Death

Live Report: Miscreance + Suppression @ Ziggy Club, Torino 12/05/2023

Di Roberto Castellucci - 25 Maggio 2023 - 12:00
Live Report: Miscreance + Suppression @ Ziggy Club, Torino 12/05/2023

 

Lo Ziggy Club di Torino ha ospitato la penultima tappa del Monochromatic Consciousness tour, serie europea di appuntamenti live che ha visto come protagonisti i cileni Suppression e i nostrani Miscreance. Il nome del tour è stato coniato fondendo i titoli di due canzoni: “Monochromatic Chambers” e “Flame of Consciousness”. La prima è la terza traccia di “The Sorrow of Soul through Flesh”, album del 2022 dei Suppression, mentre la seconda occupa la pole position nella tracklist di “Convergence”, disco dei Miscreance uscito anch’esso nel 2022. Per quanto riguarda questi ultimi so già cosa aspettarmi: ho avuto la fortuna di recensire per TrueMetal.it il loro bell’album d’esordio e non vedevo l’ora di incrociarli dal vivo per godermi il loro frizzante Death/Thrash. Con i Suppression, invece, mi sono attenuto ad una ‘regola’ che seguo ogni volta in cui mi capita di vedere dal vivo un gruppo che non conosco: non ascoltare nulla del suddetto gruppo per non rovinarmi la sorpresa. Seguire questa regola era molto più semplice quando Internet ancora non esisteva e la reperibilità dei dischi era un problema; oggi continuo sulla medesima strada con enorme fatica, ben sapendo che sono ad un clic di distanza dalla musica prodotta in ogni angolo del Pianeta. Ne sarà valsa la pena? Sicuramente l’incubo del parcheggio non mi terrorizzerà: ormai ho capito che intorno allo Ziggy, se si sa dove cercare, è possibile trovare stalli liberi ad una ragionevole distanza dal locale. Faccio il mio ingresso nello stabile che ospita il circolo e salgo le scale che mi separano dall’ingresso vero e proprio. Ormai conosco bene il percorso e leggo per l’ennesima volta, ovviamente canticchiandoli, i testi delle canzoni di David Bowie vergati sulle pareti. Mi avvicino alla cassa, subisco un veloce controllo della tessera Arci, verso il contributo artistico e finalmente giunge il momento di avvicinarmi agli spillatori. Avanti con la prima birra!

Il primo bicchiere allo Ziggy, come ormai è tradizione, viene accompagnato dal soundcheck preparatorio al concerto. Vengo calorosamente accolto dai ‘delicatissimi’ Suppression: scopro un solido quartetto di giovani prestanti, alfieri di un Death Metal di stampo classico che mi riporta alla metà degli anni ’90, quando ascoltavo le opere di Deicide, Malevolent Creation e compagnia bella. E’ un piacere sentire, forti e chiare, le vibrazioni del basso fretless di Pablo Cortes: l’affascinante strumento sembra far tremare la schiuma della birra nel mio bicchiere. Finalmente un basso marcato, presente e ben integrato nel sound di un gruppo. Non mi aspettavo nulla di meno, d’altronde anche l’album dei Miscreance si distingue per questa caratteristica…e infatti, come volevasi dimostrare, una volta giunto il loro turno anche il basso dei Miscreance fa bella mostra di sé durante il soundcheck. Piccola precisazione: il bassista dei Miscreance, Jean-Claude Rossignol, occupa il medesimo ruolo nel gruppo di thrashers Re-animated, già protagonisti di un mio live report scritto dopo un loro concerto in compagnia degli Ottone Pesante. Stesso discorso vale per il batterista Andrea Feltrin, che nei Re-animated si limita, per così dire, a suonare, mentre nei Miscreance svolge anche il ruolo di cantante. Persino il locale è lo stesso: lunga vita allo Ziggy, pronto ad ospitare senza alcun timore eventi musicali estremi come questo. Finito il soundcheck, entrambi i gruppi si dedicano ad un’altra importantissima attività pre-live: la cena, con generose porzioni di pasta e altrettanto generose caraffe di vino servite in mezzo alla tavolata. Nulla di meglio per riscaldare a dovere il cuore e i muscoli degli artisti…

