Live Report: Gamma Ray + Rhapsody Of Fire + Elvenking a Roma e Milano

Di Orso Comellini - 11 Aprile 2014 - 21:25
Live Report: Gamma Ray + Rhapsody Of Fire + Elvenking a Roma e Milano

I paladini del Power Metal teutonico (e mondiale) Gamma Ray, guidati dall’inossidabile Kai Hansen, in questi giorni hanno dato il via alla prima parte del Tour promozionale di “Empire Of The Undead”, mettendosi in marcia in anticipo rispetto all’uscita ufficiale. Accompagnati in questo viaggio da alcuni ospiti d’eccezione come i Rhapsody Of Fire ed i connazionali Elvenking, i Nostri si sono imbarcati in una serie di spettacoli che scuoteranno il continente europeo.
Dopo varie date in Repubblica Ceca, Ungheria e Grecia l’”Empire Of The Undead Tour” sbarca finalmente anche in Italia per due appuntamenti immancabili per tutti gli appassionati, il primo dei quali programmato nella Capitale, l’altro a Trezzo Sull’Adda (MI).

Reportage a cura di Francesco Sgrò e Giacomo Cerutti

Foto a cura di Michele Aldeghi

 

Live Report – Gamma Ray + Rhapsody Of Fire + Elvenking – Live  at Orion Live Club – Ciampino (RM) 31/03/2014

Serata dunque interamente dedicata al Power Metal, quella svoltasi all’Orion Live Club di Ciampino (Roma), il 31 marzo scorso.
Come da programma, infatti, per i primi spettacoli del Tour , sono stati gli italianissimi Elvenking ad inaugurare l’evento, facendo piovere sulla platea numerosa dell’Orion una genuina tempesta di Power Folk Metal, attraverso una setlist breve ma assolutamente pregevole ed efficace.

 

Live Report a cura di Francesco Sgrò
 

 

Sono circa le 21,00 quando, dopo un breve soundcheck di assestamento dei volumi, i Nostri fanno il loro ingresso sul palco con tanto di Make Up, per alcuni aspetti quasi in stile Cradle Of Filth, sulle note di una breve intro strumentale poi sfociata nelle note della rocciosa “The Loser” (dall’album “Era” del 2012). Una scelta assolutamente perfetta per ricoprire il ruolo di opener di questo Live Act che, fin dai primi istanti, si preannuncia esplosivo, suscitando immediatamente il clamore del pubblico spronato dal vocalist Damna (alias Davide Moras). Una partenza brillante.
Pochi minuti dopo, il combo tricolore prosegue con coerenza la propria setlist, incastonando la riuscita “Runereader”. Come di consueto, la band friulana bilancia con precisione potenza e melodia, accentuando la propria anima Folk grazie agli ottimi inserti violinistici condotti con maestria dal bravo Lethein, abile a mantenere viva l’attenzione della platea romana.
Dopo questo “sguardo” al passato della band, segue un ritorno ai giorni nostri con la presentazione del nuovo singolo “Elvenlegions”, che anticipa con successo l’uscita più prossima del nuovo album, intitolato “The Pagan Manifesto”. Anche in questa occasione la performance del sestetto nostrano risulta eccellente, riuscendo a dominare la situazione e dimostrandosi perfettamente a proprio agio sul palco dell’Orion.
Alla nuova “Elvenlegions” segue la più classica “The Divided Heart”, con il pubblico che non tarda a farsi sentire cantando con sentita partecipazione l’arioso ritornello che ne caratterizza l’essenza.
Quasi al termine della mezz’ora dedicata agli Elvenking, la band coglie l’occasione per salutare il proprio pubblico, pescando ancora un prelibato inedito dal nuovo album, dal titolo “Moonbeam Stone Circle”, mentre il gran finale è scandito dalle note della celebre “The Winter Wake”, accolta con gran fervore dal pubblico, sempre costamente attento nell’intonare il melodico chorus. Si chiude così in maniera perfetta questa prima parte di una serata emozionante e ricca di sorprese.

Setlist:
01. The Loser
02. Runereader
03. Elvenlegions (New Single)
04. The Divided Heart
05. Moonbeam Stone Circle (New Track)
06. The Winter Wake

Line Up:
Damna – Voce
Jakob – Basso
Aydan – Chitarra
Rafahel – Chitarra
Lethein – Violino
Symohn – Batteria

 

 

Usciti di scena i bravissimi Elvenking, dopo qualche minuto di pausa e dopo un nuovo leggero check di assestamento, la serata continua con l’attesissimo Live Act dei Rhapsody Of Fire. Ormai orfano del chitarrista/fondatore Luca Turilli, il combo triestino ha rilasciato alla fine del 2013 il nuovo album intitolato “Dark Wings Of Steel”, il primo realizzato con il chitarrista Roberto De Micheli e il bassista Oliver Holzwarth (fratello del batterista Alex Holzwarth, visto in precedenza anche alla corte dei Blind Guardian).
I Nostri si apprestano a calcare il palco dell’Orion Live Club, preceduti dalle note della breve “Vis Divina”, intro che com’è facile intuire, apre le danze del nuovo album.
Subito dopo, come da copione, il combo tricolore rompe ogni indugio con la diretta “Rising From Tragic Flames”, la cui carenza creativa in fase di composizione (l’inizio è praticamente uguale a “Dawn Of Victory”), viene in ogni caso almeno in parte mitigata dalla classe del gruppo. Band che appare subito in perfetta forma e in grado di scatenare il delirio vero e proprio del pubblico oggi letteralmente in estasi, anche perché rapito dalla voce del bravissimo Fabio Lione, la cui timbrica è da sempre uno dei tratti distintivi della band friulana.
Successivamente, i nostri pescano dal proprio repertorio un brano che contribuì a fare la fortuna dell’album d’esordio, “Legendary Tales”, uscito nel 1997: “Land Of Immortals”. Pezzo che esplode in tutta la sua maestosità Symphonic Power Metal generando un’onda d’urto in grado di far tremare il suolo sottostante e scatenando l’entusiasmo del sottoscritto, rimasto completamente esterrefatto.
Da brivido anche l’esecuzione della massiccia “The March Of The Swordmaster”, durante la quale Lione non tarda a far divertire il pubblico con una serie di botta e risposta ottimamente riusciti in un intermezzo strumentale impeccabile e d’atmosfera.
“Unholy Warcry” rappresenta un nuovo grande episodio di questa setlist e lo show assume un tono teatrale maggiormente accentuato, a differenza, purtroppo, di “Dark Wings Of Steel”, che non riesce ad emergere adeguatamente, risentendo inevitabilmente della fiacchezza compositiva dell’ultimo album prodotto, specie se confrontato con i vecchi classici.
L’ultima parte della setlist presentata dai Rhapsody Of Fire è un perenne tuffo nel passato, passando per l’epicità struggente della solenne “Lamento Eroico” (episodio in cui ho faticato a trattenere le lacrime), subito seguita dalle devastanti “Holy Thunderforce” e “Dawn Of Victory”, intonate quasi in modo religioso dal pubblico presente. A concludere in grande stile ecco la cupa e relativamente recente “Reign Of Terror”, seguita dall’epica e classica “Emerald Sword”, posta a sigillo di una performance davvero strepitosa, con un Roberto De Micheli che almeno in sede Live non sembra far sentire la mancanza di Turilli, dimostrandosi così un ottimo chitarrista.

 

Tracklist:
01. Vis Divina
02. Rising From Tragic Flames
03. Land Of Immortals
04. The March Of The Swordmaster
05. Unholy Warcry
06. Dark Wings Of Steel
07. Lamento Eroico
08. Holy Thunderforce
09. Dawn Of Victory
10. Reign Of Terror
11. Emerald Sword

Line Up:
Fabio Lione – Voce
Oliver Holzwarth – Basso
Roberto De Micheli – Chitarra
Alex Staropoli – Tastiere
Alex Holzwarth – Batteria

 

 

 

