Vario

Simone Fiorletta

Di Angelo D'Acunto - 8 Settembre 2009 - 1:05
Simone Fiorletta

È da poco uscito When Reality Is Nothing, quarto sigillo messo a segno in soli cinque anni da Simone Fiorletta. Abbiamo raggiunto il chitarrista dei Moonlight Comedy per parlare della sua ultima fatica, del prossimo futuro e di tante altre cose. Buona lettura.

Intervista a cura di Angelo D’Acunto e Riccardo Angelini

Riccardo – Benritrovato Simone, per salutare il tuo quarto disco in cinque anni. Un traguardo non da poco, non credi?

Ciao Riccardo, come va?! Beh, diciamo che non mi posso lamentare ma ti dico subito che non sono tipo che si culla troppo sui lavori fatti, preferisco sempre guardare avanti.

Riccardo – Credo che seguendo la tua discografia solista si possa sentire una progressiva maturazione di gusto, che ti ha portato a scrivere pezzi sempre più scorrevoli e attenti ai dettagli. Quanto ti senti cambiato come musicista negli ultimi 5/6 anni?

Sono diventato e divento piano piano sempre più attento sotto tutti quei passaggi che bisognerebbe tener in considerazione per tirar fuori un buon album, come dici tu stesso, brani più scorrevoli e dettagli ben curati. E’ pur vero però che ho debuttato da solista all’età di 22 anni…a distanza di cinque anni è inevitabile sentire cambiamenti o perfezionamenti dovuti anche ad una maggiore maturità personale, discorso che va ben oltre da quello musicale. Come ormai saprai benissimo, i miei brani vengono fuori dalle mie esperienze, dalla mia vita ed è anche per questo che a 27 anni i miei lavori risultano essere più maturi di quelli a ventidue, capisci cosa voglio dire?

Riccardo – Guardando la line-up del tuo nuovo album, la prima cosa che mi è saltata all’occhio è la partecipazione di Neil Zaza, un tuo grande punto di riferimento nel mondo dei guitar hero. Scommetto che per te è stata una grossa soddisfazione suonare al suo fianco: come è nata questa collaborazione?

Hai visto come va il mondo? Nell’intervista fatta per “My Secret Diary”, due anni fa, ti parlavo di Neil Zaza in quanto essere uno dei chitarristi che stimo maggiormente, ed oggi, invece, ti parlo di lui come ospite sul mio disco. Indubbiamente per me è stata una grandissima soddisfazione e allo stesso tempo una grandissima gioia.
Mentre ero in fase di scrittura dell’album, mi sono sentito con il tastierista nostrano (e dobbiamo andarne fieri) Mistheria per chiedergli di partecipare al disco. Una volta accettato, ho lanciato li una frecciatina per coinvolgere anche Neil (Mistheria, per chi non lo sapesse, è il tastierista ufficiale di Neil Zaza). Neil ha accettato senza alcun problema e per questo devo ringraziare molto Mistheria, gliene sarò sempre grato.

 

Riccardo – Sai che una delle mie tracce preferite di ‘My Secret Diary’ era Brawl In A Saloon, quasi un ragtime per chitarra. Non devo essere l’unico a essersi divertito perché sul nuovo disco Oh No, Once Again! riprende il medesimo canovaccio fra ragtime e country. Però dal titolo sembra che qualcuno la pensasse diversamente, o sbaglio?

Il brano presente su “When Reality Is Nothing” è nato come seguito di “Brawl In A Saloon” ed è per questo che il titolo è “Oh No, Once Again!” come se è scoppiata ancora una nuova rissa sempre nello stesso saloon. Comunque è vero che è un tipo di brano che diverte…anche a me diverte e piace molto perché in questo modo posso scrivere canzoni abbastanza complesse da un punto di vista tecnico-virtuoso senza però farlo pesare all’ascoltatore, addirittura divertendolo.

