Live Report: Axeblade + Stealth + Hounds @ Capolinea, Ciriè (TO) – 06/09/2025

L’estate è finita? Ricominciare a puntare sveglie assassine alle sett’albe vi sembra un atto contro natura? Esiste un ottimo antidoto contro la depressione post-ferie, lo stesso che migliora la vita più o meno in ogni situazione e in ogni stagione: un bel concertino Heavy Metal old school. Il Capolinea di Cirié, locale già visitato in passato, riuscirà a farmi passare in fretta la sbornia di sole, mare e spiagge rimediata sul litorale ligure. Il pub-ristorante in questo primo weekend settembrino calerà sul piatto un tris d’assi non da poco. Si alterneranno sul palco due band piemontesi, Axeblade e Hounds, e i veneti Stealth. Axeblade e Hounds sono mie vecchie conoscenze, incontrate sul palco in un paio di occasioni. I giovani Stealth, invece, rappresentano per me una novità assoluta. Sapendo che li avrei visti dal vivo mi son guardato bene dall’andare a recuperare la loro discografia: guai a rovinarmi la sorpresa! Ciò che sento prima dell’inizio delle danze in ogni modo già mi soddisfa…imprecazioni dialettali venete e sonori rutti contro quelli che benpensano sono sempre un ottimo biglietto da visita. Lo stesso biglietto da visita viene presentato anche da alcuni membri delle altre band, con l’unica differenza del dialetto: ecco come fare per sentirsi a casa propria dopo aver guidato per 70 km! Mi mancano soltanto due o tre birre di riscaldamento; affronto questa incombenza in brevissimo tempo e noto che la sala inizia a riempirsi di magliette con i teschi e gilet di jeans ricoperti di toppe. Gli amici Hounds iniziano a prendere possesso del palco: lo spettacolo sta per iniziare!

Hounds
Il quintetto ha in serbo un paio di novità. In primis fa la sua comparsa davanti al pubblico Simone, il nuovo chitarrista del gruppo che prende il posto di Alessandro Zelferino. In secundis, come fu per il precedente concerto degli Hounds a cui ebbi la fortuna di assistere, la scaletta prevede alcune canzoni che appariranno nel futuro secondo album della band. “Knightmare” era già stata suonata in quell’occasione ed è stato un piacere riascoltarla. “Rise of the Immortals”, invece, coglie piacevolmente di sorpresa i presenti: l’introduzione affidata alla tastiera di Marco de Fabianis, che richiama per un attimo i Savatage, lascia spazio ad un’epica galoppata che promette di far faville nei nostri impianti hi-fi. È impossibile non accorgersi dei passi in avanti compiuti dai ragazzi nel songwriting. Mettere le mani sul nuovo album non è più una mera questione di curiosità: dopo brani così convincenti la curiosità rischia di trasformarsi in fame!

I lettori che vorranno conoscere gli Hounds ‘incastreranno’ la band in un’ipotetica terra di mezzo custodita da eroi del Metallo statunitense come Vicious Rumors e, per l’appunto, Savatage, con lo sguardo rivolto a sonorità Hard‘n’Heavy anni ’70 incarnate dai primi lavori di Riot et similia. Non cito a caso questo moniker: in questa serata le orecchie di numerosi membri dei Riot passati e futuri fischieranno ripetutamente! Le canzoni ‘classiche’ degli Hounds vengono applaudite e cantate da buona parte dei presenti, che mostrano di apprezzare tanto la solennità di inni come “Warrior of Sun” e “Beyond the Horizon” quanto la scatenata “City Hunter”, ottima materia prima per chi, a differenza mia, è ancora dotato di una folta criniera per lanciarsi in furiose sessioni di headbanging. Dopo l’esecuzione di “Beyond the Horizon” vediamo Dalila, fan del gruppo nonché habitué dei concerti Underground Metal torinesi, saltare a sorpresa sul palco per sistemarsi dietro al microfono del cantante/chitarrista Massimo Ventura. Il frontman spiega all’uditorio che per festeggiare il compleanno di Dalila si eseguirà una cover di “Warrior” dei Riot…con la festeggiata alla voce! Un gran bel regalo, contemporaneamente ricevuto e donato da Dalila con passione e competenza. Complimenti per l’esecuzione e per l’idea!
Il concerto degli Hounds termina con “Stronger Than Steel”, vero e proprio manifesto programmatico dello stile della band, contenuto nel primo omonimo EP del gruppo e solitamente piazzato a fine scaletta come ultimo saluto al pubblico. Spero di rincontrare gli Hounds quanto prima, possibilmente con il nuovo disco pronto sul banco del merch: considerando che ormai il pubblico possiede già tutto il loro merch attuale sarebbe ora di contribuire nuovamente alla causa. Diciamo che un ‘velatissimo’ messaggio alla band è stato inviato…alla prossima!
