Live Report: Avantasia a Milano
Live report Avantasia – Alcatraz Milano 16/04/2013
The Mistery World Tour 2013
Report a cura di Luca Cardani
Foto di Michele Aldeghi
Quattro anni dopo, l’ormai ben consolidato progetto dell’estroso e funambolico Tobias Sammet che risponde al nome Avantasia, ritorna a toccare l’italico suolo con la quarta esibizione del nuovo tour mondiale, a supporto dell’ultimo lavoro fresco di stampa “The Mystery Of Time”. La coda fuori dall’Alcatraz di Milano, è decisamente quella che ci si aspetta per le grande occasioni, e il profumo di “sold out” è nell’aria, come di fatto è accaduto, cosa che non capita tutti i giorni e ancora più di rado se l’evento cade in mezzo alla settimana, ma la possibilità di vedere sullo stesso palco artisti del calibro di Michael Kiske (ex Helloween- Unisonic), Eric Martin (Mr Big), Bob Catley (Magnum), oltre a tutti gli altri, non ha lasciato indifferenti i numerosi fan presenti.
Alle 20:45, come da copione, le luci si spengono e le note di “Also Sprach Zarathustra”, scelta come intro per l’occasione, scatenano il boato del pubblico che inizia a saltare e ad applaudire i propri beniamini, che alla fine del brano compaiono sul palco, Felix Bohnke (batteria), Oliver Hartmann (chitarra e cori), André Neygenfind (basso), Michael Rodenberg (tastiera e cori), Sascha Paeth (chitarra), ai quali, sull’inizio di “Spectres”, si aggiungono altri due coristi di eccezione Thomas Rettke ( ex Heaven Gates) e la bellissima Amanda Somerville, prendendo le rispettive posizioni, per finire con l’arrivo di Tobias Sammet che si presenta al pubblico con tanto di bombetta, giacca e sciarpa.
A seguire il primo brano cantato interamente da Sammet, altri due estratti dall’ultima fatica “Invoke The Machine”, e “Black Orchid”, che vendono la partecipazione di Ronnie Atkins (Pretty Maids), che con la sua voce graffiante dona a due brani un tocco decisamente più heavy.
Ma sono i due brani successivi che riportano indietro il tempo, per ben due motivi: l’appartenenza al primo album, “Reach Out For Te Light” ,e “Breaking Away”, secondo per la comparsa del cantate definito in seguito leggendario dallo stesso Atkins, e che scatena un boato di assoluta approvazione, Michael Kiske che sul primo brano si presenta con uno dei suoi storici acuti che hanno fatto scuola.
I duetti con Sammet sono strepitosi, così come la parte corale, e infiammano un pubblico che canta a tutto volume, volume che purtroppo non hanno le chitarre che vengono alzate solo durante gli assoli un vero peccato. Durante la pausa tra i due brani le acclamazioni per Kiske sono totali, e rivederlo sul palco non può che suscitare emozioni, ed è lui stesso a ricordare che sul palco c’è anche Tobias oltre a segnalare che solo in Italia viene chiamato con il suo nome, mentre in Germania i fan lo chiamano “Toby”, diminutivo subito utilizzato. Dai toni power si passa a quelli di un rock più classico, anche grazie alla calda voce di Bob Catley con “The Story Ain’t Over”, e che lo vede assoluto protagonista sulla melodicissima “The Great Mistery”, un gradito ritorno. È giunta l’ora di prendere fiato per il buon Tobias, fin qui assolutamente perfetto in tutti i duetti, e per Tomas Rettke di smettere i panni del corista e ascendere a protagonista della scena in “Scales Of Justice”, con una magistrale prova vocale, facendo rivivere anche solo con un brano gli Heaven’s Gate insieme a Sascha Paeth, straordinario.
