Vario

Raising Fear (Yorick)

Di - 3 Marzo 2005 - 15:00
Raising Fear (Yorick)

Dopo un epico ed estenuante viaggio alla ricerca dell’Inkubo Cafè di Milano, mi ritrovo a banchettare ed a chiacchierare insieme agli amici Raising Fear che eleggono portavoce dell’intervista il “vichingo” Yorick, interessato ed in fermento per il concerto che, di lì a poco, avrebbe performato insieme alla sua band… Buona lettura.

Ciao Yorick, come mai avete scelto Truemetal per pubblicare il contest?
Perché oltre ad avere un sacco di amici dentro credo che sia uno dei portali più grossi nonché tra i migliori. Di regola, mi fido di ciò che scrivete su di esso.

Avete avuto un feedback positivo dall’uso di Internet per la promozione dell’album tramite concorsi e iniziative?
Ci siamo mossi anche su internet ma il grosso del lavoro lo abbiamo fatto per i giornali. Le recensioni che abbiamo ricevuto sono state veramente tante, nonché le parolacce e insulti (risate generali, ndg) ma il riscontro è stato sicuramente positivo; è andata bene.

Cosa ne pensate e cosa conoscete del nostro portale?
Lo conosco bene anche perché ho molti amici che ci lavorano dentro, e soprattutto frequento il movimentatissimo forum.
Ho solo un piccolo appunto: quando mandiamo i comunicati difficilmente poi riuscite a pubblicarci la news sempre per tempo, succedeva soprattutto quando li mandava l’agenzia, da un po’, però, riesco a seguire il loro iter in prima persona e la situazione è migliorata non poco ma, ripeto, è solo un piccolissimo dettaglio.

La Dragonheart, etichetta con la quale avete firmato a metà 2004, è di proprietà di Enrico Paoli dei Domine, cosa pensate della loro musica e del roaster di gruppi facenti parte di essa?
Grandi Domine, The legend è un album a nostro parere mostruoso, ottimo sound ottimo cantante e storia grandiosa la loro!
Per ciò che concerne il roaster della Dragonheart; possiamo citare Drakkar, Thunderstorm e Doomsword su tutti: confessiamo che siamo dei grandi fan del doom!
Poi ci sono i Beholder che non conosciamo per nulla, sappiamo solo che la cantante fa la commessa al Blockbuster di Cologno (altre ovvie risate ndg).
Sono molto selettivi, non sono la classica etichetta che mette sotto contratto tutto ciò che le passa per le mani e sono professionisti dal punto di vista della promozione, con Maurizio Carello ad esempio, mi trovo benissimo, senza la loro professionalità non saremmo qui stasera a parlare con te.
Le offerte sono state parecchie, la Dragonheart ci ha affascinati e convinti sin dal principio.

I miti rappresentati nel vostro nuovo album mi hanno fatto tornare alla mente il film Alexander, ed in particolare la scena dove Filippo accompagnava Alessandro nella grotta per raccontargli le gesta degli eroi che l’avevano preceduto… Ecco, sembra vogliate parlarne allo stesso e identico modo, un po’ come in un museo. Siete d’accordo?
Hai centrato in pieno il messaggio che vogliamo trasmettere; la copertina dice esattamente la stessa cosa: sono una serie di ritratti che vogliono raccontare sia storie mitologiche che dare alla musica quell’immagine che, associandola ad essa, la rappresenta ancora più chiaramente.
Insomma, per i Raising Fear l’immagine è importante quanto la musica.

Mythos è stato pubblicato dopo un promo di tutto rispetto ove la mitologia la fa da padrona. Yorick, qual è il tuo personaggio mitologico preferito di quelli rappresentati sul nuovo album? Com’è nata l’idea di inserirli tutti in una volta su un album? Che messaggio volete lanciare?
Se i miei amici e compagni di avventura non me ne vogliono, la mia risposta è necessariamente “The Goddess” visto che la persona che è rappresentata è la mia futura moglie (18 giugno prossimo venturo) e considerando anche la dedica sull’album.
Tuttavia, se vogliamo prescindere da storie così personali, credo che non ce ne sia uno che preferisco sopra tutti, forse Caronte per lo sviscerato amore che nutro per la Divina Commedia da cui il pezzo del ritornello è tratto.
L’idea di inserire vari personaggi mitologici, come detto, viene dal desiderio di proporre una sorta di galleria di un museo (così come dipinta nella copertina).
In questa galleria, vaga incontrando reperti, tavolette, statue, ritratti e oggetti vari che raccontano le loro storie che sono descritte in pochi tratti in cui la musica fa da padrona nel nostro caso, visto che poi è stata la musica che ci ha fatto scegliere i nostri personaggi.
Non credo ci sia un messaggio di fondo, come ben sai Yorick è il nome di un giullare e lo spirito che mi guida è un po’ sempre quello del cantastorie più che quello del poeta “vate”…

La musica dei Raising Fear è decisamente spartana (nel senso buono del termine), heavy metal nudo e crudo senza troppi fronzoli! Siete una delle poche band che crede ancora in questo tipo di musica; ormai è usuale inserire effetti di qualsiasi tipo per dare un tono teatrale e magniloquente alla produzione finale.
Assolutamente vero! L’idea è di fare metal senza compromessi; siamo quasi tutti figli degli anni ottanta ed abituati di conseguenza al sound di “quell’epoca”, siamo usciti tutti da progetti che più o meno si avvicinavano allo stile ottantiano e per noi, suonare questo tipo di musica è una riscoperta del piacere di divertirsi col metal di strada; senza tastiere e senza inserti operistici del caso.