Soundcheck per i Miscreance

Con Alejandro Cruz, voce dei Suppression

Il pubblico inizia ad affollare il locale mentre alcuni artisti si concedono qualche virtuosismo sportivo, approfittando del biliardo messo a disposizione dallo Ziggy. Colgo l’occasione per disturbare i giocatori: i due chitarristi dei Miscreance Andrea Granauro e Tommaso Cappelletti. Strappo loro una foto ricordo e mi faccio raccontare qualcosa del Monochromatic Consciousness tour. Questa allo Ziggy è la penultima data di un viaggio che ha condotto Suppression e Miscreance in giro per mezza Europa; i ragazzi sono stanchi…ma giovani, piccolo particolare che permette a tutti di sopportare più o meno agevolmente i lunghi spostamenti sui furgoni e le poche ore di sonno tra un palco e l’altro. Nel frattempo i preparativi per il concerto continuano e mi accorgo che, probabilmente, dietro al palco dello Ziggy è stato applicato un nuovo impianto di illuminazione, utilissimo per rischiarare la nebbia generata dalle macchine per il fumo. Buio in sala, la diffusione della musica dagli impianti audio si affievolisce fino a scomparire…e i Miscreance occupano il posto che gli spetta.

Tra le asce dei Miscreance

MISCREANCE

La scaletta dei Miscreance, devastante come da programma, si compone principalmente di brani dell’ultimo “Convergence”. Sinceramente temevo che dal vivo le canzoni dell’album perdessero un po’ di impatto, considerando il songwriting piuttosto elaborato che le contraddistingue: niente di più sbagliato. Le canzoni dei quartetto, proposte dal vivo, non solo conservano immutato l’effetto dirompente prodotto durante la fruizione casalinga: inspiegabilmente colpiscono l’ascoltatore in maniera ancora più diretta rispetto alle versioni immortalate nel disco. Questo effetto inatteso sembra sorprendere il pubblico, apparentemente impegnato ad osservare da vicino l’arte dei musicisti limitandosi a godere della proposta Death/Thrash della band. Durante l’esecuzione di “Sentence to Eternity”, primo brano della scaletta e unico estratto dallo split album con i Vile Apparition del 2021, gli astanti rimangono piuttosto tranquilli e semplicemente ipnotizzati dallo show. Col successivo “Flame of Consciousness”, primo brano di “Convergence”, gli spettatori si accorgono che i Miscreance sono venuti allo Ziggy per non fare prigionieri: il pogo scatta incontrollato e feroce, costringendo gli ultra quarantenni come il sottoscritto a fare un passo di lato per non rischiare danni permanenti…è sempre una meraviglia assistere ad un cambio così repentino nel ‘clima’ di un uditorio. Non passa brano senza che un gruppo sempre più nutrito di scalmanati se le dia di santa ragione di fronte al palco, aumentando esponenzialmente il livello di scambio emotivo tra pubblico e band. Aumenta anche la difficoltà di scattare qualche fotografia decente ai ragazzi, un po’ per le mazzate che ricevo ogni volta in cui mi avvicino al palco e un po’ a causa del vorticoso headbanging sfoggiato dai tre membri in piedi sul palco. E’ praticamente impossibile, invece, fotografare il cantante/batterista Andrea Feltrin, grondante di sudore già dalla seconda canzone: oltre ad essere protetto dai fidi tom e dai piatti della sua batteria, la sua intensa attività gli impedisce categoricamente di stare fermo per più di un paio di secondi…la setlist, intanto, prosegue con altri estratti da “Convergence” fino a quando non si arriva a “Epilogue”, nuova canzone che, chissà, verrà inclusa in uno dei prossimi lavori del gruppo. Non è solo “Epilogue” a solleticare l’immaginazione dei presenti: una delle ultime canzoni presentate dai Miscreance si intitola “Honi Xuma: Vision” e non mi risulta che appaia in nessun’altra pubblicazione della band. Grandi novità all’orizzionte…mentre il pubblico continua a reagire tumultuosamente ad una scaletta che si avvicina, purtroppo, alla sua conclusione. Dopo “Incubo”, altro grande estratto da “Convergence”, c’è ancora spazio per una cover: i ragazzi propongono infatti l’ottima e furiosa “Merciless Death” dei mitici Dark Angel, storica traccia di “Darkness Descends” del 1998. Questa cover, stando alle parole di Andrea Feltrin, viene introdotta dalla band quando il pubblico in sala si mostra particolarmente attivo…come a dire: ce la siamo meritata! Una canzoncina ‘tranquilla’ per salutare i fan, insomma, prima che vengano colpiti da un’altra vagonata di buon, vecchio, sano Death Metal. Le premesse sono buone, considerando che il cantante dei Suppression, Alejandro Cruz, ha pensato bene di fare un po’ di riscaldamento gettandosi nel mosh pit!

