Report Rotting Christ 18/12/04 a Catania

Di - 19 Dicembre 2004 - 13:49
Report Rotting Christ 18/12/04 a Catania

Quello che sarà ricordato dai defenders siciliani come “lo storico 2004” si chiude con il concerto dei greci Rotting Christ: quanta fatica, però, per gli organizzatori! Ricordiamo, infatti, che il luogo che in origine avrebbe dovuto ospitare la serata aveva, in seguito, ritirato la sua disponibilità. Sono girate clandestinamente in Sicilia tante voci che, per correttezza, non riportiamo, attenendoci al comunicato ufficiale della Nihil Productions, apparso sui siti web di tutta Italia:
“Ci scusiamo ma cause non dipendenti dalla nostra volontà hanno portato al cambiamento del locale per il tour Rotting Christ & Grave. I motivi sono di carattere religioso…Sì, proprio così! Ci è stato negato il permesso di portare a compimento il concerto, dal comune di Scordia, perchè la data (18 Dicembre) è troppo vicina alle festività natalizie ed arreca offesa ai cittadini. Incredibile ma vero!”

Con tali premesse, non c’era da essere ottimisti, memori del passato burrascoso che l’heavy metal ha sempre avuto in Sicilia: per fortuna, l’Easy Rider Club si è assunto l’onere e l’onore di ospitare l’evento, ma la capienza più ridotta rispetto a quella del locale d’origine ha costretto gli organizzatori a limitare l’ingresso ai primi 300 prenotati. Una scelta da noi condivisa, per ovvi motivi d’ordine pubblico e di sicurezza, anche se ci dispiace per tutti coloro che non sono stati presenti: la necessità della prenotazione era stata resa nota, comunque, con due mesi d’anticipo, evitando così lamentele e incidenti, possibili anche tra persone civili come noi.
Mentre molta gente è ancora in fila per controllare le prenotazioni, alle 21.30 aprono i catanesi Superbia: mezz’ora di un buon death metal, a tratti violento, altre volte melodico, molto tecnico, mai monotono, dato che i musicisti esplorano anche territori doom e sperimentano la doppia voce. Doveroso il ricordo di Dimebag Darrell, scomparso tragicamente pochi giorni fa; vergognoso, invece, lo scarso applauso che si alza.
I Memories of a Lost Soul da Reggio Calabria propongono un death metal melodico: tra i brani citiamo “The Soul’s Incubator”, ricca di interventi alle tastiere, “Sleeping Bad Consciousness”, più pesante, la nuovissima “Necroantimateria”, da cui è tratto il loro video, e “The Curse of Eternity”. Anche in questo caso una buona prestazione, di 40 minuti, con una gradita alternanza tra attacchi furiosi e intermezzi atmosferici.
Dopo un interminabile soundcheck, appaiono gli svedesi Grave, death metal di vecchio stampo, ma non per questo superati: martellano i fans con brani diretti e taglienti per più di un’ora. Vengono presentate alcune canzoni nuove, come “Out of the Light”, che suscitano un caloroso apprezzamento del pubblico, ma è naturale che il pogo si faccia più intenso quando arrivano i brani vecchi. Tra questi ricordiamo “You’ll Never See” e “Turning Black”; durante l’esecuzione di “Morbid Way to Die” compare tra la folla una bambola gonfiabile in completino intimo rosso: è Natale, in fondo… Si passa a “Deformed”, quindi a “And Here I Die”, e il delirio finale avviene con “Into the Grave”. Proprio la canzone più osannata ha un inizio identico ad una parte del brano “Black Sabbath”: spiace constatare che, mentre le band estreme citano esplicitamente i leggendari padri, molti ragazzi li sconoscono o li snobbano, considerandoli obsoleti, quando, al contrario, la loro attualità è ancora evidentissima, pur essendo passati trentacinque anni dal loro esordio.
Lasciando ai nostri ricordi la nostalgia, torniamo al presente, in questo caso ai Rotting Christ, che salgono sul palco dopo mezzanotte e mezza, mentre tra le prime file sventolano bandiere greche. Il loro black metal non ha bisogno di troppe presentazioni, ma ci teniamo ad evidenziare che, a differenza di molti gruppi del settore, sanno padroneggiare gli strumenti. Tra i brani spiccano la recentissima “Thy Wings Thy Horns Thy Sin”, la lunga “In Domine Sathana”, l’effettata “King of a Stellar War”, “Visions of a Blind Order”, “Sanctus Diavolos”, impreziosita da stupendi cori femminili; seguono altre canzoni devastanti come “Sorrowfull Farewell”, “After Dark I Feel”, “Thou Art Blind”, “Non Serviam”. Alcuni spettatori sono sospesi, come in trance, mentre altri si lanciano nella mischia: i Rotting Christ lasciano il palco alle 2, senza concedere bis, ma ringraziando più volte i presenti per l’affetto rivolto loro.
E’ confortante, concludendo, vedere che ci sono persone che si spostano dalla Calabria (sette ore di treno, grazie al pessimo stato di ferrovie e strade nel sud Italia) per amore dell’heavy metal; è, invece, a dir poco squallido constatare con mano che c’è ancora gente della zona che critica i gruppi e si permette di non venire ai concerti, favorendo in tal modo il gioco dei padroni, che vogliono una Sicilia perennemente oppressa da cantanti napoletani e gruppetti reggae. E’ proprio vero che le cattive usanze sono dure a morire, e i parassiti pure: pertanto, ricordiamo che la Nihil Productions svolge in Sicilia un lavoro davvero arduo e li ringraziamo, non solo per la serata in sé, ma per “lo storico 2004”, sperando in un favoloso 2005.

Giuliano Latina