Dopo l’entusiasmante performance offerta dai Rhapsody Of Fire, sono ormai le 23 e 30 ed è giunto il momento che tutti aspettavamo con ansia fin dall’inizio. L’attesa cresce durante l’ultimo breve Soundcheck, finché le note della gioiosa e regale “Welcome” anticipano la calata dei Gamma Ray sul suolo romano.
Il combo teutonico si prepara a travolgere ogni cosa con la splendida “Avalon” (opener del nuovo album ormai di fresca pubblicazione), una traccia solenne, maestosa e granitica nel suo prosieguo caratterizzato da repentini cambi di tempo, assoli lancinanti delle due asce e un potente ritornello condotto ottimamente da Mr Kai Hansen in piena forma.
Con la successiva  furiosa “Hellbent”, si resta alla corte del nuovo “Empire Of The Undead”, lavoro che sembra aver restituito nuova linfa vitale al gruppo, dopo un album non proprio convincente (a parere di chi scrive) come “To The Metal” del 2010.
Subito dopo, anche per i Gamma Ray giunge il momento di rendere onore al loro glorioso passato, presentando un’ottima versione di “Heaven Can Wait”, canzone durante la quale il sottoscritto è del tutto impazzito dalla gioia.
Ancora un tuffo nel passato con la furiosa “Razorblade Sigh” e un tributo ai tempi andati con la spietata “Tribute To The Past”.
Il gruppo è assolutamente determinato a divertirsi e far divertire, non tradendo il proprio pubblico con l’esecuzione della bella “Time For Deliverance”; ballad contenuta nel nuovo album, perfetta nello spezzare l’incredibile potenza sprigionata finora, che si fa apprezzare anche per leggeri ma evidenti riferimenti al tipico sound dei Queen (come da tradizione per il gruppo di Kai Hansen), per un momento assolutamente emozionante.
“Pale Rider” torna a fendere l’aria a colpi di un Power Metal violento e serrato, mentre, subito dopo, la scena viene completamente dominata dalla classe del batterista Michael Ehrè (qui al suo primo tour con i Gamma Ray), protagonista di un Drum Solo entusiasmante e divertente, subito seguito da un breve assolo di basso ad opera del bravissimo Dirk Schlächter, vero motore dello show oltre ovviamente ad Hansen.
“Blood Religion” continua con grande energia questa sequela di emozioni tradotte in musica e prepara la platea alle devastanti “Master Of Confusion” (singolo trainante del nuovo album) e la straordinaria “Empire Of The Undead” – che inevitabilmente mi ha portato ad un Headbanging sfrenato.
Verso ormai la fine dello spettacolo, i Nostri incastonano un’altra preziosa gemma della loro discografia come “Rebellion In Dreamland”, seguita dalla magnifica “Land Of The Free” (primo album a vedere Kai Hansen in veste di cantante principale oltre che di chitarrista).
“Man On A Mission” esplode a tutta velocità, mentre un accenno arpeggiato e soave della bella “Miracle” torna a spezzare brevemente il turbine di potenza generato dai Gamma Ray, che si preparano a salutare il pubblico romano con la non proprio esaltante “To The Metal” (che in ogni caso dal vivo, riesce ad essere più convincente, rispetto alla versione originale in studio) e con la rasoiata di “Send Me A Sign”, accolta nuovamente con grande entusiasmo dal pubblico e giunta a concludere (con un finale a dir poco strepitoso) una serata perfetta, di grande musica e divertimento puro!

 

Setlist:
01. Welcome
02. Avalon
03. Hellbent
04. Heaven Can Wait
05. Razorblade Sigh
06. Tribute To The Past
07. Time For Deliverance
08. Pale Rider
09. Drums and Bass Solo
10. Blood Religion
11. Master Of Confusion
12. Empire Of The Undead
13. Rebellion In Dreamland
14. Land Of The Free
15. Man On A Mission

Encore:
16. Miracle
17. To The Metal
18. Send Me A Sign

Line Up:
Kai Hansen – Voce/Chitarra
Henjo Richter – Chitarra
Dirk Schlächter – Basso
Michael Ehrè – Batteria
 

Live Report – Gamma Ray + Rhapsody Of Fire + Elvenking – Live  Club – Trezzo Sull’Adda (MI) 01/04/2014

 

La sera dello scorso primo aprile gli amanti del power/metal si sono riversati al Live Club di Trezzo per acclamare i celebri Gamma Ray dell’inossidabile Mr. Kay Hansen, alle prese con un live di promozione per l’undicesima fatica discografica “Empire of the Undead”.
Ad accompagnarli, due special guest di tutto rispetto, i nostrani Elvenking seguiti dai grandiosi Rhapsody Of Fire: entrambi i gruppi esordivano con il nuovo album.
Quella che sin dal principio si prospettava, era, insomma, una serata ad alto potenziale.
Inutile sottolineare come l’evento abbia richiamato un notevole numero di fan che, non appena aperti i cancelli si sono lanciati in una corsa all’impazzata per guadagnarsi la tanto ambita transenna.

