Terza lezione di basso a cura di Andrea Arcangeli
Per i lettori di TM: in questo appuntamento non troverete gli Mp3, perché Andrea ha avuto problemi con il PC. Tuttavia non ha voluto mancare all’appuntamento. Ritroverete puntualmente gli Mp3 a partire dalla prossima lezione, il 25 ottobre.
Mauro Gelsomini
La terza lezione all’interno di questo spazio, sarà orientata sulla
teoria/pratica relativi agli intervali, utili sia per sviluppare una conoscenza
armonica dello strumento sia per applicarci sopra degli esercizi di tecnica che
troveranno poi parecchio spazio in tutte le vostre performance.
Gli Intervalli
Viene chiamato intervallo la distanza in toni o semitoni che intercorre tra due
note.
Anzitutto l’intervello regola il rapporto armonico che esiste tra le note e
secondo poi, la conoscenza degli intervalli ci sarà utile per poter costruire
qualsiasi tipo di scala nonchè gli accordi che da essa si possono ricavare.
Gli Intervalli vengono definiti nei seguenti modi:
Maggiori
Minori
Giusti
Aumentati
Diminuiti
Prendendo quindi in considerazione la Scala di DO Maggiore, avremmo quanto
segue.
Nota | Nome Intervallo | Distanza in toni e semitoni dalla tonica della scala |
DO – I° grado | Intervallo di Prima o Unisono | nessun tono o semitono |
RE – II° grado | Intervallo di Seconda Maggiore | 1 |
MI – III° grado | Intervallo di Terza Maggiore | 2 |
FA – IV° grado | Intervallo di Quarta Giusta | 2 ½ |
SOL – V° grado | Intervallo di Quinta Giusta | 3 ½ |
LA – VI° grado | Intervallo di Sesta Maggiore | 4 ½ |
SI VII° grado | Intervallo di Settima Maggiore | 5 ½ |
DO – VIII° grado | Intervallo di Ottava | 6 |
Dalla tabella sopra mostrata si nota che:
Gli intervalli relativi ai seguenti gradi II°, III°, VI° e VII° possono essere
maggiori (in questo caso) e minori, a seconda della scala in cui ci troviamo.
GLi intervalli realitivi ai gradi IV°, V° e VIII° vengono definiti Giusti.
Tutti gli intervalli possono essere aumentati o diminuiti.
Per ottenere gli intervalli minori è sufficente abbassare gli intervalli
definiti come maggiori di un semitono,
quindi se abbassiamo un intervallo di III° maggiore di un semitono (tipo
DO-MI), questo diventerà un intervallo di III° minore (DO – MIb)
così anche per quello di VII° maggiore (DO – SI) che abbassato di un semitono
diventerà VII° minore (DO – SIb). Se proviamo invece ad abbassare un intervallo
giusto o minore di un semitono questo diventerà diminuito, per esempio
prendiamo l’intervallo di quinta giusta (DO – SOL) se abbassato di un semitono
diventerà (DO – SOL#) e sarà di quinta diminuita, oppure III° minore (DO – MIb)
diventerà (DO – MIbb) III° diminuita.
E’ da notare che MIb (nell’esempio III° minore di DO) essendo abbassata di un
semitono diventa MIbb (doppio bemolle) che sarebbe poi l’equivalente di RE, ma
il fatto che non venga chiamata RE è perchè rimane nel suo ruolo di III° grado
(maggiore, minore, diminuito o aumentato che sia…..).
Per ottenere gli intervalli aumentati basta alzare di un semitoni gli intervalli
maggiori o giusti. Per esempio la quarta giusta (DO- FA) se alzata di un
semitono diventerà (DO – FA#) quarta aumentata e così via…..
Un ulteriore distinzione deve essere fatta tra gli intervalli detti Armonici e
quelli Melodici.
Armonici: quando le note dell’intervallo vengono suonate insieme.
Melodici: quando le note dell’intervallo vengono suonate in successione.
Finito l’excursus teorico è ora di applicare qualche esercizio per renderci
conto di quanto detto fino ad ora.
L’esercizio N° 1 la scala di SOL maggiore suonata per terze, ossia ogni nota
della scala viene seguita dal relativo III° grado (Es. SOL-SI, LA-DO, SI-RE
etc…..)
Eseguite l’esercizio sempre con il metronomo partendo da una bassa velocità (80
bpm) per poi aumentare gradualmente il beat.
Ripetete l’esercizio N° 1 su tutto il circolo delle quinte, nel caso vi
troviate in una posizione dove non avete tutte le note in una posizione,
cercate di spostarvi cercando di trovare sempre una buona diteggiatura
L’ esercizio N° 2 è sempre la scala di SOL maggiore, questa volta eseguita amano
ferma, suonata ad intervalli di quarta, ripetete l’esercizio come per il
precedente (circolo delle quinte, altre posizioni etc…)
Esercizio N° 3 stessa tonalità, sempre a mano ferma, ma eseguita per
quinte.
Ora che avete capito cosa si intende per intervalli provate da soli ad
esercitarvi sui rimanenti intervalli di Sesta e di Settima.
Importante è trovare sempre differenti diteggiature che vi diano modo di
suonare sempre in una posizione piuttosto comoda.
Avendo imparato gli intervalli mi sembra d’oobligo fare una piccola introduzione
sugli accordi.
Si dice accordo un insieme o una successione di minimo tre note.
Anche se apparentemente differenti gli intervalli e gli accordi sono
strettamente legati infatti se provate a suonare in succesione la tonica di una
scala, la sua terza e la sua quinta avrete la cosidetta triade (maggiore o
minore dipende dal tipo di scala).
di seguito avete un esempio della triade di DO maggiore.
Come potete vedere la triade è formata da DO (tonica), SOL (terza maggiore), MI
(Quinta giusta) e DO (Ottava).
Tutto ciò che dovete fare adesso è “semplicemente” trovare le triadi di tutte le
tonalità seguendo il circolo delle quinte cercando di memorizzare questi
intervalli, in maniera tale che con il passare del tempo diventi automatico
sapere che ad esempio la triade di SOL amggiore è composta da SOL, SI, RE.
Esempio 1 per triadi maggiori.
Esempio 2 per triadi maggiori
Una volta eseguiti gli esercizi a dovere, inventatevi nuovi modi di suonare le
triadi, giocateci il più possibile, mischiat ele tonalità, create una melodi
etc….
Tutto qiesto per prendere familiarità con il suono delle note che compongono le
triadi maggiori, che suno ha la terza rispetto alla tonica e la quinta.
Detto questo vi avviso subito che nella prossima lezione continueremo a parlare
di triadi con altri esercizi ed altre teorie al riguardo. Vi invito a chiedere
chiarimenti inviando una mail al seguente indirizzo di posta
andrea@dgmsite.com o scrivendo direttamente dai seguenti siti web
www.dgmsite.com, www.conceptsymphony.com.