Riccardo – Un’altra presenza costante nei tuoi dischi è il brano dedicato a Laura – in questo caso oserei dire il migliore del disco. Oltre a essere la tua compagna di vita, ormai possiamo considerarla anche la tua musa ispiratrice ufficiale?

Laura è la mia compagna sin da prima del mio debutto del 2004 e mi ha accompagnato in tantissimi momenti della mia vita. A lei devo molto e dedicarle una o più canzoni mi sembra davvero il minimo che possa fare. A questo punto ti do una notizia freschissima, però non lo dire a nessuno…tra nove mesi, per la precisione per fine Aprile, Laura mi darà un bellissimo regalo!!!

Riccardo – Gli album dei chitarristi sono spesso ritenuti anche album per chitarristi. Come i tuoi dischi precedenti, ‘When Reality Is Nothing’ mescola molte influenze diverse (rock, metal, jazz, blues, progressive…) e cerca di mantenere l’equilibrio fra tecnica e feeling, a mio avviso con successo. Pensi che un disco così possa suonare più gradito a un pubblico di settore piuttosto che a un pubblico generico?

Innanzi tutto ti ringrazio per aver detto che sono in grado di equilibrare tecnica e feeling, cosa che secondo me oggi giorno sta venendo sempre meno. Sinceramente quando scrivo cerco di mettere in musica determinati soggetti che sono nella mia mente ed è per questo che a volte mi lascio trasportare da influenze stilistiche diverse, per cercare quella che si addice maggiormente a ciò che voglio comunicare.
Penso che dischi fatti all’insegna del virtuosismo siano rivolti solo ed esclusivamente ad un pubblico di musicisti mentre album come questo, e ovviamente tanti altri, possano arrivare tranquillamente anche a chi ha poco a che fare con il mondo della musica.

Riccardo – Ti ringrazio delle risposte e ti lascio ora alle domande che ha preparato per te Angelo, un salutone!

Ciao Riccardo e ti ringrazio come sempre per la tua disponibilità e gentilezza…spero che Angelo non sarà troppo duro con me…

 


Angelo – Ciao Simone, qui Angelo di TrueMetal.it.
Parliamo subito del tuo nuovo studio album: quanto tempo hai speso per realizzare il tutto? Che ne dici di parlami di come si sono svolte le fasi di realizzazione del disco?

Ciao Angelo! Guarda, il disco è nato in pochissimo tempo. Per la precisione a Ottobre 2008 ho iniziato a scrivere materiale nuovo e a Febbraio 2009 eravamo già in studio per le registrazioni. Il master era già pronto per i primi di Aprile poi, per esigenze discografiche, l’album è uscito qualche mese dopo, per la precisione il 28 di Agosto.
Solitamente adotto sempre lo stesso sistema in fase compositiva. Se mi viene in mente una parte ritmica/armonica interessante, la registro programmando anche basso e batteria, per poi improvvisarci su fino a quando penso di aver trovato la giusta linea solista da poter sviluppare in un secondo momento. A volte, invece, butto giù prima la solista per inserire dopo la base ritmica/armonica, programmando sempre basso e batteria per dare maggior senso al brano.

Angelo – Che significato si cela dietro al titolo When Reality Is Nothing?

Hai presente quando ascolti un disco che ti piace particolarmente e con i pensieri non fai altro che viaggiare nel tempo o in posti inesplorati? Ecco, intendo proprio questo, il potere della musica di trascinarti al di la della realtà di tutti i giorni…

Angelo – Per la realizzazione di questo nuovo album, ti sei avvalso nuovamente della collaborazione di Andrea De Paoli?

Con Andrea sin dal penultimo disco ho stretto un grandissimo rapporto di amicizia che continua anche nei periodi, musicalmente parlando, morti. Lavorare con lui è sempre un grandissimo piacere e onore dal momento in cui, cosa ormai risaputa, sono sempre stato un grandissimo estimatore dei Labyrinth.

Angelo – Chi sono gli altri ospiti intervenuti sul disco?

