Live Report: Hateworld + Rawfoil @ Blah Blah, Torino – 19/07/2025

Mare o montagna? La risposta, come talvolta succede a chi è stato tanto incosciente da decidere di avere figli, è: né l’una né l’altra, almeno per i due terzi dell’estate. Siamo in quel periodo in cui scuole, piscine e centri estivi organizzano camp, estate ragazzi e mille tipi di attività a cui mio figlio non può esimersi dal partecipare. Visto che si è obbligati a rimanere in città tanto vale che io mi cerchi per il weekend un passatempo conforme alle mie necessità: un bel concertino Thrash Metal, ad esempio. Il Blah Blah di Torino mi offre esattamente ciò di cui ho bisogno: i torinesi Hateworld, già incontrati in passato, hanno organizzato il release party del loro secondo full-length “Return to Earth“.

Giunge finalmente l’occasione di ascoltare le loro nuove canzoni per la prima volta…sarà un atteggiamento anacronistico ma non riesco ancora a cedere completamente alla frenesia che le varie piattaforme streaming si portano appresso. Ascoltare tutto e subito è uno dei grandi vantaggi del mondo musicale odierno, nessun dubbio a riguardo, però ho ancora voglia di sorprendermi ogni qual volta ne ho la possibilità. Lo stesso discorso vale per l’altra band presente nell’aggressivo menù della serata; gli Hateworld vengono accompagnati infatti dai brianzoli Rawfoil, per la prima volta alla conquista del capoluogo sabaudo. Anche i Rawfoil hanno da poco pubblicato un album, “Where Malice Converges“, e caso vuole che anche per loro si tratti del secondo disco. Per mille motivi ancora non ho avuto modo di ascoltarlo: praticamente due prime volte in un’unica serata!

Non è sicuramente la prima volta, invece, in cui mi trovo ad ascoltare brani di Annihilator, Kreator, Violator e compagnia bella: la selezione musicale diffusa dalle casse del Blah Blah prima del concerto non si allontana dallo stile dei gruppi che suoneranno dal vivo. Alle 19:00 infatti è iniziato l’AperiThrash, appuntamento fisso settimanale in cui l’aperitivo serale viene allietato dalle dolci note di gruppi Thrash più o meno famosi. La playlist, oltre a sparare del buon Thrash Metal nelle orecchie degli avventori, ha il sacrosanto compito di preparare i presenti al concerto. L’onore di aprire le danze spetta ai Rawfoil, che hanno pensato bene di partire con il piede giusto esponendo davanti al pubblico torinese oggetti di scena e merch di altissimo livello…
Rawfoil
Il gruppo brianzolo propone un Thrash Metal moderno e contemporaneo, spesso animato da succulente parti in blast beat e talvolta incupito da atmosfere non troppo lontane dalle frange più estreme del Death e del Black Metal. La prima canzone della scaletta, “Come What May”, contiene tutti gli elementi che caratterizzano il sound dei Rawfoil. La varietà nell’esperienza di ascolto viene ulteriormente arricchita da cavalcate che ricordano tanto la sempreverde Bay Area di Metallica e compari quanto la marzialità e la ferocia del Thrash di matrice teutonica.
A fine serata il cantante Francesco Ruvolo, tra un brindisi e l’altro, mi ha fatto notare come l’innesto di un nuovo, giovane chitarrista abbia contribuito a svecchiare le fondamenta stilistiche del gruppo: l’ascolto di una canzone come “Arrogance”, in bilico tra Thrash classico, Metalcore e Prog Rock, lascia intendere il desiderio da parte dei Rawfoil di distinguersi dalla massa e di non farsi incasellare tra le granitiche mura di un genere musicale prestabilito. Nessun membro del gruppo, infatti, indossa il merch di altre band, come a voler sottolineare l’impossibilità di risalire ad un’origine precisa dello stile dei Rawfoil. In ogni modo le ‘t-shirt coi teschi’ del gruppo, per dirla usando le parole di mia moglie, campeggiano sul banchetto del merch allestito per la serata. Ho accennato poco fa alla qualità dei souvenir messi in campo dai Nostri: spiccano in particolare le magliette con la copertina dell’ultimo album e, soprattutto, t-shirt e braccialetti che celebrano il brano “People Who Don’t Drink Are Not People” traducendone il titolo in italiano: ‘gente che non beve non è gente’. La presenza di due fusti di birra alla spina sul palco avrà qualcosa a che vedere con questa canzone? Staremo a vedere…
Con la seconda traccia, “The Eagle in the Serpent Shadow”, si scatena nel pit un amichevole incontro di MMA sotto il vigile e divertito sguardo del cantante, che inizia da questo momento a passare la maggior parte del suo tempo in mezzo agli spettatori. Il microfono wireless e l’assenza di barriere tra palcoscenico e pubblico permettono al cantante di lasciare un po’ di spazio libero sul palco, con il vantaggio di riuscire a coinvolgere tutti gli astanti in modo efficace. Non contento degli sconfinamenti nel pit il buon Ruvolo mostra di avere sempre la battuta pronta, sia con i colleghi che con i presenti. La domanda retorica ‘ma perché nel Thrash non si limona?’ viene sfruttata per presentare la succitata “Arrogance”: la canzone, infatti, parte come se si trattasse di un lento. Mai credere a un cantante Thrash che parla di lenti e limonate! Nel giro di qualche secondo “Arrogance” si trasforma in una legnata che coglie di sorpresa i pogatori più scalmanati, momentaneamente fermi per riprender fiato. Il momento è propizio per far partire uno degli inni più movimentati della scaletta: “Gente Che Non Beve Non È Gente“.