SCALETTA
“Knightmare”
“Warrior of Sun”
“Rise of the Immortals”
“City Hunter”
“Beyond the Horizon”
“Warrior” (Riot cover)
“Stronger Than Steel”
Stealth
Anche il terzetto veneto sale sul palco con una novità nella formazione…transitoria. Ivan, il bassista che li accompagna, sostituisce temporaneamente il bassista titolare L.C. Hammer, a sua volta membro degli speed metallers liguri Hellcrash. L’esame della ‘scena del crimine’ mi permette inoltre di notare un microfono sistemato all’altezza del volto del batterista Ryan Heavy: servirà come supporto per gli eventuali cori o sto osservando il microfono ‘principale’? Il primo brano della scaletta non soddisferà ancora questa mia curiosità: si tratta di “Jail”, traccia strumentale introduttiva del primo album della band intitolato “Metal Force”. Il riff di “Jail”, pur situandosi a poca distanza dalla mitica “Riff Raff” degli AC/DC, trae volutamente in inganno. Il terzetto infatti presenta ai futuri fan piemontesi un Heavy/Speed che talvolta muove qualche passo verso lidi Punk/Hardcore.
Non vorrei che quest’impressione arrivasse soprattutto dalla monumentale e invidiabile cresta del bassista; la conferma ‘ufficiale’ di queste influenze, nemmeno a farlo apposta, non tarda comunque ad arrivare. Il ‘piglio’ di alcune canzoni successive, infatti, mostra come i ragazzi corrano sul medesimo sentiero tracciato tanto dai maestri della prima NWOBHM quanto dalla ‘galassia parallela’ del Punk. Gli Stealth, giusto per togliermi ogni dubbio, piazzano inoltre a metà concerto una cover di “Bite it, You Scum” del famigerato GG Allin…il risultato è una miscela sonora che, pur rimanendo ancorata a soluzioni di qualche decennio fa, riesce a coinvolgere e far divertire parecchio il pubblico presente. Dove sta scritto che si debba per forza cercare l’innovazione a tutti i costi? Certa formule funzionano ancora benissimo dopo 40 anni e lo faranno sempre!
Ho accennato poco fa al microfono sistemato davanti al batterista: si tratta a tutti gli effetti del microfono principale. Trainare canzoni frenetiche come “Fast to Madness” e contemporaneamente cantare non è da tutti, come riconoscono parecchi avventori che commentano con gran rispetto il ‘doppio ruolo’ di Ryan Heavy. Degna di nota anche la presenza scenica e la simpatia del chitarrista Rich Rascal: spero mi perdonerà se confesso che le sue espressioni facciali durante gli assoli e i riff più impegnativi mi hanno ricordato il grandissimo assessore di Roncofritto di Zelig, il mitico Palmiro Cangini!
Gli Stealth, oltre a pescare brani sia da “Metal Force” che dal primo demo datato 2020, “F.S.T.”, regalano al pubblico un inedito, “Higher Voltage”, a cui viene riservata l’ultima posizione nella scaletta. Poco fa ho evocato “Riff Raff”; adesso fa la sua comparsa una canzone che richiama dichiaratamente “High Voltage”…qualcosa mi dice che ai ragazzacci veneti gli AC/DC piacciano assai! Il pogo, scoppiato con l’omonimo brano “Stealth”, prosegue con la speciale partecipazione del bassista, colpevole di una fugace invasione del pit durante gli ultimi brani. Ultimi? Il pubblico, sia quello pogante che quello statico, non è d’accordo: viene chiesto a gran voce un bis ma le casse hanno già iniziato a riprodurre gli evergreen degli Iron Maiden. Che fare? No problem: gli Axeblade concedono qualche minuto agli Stealth per un veloce encore rassicurandoli che non si offenderanno, anzi! E bis sia: veloce e tutt’altro che indolore, soprattutto per gli scalmanati nel pit, “Fast to Madness” viene riproposta per salutare il pubblico piemontese con un’ultima serie di amichevoli legnate. La prima apparizione degli Stealth in terra sabauda ha portato buoni frutti. Speriamo che sia la prima di una lunga serie…
SCALETTA
“Jail”
“Metal Force”
“Fast to Madness”
“F.S.T.”
“Bite it, You Scum”
“Stealth”
“Higher Voltage”
Axeblade
Ci sono novità anche in casa Axeblade, in una serata che sembra fatta apposta per rassicurare i fan sull’ottimo stato di salute delle tre band presenti. In occasione del primo concerto in cui li ho conosciuti, a fine serata, avevo fatto i complimenti a quattro Axeblade. Oggi ne saluterò cinque: si è infatti aggiunto alla festa il giovane chitarrista Roberto “War” Guerra. Gli Axeblade hanno messo a dura prova la tenuta dei miei quattro capelli rimasti in testa la prima volta, figuriamoci con una chitarra in più!

