Report: Jon Oliva’s Pain (22/04, Reggio Emilia)

Di - 25 Aprile 2006 - 15:05
Report: Jon Oliva’s Pain (22/04, Reggio Emilia)

È triste vedere quanta indifferenza e quanto disinteresse il pubblico italiano possa riservare ad artisti di valore assoluto come Jon Oliva: al Tempo Rock, tra i coinvolti emotivamente e gli osservatori distanti, la folla non ha raccolto più di duecento unità. La situazione diventa ancora più avvilente se si considera che – escludendo l’apparizione al Tradate Iron Fest dell’anno scorso – per la prima volta dopo quindici anni il Mountain King tornava in Italia con una scaletta annunciata improntata sui gloriosi Savatage che furono, quelli dei due fratelli Oliva nelle posizioni dominanti di singer e chitarra solista. Insomma, questi Jon Oliva’s Pain sono ciò che più si possa avvicinare ai quei veri unici grandissimi irripetibili Savatage.

Aprono gli Elvenking, sfortunati nel trovarsi con Damnagoras in serata no, con notevoli problemi “medici” alle corde vocali. È quanto basta per compromettere la resa complessiva di una prova per il resto piacevole. Osservando lo svolgersi dell’esibizione non si può non rimanere colpiti dalla discrepanza che emerge tra l’entusiasmo che spesso sul web attornia alla formazione friulana e un pubblico che a Reggio Emilia ha riservato alla band un’accoglienza tremendamente fredda.

JON OLIVA’S PAIN

Jon Oliva ama Streets, lo ama alla follia. D’altronde chiunque abbia in seno un minimo di gusto non può non rimanere estasiato da un lavoro così magnificamente ispirato. Jon lo ama così tanto da dedicargli – come già fu a Tradate – ben un terzo della scaletta e tutta la primissima parte del suo show. Sono infatti l’immortale main-riff di Jesus Saves e l’inaspettata Agony and Ecstasy ad aprire la setlist dei Jon Oliva’s Pain. Più tardi, sempre nella prima parte della setlist, giungeranno anche l’immancabile Believe e un’accoppiata di classe come Tonight He Grins Again e New York City Don’t Mean Nothing. Non ci sono dubbi, Jon Oliva è in grande forma e il suo carisma sembra non risentire di una forma fisica costantemente in declino. Il singer canta, scherza con i suoi musicisti e con il pubblico lasciandosi andare anche in un paio di siparietti. Per la verità non tanti come a Tradate, ma comunque abbastanza per accattivarsi tutte le simpatie e l’affetto dei presenti. Arriva ovviamente il doveroso momento di ricordare il fratello scomparso tredici anni or sono, e l’occasione è quella della grande Hounds. Il brano, concepito e scritto da Criss, è insieme a una splendida Gutter Ballet la rappresentanza del platter datato 1989 in questo sabato sera.

C’è spazio anche per un paio di brani dal bellissimo primo capitolo della saga Jon Oliva’s Pain: The Dark e Walk Alone, brani di grande eleganza in grado di non sfigurare in mezzo ai cugini dell’era Savatage. Per la conclusione del primo set si torna indietro ai tempi degli Avatar con il medley tra due brani devastanti come City Beneath The Surface e The Dungeons Are Calling, mentre nell’encore trovano posto due classicissime title-track come Sirens e Hall of the Mountain King.

Serata bellissima, addirittura speciale per chi come il sottoscritto ha riservato ai Savatage una grossa fetta del proprio cuore musicale. Ovviamente lo show ha inevitabilmente ruotato intorno alla classe e al talento di Jon Oliva, ma sarebbe un vero e proprio delitto verso la musica non spendere qualche parola per Matt LaPorte, chitarrista dal tocco ammirevole, capace di interpretare le linee che furono del mai troppo compianto Criss come a pochissimi altri ho sentito fare in tutti questi anni.

Purtroppo, quasi come una maledizione, sembra che il grande pubblico continui a ignorare i Savatage e ciò che li circonda, rifiutandosi di tributargli l’affetto e la stima che dovrebbe essere d’obbligo per creature di questa caratura. Nella speranza che in futuro un signore capace di portare sul palco musica di questa qualità abbia il riscontro di audience che almeno da venti anni si merita, diamo appuntamento alla prossima occasione: noi ci saremo.

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini