Live Report: H.E.A.T a Romagnano Sesia (NO)

Di Alex Casiddu - 12 Maggio 2014 - 19:18
Live Report: H.E.A.T a Romagnano Sesia (NO)

H.E.A.T + Supercharger + Bad Bones

Rock n’Roll Arena, Romagnano Sesia (NO) @ Venerdì 9 maggio 2014

Live report a cura di Alex Casiddu, reportage fotografico a cura di Michele Aldeghi.

Da più parti ormai considerati la migliore band hard rock degli ultimi anni, gli H.E.A.T sono autori di quattro album capolavoro: “H.e.a.t.”, “Freedom Rock”, “Address The Nation” ed il nuovissimo “Tearing Down The Walls”.

Il concerto si preannunciava un successo già dal giorno dell’annuncio, tuttavia la prima scelta di tenere lo show al piccolo Rock N’ Roll Club di Milano, ha creato scompiglio tra i fans, placando sotto certi aspetti l’entusiasmo iniziale.
La lodevole iniziativa degli organizzatori di offrire l’ingresso gratuito, ha fatto allarmare soprattutto gli appassionati provenienti dalle località più distanti, preoccupati di arrivare sul posto e scoprire la sala già piena senza potervi accedere.
Mail e messaggi su Facebook si sono susseguiti nei giorni a venire, facendo assumere la saggia decisione di spostare il concerto alla più capiente e funzionale Rock N’ Roll Arena di Romagnano Sesia (NO).
Scelta che da un lato ha costretto il pubblico a dover pagare un ingresso (dal prezzo comunque irrisorio di 10€), ma dall’altro ha permesso a tutti di assistere allo show: un plauso dunque al promoter  per aver risolto in maniera ottimale il problema e – cosa sempre più rara – per aver ascoltato i consigli dei partecipanti.
Alla luce dell’ottima affluenza che ha visto la Rock N’ Roll Arena gremita già dalle prime band, possiamo dire – senza tema di smentita – che la strategia è risultata vincente e quanto accaduto, verrà sicuramente preso da tutti come esempio in futuro. 
Dimostrazione che quando si vuole, e si ascolta il proprio pubblico, le cose si riescono a fare…e anche bene.

Dopo questa lunga premessa, tediosa ma necessaria anche per far capire il seguito che oggi gli H.e.a.t hanno raggiunto dalle nostre parti, veniamo alla fatidica serata del 9 maggio.

Fin dal primo pomeriggio, i primi temerari già si aggiravano nei dintorni della location a caccia di una foto ricordo insieme ai propri idoli: si rivedono facce amiche, si scambiano quattro chiacchiere ed in un batter d’occhio è già tempo di entrare nel locale per l’inizio degli show.

 

 

A dare il benvenuto ai presenti ci sono gli italianissimi Bad Bones – band ormai rodata da anni di tour, recentemente visti anche come opener degli Steel Panther in occasione della tappa milanese. Il gruppo nostrano è fautore di un hard rock grezzo (nel senso buono del termine), ispirato dalla band di un certo Lemmy Kilmister dei Motörhead.
Il tiro c’è, ed anche se nella parte centrale la scaletta subisce una fase di stanca con brani che risultano un po’ troppo simili tra loro; le cose funzionano bene quando i cuneesi si affidano maggiormente al blues n’ roll (“Ghost Town Blues”) e quando propongono i brani più coinvolgenti del repertorio (“Desperado” e “Bad Bone Boogie”).
Chiusura affidata alla cover, per certi versi inaspettata, di “Don’t Stop Believin’” dei Journey; band lontana come stile e genere dai Bad Bones, ma evidentemente da annoverare tra le loro fonti d’ispirazione.

 

Vedi il Photo Report Completo dei Bad Bones

Setlist:

Don’t Stop Me
Gasoline Rock
Crazy Little Star
Shake Me
Ghost Town Blues
Poser
Desperado
Bad Bone Boogie
Don’t Stop Believin (Journey cover)
 