SCALETTA

Intro / Sentence to Eternity

Flame of Consciousness

The Garden

No Empathy

Epilogue

Fall Apart”/”My Internment

Honi Xuma: Vision

Incubo

Merciless Death

SUPPRESSION

I quattro amici cileni, dopo la bella esibizione dei Miscreance, devono necessariamente rimboccarsi le proverbiali maniche per non sfigurare…e a quanto pare non hanno alcun problema nel farlo! La prima canzone dopo l’intro, “Lifelessness”, fa subito capire ai presenti come anche i Suppression siano carichi e pronti a far tremare le pareti dello Ziggy. Il furibondo headbanging del cantante, oltre ad essere un gran bello spettacolo, alimenta ovviamente l’invidia di chi, come il sottoscritto, conserva dei suoi capelli un  vago ricordo…il ricordo di un’epoca ormai passata, quando imperversavano gli storici gruppi Death Metal a cui i Suppression in qualche modo si ispirano. I primi nomi che mi vengono in mente sono i Suffocation di “Breeding the Spawn” e gli Obituary: il collegamento con questi ultimi, in particolare, nasce proprio grazie ad Alejandro Cruz, il cui growl talvolta pare essere una versione più cupa e gutturale di quello, ormai mitologico, di John Tardy. La scaletta del quartetto riprende la tracklist di “The Sorrow of Soul through Flesh” quasi nella sua interezza, rispettandone anche l’ordine dei brani. Vengono lasciate da parte le due ultime tracce del disco: la breve “Arrowheads”, con i suoi ipnotici arpeggi di chitarra, ed “Extortion Behaviors”. L’altra variazione degna di nota è l’inserimento di un nuovo singolo, proposto tra “Monochromatic Chambers” e “Unperpetual Misery”. Si tratta di “Age of Unreason”, canzone diffusa a febbraio 2023, il cui titolo riprende quello dell’omonima canzone dei Bad Religion, title-track del loro ultimo album uscito nel 2019. Il noto gruppo Punk di Los Angeles mi offre un inatteso assist, dal momento che il loro famosissimo logo mostra una sorta di divieto di sosta posizionato sopra ad una croce cristiana…è impossibile ignorare il nesso tra la forza iconoclasta dei Bad Religion e le imprecazioni a sfondo religioso urlate in italiano dal cantante dei Suppression. Cruz, infatti, non ha resistito al fascino esercitato dalla goliardica blasfemia tipica dello Stivale: ecco cosa succede quando si va in tour con un branco di metallari toscani, veneti e piemontesi! Alejandro segue un destino toccato a moltissimi altri cantanti esteri tra cui annoveriamo, tanto per dirne un paio, Legion, ex cantante dei Marduk, e l’amatissimo Schmier dei Destruction. Ricordo con sorriso il primo, che in occasione del No Mercy Festival nel 2003 proruppe in tonanti giaculatorie dal palco dell’Alcatraz di Milano; dal canto suo Schmier, ormai da anni, ha abituato il pubblico nostrano alle sue simpatiche e italiche ‘benedizioni’. I presenti gradiscono senz’altro le capacità di apprendimento linguistico del cantante, garantendo un ottimo riscontro al violento spettacolo offerto dai Suppression e continuando imperterriti a malmenarsi come se non ci fosse un domani. Spiace però notare come il pubblico di fronte ai cileni sia leggermente meno numeroso rispetto alla bolgia infernale presente durante lo show dei Miscreance. Gli artisti italiani stiano giocando in casa, va benissimo, tuttavia i loro colleghi di tour non sono assolutamente da meno! Peccato per chi ha preferito allontanarsi, insomma, anche perché si è perso un paio di momenti degni di nota durante la seconda metà dello spettacolo. Una corda della chitarra di Daniel Poblete, infatti, si rompe sul più bello: Andrea Feltrin, intervenuto a pogare insieme agli spettatori, mi dice che si tratta del primo intoppo dopo 13 date. Senza alcun indugio il batterista Mario Vera e il bassista si divertono a organizzare sui due piedi un’improvvisazione ‘riempitiva’, così da non lasciare l’uditorio in completo silenzio, mentre Cruz aiuta il chitarrista, assentatosi per un attimo, a riaccordare la chitarra. Niente di mai visto, ci mancherebbe, ma devo dire che questi esempi di coesione e collaborazione fra i membri di un gruppo sono sempre un bel vedere. La modestia e la naturalezza dei ragazzi sono state comprovate in un’altra situazione, che ha visto come protagonisti il cantante e i suoi compari di tour. Approfittando di un momento libero da parti cantate nell’ultimo brano, Alejandro si getta nella mischia pogante in compagnia dei membri dei Miscreance, accorsi per godersi lo spettacolo dei colleghi. Sono anche circostanze come queste a rendere piacevole un concerto! Non è dato sapere se i ragazzi abbiano sofferto di qualche acciacco nella data successiva ma così è, se vi pare: si vive una volta sola e non capita giornalmente di partecipare ad un Euro Tour!