Sicuramente per i Raising Fear è importante non solo la musica, ma anche ciò che le fa da contorno: cover dell’album e sito internet sono curatissimi e brillanti. Quanto è importante questo particolare oggi giorno?
Il gruppo deve essere professionale sotto tutti i punti di vista, c’è poco da fare. Oggi giorno bisogna tenere anche un certo tipo di immagine e ci teniamo ad investire su di essa perché è una cosa che ti appaga anche personalmente, noi vogliamo dire che ci siamo, non solo che sappiamo suonare e puoi dedurlo anche dallo striscione che vedi sul palco (stupendo ndg).
Tante volte ci sono band qualitativamente ottime ma completamente assenti da quel lato, tu devi comunque incuriosire e dare una idea ed una visione generale il più possibile completa.
Ci sono poi varianti nascoste che non puoi vedere ma che per noi sono segno di grossa professionalità e, per esempio non tutti sanno non siamo dello stesso paese, siamo molto distanti tra noi e, se il sacrificio parte dal presupposto che ci siamo impegnati a far bene in questo campo, dobbiamo farlo fino in fondo; compresa l’immagine.

E’ duro come avere un rapporto a distanza con una ragazza in pratica…
Bravo io la vivo esattamente così: il rapporto col gruppo è come il rapporto che puoi avere con una ragazza, con le ovvie differenze (risate ndg).

Yorick, oltre ai Raising Fear, suoni anche per gli Helreidh, come riesci a far combaciare gli impegni con le due band? Hai una priorità?
Ad inizio non c’era nessuna priorità perchè fino al 2000 Helreidh era il mio unico gruppo, poi dal 2001 ho cominciato coi i Raising Fear anche se non sapevo dove saremmo finiti ed avevo smesso con Helreidh; poi è ricapitato di riprendere in mano il progetto ed ancora oggi sono un diviso soprattutto dal punto di vista emotivo.

Insomma, tornando alla metafora precedente, è un po’ come avere moglie e amante (risate ndg)
Esattamente, praticamente sono bigamo ma, finchè Helreidh non arriva ai livelli di professionalità raggiunti con i Raising Fear, è chiaro che la priorità rimangono loro (indica i ragazzi della band ndg).
I contatti che ho con la mia seconda band sono ancora importanti e ci hanno chiesto di andare a suonare al ProgPower Festival in Olanda, un occasione importante.
Oltretutto sono rimasto in ottimi rapporti con Gery Berkanmp degli Shadow Gallery che ho incontrato in un viaggio per l’America con il quale ho scritto qualcosa che abbiamo ancora in cantiere e che spero di far nascere un giorno o l’altro. I contatti sono fondamentali come puoi vedere.

Classica domanda immancabile per il nostro sito: cos’è per voi il Truemetal?
Truemetal è quando un cavaliere salta su una fiammante Harley Davidson per andare a salvare la Principessa nella torre più alta del Castello, se la tromba, beve un paio di birre, ammazza il drago, rutta, e se ne va! (Tutto ciò detto dal vocalist mentre Yorick fa il segno distintivo di Joey De Maio: risate e birra sul tavolo a volontà ndg)

Bene, il tempo è scaduto anche perché dovete prepararvi per il concerto di stasera: avete le ultime righe a vostra disposizione per salutare l’utenza di Truemetal!
Grazie a Truemetal per lo spazio che ci ha concesso, venite a sentirci suonare perché Raising Fear è una live metal band (confermo ndg), provate ad ascoltare Mythos, siamo certi che non vi deluderà!

Dopo l’intervista ai Raising Fear, mi sono naturalmente fermato nel locale milanese per gustarmi la prova del quintetto italiano e ne sono rimasto abbondantemente soddisfatto.
I Planethard hanno aperto le danze con una manciata di cover e qualche pezzo proprio ma sono stati ahimè surclassati sia tecnicamente che per la grinta espressa sul palco dalla prova dell’epico act.
Nonostante il pubblico, tutt’altro che numeroso, i Raising Fear hanno suonato un’abbondante oretta e mezza, presentando 4 cover, Metal Church, She Wolf, Aces of Spades e Angel Witch e per la precisione seguendo la scaletta qui in basso:

Gilgamesh
Teseus
Metal Church
Fenrir
Montezuma
Thor
Charon
Amon Ra
She Wolf
Merlin
Angel Witch
Ocasta
Ace of Spades

Non faccio altro che congratularmi con loro per l’ottima performance in quanto ciò che mi hanno detto è stato confermato in pieno: i Raising Fear sono una band da palco!

Gaetano “Knightrider” Loffredo