Ma è tempo di estrarre un altro brano dall’ultimo disco, e a introdurlo ci pensa la voce ai limiti del soul di Eric Martin con la semi ballad “What’s Left Of Me”, e lo stesso Martin si rende protagonista di un divertente siparietto, quando estrae dalla tasca prima un foglio con il quale fa cantare al pubblico il più classico “volare ohohoho…”, per poi, sempre in italiano, annunciare il ritorno al power con “Promise Land”.
Con “Sleepwalking”, è il turno di Amanda Somerville di duettare con Sammet e allietare le orecchie dei presenti con la dolcezza di una voce femminile, che le valgono gli applausi e le acclamazioni di un pubblico che si vuole godere al massimo le tre ore di spettacolo promesse da Toby in un precedente annuncio.
“The Scarecrow” riporta Atkins sul palco, oltre a mostrare nel lungo assolo le fenomenali doti soliste di Oliver Hartmann e di Sacha Paeth. “Stargazers”, oltre a far nuovamente riposare il buon Sammet, vede alternarsi sullo stesso pezzo Atkins, Oliver Hartamann autore un’ottima prova vocale, e il vero protagonista sia dal punto di vista vocale, una spanna sopra tutti nel refrain, che da quello scenico, con scambi di battute con Hartmann e Atkins, il sempre osannato dal pubblico ad ogni sua apparizione Michael Kiske. Tempo di cantare tutti insieme con “Farewell” grazie all’amabile duetto Sammet/Somerville e con un Kiske che indossa occhiali da sole a specchio a impreziosire il finale. Dopo i consueti ringraziamenti al pubblico di Milano viene annunciata “Shelter From The Rain”, interpretata perfettamente dal trio Kiske/Sammet /Catley, e sono questi ultimi due che si alternano sulla successiva ballad “In Quest For”, caratterizzata da bellissimi giochi di luce del palco che illuminano a turno i due cantanti. “The Wicked Symphony”, viene affidata a Catley, Hartamann, Rettke e Somerville, e prima di annunciare come brano successivo il suo singolo più famoso “Lost In Space” , Tobias arringa al pubblico chiedendo al pubblico se è stanco, visto le due ore di spettacolo ormai trascorse, e ricevendo una scontata risposta negativa.
“Savior In the Clockwork”, è l’ultima esplorazione del nuovo album, per quanto riguarda questa serata, che vede la il termine della prima parte con “Twisted Mind”, con Atkins e Martin sul palco e “Dying For An Angel”, che vede un altro duetto Sammet/Martin.
Encore tutto dedicato ai primi due album, si parte con “Seven Angels”, dove la melodiosa voce di Amanda Somerville si fonde elegantemente con il coro sinfonico iniziale, cui seguono gli intrecci vocali tra Sammet, Kiske e Hartmann oltre ai cori magistrali di Rettke e della stessa Somerville. “Avantasia”, brano che non poteva mancare in questa setlist, e “Sign Of The Cross”, con la presentazione dei singoli membri del gruppo e la partecipazione di tutti i cantati, chiude una serata dove le promesse tre ore di show, sono state ampiamente superate e apprezzate da un pubblico ormai stremato ma felice e consapevole di aver partecipato a un evento che non potrà certamente essere riproposto a breve, ma che di certo può essere riconosciuto come un vero proprio metal musical grazie al genio ed al talento che risponde al nome di Tobias Sammet.
Setlist
1) Also Sprach Zarathustra (Theme from 2001: A Space Odyssey)
2) Spectres
3) Invoke the Machine
4) Black Orchid
5) Prelude/Reach Out for the Light
6) Breaking Away
7) The Story Ain’t Over
8) The Great Mystery
9) Scales of Justice
10) What’s Left of Me
11) Promised Land
12) Sleepwalking
13) The Scarecrow
14) Stargazers
15) Farewell
16) Shelter from the Rain
17) In Quest For
18) The Wicked Symphony
19) Lost in Space
20) Savior in the Clockwork
21) Twisted Mind
22) Dying for an Angel
Encore:
23) The Seven Angels
24) Avantasia
25) Sign of the Cross