SCALETTA

Intro / “Lifelessness”

“Overfeeding Gaps”

Monochromatic Chambers

Age of Unreason

Unperpetual Misery

Unwinding Harmonies”

“Lost Eyes”

“Misunderstanding Reality”

“Self Eating Alive”

La stagione estiva di concerti è iniziata piuttosto bene: il bilancio della serata è ampiamente positivo e le band hanno passato l’esame nel migliore dei modi. Il tour sta per finire ed è evidente da parte dei ragazzi la voglia di concludere il percorso col botto, tanto per usare uno dei miei consueti francesismi. Gli eventi Underground come questo riservano sempre un mucchio di soddisfazioni ai partecipanti; il concerto dei Miscreance e dei Suppression allo Ziggy è l’ennesima dimostrazione di queste mie parole. Rimane soltanto da fare una puntatina al banco del merch, ricco di potenziali souvenir della serata, che ben presto viene alleggerito dai famelici clienti. La mia serata si conclude così, dopo essermi procurato, nell’ordine: 1) CD di entrambi i gruppi; 2) coppia di t-shirt di entrambi i gruppi; 3) ennesima e ultima birra della serata, con la quale spero di anestetizzare i futuri dolori causati dal mosh pit. Chiudo l’articolo augurando ai Miscreance e ai Suppression un ritorno alla vita non troppo traumatico, mentre ai Lettori che hanno avuto la pazienza di arrivare sino a qui rivolgo un caloroso saluto e un ringraziamento. Alla prossima!