Saga (Michael Sadler)
E’ un Michael Sadler molto loquace a rispondere alle mie domande, segno tangibile che il suo rientro nei Saga è vissuto con grandissimo entusiasmo.
– intervista a cura di Mauro Gelsomini
Ciao Michael, bentornato nei Saga e sulle pagine di Truemetal.it. Come stai?
Molto bene, grazie. La vita va decisamente a gonfie vele al momento!
Prima di tutto dovrei chiederti come sta Jim… Ho saputo del suo intervento d’urgenza…
Il suo recupero sta procedendo molto bene! I medici gli hanno detto che sarà un processo lungo, ma dovrebbe riuscire a recuperare gran parte delle funzionalità dell’occhio. La bellissima notizia è che recentemente abbiamo suonato per la prima volta dall’operazione e Jim (Daryl) era euforico alla fine dello show, perché la sua performance alle tastiere non ne aveva affatto risentito.
Parliamo della tua uscita dai Saga. Torna indietro al 2007 e pensa a ciò che ti ha portato a quella decisione.
Beh, dovrei prima di tutto dirti che ci sono state voci secondo cui avrei lasciato per divergenze tra me e gli altri membri della band, in particolare personali e musicali. Vorrei mettere le cose in chiaro e dire che quelle voci non potrebbero essere più lontane dalla verità. Sono uscito in ottimi rapporti, musicalmente e personalmente, con gli altri componenti. La mia decisione è stata di carattere personale e non aveva nulla a che fare con l’insoddisfazione circa la direzione artistica intrapresa dalla band o con conflitti di personalità verso gli altri. Molto tempo fa decisi che se e quando avrei avuto un figlio, non sarei stato on the road per sentire da mia moglie che lui o lei aveva fatto il suo primo passo o pronunciato la sua prima parola. In altre parole, presi la decisione di fermarmi con i tour e finalmente avere una mia famiglia. E’ davvero semplice.
Hai annunciato la tua dipartita alcuni mesi prima dell’effettiva separazione, per onorare tutti gli impegni già presi: quell’annuncio fu seguito da molte interviste, uno studio album (10,000 days), un doppio CD live (Worlds Apart Revisited), e il “Farewell Tour”, terminato il 1 dicembre 2007 a Monaco. Qualcuno potrebbe pensare che l’annuncio era stato concepito come un’operazione di marketing…
Sì, qualcuno potrebbe pensarlo, ma non potrebbe essere più lontano dalla verità. Effettivamente, non avevo intenzione di fare altri album all’epoca della mia decisione. Ritenevo che avessimo materiale a sufficienza per supportare un tour: la mia dipartita, il trentesimo anniversario della band, ecc. Pensavo che la band avrebbe probabilmente preferito registrare un nuovo album con Rob e averlo pronto per il 2008, ma Jim (C) mi convinse che sarebbe stata una buona registrare un ultimo disco, e così nacque “10,000 Days”. Il mio “canto del cigno” (almeno all’epoca.)
I più, meno maliziosi (sicuramente tuoi veri fan), non sono interessati in tali insinuazioni, e vorrebbero che tu descrivessi quell’ultimo commovente concerto.
Ricordo che fu molto difficile affrontarlo, specialmente man mano che si avvicinava la fine della scaletta, sapendo che c’era una possibilità che non avrei mai più cantato quelle canzoni su un palco, almeno non con i Saga. Mi sentivo strozzato dalle emozioni (forse per l’inguaribile romanticismo che è in me)… E quando combini queste sensazioni con le manifestazioni d’affetto del pubblico, beh… diciamo che fu una serata emozionante sotto ogni aspetto!
Cosa ha fatto il Michael Sadler musicista in questi anni lontano dai Saga?
Beh, dopo aver passato il primo anno in semi-ritiro, quasi esclusivamente a casa con la mia famiglia, ad aiutare mia moglie con il nostro piccolo Seren, sono riuscito a lavorare “furtivamente” a qualche side-project, in tre generi musicali completamente diversi: ORSO (un’orchestra rock di Friburgo, in Germania), i Rudi Buttas’ Journey (uno dei chitarristi dei PUR, band pop tedesca molto famosa), e i BigBand East17 (una band crossover swing, sempre tedesca). E strano a dirsi, tutti i progetti coinvolgevano la musica dei Saga. Devo dire che cantare le canzoni dei Saga in contesti interpretativi così diversi tra loro è stata un’opportunità davvero rara per un cantante nel corso della sua carriera. E’ stata un’esperienza stimolante, e allo stesso tempo costruttiva in ognuno degli stili. E gradirei molto di ripeterla ancora, un giorno, con tutti e tre.
Ed eccoci con il tuo come-back. Immagino che avrai dovuto rispondere molte volte alle stesse domande a riguardo, ma non posso aggirare l’ostacolo. Non ti chiederò nulla in particolare, dimmi tu quello che vuoi circa le tue sensazioni, i tuoi pensieri e le tue azioni dal momento che hai iniziato a considerare di rientrare nella band.
Posso ammettere apertamente che in qualche angolino nascosto della mia mente avevo lasciato la porta aperta, quando lasciai la band, nel senso che non avevo scartato l’idea di un mio possibile ritorno, un giorno. Ma allo stesso tempo non avevo idea di come e se questo sarebbe potuto accadere, figuriamoci quando. Fondamentalmente ciò che posso dire è che quando lasciai i Saga dissi ai media, agli amici e alla mia famiglia che se fossi tornato sarebbe stato in un momento “giusto” per tutti. Così durante una delle nostre conversazioni all’inizio del 2011, Jim C. e io ci trovammo d’accordo sul fatto che forse quel momento era arrivato, e forse avremmo dovuto impiegare un po’ del nostro tempo a pensare seriamente al mio come-back. Ne parlai con la mia famiglia, mi accertai che Rob fosse stato messo al corrente della situazione, e presi la decisione finale. E a giudicare da come le cose stanno andando in questo momento, ho la forte sensazione di aver fatto la scelta giusta.