 

Live Report a cura di Giacomo Cerutti

 

 

Spetta agli Elvenking l’apertura di serata, forti della pubblicazione del freschissimo “The Pagan manifesto”.
In scena dal 1997, il gruppo nostrano si è costruito un buon nome nella scena metal, suonando in vari festival europei tra cui il Bloodstock Festival, Sziget Festival e il Summer Breeze Open Air, oltre a numerose esibizioni italiane.
Accolti calorosamente, gli Elvenking prendono posizione sullo stage partendo con “The Loser”: dopo pochi istanti sorge tuttavia un problema alla chitarra di Rafahel, che si vede costretto a lasciare il palco per rientrare con la successiva “Runereader”.
Nonostante qualche problema tecnico i nostri non si perdono d’animo: Aydan e Rafahel sfoderano una corposa sezione ritmica, una miscela heavy/power fluidificata dalle melodie folk apportate da Lethien al violino e consolidate da Jakob al basso e dalla scalpitante batteria di Symohn.
Il frontman Damna è in forma ed incita un pubblico inizialmente poco reattivo: con il procedere dello show l’entusiasmo cresce ed il gruppo raccoglie maggiori consensi, in particolare con la celebre “The Divided Heart”.
Il tempo a disposizione è poco, del nuovo album vengono eseguite solo “Elvenlegions” e “Moonbeam Stone Circle”, per poi concludere con “The Winter Wake”.
Più che sufficiente in ogni modo, a suggellare un’esibizione breve ma intensa, che ha dato alla serata la giusta spinta.

 

Vedi il photo report completo degli Elvenking a Trezzo!

Setlist:

01. The Loser
02. Runereader
03. Elvenlegions
04. The Divided Heart
05. Moonbeam Stone Circle
06. The Winter Wake

 

 

La tensione cresce notevolmente quando viene issato il telone e si innalza il classico coro d’inneggiamento. Parte l’intro “Vis Divina”, i musicisti entrano in scena ed è il momento: l’attacco di “Rising From Tragic Flames”, tratta dal nuovo disco “Dark Wings of Steel”, da il via alla performance degli osannati Rhapsody Of Fire.

Finalmente il grande Fabio Lione fa capolino sul palco agitando la chioma riccioluta: un inizio di fuoco che divampa ancora più forte con la potente “Land of Immortals” ed altre perle targate Rhapsody.
Roberto De Micheli militante dal 2011 tra le fila del gruppo, sprigiona potenti riff ed assolo veloci, dimostrandosi adeguato rimpiazzo dello storico Luca Turilli: lo affiancano le corde tonanti di Oliver Holzwarth al basso.
A conferire melodia ed atmosfere ci pensa il pilastro portante Alessandro Staropoli, le cui mani sfrecciano da un lato all’altro della tastiera, mentre Alex Holzwarth si dimostra come sempre il motore pulsante, pestando su piatti e pelli senza pietà.
Fabio Lione tiene in pugno il pubblico grazie al suo carisma: la sua voce potente e calibrata trasmette epicità ed emozione. Gradevole inoltre la sintonia ottenuta con l’audience mediante il racconto di alcuni aneddoti (singolare la disavventura patita con Trenitalia), per poi puntare sul patriottico nell’esaltazione delle band italiane rispetto alle straniere.
In un momento di emozione, eccolo infine esternare il suo lato paterno, dedicando a sua figlia Aurora “Lamento Eroico”, cantata all’unisono.

Pezzo dopo pezzo l’entusiasmo del pubblico aumenta, la massa di metallari comincia a spingere verso la transenna: partono così cori spontanei a favore della band e per Fabio che ringrazia umilmente, fino alla micidiale doppietta “Holy Thunderforce” e “Dawn of Victory”. Durante la pausa i fan acclamano a gran voce: per l’encore il Rhapsody Of Fire riservano “Reign of Terror”, sferrando il colpo di grazia con la temibile “Emerald Sword”.

I cinque musicisti hanno tenuto un’ottima e soddisfacente performance sotto tutti i punti di vista. Dopo prolungati saluti, Lione e compagni si ritirano raccogliendo forti urla ed applausi.

 

 

Vedi il photo report completo dei Rhapsody Of Fire a Trezzo!