L’aumento delle armi d’assalto potenzia ulteriormente l’impatto del gruppo, che in aprile ha pubblicato il primo, omonimo album. La band, oltre a riprodurre il disco nella sua interezza rispettando anche l’ordine dei brani, renderà la scaletta più succulenta riservando un paio di sorprese agli spettatori. Non è una sorpresa, invece, vedere gli scalmanati nel pit agitarsi sulle note di pezzi come “Hellraiser”, “Screaming Demons in Your Head” e “Ready for War”. È impossibile d’altronde reagire in altro modo davanti alla miscela di irruenza ed epicità offerta dagli Axeblade: fieramente old school, il gruppo unisce NWOBHM e Metal americano cementando il tutto con potenza, velocità e precisione. Il nucleo originario della band non a caso è composto da veterani della scena che vantano collaborazioni in molte note realtà attuali e passate. La cantante Paola Goitre e il chitarrista Luca ‘il Meggi’ Maggi prestano servizio rispettivamente tra le fila degli storici Fil di Ferro e dei thrasher Ural, mentre il bassista Paolo Pontiggia e il batterista Marco ‘Wallace’ Stefani, attivi da più di vent’anni in Lombardia e dintorni, hanno militato in molte formazioni, tra cui Ruler, La Stanza delle Maschere e Heavy Generation.
Ho accennato alle orecchie dei membri dei Riot, o Riot V che dir si voglia: stavolta tocca agli Axeblade farle fischiare. Dopo l’esecuzione della furiosa “Time Can’t Wait”, infatti, il quintetto lascia il piede sull’acceleratore per gettare in pasto alla folla una riuscita cover di “Thundersteel”, grande cavallo di battaglia della band newyorchese. Gli animi ormai si sono scaldati a dovere, sia dal punto di vista dell’uditorio che da quello degli artisti. Giunge il momento, da parte del nuovo chitarrista, di seguire l’esempio del bassista degli Stealth: forte del suo strumento collegato in wireless, Roberto invade a più riprese il pit per suonare accanto ai fan. Questa libertà di movimento e la relativa assenza di barriere tra musicisti ed astanti rendono i concerti in locali medio/piccoli esperienze complete, coinvolgenti e decisamente liberatorie. Ogni appassionato dovrebbe ricevere dal proprio medico curante una prescrizione come questa: ‘partecipare a riti di aggregazione metallara almeno un paio di volte al mese’! Le cover suonate dagli Axeblade sono state sistemate con saggezza nella setlist: “Thundersteel” ‘taglia’ a metà la successione di tracce prese dall’album, mentre la seconda sorpresa preparata dai Nostri viene posta in chiusura al concerto. La scelta della canzone con cui terminare lo spettacolo in realtà è una sorpresa solo per chi non ha ancora visto uno show degli Axeblade: la note di “Evil”, nota traccia degli immortali Mercyful Fate contenuta nell’album “Melissa”, erano già state suonate dai ragazzi in chiusura del succitato primo concerto. L’esecuzione di questa canzone, posizionata in scaletta dopo il brano omonimo con cui gli Axeblade chiudono il disco, sembra essere diventata un elemento fondante nei loro concerti. È un’ottima occasione per la cantante di mostrare un oggetto di scena a lei molto caro: una croce formata da due ossa legate con lacci in cuoio molto simile al noto ‘portamicrofono’ di King Diamond. La vecchia scuola non morirà mai!
SCALETTA
“Hellraiser”
“Screaming Demons in Your Head”
“Ready for War”
“Time Can’t Wait”
“Thundersteel” (Riot cover)
“The Healer”
“Necromantic”
“Nigredo”
“Axeblade”
“Evil” (Mercyful Fate cover)
Il tempo libero a mia disposizione sta per finire. Si avvicina il momento di ritornare a casa per indossare nuovamente i panni del mio rispettabile alter-ego, un irreprensibile padre di famiglia timorato di Odino. Mi resta un po’ di tempo per scolare la solita birretta della staffa e scambiare due chiacchiere con musicisti e avventori, facendo nel mentre il mio dovere davanti al banco del merch. Purtroppo gli Stealth hanno già sbaraccato tutto per tornare in terra veneta; contribuiremo alla causa quando ci si incontrerà al prossimo concerto. I Lettori arrivati fin qui che non hanno ancora avuto modo di conoscere i gruppi ospitati stasera dal Capolinea possono approfittare dei seguenti collegamenti, in attesa di vederli, o di rivederli, dal vivo. Buon ascolto!
Hounds
Stealth
Axeblade