Ecco a cosa servivano i due fusti di birra sul palco…una volta i cantanti usavano sonagli e tamburelli, oggi sbattono le aste del microfono su fusti di birra esausti! Il rito si conclude con un circle pit intorno a uno dei due fusti, appoggiato a terra dal cantante che ormai occupa stabilmente il pavimento di fronte al palco. ‘Nulla di meglio per festeggiare il release party dell’album degli Hateworld’, sostiene il buon Ruvolo. Nel frattempo, ben mimetizzati fra gli scalmanati del pit, noto proprio il cantante e il batterista degli Hateworld che si riscaldano in modo ‘amichevole e violento’, mettendo in pratica ciò che ci insegnavano gli Exodus una trentina di anni fa con il disco live “Good Friendly Violent Fun”. La conclusione della scaletta dei Rawfoil viene affidata a “Circle of Hate”, unico pezzo estratto dal primo album della band intitolato “Evolution in Action”. I cinque brianzoli, piazzando saggiamente a fine concerto questa frenetica canzone, distribuiscono le ultime, generose mazzate per salutare i nuovi fan piemontesi. Tutta gente che beve, a occhio e croce! I Mayhem utilizzarono il latinorum per comunicare a tutto il mondo che Milano era stata catturata? I Rawfoil potranno rispondere pan per focaccia dicendo, da quest’estate in avanti, che Augusta Taurinorum capta est!
SCALETTA
“Come What May”
“The Eagle in the Serpent Shadow”
“D-Fens”
“Arrogance”
“People Who Don’t Drink Are Not People”
“Only the Dead Can’t Be Wrong”
“Circle of Hate”
Hateworld
La band torinese sale sul palco e inizia ad imbracciare gli strumenti mentre sul telone alle spalle del batterista viene proiettato un filmato introduttivo, come sempre piuttosto intenso e utile per riassumere le tematiche alla base dei testi delle canzoni. Il filmato in pochi minuti denuncia gli incalcolabili danni causati dagli uomini al Pianeta…e, di conseguenza, a loro stessi e ai loro discendenti. Inquinamento, guerre, tecnologia fuori controllo, enormi boschi in preda alle fiamme. Il filmato fa scendere un silenzio molto eloquente tra le fila del pubblico poco prima di terminare con le note iniziali di “I Don’t Want to Set the World on Fire” dei The Ink Spots, brano usato con simili intenti non solo dai Megadeth nella canzone “Set the World Afire” ma anche dagli autori della serie televisiva e videoludica post-apocalittica Fallout.
La scaletta dei ragazzi presenta 8 tracce dell’ultimo “Return to Earth” senza dimenticare una manciata di inni pescati dal primo “Mass Deception”, tutti ben conosciuti e intonati a squarciagola dai molti fan. Il locale è infatti gremito di metalhead accorsi per far festa con gli Hateworld e conoscere i Rawfoil, nonostante l’ingombrante e contemporaneo svolgimento, a poco più di due ore di automobile, di uno dei migliori e più grandi festival Metal tricolori. A questo proposito il cantante Felix Liuni, prima di presentare la title track del nuovo disco, ringrazia tutti i fuckin’ thrashers presenti all’appello che non sono andati a vedere i Running Wild. Effettivamente anche per me è diventata un’abitudine venire al Blah Blah nei giorni in cui si svolge l’ottimo Luppolo in Rock: per un motivo o per l’altro ormai è il terzo anno di fila in cui mi succede! Il ringraziamento di Felix Liuni ottiene l’effetto sperato: il pubblico accoglie il nuovo brano generando un’intensa sessione di pogo che rispecchia in toto il dinamismo dei membri degli Hateworld sul palco, sudatissimi fin dai primi minuti di spettacolo. Le canzoni della band ricevono un continuo supporto da parte del telone appeso alle spalle del batterista, che proietta senza sosta illustrazioni e immagini ispirate dai vari brani. Lo spettacolo risulta quindi completo non solo dal punto di vista prettamente musicale: tanto per fare un esempio, durante l’esecuzione della furiosa “They Live…We Sleep“, appaiono sullo schermo fotogrammi del film Essi Vivono di John Carpenter, intitolato in lingua originale, per l’appunto, They Live.
