen del 1976. In un’intervista rilasciata all’epoca Freddie Mercury confessò che la scrittura del brano venne pesantemente influenzata dalla sua passione artistica per la regina del soul Aretha Franklin.

Spinto forse dal successo del singolo ”Somebody to Love”, ”A Day at the Races” riscosse immediatamente un grandissimo successo quando uscì il 10 dicembre 1976 in Gran Bretagna e in Europa e una settimana dopo negli Stati Uniti. La stampa dell’epoca riservò al disco delle recensioni piene di entusiasmo, tanto da spingerne le vendite e facendogli scalare le classifiche nel Regno Unito diventando immediatamente disco d’oro (e successivamente di platino). L’album venne percepito davvero come un degno successore di ”A Night at the Opera”. Ne seguì un grandioso tour mondiale che vide addirittura la band incontrarsi con Groucho Marx e rendergli omaggio per l’impatto che la sua influenza aveva avuto sulla band. (Virgin Radio)

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