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Live Report: Luppolo In Rock 2019 Second Edition @ ex Colonie Padane – Cremona

Di Stefano Ricetti - 20 Luglio 2019 - 0:14
Live Report: Luppolo In Rock 2019 Second Edition @ ex Colonie Padane – Cremona

Luppolo In Rock 2019 Second Edition

venerdì 12 e sabato 13 luglio 2019

All’interno della rassegna Luppolo In Rock 2019 Second Edition, spalmata su quattro giornate, il venerdì è stato dedicato alle sonorità heavy’N’thrash di stampo americano. Le date con Pfm e Dark Tranquillity in qualità di headliner non ci hanno visti presenti. Alla fine di questo live report segue quello afferente la giornata successiva, il sabato 13, privo di foto, con i Kamelot in cima al bill, a cura di Katerina Paisoglou.

Buona lettura.

Steven Rich

 

LUPPOLO IN ROCK VENERDI BIG

 

 

Il 12 luglio è stata la notte dei Metal Church di Kurdt Vanderhoof. Personalmente era la prima volta che mi recavo presso le ex Colonie Padane di Cremona, una zona che pare fatta su misura per i concerti e per la vivibilità. Al di fuori dell’area tipicamente dedicata alla musica vi è un ampissimo parco all’interno del quale, per l’occasione, hanno trovato posto le bancarelle dei dischi e i vari stand dell’abbigliamento, oltre a quelli legati al drink’n’food, all’insegna dello spazio a disposizione fra gli alberi. Nei dintorni, ampi parcheggi gratuiti garantivano di lasciare la macchina a distanze ragionevolissime, cosa non da poco. 

Non a caso il Luppolo, sulle varie locandine, veniva annunciato come un happening tutto “Musica, Area Expo, Food Truck e Birra d’Importazione nel Parco Ex Colonie Padane”. Un sincero plauso al factotum di questo evento, Massimo Pacifico, uno che crede nel progetto e che fra un concerto e l’altro ha giustamente ringraziato i vari sponsor, senza i quali, molto onestamente, ha dichiarato che non sarebbe stato possibile allestire tutto quanto: una cornice degna, degnissima, con tutte le carte in regola per divenire un appuntamento fisso per gli appassionati delle sonorità dure.

 

NECROFILIA

Necrofilia

 

Alle 17.50 spaccate i Necrofilia hanno preso posto sul palco e, seppur di fronte a un pubblico sparuto, sono riusciti ad infiammare i cuori dei presenti sulla spinta del loro thrash veloce e diretto, con qualche tracimazione nel Death. Il pezzo “Rock’N’Roll” e la title track del loro nuovo album chiudono un concerto tutto furore e violenza, portato avanti stoicamente sotto un sole battente.

 

SUICIDE SOLUTION

Suicide Solution

 

Un’ora dopo è la volta dei Suicide Solution, eroi locali che se la giocano fra le mura di casa. Un gruppo, il loro, totalmente vecchia maniera, sia per look che per attitudine, particolarmente apprezzato dai presenti, alcuni dei quali erano appositamente convenuti per tributarli. Attivi con altro nome sin dal lontano 1987, Michele Pieri & Co. hanno vomitato tutta la loro rabbia thrash in maniera diretta, “dritta” come un fuso, riandando a solleticare tematiche d’antan quali il problema del nucleare. Beninteso, situazione sempre da monitorare anche quella ma è altrettanto vero che altre problematiche ambientali negli ultimi lustri si sono impossessati delle prime pagine dei quotidiani… L’ulteriore esempio di forze fuoriuscite dal passato, quelle griffate Suicide Solution!

 

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Sui Flotsam And Jetsam, che dalle 20.00 prendono posto sulle assi del Luppolo in compagnia di una discreta scenografia, non posso che spendere parole di sostegno per il loro impegno e per la grinta dimostrata. La prova del singer Eric A. Knutson è muscolare e la band martella a dovere, la loro discografica copiosa, con quattordici album ufficiali all’attivo e un sodalizio nato le 1984 ma, in tutta onestà, al combo dell’Arizona mancano, all’interno dell’arsenale, un buon numero di pezzi. Quelli “veri”, quelli che si piazzano lassù e che contengono quel non so che di magico e che si lasciano ricordare. Nonostante questo, “Dreams Of Death” spacca alla grande e un buon numero di ultras delle prime file scapoccia dall’inizio alla fine lungo il loro show, segno che anche Cremona capta est, da parte dei Jetsam, con buona pace di tutti.

