White Skull: listening session

Di - 16 Giugno 2006 - 10:01
White Skull: listening session

E’ cominciato il conto alla rovescia: il nuovo disco degli storici White Skull è alle porte.
La Dragonheart di proprietà di Enrico Paoli (Domine), si è assicurata i servigi del gruppo tricolore subentrando alla Frontiers Records e ci presenta oggi un gustoso antipasto rappresentato da un advance contenente tre brani definitivi che andranno a completare l’imminente “The Ring of the Ancient”.
Trattasi di tre up tempo di scuola teutonica (del resto i White Skull ci hanno abituato a questo tipo di heavy metal) che trovano sfogo continuo negli assoli di chitarra di Danilo e alla ritmica serrata del guru Tony Fontò; niente di nuovo all’orizzonte, sia chiaro sin da ora, ma tutto ben confezionato e arricchito da una prestazione sopra le righe del vocalist Gus.
Guardians (che non ha nulla a che vedere con l’omonima degli Helloween) si rifà al cavallo di battaglia della band, Asgard, e in particolar modo nei pressi del riuscito ritornello; Head Hunters è un chiarissimo tributo al metallo dei Grave Digger con riff e suono della chitarra elettrica che ricordano da vicino la band dell’amico Chris Bolthendahl e After The Battle (…Bottle), la migliore a detta di chi scrive, mostra allo stesso tempo il lato più aggressivo dei teschi e quello più epico concluso da un inaspettato finale di chitarra acustica. Peccato per i cori un po’ “scarni” e poco pomposi.

Abbiamo raggiunto Tony il giorno prima del Gods of Metal per qualche domanda inerente, ovviamente, alla nuova produzione. Di seguito il resoconto della chiacchierata.

Ciao Tony, siamo qui a parlare del “mini promo” che anticipa il nuovo disco “The Ring of the Ancients” in pubblicazione a settembre 2006: dopo Vichinghi e Romani è tempo di Celti. Vuoi anticiparci qualcosa riguardo alle tematiche affrontate?

Le liriche di “The Ring of the Ancients” non sono un concept sui Celti. Tutte parlano della cultura Celtica e di quanto loro ci hanno tramandato, di quanto la loro spiritualità sia ancora presente e viva nella vita di tutti i giorni, alcune tessono trame molto mistiche.

Come siete passati alla Dragonheart? E Come ti trovi con Enrico Paoli dei Domine?

Con “The XIII Skull” avevamo assolto i nostri obblighi contrattuali con Frontiers, un ottima etichetta ma leggermente fuori genere per noi, più indirizzata sull’A.O.R.. Ci siamo guardati un po’ in giro ed abbiamo trovato un buon deal con Dragonheart, un’ottima etichetta che lavora molto bene nell’Heavy Metal e ben inserita nel mercato. Enrico è un amico, ogni volta che ci incontriamo ci si schianta dalle risate; il rapporto di lavoro è partito ottimamente e c’è da precisare che sul lavoro, ognuno per le proprie competenze, abbiamo le idee chiare e fin’ora abbiamo sempre trovato un buon accordo.

Il promo nelle mie mani contiene tre brani tirati, di scuola decisamente tedesca: Grave Digger su tutti poi Gamma Ray e qualcosa di Blind Guardian vecchio stampo. Sono influenze che ti appartengono?

La scuola teutonica penso sia radicata in noi, è dai primi album che ci definiscono teutonici. Le band che hai citato sono molto stimate da noi e le seguiamo, chi più chi meno… ovvio quindi che in qualche modo arrivino ad influenzare le nostre composizioni. Tutti noi abbiamo comunque un grande luogo comune chiamato Iron Maiden, anche di loro potrebbe aleggiarne lo spettro nelle nostre composizioni.

Nel primo brano, Guardians, il ritornello ricorda da vicino quello vincente di Asgard, cavallo di battaglia dei White Skull, sei d’accordo?

È come dire che due fratelli si assomigliano… è probabile, sono tutti e due figli dello stesso padre! Si possono esser simili, la parola è sillabata nello stesso modo.

Il rapporto d’amicizia che ti lega a Chris Bolthendahl (frontman dei Grave Digger) si è instaurato nel corso degli anni. Hai qualche progetto con lo storico artista tedesco o magari hai in programma qualche data live White Skull – Grave Digger?

Fra noi c’è un buon rapporto di amicizia, al momento non abbiamo in programma assolutamente niente, ma non escludo a priori che non vi siano altre collaborazioni o concerti in futuro. Ora è appena diventato Papà (in marzo), quindi penso abbia il suo bel da fare.

Tornando al promo, la voce di Gus mi è parsa, in alcuni momenti, coperta dai suoni degli altri strumenti che sembra abbiano un volume un tantino più alto. Le tracce presenti sono versioni definitive che compariranno sull’album a settembre oppure dovete ancora lavorarci?

La versione definitiva sarà sicuramente quella che hai sentito nel promo ufficiale che verrà distribuito per le recensioni. Io non trovo la voce bassa anzi… non so forse dipende dal tipo di impianto con cui si ascolta, nel mix finale il tutto era molto equilibrato. Come avrai notato il sound è tendenzialmente più “rought” e potente, questo perché abbiamo cercato di riportare la nostra carica live nel cd, cosa difficile da realizzare. Noi siamo soddisfatti del risultato ottenuto.

Delle tre canzoni ho apprezzato in particolar modo l’ultima, After The Battle (…Bottle), il suo ritornello semplice e intuitivo e l’inconfondibile sapore degli anni ottanta. Ottimo l’assolo centrale e pregevoli gli stacchi pre-chorus. Formula semplice e successo assicurato?

Ah ah ah bene, una su tre che fa hit è una buona media! È una delle mie preferite… Sì semplice ed istintivo, pensa che è il brano composto nel minor tempo; questo non perché banale, ma perché ci suonava bene così, grezzo, sporco, cattivo, ma soprattutto di facile presa.

Cosa ci dobbiamo aspettare dalle restanti tracce di “The Ring Of The Ancients”?

Del sano Heavy Metal! E’ tutto in linea con ciò che hai sentito; ti preannuncio che nessuno di questi tre sarà il brano di apertura.

E ora il Gods of Metal: pronti?

Si. Oggi è il giorno prima del Gods, chi leggerà lo farà a concerto effettuato. Noi siamo prontissimi per dare il massimo in quei 25 minuti, saremo un buon aperitivo per i presenti di domani. Speriamo in bene… le previsioni del tempo sono buone e questo penso sia già qualcosa di positivo.

Bene Tony, mini intervista di “supporto” ad una mini-recensione in attesa della versione definitiva del disco. Vuoi aggiungere qualcosa e salutare i lettori di Truemetal?

Non posso dirvi di venire al Gods, ormai il dado è tratto… però posso dire a tutti di prendere il nuovo “The Ring of the Ancients” e tuffarsi in un’ora di sano metallo appena coniato, lasciatevi trasportare dal richiamo dei Druidi…

Ora non ci resta che attendere la versione definitiva di un disco che è stato introdotto nel migliore dei modi. La speranza è quella di poter ascoltare un lavoro che si attesti sui livelli dei tre brani presentati e, se così fosse, i White Skull faranno il classico salto di qualità.

Testi e intervista a cura di Gaetano “Knightrider” Loffredo
Fotografie a cura di Michela “Mik667” Solbiati