Il Thrash Metal della band, pur strizzando più di un occhio alla quarantennale tradizione della Bay Area di San Francisco, viene apprezzato da un pubblico molto eterogeneo. Oltre a qualche residuato bellico come il sottoscritto, con mia grande gioia, vedo molti ragazzi e molte ragazze in mezzo al pit. Ripeto questa solfa in ogni live report ma non riesco a farne a meno. A differenza di ciò che accade in molte altre sottoculture nate nel secolo scorso, destinate a venire fagocitate da un mondo sempre più privo di valori e dalla memoria sempre più corta, la ‘scena’ Metal è viva e attiva: il ricambio generazionale c’è e si vede. Ormai sono abituato a vedere tra il pubblico persone di tutte le età quando varco le porte del Blah Blah e questa serata non fa eccezione. La presenza di una gran quantità di giovani leve mi ha permesso di mettere a punto una tecnica refrigerante a dir poco sopraffina: cerco sempre di piazzarmi nei pressi di ragazzi e ragazze dai capelli folti e molto lunghi, in modo che le loro chiome vorticanti fungano da ventilatori supportando così i sistemi di condizionamento dell’aria, messi a dura prova dalle decine di metallari festanti ed esagitati.
Come non potremmo agitarci, d’altronde? L’impatto della band dal vivo è sempre devastante. La travolgente macchina degli Hateworld è ben oliata e i ragazzi hanno il chiaro obiettivo di portare a casa un buon risultato quando giocano in casa. Le accelerazioni di “Abomination Truth”, “Beat Generation” e “The Insane”, così come le bastonate generosamente distribuite dalle ‘classiche’ “They Live…We Sleep” e “Hateworld”, fanno scorrere velocemente il tempo che, tiranno come sempre quando ci si diverte, rischia di non far completare la scaletta alla band. I ragazzi, per evitare scortesie fuori luogo, salutano preventivamente il pubblico dopo “Hateworld”. Fortunatamente per il gruppo e per i fan il tempo per arrivare alla fine della setlist si trova: sarebbe un peccato uscire dal Blah Blah senza venire bonariamente schiaffeggiati dalla battagliera “War in My Eyes“. Stay fuckin’ Thrash, dice Liuni dopo le ultime battute, mandando così il pubblico a rifocillarsi al bancone del bar e/o a spendere qualche soldo al banco del merch.
SCALETTA
“Timescape”
“Natural Disaster”
“Abomination Truth”
“Return to Earth”
“Mother Gaia”
“The Insane”
“Cospirazione”
“They Live…We Sleep”
“Biological Healing”
“Beat Generation”
“Out of Order”
“Hateworld”
“War in My Eyes”
Nel mio piccolo svolgo entrambe le attività: dopo un obbligatorio passaggio al banco del merch mi metto in coda davanti agli spillatori di birra per concludere degnamente un’altra ottima serata. Scolo gli ultimi boccali della staffa in compagnia dei membri dei Rawfoil, che si dicono soddisfatti della loro ‘prima volta’ torinese. I ragazzi si sono fatti conquistare dalle bellezze artistiche ed enogastronomiche della città sabauda nonché alla colorita fauna del Blah Blah, composta da metallari di ogni età e manipoli di giovani avventori avvinazzati che, approfittando della nostra visibile esperienza di vita, cercano aiuto per esorcizzare i timori generati da una vita adulta sempre più vicina. Approfittate anche voi, cari Lettori, della mia esperienza: dopo aver cliccato sui collegamenti seguenti per approfondire la conoscenza dei Rawfoil e degli Hateworld individuate le date più vicine in cui queste due band suoneranno vicino a casa vostra…il divertimento è garantito! Al prossimo concerto!