A scaldare ulteriormente le anime dei rockers accorsi stasera ci pensano i Supercharger, band danese dedita ad un mix di punk, sleaze e metal, sulla scia dei Backyard Babies: una proposta abbastanza distante dagli headliner, ma alla lunga apprezzata dall’audience.
I rocker danesi ne approfittano per presentare il nuovissimo “Broken Hearts And Fallaparts”, uscito lo scorso febbraio, dal quale propongono diversi episodi, in particolar modo i più movimentati per coinvolgere e raccogliere qualche nuovo fans.
I Supercharger se la cavano bene, il tiro è quello giusto ed effettivamente è impossibile non farsi coinvolgere da brani come “Aim High” o “Hell Motel”, veri proiettili di punk n’ roll stradaiolo.
I sei componenti, on stage creano un vero e proprio ciclone, si muovono continuamente da una parte all’altra del palco novarese, e superano a pieni voti la prova del pubblico italiano, che tributa loro i giusti e meritati applausi.
Notiamo piacevolmente che in molti, tra i presenti, cantano a memoria i ritornelli ed incitano in maniera incessante il gruppo, segno che qualche estimatore è già presente nella nostra patria.
Nei saluti finali i Supercharger ringraziano e danno appuntamento a tutti i fans italiani per il prossimo autunno, quando torneranno a calcare i nostri palchi in compagnia delle Crucified Barbara.

 

Vedi il photo report completo dei Supercharger

 

Sono le 23, l’enorme telo a fondo palco raffigurante la copertina del nuovo album “Tearing Down The Walls” ci preannuncia l’arrivo degli H.E.A.T, introdotti dall’ormai classica “The Heat Is On” a firma Glenn Frey, brano ultrafamoso datato 1984.
Uno ad uno i componenti della band prendono posto on stage, e che lo show abbia inizio: “Point Of No Return” e “A Shot At Redemption”, suonate praticamente una dietro l’altra (proprio come ascoltato su cd), fanno subito intendere la volontà di lasciare senza fiato i presenti.
Gli H.e.a.t sentono l’importanza della serata, ed in più di un’occasione non mancano di ringraziare i loro fans per averli voluti in Italia.
La scaletta inanella, una dopo l’altra, le loro hit di maggior successo; con ampio spazio alla nuova release, proposta quasi integralmente a segnale di quanto la band svedese sia conscia d’aver fatto un altro passo verso l’olimpo degli immortali.

 

Una roboante versione di “Inferno”, ci mostra un Erik Grönwall come sempre sugli scudi; tanto indemoniato nello scorrazzare da una parte all’altra del palco, quanto protagonista di vocalizzi disumani.
Alla partenza di “Tearing Down The Walls” (titletrack del nuovo album), succede il colpo di scena: il pubblico alza al cielo centinaia di palloncini gialli e blu (in onore della bandiera svedese) insieme ad una bandiera col nostro tricolore raffigurante la copertina del nuovo album e la scritta ‘Welcome To Italy’.
La band, visibilmente sorpresa, interrompe l’esecuzione del pezzo per ringraziare il pubblico italiano che – nonostante sia solo la quarta data – si è già guadagnato la palma di migliore del tour.
Il suono risulta sempre compatto e potentissimo per tutta la durata dell’esibizione, con le incombenze delle parti chitarristiche oggi affidate al solo Rivers: a tal proposito, suscita curiosità immaginare cosa avremmo potuto sentire, se ci fosse stata anche l’altra chitarra dell’ex Dalone.   
Poche storie, qui siamo di fronte a chi è destinato a raccogliere l’eredità musicale delle più grandi band hard rock del passato, le premesse ci sono tutte: quattro album di livello enorme, canzoni già diventate dei classici, padronanza assoluta del palco e la giusta attitudine coi fans.

Dopo una versione da brividi di “In And Out Of Trouble” (a proposito di pezzi già diventati classici), ci si avvia verso la parte conclusiva, non prima di aver apprezzato i vocalizzi impressionanti di Grönwall su “Downtown”: impressionanti perché risultano ancora cristallini e pulitissimi dopo oltre un’ora di show. Questo la dice lunga su cosa sia in grado di fare questo ragazzo.
Dopo il meritato break, spetta a “Breaking The Silence” e “Living On The Run” (dal must ‘Address The Nation’) chiudere uno spettacolo semplicemente straordinario.

A fine concerto, trascorsi pochi minuti, la band al completo si presenta al banco del merchandising per concedersi ad abbracci, foto ed autografi da parte dei loro fans: appassionati a tal punto d’aver smosso mari e monti per portarli in Italia, e per farli suonare in una location degna della loro importanza.
Gli organizzatori hanno vinto, i fan hanno vinto, gli H.e.a.t hanno vinto; chi è rimasto a casa questa sera, ha senz’altro perso!

Vedi il photo report completo degli H.E.A.T

   
Setlist:

Point Of No Return
A Shot At Redemption
Better Off Alone
1000 Miles
It’s All About Tonight
Inferno
The Wreckoning (intro)
Tearing Down The Walls
Mannequin Show
Late Night Lady
In And Out Of Trouble
Beg Beg Beg
Downtown
Enemy In Me
Eye For An Eye
Danger Road
Emergency

Encore:

Breaking The Silence
Living On The Run