Hai ascoltato “The Human Condition”? Cosa pensi di quell’album? Cosa pensi Rob Moratti in quell’album e, in generale, nei Saga? Pensi che canterai qualche brano di quell’album nei prossimi concerti?
Penso che THC è stato un ottimo album, e che Rob ha fatto un eccellente lavoro con le voci. La mia unica riserva sull’album, che credo di condividere con diversi fan, è che non suona tipicamente Saga. Ora, potrebbe darsi che la cosa è dovuta semplicemente al diverso cantante, ma io penso che anche musicalmente è stato un po’ diverso per il fan “medio” dei Saga. In ogni caso, ripeto, penso che THC è stato un ottimo lavoro e che la band e Rob dovrebbero esserne fieri. Canterò qualche brano di quell’album nel prossimo tour? Ne abbiamo parlato, effettivamente. Penso che sarebbe giusto. Dopo tutto, Rob ha dovuto cantare diverse canzoni registrate da me, no? Vedremo…
Parliamo ora del nuovo album, “20/20”. A prima “vista” potrebbe non sembrare un titolo molto ingegnoso…
A prima “vista” (ride)! Questa è buona…
Cosa mi dici della copertina? Dovrebbe suggerire qualcosa di collegabile al numero 20? Oppure qualcosa relativo all’ottica? O forse al problema di Jim?
Può davvero suggerire diverse cose. Prima di tutto, si tratta del ventesimo studio album della band. Secondo, e per caso, aggiungerei, è un piccolo accenno al problema oculistico che si presentò a Jim lo scorso anno durante il tour con i Marillion. Ma in definitiva preferisco associarla all’avere 20/20 di visione, anche in senso figurato, ovvero avere 20/20 nel vedere le cose “col senno del poi”, e guardare chiaramente al passato e a cosa ti ha portato al punto in cui sei, oppure avere 20/20 nel vedere con lungimiranza, e quindi avere l’abilità di capire chiaramente quali siano le possibilità future.
Le tematiche inerenti all’ottica ricorrono anche nei brani? C’è un tema centrale? Se no, di cosa parlano i brani?
No, non c’è un concept o un tema intenzionale ricorrente. Tuttavia, se mi sedessi a rileggere tutti i testi che ho scritto, sembrerebbe esserci un fil rouge comune a tutto l’album, sintetizzabile nella speranza, nella rassicurazione e nella forza di volontà, la riscoperta della passione, il rialzarsi da una delusione o da una tragedia emotiva e guardare avanti, questo tipo di messaggi…
In generale trovo che i testi abbiano tutti un messaggio positivo.
“Spin It Again” è probabilmente la canzone più heavy nella carriera dei Saga. Sei d’accordo? Cosa vi ha spinto a “saltare dall’altra parte della staccionata”?
Non c’è dubbio che “Spin It Again” sia il brano più heavy dell’album. Non sono certo che sia il più heavy della nostra carriera, ma sicuramente è sulla lista. Di solito ci piace includere una “riff based song” su ogni album, quel tipo di brano che evidenzi il lato più heavy/rock della band, e nel caso di “20/20”, è “Spin It Again”. Un esempio di riff song è stata “Mind Over Matter”, tratta da “The Security Of Illusion”. Seppi fin dal primo minuto in cui sentii Ian suonare il riff della strofa per la prima volta durante le prove di quell’album che sarebbe stata “quel tipo” di song per quel disco.
Non mi ricordo dei Saga dal vivo nel nostro paese. Siete mai stati in Italia? Abbiamo qualche speranza, per il futuro? Se rispondi qualcosa come “Non lo so… è una questione che riguarda manager/promoter”, smetterò di torturarmi!
Non lo so… è una questione che riguarda manager/promoter! Ecco, l’ho detto… smetti di torturarti ora! (ride)
Tornando seri, siamo stati in Italia molti anni fa. Fu a Milano, e sfortunatamente non abbiamo un bel ricordo del concerto nel vostro bel paese, perché sul posto subimmo un furto e ci fu rubata parte della strumentazione.
Comunque è stato tanti anni fa e non possiamo ritenere responsabile l’intero paese e in particolare la nostra fan base per qualcosa che è successo così tanto tempo fa, per cui stiamo cercando di includere l’Italia nei nostri tour plan per 20/20, entro la fine del 2012 o all’inizio del 2013. Teniamo le dita incrociate…
Ok Michael, ti ringrazio per il tuo prezioso tempo e auguro a te e ai Saga il meglio con 20/20 e gli impegni futuri. Vuoi salutare i lettori di Truemetal.it?
Grazie a te, Mauro. E’ stato un piacere. I Saga vorrebbero ringraziare tutti i fan italiani per il loro continuo supporto. Credimi, sappiamo che ci siete e non vediamo l’ora di avere la possibilità di passare una serata insieme all’insegna della musica dei Saga con ciascuno di voi, un giorno nel prossimo futuro! Ricordate, va tutto bene se la canzone finisce, fintantoché la passione continua. Ci vediamo presto, e grazie per averci ascoltato!