Setlist:

01. Vis Divina
02. Rising From Tragic Flames
03. Land of Immortals (Rhapsody cover)
04. The March of the Swordmaster (Rhapsody cover)
05. Unholy Warcry (Rhapsody cover)
06. Dark Wings of Steel
07. Lamento Eroico (Rhapsody cover)
08. Holy Thunderforce (Rhapsody cover)
09. Dawn of Victory (Rhapsody cover)

Encore:

10. Reign of Terror
11. Emerald Sword (Rhapsody cover)

 

 

 

Ora il pubblico è ben rodato: durante il cambio palco la tensione cresce, i presenti si accalcano e la platea rimbomba di cori d’incitamento.

Durante l’intro, Michael Ehré prende posizione dietro le pelli ed al termine entra in scena Kai Hansen per introdurre “Avalon”, presto raggiunto dai fedeli Dirk Schlächter al basso ed Henjo Richter alla chitarra al momento dei cori.
Dal secondo ritornello il nuovo pezzo prende una piega decisamente dirompente: i preludio all’esplosiva “Heaven Can Wait”.
Solo cinque pezzi vengono estratti dal nuovo album,  tra cui la martellante “Hellbent” e la cadenzata “Time for Deliverance”, per poi spaziare con le classiche ed immancabili perle del passato.

Kai Hansen e soci sono in gran spolvero ed in perfetta sinergia: ottimo il muro di suono che ne deriva, basato sui micidiali riff e portentosi assolo da parte di Kay e Henjo, scagliati contro la folla come una raffica di proiettili. Non da meno le granitiche linee di basso di Dirk, il tutto sotto gli incessanti colpi di Michael, un massiccio carro armato che viaggia sul doppio pedale accanendosi su piatti e pelli.
infine Kai che, a dispetto delle sempre numerose critiche, sfodera una voce dal timbro ed estensione invidiabili, con acuti che perforano l’aria. Il frontman tedesco è come al solito coinvolgente con i fan, guadagnandosi durante lo show qualche coro personale.

L’euforia del pubblico aumenta ad ogni canzone soprattutto con l’intramontabile “I Want Out”, volutamente prolungata.
A metà concerto, i Rayz riprendono fiato, lasciando spazio a Michael per un incalzante assolo di batteria, accompagnato nella seconda parte da “The Entertainer”, celebre colonna sonora del film “La Stangata”.
In seguito Dirk rientra in scena per introdurre con un breve assolo “Blood Religion”, pezzo dove Kai s’improvvisa direttore del coro, dividendo in metà la platea per far cantare “into the dark” alla sinistra e “blood religion” alla destra.
Attingendo poi alla notevole produzione composta negli anni, i Gamma Ray offrono altre chicche che mandano in delirio gli spettatori.
Il termine della performance è sancita dalla doppietta “Land of the Free” e “Man on a Mission”.

I Gamma Ray possono concedersi una meritata pausa; loro e pure i fan che si sono spremuti i polmoni, cantando a squarciagola e spostandosi a masse in tutte le direzioni della sala. Non sono mancati nemmeno gli “amanti” del crowd surfing.
Ancora affamati di power metal i presenti continuano però ad acclamare la band, nella speranza dell’agognato ed immancabile bis.
Il quale non tarda ad arrivare: i Gamma Ray  tornano alla ribalta con l’inno “To the Metal”, seguito dalla strepitosa “Send Me a Sign”, episodio che pone fine ad un concerto eccezionale, memorabile e carico d’energia dalla prima all’ultima nota.

Gamma Ray… una garanzia.
Impeccabile nella tecnica e strepitoso in sede live, dinamico e divertente, il gruppo di Kai Hansen non delude mai le aspettative dei fan. Dopo aver irradiato il Live Club con i mirabolanti raggi gamma, i quattro musicisti si congedano sommersi da applausi ampiamente meritati.

 

 

Vedi il Photo report completo dei Gamma Ray a Trezzo!

Setlist:

01. Avalon
02. Heaven Can Wait
03. Hellbent
04. I Want Out (Helloween cover)
05. Tribute to the Past
06. Time for Deliverance
07. Pale Rider
08. Drum & Bass Solo
09. Blood Religion
10. Master of Confusion
11. Empire of the Undead
12. Rebellion in Dreamland
13. Land of the Free
14. Man on a Mission

Encore:

15. To the Metal
16. Send Me a Sign