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The Duskfall (Kai Jaakkola)

Di Alberto Fittarelli - 23 Agosto 2005 - 18:14
The Duskfall (Kai Jaakkola)

Un ritorno tra luci ed ombre, quello degli svedesi The
Duskfall
: band non ancora conosciutissima ma ben supportata dalla solida
Nuclear Blast, dopo diversi anni ed album passati più o meno inosservati
nell’underground ma con varie frecce al proprio arco. Il nuovo Lifetime
Supply of Guilt
tenta la carta dell’aggressione tout-court,
ma non pare convincere più di tanto, in un mercato oberato quotidianamente da
uscite “nella media”. Sentiamo cos’ha da dirci il cantante Kai,
singer anche degli interessanti Deathbound.

Kai, Svezia e death/thrash melodico: un abbinamento non
insolito, non credi?

“No, non è insolito, in realtà è lo stile
di base per la mia nazione, pare. Ma è un ottimo stile, perché
cambiarlo?”
(risate)

Direi che concordo, per quanto vi riguarda, almeno.
Bene, parliamo un po’ del processo di creazione dell’album, partendo dalle
registrazioni con Daniel Bergstrand?

“Abbiamo iniziato a provare il nuovo
materiale circa sei mesi prima di entrare in studio, quindi abbiamo avuto
un sacco di riff da mettere insieme al momento giusto. E’ stata una cosa
abbastanza facile, eravamo più preparati che mai una volta arrivati nello
studio di registrazione; avevamo anche un nuovo chitarrista, Antti
(Lindholm,
nda), che ha portato molte idee, alcuni ottimi assoli ed in generale
molto entusiasmo, siamo quindi molto orgogliosi del risultato finale. Non
abbiamo avuto alcun problema a trovare i suoni giusti una volta giunti in
sala, specie per la batteria: insomma, è stato decisamente facile creare
questo disco, hehehe…”

Le registrazioni sono quindi la situazione che preferisci
o credi che sia meglio proporre la vostra musica dal vivo?

“Suonare dal vivo di sicuro! Io odio andare in
studio e dover gettare continuamente un occhio al budget, cercando di restare
negli stretti tempi previsti per non “sforare”… è una cosa
stressante, anche se necessaria.”

E proprio parlando di esibizioni live, avete appena
suonato al Metal Camp Festival, in Slovenia, con diversi grossi gruppi: com’è
andata?

“Davvero bene: l’area del Metal Camp è in
mezzo ad una specie di paradiso, e a noi che veniamo dal nord non poteva che far
piacere lo stare sotto a quel sole cocente! Tieni conto che noi abbiamo suonato
l’ultimo giorno, la domenica, ma eravamo lì dal venerdì… abbiamo avuto tutto
il tempo di fare festa con gli altri gruppi e conoscere molta gente del
pubblico, una situazione davvero divertente. Poi abbiamo suonato due date di
supporto agli Slayer ed una con gli Anthrax, sempre durante lo stesso viaggio:
un sogno divenuto realtà.”

E quale delle due band hai apprezzato di più, suonandoci
insieme?

“Ah, ora potrei dirti gli Slayer, ma tra
cinque minuti sarebbero gli Anthrax… dipende dal mood: gli Anthrax si adattano
maggiormente alle situazioni allegre, gli Slayer a quelle più ‘aggressive’, ma
sono entrambi gruppi che tengo sempre vicino al mio lettore CD!”

Cosa mi dici allora della reunion degli Anthrax in
formazione originale, con Belladonna alla voce?

“Credo che sia una gran cosa. Ero decisamente
diffidente all’inizio, ma dopo averli visti all’opera sul palco mi è passata la
voglia di vederli tornare alla line-up precedente, sono stati davvero
ottimi.”

Bene, torniamo però a parlare dei The Duskfall: uno dei
pezzi che ho più apprezzato nel nuovo album è ‘Going Down Screaming’, con
quel ritornello particolarmente catchy ripetuto diverse volte… che mi dici del
testo di quella canzone?

“E’ difficile da spiegare… quando scrivo i
testi di solito li capisco io stesso solo dopo che li ho buttati giù e li ho
sentiti con la musica! Riguarda il genere umano, comunque: abbiamo troppe cose e
stiamo letteralmente affogando nella merda. Per noi è facile avere tutto, anche
mentre molta gente sta soffrendo, e in generale siamo troppo avidi e lo
diventiamo sempre di più man mano che che otteniamo ciò che vogliamo; basta
solo essere dei gran bastardi, accoltellare la gente alle spalle e si può avere
un vita bella e tranquilla. Ecco, la canzone in sostanza parla di questo.”

Un feeling decisamente pessimista… tu canti anche nei
Deathbound, gruppo grindcore decisamente più nichilista: quale delle due
“personalità” che esprimi con le due band senti più vicina al tuo
vero modo d’essere?

“Guarda, i Deathbound sono stati la mia prima
band in assoluto ed è un po’ come se si trattasse del mio primo figlio, credo
che le cose si possano vedere in questo modo: ma ovviamente non posso scegliere
tra le mie due creature. Sono gruppi diversi, anche di molto, ma come potrebbe
un padre fare una scelta tra i propri figli? Entrambe le band hanno un grosso
significato per me.”

Parliamo allora degli obiettivi che vi ponete coi The
Duskfall: dopotutto ‘Lifetime Supply of Guilt’ è il vostro terzo album, che
cosa vedi nel vostro futuro?

