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Suffocation (Mike Smith)

Di Alberto Fittarelli - 16 Luglio 2009 - 12:10
Suffocation (Mike Smith)

“Il Death Metal è decisamente emarginato dal business, per cui ci faremo strada a forza, tutti insieme, come una vera gang.” – MIKE SMITH, SUFFOCATION

 

Intervistare Mike dei Suffocation è sempre un’impresa: sentito diverse volte in passato, e sempre ha mischiato una certa rude schiettezza a frasi spiazzanti, del tipo “il gruppo ci serve per campare”, che a onor del vero fanno passare un po’ la voglia di gustarsi i loro dischi… Peccato, perché nonostante non sia evidentemente il promoter di se stesso migliore del mondo, la musica parla da sé. Anche se questa volta, magari, un po’ di stanchezza la si sente, eh, Mike?

Rimanete sempre una pietra d’angolo per il brutal death, ma con questo album avete decisamente rallentato i ritmi, forse persino appesantendo il suono. Una cosa voluta o naturale?

Abbiamo sempre provato qualsiasi approccio possibile, per cercare di aprire gli occhi ed espandere il genere; la cosa si fa difficile ora che la scena ha ormai qualche decade di età e si sta avvicinando in qualche modo al grande pubblico. Su Blood Oath abbiamo voluto evolverci di nuovo, non abbiamo mai fatto un album uguale al precedente: la velocità l’abbiamo conquistata, ora era il momento di provare con un album più raggiungibile, emotivo, avvicinabile da chi sta scoprendo ora il Death Metal.

Il songwriting rimane solido e tipicamente Suffocation, anche se qualche cosa di strano succede qua e là: le melodie malate di Come Hell or High Priest o il groove del ritornello di Provoking the Disturbed, per esempio. Sono curioso, come nasce un pezzo dei Suffocation oggigiorno? Come decidete quali sono le idee fresche da inserire?

I due pezzi che hai citato li ho scritti io: sono un batterista, ma anche un chitarrista, quindi il matrimonio tra le due cose deve avere un certo groove per gratificarmi su entrambi gli strumenti, facendo sì che abbiano tutti e due spazio sul brano. Cerchiamo di rendere ogni canzone che scriviamo diversa dalle altre: fa parte del Patto che abbiamo fatto con noi stessi per evitare di ristagnare.

Devo ammettere che c’era un po’ di timore che un deal con la Nuclear Blast vi avrebbe anche solo leggermente cambiati. Ovviamente, questo non è successo. Avete dovuto farvi sentire con l’etichetta da questo punto di vista, o il vostro sound non è mai stato in discussione?

La transizione è stata perfetta e senza alcuna ripercussione sul sound. La Nuclear Blast intera è fan dei Suffocation in primo luogo, e solo dopo un partner in affari. Entrambi abbiamo gli stessi obiettivi sia dal punto di vista della band che del business.Il nostro suono, e la nostra integrità, non sono mai stati messi in discussione.

Avete una delle basi di fan più forti nel metal estremo: pensate mai a loro, e a ciò che si aspettano, mentre componete? Mai stati tentati di sperimentare più del solito?

Pensiamo sempre ai fan quando scriviamo, cerchiamo anche di immaginarci coome suoneranno i pezzi dal vivo, così come all’arricchimento che vogliamo instillare in chi ascolta. I Suffocation seguono un Patto di Sangue nel rappresentare tutto quello che rappresentano il nostro nome e la nostra influenza. I fan, ovviamente, dovrebbero seguire gli stessi principi nei nostri confronti. È una mentalità da gang: le gang si formano sempre quando un gruppo si sente emarginato. Il Death Metal è decisamente emarginato dal business, per cui ci faremo strada a forza, tutti insieme, come una vera gang.

Parli di difficoltà sempre presenti, ma i tempi sono comunque cambiati da quando alle band death metal non veniva nemmeno data la possibilità di suonare con mezzi decenti. Ora il mercato metal è quasi mainstream, in alcuni casi, e i gruppi più grossi anche in ambito estremo riescono tranquillamente a vivere della propria musica. È questo anche il vostro caso?

Ce la facciamo, sì, ma a malapena. I gruppi “più grossi” che ci portano in tour con loro hanno trovato il modo di ignorare l’impatto che abbiamo avuto sulla scena per 20 anni; per cui restiamo ad aspettare, mentre nuove band senza alcuna esperienza raggiungono traguardi di alto livello. Aspetteremo. Se i fan parleranno abbastanza forte per noi, forse il business inizierà a fare la cosa giusta.

Siete ancora coinvolti al 100% nel death metal, come ascoltatori?

Quando il tempo ci permette di ascoltare invece che creare, il Death Metal ha sempre il suo posto privilegiato, insieme a molti altri generi.

Quali credi che siano i punti deboli e quelli di forza del genere, al momento?

Sicuramente il punto di forza sono i musicisti, abbiamo le capacità e la preparazione per fare qualsiasi cosa vogliamo; la debolezza è che ci sono troppi gruppi sotto contratto che seguono la stessa, identica formula, il che blocca a terra la scena.

Alcuni dei gruppi brutal death della seconda o terza generazione si sono evoluti partendo proprio dal vostro sound “newyorkese”, creando qualcosa di ancora più tecnico: immagino che tu conosca bene gente come Decrepit Birth (ovviamente, visto che ne hanno preso il bassista, Ndr), Deeds Of Flesh, Brain Drill e Disavowed. Come giudichi il loro stile, personalmente?

Rilevante per la crescita del genere.

Stranamente, persino il brutal death ha un’atmosfera, un feeling, e alla fine si tratta spesso di raccontare storie di fantasia, anche se magari estreme. Lo mostrate particolarmente bene con la cover di Blood Oath, una delle migliori che abbiate mai avuto. Dove prendete l’ispirazione per l’atmosfera da trasmettere di volta in volta all’ascoltatore?

Dal desiderio disperato di accaparrarci il trono che ci spetta di diritto, prima che ci annoiamo troppo per comporre o andare in tour (tu sì che sai creare quell’atmosfera, caro Mike… Ndr).

Ehm… procediamo. Considero i Suffo uno dei gruppi più conservatori di sempre: cosa vi spinge avanti oggigiorno (anche se la possibile risposta mi spaventa, a questo punto)?

Il bisogno di guadagnare (ecco, Ndr), quello di andare in tour, e quello di sfatare la nuova immagine che i ragazzi stanno cercando di affibbiare alla musica estrema nei confronti della società. Se non lo facciamo noi, lo farà qualcuno di appena arrivato, per cui parte del nostro Patto (l’ “Oath” del titolo, Ndr) è quello di combattere finché le barriere non saranno abbattute e i Suffocation riconosciuti a livello superiore!

Alberto Fittarelli