Ti ringrazio per questa domanda così mi dai modo di presentarti la band. Al di la del caro Andrea alle tastiere, la line-up è formata da Marco Aiello alla batteria e Matteo Raggi al basso. Questi due “ragazzetti”, poco più che ventenni, hanno a mio avviso un grandissimo talento. Con loro avevo messo su un anno fa un tributo al mito in persona Joe Satriani (Surfing With Joe) e sono bastate due prove per farmi capire che avevo trovato una giusta dimensione per il mio progetto solista, infatti non ho esitato neanche per un attimo nel prendere la decisione di farli suonare sull’intero disco.
In più ci sono cinque ospiti: il grandissimo Neil Zaza, Mistheria (noto per le sue collaborazioni in particolar modo con B. Dickinson), Armando Pizzuti e Valerio D’Anna (Moonlight Comedy) e Fabrizio Auri, anche lui molto giovane ma veramente molto in gamba.

 

 

 

Angelo – All’interno di When Reality Is Nothing, ci sono brani che preferisci di più rispetto ad altri, e perché?

Veramente no perché ogni brano per me ha il suo significato legato alla mia vita.

Angelo – Quali sono le differenze rispetto al precedente My Secret Diary? Si tratta di un’evoluzione naturale?

Indubbiamente naturale, nel senso che non mi piace scrivere “a tavolino”. Tutto ciò che senti viene e verrà fuori semplicemente da una giusta ispirazione. Come detto anche da Riccardo, rispetto ai lavori precedenti, si sente una maturazione nelle composizioni e a mio avviso anche nel sound. A questo punto ci tengo a dire che questo è il primo disco che ho registrato, missato e masterizzato personalmente nel mio studio messo su da pochissimo tempo.

Angelo – A mio avviso, è nuovamente la melodia ad essere il vero e proprio elemento vincente all’interno del disco, ed è soprattutto capace di renderlo facilmente assimilabile nell’immediato. Secondo te, c’è qualche altro fattore capace di rendere un disco strumentale accessibile anche a chi non è abituato a questo tipo di lavori?

La melodia, come hai colto tu nel segno, è la prima cosa che deve essere presente nei dischi strumentali, soprattutto se conti di arrivare anche a chi non è abituato ad ascoltarli. Secondo me bisogna cercare di creare linee melodiche “cantabili”, la chitarra deve sostituire un cantante ma di sicuro il compito è molto più arduo rispetto ad una linea di voce accompagnata anche da un testo che ti descrive perfettamente le emozioni che vuoi esprimere.

Angelo – Quanto conta al giorno d’oggi l’uso delle nuove tecnologie per un musicista, possono in qualche modo incrementare la creatività in fase di composizione?

Magari tantissimi anni fa, molto prima che anche noi nascessimo, se ti trovavi da solo in una stanza a creare musica non potevi renderti conto perfettamente se determinati incastri tra svariati strumenti potevano funzionare fino a quando non consegnavi la partitura a ciascun musicista per suonare tutti insieme e, in caso, apportare le giuste modifiche. Oggi come oggi pensi determinati arrangiamenti, prendi un buon computer con buoni programmi e in un attimo scrivi una linea di batteria, o ciò di cui hai bisogno, e all’istante capisci se sei sulla giusta strada oppure no.

Angelo – E per quanto riguarda la preparazione tecnica, è un fattore strettamente necessario per la realizzazione di un buon disco, oppure basterebbe solamente avere le giuste idee in testa?

Secondo me si fa una grossa confusione con la parola “tecnica” e “virtuosismo”. Senza la tecnica non si può suonare o creare brani, senza il virtuosismo, invece, puoi comunque fare tante cose. Ti faccio un esempio…non so se ti piace dipingere, diciamo di no (magari poi scopro che è la tua grande passione), comunque in mente hai perfettamente la “visione” di un bel laghetto di montagna con un panorama da favola, bellissimi uccelli, bellissimi animali di tutti i tipi, insomma un posto idilliaco, ora prendi una tela, un pennello e dei colori, dipingi ciò che hai in mente. Alla fine guarderai il quadro con aria schifata perché ciò che avevi in mente non era proprio ciò che ora hai avanti gli occhi…e per quale motivo? Semplicemente perché ti mancano le tecniche di pittura. Lo stesso in musica, puoi anche fischiettare motivi bellissimi, ma se poi non sai mettere mano su uno strumento con conoscenze adeguate, allora è meglio se continui a fischiettare…capisci?