“Vogliamo andare in tour il più possibile, è
il motivo per cui abbiamo dato vita a questa band del resto; è il motivo che
spinge chiunque, e soprattutto noi: suonare davanti alla gente, non solo
registrare e pubblicare dischi. Vogliamo presentare i pezzi alla gente, che sia
in un tour o in un festival, perché è lì che le canzoni scritte assumono il
loro vero significato.”

Una domanda di rito: parlando con diversi musicisti della
scena death/thrash svedese mi è capitato di cogliere una certa irritazione nei
confronti dei gruppi metalcore americani, che hanno ultimamente un grosso
successo con un sound nato indubbiamente in Svezia, appunto, e solo leggermente
modificato. Mi puoi dare il tuo parere a riguardo?

“Ti dirò, io ascolto gruppi come i Killswitch
Engage, ma non sono solito etichettare i gruppi e metterli all’interno di
determinate categorie musicali: se è buona musica io la ascolto, stop. Per
quanto riguarda il metalcore viene da dire ‘Ok, è un altro tipo di metal’, ma
non credo che sia poi così diverso dalla scena di Gothenburg; non so perché
gli abbiano dato un nome proprio, persino i testi non sono così differenti…
l’aggiunta del suffisso ‘-core’ la vedo come inutile: per me l’hardcore
appartiene a gente come i Sick for It All o i Blood for Blood, e non mi pare
proprio che questi gruppi appartengano alla stessa categoria! Ma tutto sommato
tutto quello è metal va bene, e in fondo aiuta anche le altre bands.”

Ti piace quindi un po’ tutto quello che è metal, anche
gli stili più melodici?

“Tutta la buona musica… è buona! (ride)
Poi non mi interessa lo stile, come ti dicevo. Il che è diverso dal farsi
influenzare a livello compositivo… ma ascolto quello che mi pare senza pormi
dei limiti.”

In effetti te lo chiedevo anche perché la bio della
vostra label parla di ‘assoli di chitarra ammalianti e indimenticabili melodie
power metal” per quanto riguarda i The Duskfall… sei sicuro che si
possano davvero ritrovare questi elementi nella vostra musica? A me sinceramente
non è parso proprio…

“No, non nel nuovo album; ma in quelli
precedenti, soprattutto in ‘Frailty’ c’erano molti assoli di stampo power…
e questo probabilmente è anche il motivo per cui non amo troppo quel disco.
Qualche volta, in quell’album, quando parte l’assolo in un pezzo ci avviciniamo
troppo a gente come Stratovarius ed Hammerfall, e personalmente non sono certo
un loro grosso fan: hanno dei buoni assoli, ma troppo diversi da quello che mi
piace… Oddio, mi sa che invece che rispondere alla tua domanda ho parlato
ancora dei miei gusti!”
(risate)

Torniamo ai tour allora: cosa mi dici dell’immediato
futuro, avete qualcosa in programma?

“Sì, stiamo lavorando su un tour europeo, ma
non saprei ancora dirti quando verrà realizzato: si tratterà di un tour di una
certa dimensione, un mese di date in giro per l’Europa. Preferisco non
sbilanciarmi più di tanto perché siamo ancora in un momento in cui le cose
cambiano di continuo, quindi se ti dicessi il probabile bill o altro si
tratterebbe probabilmente di un’informazione sbagliata o imprecisa. Terremo
comunque aggiornato il nostro sito web, così potrete leggere direttamente le
ultime notizie a riguardo.”

Siete quindi un gruppo che ama sfruttare le potenzialità
di Internet o lo vedete più come un danno ai musicisti, come fanno alcuni?

“Internet aiuta tantissimo le band a farsi
promozione, c’è poco da fare: è economico e completamente nelle tue mani,
quindi… sì, è di sicuro una gran cosa anche per noi: possiamo mettere
canzoni, video e proporli direttamente alla gente senza dipendere da nessuno;
inoltre è il miglior modo per entrare in contatto con le persone che possono
aiutarci. Credo che sia meglio di… ah, no, è meglio che non lo dica, hehehe
(stai
a vedere che si stava sbilanciando un po’ troppo… nda). Mettiamola così,
è il miglior mezzo di promozione che potessimo desiderare, underground ma allo
stesso tempo un mezzo di comunicazione di massa. A me piace tutto ciò che era
autenticamente underground, come i volantini, le cassette, eccetera; c’era un
rapporto diretto col tuo pubblico, con cui scambiavi personalmente la tua musica
o la tua pubblicità. Ora ovviamente non possiamo sapere chi venga a visitare
ogni giorno la nostra homepage, mentre prima il contatto era molto più
ravvicinato, una cosa che ora accade solo, in parte, quando la gente firma il
nostro guestbook. Prima quando mandavi il tuo demo si instaurava quasi sempre
una corrispondenza con chi l’aveva acquistato, che ti dava il suo parere sulle
canzoni e così via; ma non c’è paragone, ora puoi farti sentire anche
all’altro capo del mondo senza il minimo problema.”

…E l’eterno problema degli mp3?

“Per noi non è un grosso danno, anzi: più
gente si scarica il disco, più gente avrà modo di apprezzarlo e comprarlo.
Pochi vogliono tenersi un disco sul pc o masterizzarlo senza avere booklet e
confezione completa… credo che molti gruppi in realtà debbano ringraziare la
diffusione degli mp3, insomma. Ok, la Nuclear Blast non apprezzerà quello che
ho detto, perché loro ovviamente guadagnano solo in base alle nostre vendite,
ma che ci posso fare?
(risate)

Alberto Fittarelli