 

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Attesissimi, quantomeno dalla frangia più tipicamente heavy metal di quelli convenuti alle Ex Colonie Padane, nonostante abbiano fatto visita al Bel Paese a novembre del 2018, gli Armored Saint aprono le danze sulle note di “Raising Fear”, indi nientepopodimeno che un classicone del loro repertorio. Il cantante John Bush pare in forma e non perde occasione per sottolineare come alla band fosse da sempre dispiaciuto, non poter suonare dalle nostre parti come avrebbe voluto, cosa non possibile per i motivi più disparati. “Can U Deliver” e “Last Train Home” sono inni dell’Acciaio e il pubblico dimostra di apprezzare. A sorpresa viene sparata la chicca “Underdogs” seguita da un altro brano e poi è la volta di “Seducer”. Per la chiusura viene tenuta in serbo “March Of The Saint”, che infatti fa sfracelli, con un accenno di pogo da parte delle prime file, unica occasione della giornata, peraltro.

 

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Con un ritardo di dieci minuti rispetto alla tabella di marcia, alle 23.10 è tempo di headliner. Kurdt Vanderhoof è un’icona dell’HM, una “presenza” importante – sebbene anche i suoi compagni di linea imbraccianti strumenti a corda a livello di fisicità non scherzino per niente – ed è sempre un piacere essere al cospetto di cotanti personaggi. I Metal Church, pur avendo raccolto molto meno di quanto abbiano seminato, senz’ombra di dubbio le tappe fondamentali della musica dura le hanno scolpite nella pietra, con album quali il primo, omonimo del 1984 e The Dark del 1986. La partenza in quel del Luppolo però è più da Diesel Church che non da Metal Church… i primi brani non attizzano a dovere e la situazione si risolve solo nel momento in cui sfoderano “Badlands” e “Date With Poverty”. Mike Howe è un cantante di livello ma David Wayne [R.I.P.] era un’altra cosa così come il repertorio del primo materiale rispetto all’ultimo è impietosamente a favore del primo. Non a caso le fiammate più intense del loro show si sprigionano su “Watch The Children Pray”, “Beyond The Black” e “Start The Fire”. Ci sarebbero state bene anche “Hitman”, “Tons Of Brick”, “Battalions” all’interno del setlist, così come l’inno “Metal Church” ma è comprensibile che la band tenda a promuovere anche gli ultimi suoi prodotti, per ovvi motivi. Chiusura con l’ottima “Fake Healer” e tutti a casa a mezzanotte e mezza.

 

VANDERHOOF LUPPOLO 2

Kurdt Vanderhoof, Metal Church

 

Luppolo In Rock è senz’altro una rassegna da tenere d’occhio. Un po’ come sempre accade in Italia, in mancanza dei grossi nomi, kermesse di questo tipo stentano a “rendere” in termini di partecipazione numerica nelle prime edizioni. I motivi talvolta restano insondabili, ma così è. Fra mille difficoltà situazioni come questa cercano di emergere e di crescere e senza ombra di dubbio meritano di essere supportate. La macchina organizzativa ci crede e si è già ampiamente lanciata nella stesura dell’edizione 2020. Appuntamento al prossimo anno, quindi! 

 

Stefano “Steven Rich “ Ricetti   

 

 

 

LUPPOLO kamelot

 

sabato 13 luglio 2019

 

L’ultima giornata della seconda edizione della manifestazione Luppolo in Rock di Cremona è arrivata e tanti coraggiosi amanti dell’Heavy Metal sono presenti per la quarta data consecutiva al Parco delle ex Colonie Padane che vede come protagonisti assoluti gli originari della Florida, Kamelot. Le condizioni climatiche sembrano essere relativamente più amichevoli verso i fans intenzionati a passare il loro sabato sera in compagnia di buona musica dal vivo nella città lombarda, data la calura pressante precedentemente registrata. L’affluenza maggiore del pubblico è attesa per l’esibizione degli headliner di stasera, ma le band comprese nel bill della giornata sicuramente faranno il loro meglio per entusiasmare la platea.

 

SUNBURN

Poco dopo le ore 17, Sunburn, una giovane band cremonese, è la prima che si presenta sul palcoscenico sotto il sole ancora splendente. I quattro giovani ragazzi selezionati dalla Luppolo in Rock Audition aprono la serata con le loro melodie grunge arricchite con elementi metal. I Sunburn con brani sia in inglese che in italiano danno un inizio positivo alla giornata musicale odierna e sembra che il pubblico, purtroppo ancora poco numeroso, non sia un fattore demoralizzante per loro. Una buona qualità di suono e di esibizione individuale dei musicisti dimostra che neanche il caldo è in grado di fermare il giovane gruppo dal cogliere l’occasione di rendersi più noto ai fans del loro stile, ispirato alle band che negli anni novanta sono state le fondatrici del genere grunge. L’impressione lasciata è di un ensemble pieno di talento, ma con molti passi da fare per raggiungere un eventuale successo commerciale in futuro.