Angelo – Da qualche anno sei sotto contratto con la Lion Music. In che tipo di rapporto sei con i ragazzi dell’etichetta? Ti ritieni soddisfatto del lavoro che stanno svolgendo?

Soddisfattissimo, a mio avviso svolgono un’ottima promozione per i lavori che pubblicano. Sono molto professionali e, cosa importantissima, anche molto presenti.

Angelo – Che tipo di reazioni ti aspetti da parte del pubblico e della critica specializzata?

Ma guarda, non vorrei immaginare niente nel senso che aspetto i vari responsi tenendo in considerazione quelli giusti, siano essi positivi o negativi, e ignorando gli altri.

Angelo – Il mercato musicale è in netta crisi. Uno dei segnali è arrivato sicuramente con il fallimento della storica SPV Records. Qual è il tuo pensiero a riguardo?

Io penso che per il genere come il nostro, le etichette indipendenti avranno maggior vita rispetto alle major.

Angelo – Che cosa ne pensi della scena musicale internazionale, ci sono gruppi che ti piacciono di più rispetto ad altri?

Personalmente amo molto i Vanden Plas, Symphony X, James Labrie in particolar modo nei progetti solisti…

Angelo – E per quanto riguarda il panorama tricolore? Qual è secondo te lo stato di salute della scena italiana?

L’Italia sforna ottime e validissime band… ma poi l’italiano medio secondo te le sostiene a dovere? Tanto quanto un gruppo straniero?

Angelo – Guardandoti indietro ci sono più rimorsi, rimpianti o soddisfazioni?

Difficilmente mi guardo indietro. Da un punto di vista tendo a non essere mai soddisfatto per cercare di fare sempre meglio e cercare di andare sempre avanti. Penso che quando si inizi ad essere troppo soddisfatti di quanto fatto si inizia piano piano a cullarsi sul passato. Comunque credo di poterti dire di non avere rimorsi o rimpianti.

Angelo – Per quanto riguarda il futuro invece, che progetti hai in mente, sia per la tua carriera solista, sia per i Moonlight Comedy?

Ci sono un po’ di cosette che bollono in pentola. Con i Moonlight Comedy contiamo di entrare in studio prima della fine dell’anno per iniziare le registrazioni del nostro terzo disco. Nel frattempo sto lavorando parallelamente ad un altro progetto Prog., poi a tempo debito ti svelerò qualcosa. Per i primi dell’anno nuovo conto di iniziare la stesure del mio nuovo da solista. Ora ho messo su anche uno studio di registrazione e vorrei arrivare alla condizione di produrre gruppi per me validi per poi proporli a determinati miei agganci.

Angelo – Dopo la release di When Reality Is Nothing, hai intenzione di programmare qualche live show per promuovere il disco?

Io ci provo, mi piacerebbe portarlo live. Vediamo un po’ cosa verrà fuori.

Angelo – Questa era la mia ultima domanda. Lascio a te l’ultima battuta per chiudere l’intervista.

Ma come di già? Stavamo giusto iniziando a conoscerci. Caro Angelo, grazie di tutto, della bella chiacchierata e per le belle domande. Mi hai dato modo, insieme a Riccardo, di dire davvero tutto. A questo punto ringrazio anche tutti i lettori e vi invito a venirmi a trovare su www.myspace.com/simonefiorletta o su www.simonefiorletta.it Per chi volesse contattarmi in privato, per me sarà un piacere rispondere alle vostre e-mail. Un saluto a tutti… Simone.