Live Report: Frozen Crown + Guests @ Legend Club (MI) – 10/05/2025

Live Report: Frozen Crown + Break Me Down + Embrace of Souls @ Legend Club (MI) – 10/05/2025
a cura di Martina L’Insalata
Serata all’insegna del metal underground quella di sabato 10 maggio al Legend Club di Milano: i Frozen Crown sono i protagonisti assoluti, affiancati da Break Me Down ed Embrace Of Souls.
Sono da poco passate le 20 e il locale è già piuttosto pieno, vivo e partecipe. È una bella sorpresa da non dare mai per scontata sia per chi si ritrova sul palco, sia per chi si muove tra il pubblico. Ad aprire la serata sono proprio i Break Me Down, band alternative metal milanese che gioca in casa: guidati da Veronica Driven alla voce, il quartetto propone brani come Until The End Of Time, Into The Water e The Other Life tratti da Soul Clashes, secondo disco in studio uscito a maggio 2024, che per l’occasione viene suonato quasi per intero.
Dopo di loro gli Embrace Of Souls, progetto del batterista Michele Olmi. Il palco si riempie e due voci potentissime riecheggiano dalle casse: quella di Martina Mazzeo, cantante d’opera, accompagnata da Giacomo Rossi. Il loro è un power metal classico e decisamente ben eseguito: la scaletta si concentra sui brani del disco Forever Part Of Me che, nota dopo nota, scalda il pubblico e setta il mood della serata. Dalla traccia omonima a Through The Dark, passando per Tame My Storm ed Eternal Heart, la band lascia il palco agli headliner con un pubblico già soddisfatto.
Mi guardo intorno e noto un dettaglio che mi sorprende non poco: siamo abituati a vedere maglie di qualsiasi band a serate di questo tipo, che ovviamente spesso variano in base al sottogenere a cui la serata fa riferimento. Invece qui c’è una quantità incredibile di maglie esclusivamente targate Frozen Crown: per chi negli anni ha seguito il percorso artistico di Federico Mondelli – mente e cuore della band, dai Be The Wolf ai Nocturna, passando per i Volturian, tutto questo si presenta come un vero e proprio punto di svolta. Il ragazzo che creava la musica delle sue band in tutto e per tutto, dagli artwork ai testi ai videoclip, ora è un uomo che vive della sua arte, seguito da un pubblico di fidelizzati fedelissimi al suono delle sue chitarre.
Dopo una breve intro, scritta e curata dal batterista Niso Tomasini, i Frozen Crown salgono sul palco e lo fanno in grande stile con War Hearts, titolo che fa riferimento a una delle influenze principali della band – i Children Of Bodom. Un genere senza dubbio distante dal power metal, ma che mette tutti d’accordo quando si tratta di assoli suonati con una Jackson flying V.
Dopo Water Dancer è il momento di qualche saluto iniziale. “È meraviglioso terminare il nostro primo tour europeo da headliner proprio qui al Legend che ci ha visti nascere e crescere”, esordisce Giada Etro, impeccabile alla voce. “Fa strano parlare in italiano, è tutto diverso, in ogni caso la prossima è stata la prima canzone ever dei Frozen Crown”: parte Kings e accanto a me la cantano proprio tutti, esattamente come Steel And Gold. Dopo i riff heavy della combo Arctic Gales e Neverending – dal disco Crowned In Frost del 2019, la band esegue I Am The Wind presentando la chitarrista Alexandra Lioness con loro sul palco, già voce e chitarra del trio thrash metal al femminile Jenner.
“Ci sono tre chitarre sul palco, ora facciamo un pezzo in cui si sentono tutte”: Far Beyond – da Winterbane, datato 2021, è un pezzo che per metà tiene il pubblico con gli occhi sul palco, mentre il resto del tempo non puoi che passarlo a fare headbanging. Si prosegue con Call Of The North ma non prima di una simpatica parentesi introduttiva che, come sempre, in inglese rende meglio. Un momento di leggerezza che fa sembrare il tutto come un concerto intimo tra amici di sempre, contrapposto al momento in cui viene presentata Ice Dragon, canzone suggestiva dedicata alla memoria di un fan affezionato.
C’è spazio per un assolo di batteria, ma non solo: gli elementi dal vivo sono perfettamente bilanciati e ogni musicista ha il giusto spazio che si merita. Nessuno che spicca più di qualcun altro o a capo di tutto e tutti, solo una band di sei persone che respirano musica e la suonano egregiamente. L’encore è affidato ad I Am The Tyrant: forse il mio pezzo preferito in assoluto, quello che più richiama l’essenza della band che ho visto nascere e crescere a distanza, disco dopo disco, in questi ultimi anni e che vede addirittura la presenza del cantato in growl. In chiusura c’è The Shieldmaiden, un altro brano tratto dal primo disco The Fallen King: una perfetta serata conclusiva di un tour europeo, degna di nota per il metal underground.
L’impressione è quella di trovarsi di fronte a una band che sa creare intimità assieme a vecchi e nuovi fan all’interno di un contesto indoor ma che ha anche tutte, ma proprio tutte le carte in regola per poter calcare palchi di festival storici e importanti del metal, come farà già la prossima estate al Summer Breeze e al Rock Harz Open Air. Non ci resta che dire “noi c’eravamo” e aspettare il prossimo disco.