 

Setlist:

1.            Scendi

2.            Rental Girl

3.            Alone With Me

4.            Moonman

5.            Hush

6.            Slave (Silverchair cover)

7.            Backless Car

8.            Acre Insonnia

 lineup:

•             Nicola Mafessanti – Guitar And Vocals

•             Matteo Mirri – Bass

•             Marco Palazzini – Drums

•             Emanuele Duchi – Guitar

 

ANCILLOTTI LOGO

 

ANCILLOTTI

Gli Ancillotti, attualmente in conclusione dei lavori del loro nuovo album, offrono sessanta minuti di metallo alla vecchia maniera con i più grandi successi della loro discografia ad una platea relativamente più numerosa che accoglie la band italiana con calorosi applausi. Una sessione ritmica di grande potenza e i riffs di chitarra selvaggi da una parte, ma eleganti dall’altra offerti da Ciano Toscani mettono fuoco all’audience . Il frontman Bud Ancillotti con un timbro vocale graffiante ma efficace interagisce con gli spettatori e loro lo assecondano al canto dei ritornelli tenendo il ritmo con le mani a pezzi come “Fight”, “Living For The Night TIme” e “Burn Witch Burn”. Esistono anche momenti più emozionanti con la lenta “Lonely Road” dedicata dal gruppo alle persone care compiante. La platea si infiamma ulteriormente dalla parte conclusiva della solida e di grande impatto performance degli Ancillotti e partecipa in pieno al canto di “Legacy Of Rock” e “Warrior”. La band regala un altro spettacolo memorabile e convincente al pubblico italiano e danno il via ai gruppi successivi.

Setlist:

1.            Fight

2.            Firewind

3.            Don’t Stop

4.            Living For The Night Time

5.            Burn Witch Burn

6.            Fighting Man

7.            Lonely Road

8.            The Hunter

9.            Bang Your Head

10.          Legacy Of Rock

11.          Warrior

lineup:

•             Bud Ancillotti – Vocals

•             Ciano Toscani – Guitars

•             Bid Ancilotti – Bass

•             Brian Ancillotti – Drums

 

 

NIGHT DEMON LOGO

 

NIGHT DEMON

Il Night Demon, trio californiano alle prese con sonorità di Heavy Metal classico, torna in Italia per il festival cremonese e accende subito i motori, pronto per una performance giusta per tenere in carica i fans italiani. Il gruppo si avvicina principalmente ai suoni di metallo britannico che a quelli americani e mostra un alto livello di capacità tecniche. Dalle prime note di “Welcome To The Night”, il leader, cantante e bassista Jarvis Leatherby sta incitando gli spettatori a seguirlo nei suoi canti e nelle sue melodie. Alla parte destra del palco, il chitarrista Armand John Anthony offre un’infinita serie di riff solidi, con potenza, grinta e determinazione davvero invidiabile. Inoltre, il batterista Dusty Squires  mostra una tecnica impeccabile e violenta, in pieno comando del ritmo esplosivo ed energico delle melodie. L’esecuzione di spicco dei brani “Black Widow”, “Screams In The Night” e “Heavy Metal Heat”, come anche della traccia omonima “NIght Demon” in conclusione della loro setlist sono da annotare assieme alle due cover di “Overkill” dei Motorhead e “Radar Love” dei Golden Earring. Questi metaller made in USA non hanno tradito le aspettative del popolo italiano neanche in questa occasione.

 

 

Setlist:

1.            Welcome to the Night

2.            Full Speed Ahead

3.            Curse of the Damned

4.            Hallowed Ground

5.            Overkill (Motörhead cover) / Dawn Rider

6.            The Howling Man

7.            Life On The Run

8.            Ancient Evil

9.            Satan

10.          Black Widow

11.          Radar Love (Golden Earring cover)

12.          Heavy Metal Heat

13.          Flight of the Manticore

14.          Screams in the Night

15.          The Chalice

16.          Night Demon

lineup:

•             Jarvis Leatherby – Vocals, Bass

•             Dusty Squires – Drums

•             Armand John Anthony – Guitars

 

 

FREEDOM CALL LOGO

 

FREEDOM CALL

Tocca agli alfieri dell’Happy Metal, i tedeschi Freedom Call, portare avanti lo spettacolo e tenere calda l’atmosfera in previsione dell’arrivo dell’artista headliner dell’ultima giornata del Luppolo In Rock. Di loro si può dire tutto, che siano banali e scontati sia dal punto di vista sonoro che nei testi, ma non che non siano dei performer di alto livello. Sono capitanati da Chris Bay, un frontman di grande simpatia che interagisce col pubblico sempre col sorriso sulle labbra e con un italiano di discreto livello. Da “Tears Of Babylon” e in avanti, i membri della band sono i primi a divertirsi sul palco e di conseguenza l’Happy Metal inizia da loro e si diffonde nella platea. Dall’altra parte stanno sfoderando una prestazione davvero non indifferente, con il chitarrista Lars Rettkowitz in dimostrazione della propria solidità e anche fantasia e il batterista Timmi Breideband in grande sintonia con il nuovo ingresso al basso, ossia Francesco Ferraro. I loro pezzi scorrono lievi, sono cantati dal frontman a gran voce assieme a tutti i presenti. La band tedesca sembra avere la ricetta giusta, cioè i testi e le melodie tanto memorabili da scatenare la gioia e l’entusiasmo alla gente che mantiene il ritmo con le mani: “Freedom Call”, “Metal Is for Everyone” e “Power & Glory” sono gli highlight della festa dei Freedom Call. La performance dei tedeschi termina tra infiniti applausi e la location si sta riempiendo gradualmente in attesa del grupo principale della serata.

Setlist:

1.            Tears of Babylon

2.            United Alliance

3.            Union of the Strong

4.            Freedom Call

5.            Hammer Of The Gods

6.            Mr. Evil

7.            Metal Is for Everyone

8.            Power & Glory

9.            Warriors

10.          Land of Light

lineup:

•             Chris Bay – Vocals, Guitar

•             Lars Rettkowitz – Guitar

•             Francesco Ferraro – Bass

•             Timmi Breideband – Drums

KAMELOT LOGO

 

KAMELOT

Dopo una breve pausa per il cambio della scenografia, i Kamelot iniziano la loro performance con “Phantom Divine” tra gli applausi del pubblico che nel frattempo si è raddoppiato di numero. Tommy Karevik si presenta in forma smagliante assecondato da un insieme di musicisti di altissimo livello, che non risparmiano le loro risorse di fronte all’entusiasmo dei fans italiani. Il piatto principale della serata viene servito come una cascata infinita e l’esibizione della band senza interruzioni con “Rule The World”, “Insomnia”, “The Great Pandemonium” e “When The Lights Are Down” è la dimostrazione delle intenzioni del gruppo di creare una serata davvero memorabile. Il  frontman svedese assistito da Thomas Youngblood e Sean Tibbetts si comporta da vero padrone sul palcoscenico, spostandosi da una parte all’altra di esso e incitando il pubblico a cantare e saltare insieme a loro lasciandosi trasportare dalle melodie di stile sinfonico arricchito con elementi power metal. La partecipazione di Lauren Hart di Once Human alle parti vocali femminili con un potente timbro vocale dà una colorazione diversa allo show sotto un leggero vento che porta freschezza alla giornata conclusiva del festival. Un’ulteriore spinta sull’acceleratore viene data da “March Of Mephisto” e “Karma”, che provoca negli spettatori un crescendo adrenalinico, potenziato dall’esibizione dell’ ottimo Alex Landenburg in un assolo di batteria in assistenza da Oliver Palotai alle tastiere. La performance dei Kamelot sta arrivando verso la propria conclusione e le luci si abbassano, per poi tornare ad illuminare Tibbetts con gli occhiali da saldatore in ruolo di trascinatore dei presenti a partecipare alla festa che sta accadendo sul palcoscenico. Karevik presenta i membri della band al pubblico che risponde con infiniti applausi nei loro confronti. Ed è ora per il carismatico frontman di incitare i presenti al canto di un coro come un vero maestro di orchestra e questi ultimi non deludono le sue aspettative. La sezione finale dell’intera manifestazione viene data da “Forever” e “Liar Liar” e i Kamelot salutano la platea che ha assistito ad una loro memorabile performance.

 

 

Setlist:

1.            Phantom Divine (Shadow Empire)

2.            Rule the World

3.            Insomnia

4.            The Great Pandemonium

5.            When the Lights are Down

6.            Veil of Elysium

7.            End Of Innocence

8.            March of Mephisto

9.            Karma

10.          Amnesiac

11.          Center of the Universe

12.          Keyboard and Drum Performance

13.          Sacrimony (Angel of Afterlife)

14.          Forever

15.          Liar Liar (Wasteland Monarchy)

 lineup:

•             Thomas Youngblood – Guitars

•             Tommy Karevik – Vocals

•             Oliver Palotai – Keyboards

•             Sean Tibbetts – Bass

•             Alex Landenburg – Drums

•             Lauren Hart – Vocals

 

Si è conclusa in questo modo la seconda edizione del festival cremonese e le emozioni di allegria e positività non sono mancati neanche stasera. Ci sono stati anche momenti di commozione particolarmente nel caso dell’omaggio ad un giovane compianto fan dell’Heavy Metal con la propria madre presente sul palcoscenico del Luppolo In Rock, ma anche le premiazioni di tutte le band dalla parte degli organizzatori. Arrivederci all’anno prossimo!

Katerina Paisoglou