Progressive

Live Report: Opeth @ Alcatraz, Milano 09/11/2019

Di Katerina Paisoglou - 13 Novembre 2019 - 18:27
Live Report: Opeth @ Alcatraz, Milano 09/11/2019

OPETH + VINTAGE CARAVAN

09/11/2019 @ Alcatraz, Milano

Uno dei concerti più importanti di questo inverno ricco di emozionanti eventi musicali nella capitale lombarda è quello che porta il pubblico italiano all’Alcatraz stasera. Il tour Europeo dei leggendari Opeth, in occasione dell’uscita del loro nuovo album intitolato “In Cauda Venenum”, si ferma alla famosa discoteca di Milano per un’imperdibile esperienza di musica, emozioni e colori. L’occasione di assistere ad uno spettacolo di questo calibro viene colta da centinaia di persone che attendono con pazienza all’ingresso della venue dalle prime ore pomeridiane con un grande alleato a sorpresa: un sole splendente che, nonostante il freddo, è sempre un fattore incoraggiante viste le precedenti grigie giornate di infinita pioggia e umidità. La band svedese ha scelto il giovane trio The Vintage Caravan, sempre di origine nordica, come compagni di avventura in questo loro viaggio nel vecchio continente.

 

THE VINTAGE CARAVAN

L’affluenza del pubblico è continua e, mentre ognuno sta cercando di far passare il tempo nel locale con chiacchiere a piccoli gruppi o con qualche sguardo al proprio smartphone, le luci si spengono e le prime note di musica colgono l’entusiasmo degli spettatori. Il giovane gruppo The Vintage Caravan inizia il proprio show sul palcoscenico dell’Alcatraz e viene accolto dai calorosi applausi dell’audience che ha gradualmente riempito ogni angolo a disposizione. I tre musicisti, con un’età media intorno ai 25 anni e provenienti dalla ghiacciata Islanda, hanno l’occasione di presentare una parte della loro discografia al pubblico italiano. Dai primi momenti della loro esibizione, è evidente che questi ragazzi non si trovano qui per caso: il loro terzo album in studio intitolato “Gateways” è in circolazione da pochi mesi tramite la titanica Nuclear Blast Records e loro sono reduci da performance nei festival più importanti e da tour accanto a gruppi storici del settore. La loro provenienza nordica inganna, loro sono tutt’altro che freddi: le loro melodie di classic rock arricchite con elementi di stile blues e progressive in combinazione con le loro ottime abilità tecniche individuali colgono l’interesse immediato del pubblico. Tutti gli spettatori sono concentrati allo spettacolo offerto dal trio scandinavo che con la loro energia, allegria e simpatia riempiono il palcoscenico dell’Alcatraz dando l’impressione di una squadra compatta e matura nonostante la loro giovane età. Il travolgente Óskar Logi alla voce e la chitarra è accompagnato dai brillanti Alexander Örn al basso e Stefán Ari alla batteria e tutti e tre sono in piena sintonia.  La loro gioia personale viene direttamente trasmessa anche a chi non conosce la loro discografia in toto. I Vintage Caravan suonano tracce provenienti principalmente dal loro ultimo disco, come ‘Reflections’, ‘Set Your Sights’ ed ‘On The Run’. L’audience partecipa alla festa tenendo il ritmo con le mani con entusiasmo ad ogni richiamo del frontman islandese. Qualche brano proveniente dal passato – come ‘Crazy Horses’, l’impressionante ‘Babylon’, con un’intro lenta che si evolve in un pezzo più dinamico, e ‘Innerverse’, composta da incantevoli melodie di stile progressive – completano la loro setlist. La loro semplice scenografia con le luci retrò, gli strumenti e gli amplificatori presenti sul palco ricorda l’era classica del rock. Inoltre, i Vintage Caravan danno l’impressione di un team esperto, una band che suona insieme da decenni. La sessione finale è composta da ‘Expand Your Mind’ e ‘Midnight Meditation’, due tracce più vecchie e canticchiate da una gran parte del pubblico. Infine, il carismatico cantante, sempre sorridente e allegro, ringrazia della positiva accoglienza e dei calorosi applausi di tutti i presenti che sono rimasti affascinati dalla loro prestazione.

Setlist:

  1. Reflections
  2. Crazy Horses
  3. Set Your Sights
  4. Innerverse
  5. Babylon
  6. Expand Your Mind
  7. On The Run
  8. Midnight Meditation

 

 

OPETH

Alle ore venti precise, dopo una breve e indispensabile pausa per il cambio di scenografia, l’headliner della serata, i magnifici Opeth salgono sul palcoscenico dell’Alcatraz. Il pubblico accoglie il quintetto scandinavo con infiniti applausi e loro si mettono subito all’opera, pronti a soddisfare anche lo spettatore più esigente. Mikael Åkerfeldt e Fredrik Åkesson davanti, con il resto della band posizionato su un grande soppalco rotondo alle loro spalle, suonano le prime note di ‘Svekets Prins’ tratto dal loro nuovo lavoro “In Cauda Venenum“. Tutti i presenti rimangono estasiati dalle melodie e dalle immagini tridimensionali che appaiono sul maxischermo. Il cielo stellato, le foreste, il pianeta terra, la luna, le luci e i colori vividi descrivono le storie raccontate dalle liriche degli Opeth in modo preciso e spettacolare. Le parole non sono sufficienti per esprimere la qualità di suono e icone: l’esecuzione di musica dal vivo è in perfetta armonia con gli effetti visivi e l’audience viaggia liberamente con la propria fantasia. Il frontman e fondatore della band mostra il proprio talento alla chitarra e al canto, dalle tonalità più alte a quelle più rauche e profonde ed è affiancato dall’ottimo Fredrik Åkesson che si esibisce in una serie di magici assoli. Inoltre, Martin Méndez al basso con Joakim Svalberg alle tastiere e Martin Axenrot alla batteria formano una squadra compatta e di grande prestigio. I loro arrangiamenti musicali di stile melodic death evoluto in progressive metal lasciano tutti incantati. I pesanti riff di chitarra si alternano con le brillanti melodie in maniera fluida e naturale e l’entusiasmo si diffonde in tutta la platea. Nonostante le complessità delle composizioni, i cinque talentuosi musicisti rendono tutto semplice grazie alla loro esperienza e alla tecnica di alto livello. Stasera viene presentata la versione svedese delle nuove tracce incluse nella setlist, come ‘Hjärtat Vet Vad Handen Gör‘ e ‘Alting Tar Slut’, ma non mancano alcuni dei loro precedenti successi: le magiche ‘The Leper Affinity’ e ‘Reverie/Harlequin Forest’ sono ricevute con gran gioia del pubblico che si esalta, applaude e canta melodie e testi. Il saluto del fondatore della band viene accolto con grande entusiasmo e tutti i presenti lo acclamano urlando il suo nome in italiano “Michele! Michele!”. Mikael Åkerfeldt ringrazia del sostegno dei fans italiani, soprattutto ai loro primi live, quando quasi nessuno era a conoscenza della band, racconta storie sui pezzi selezionati per l’attuale tour in clima di grande simpatia e tutti ascoltano con attenzione. La perfetta esecuzione di ‘Moon Above, Sun Below’ e ‘Hope Leaves’, l’ultima arricchita da un’esteso assolo di Fredrik Åkesson, riceve i meritati applausi e gli sguardi pieni di ammirazione di tutti gli spettatori. Tutti i presenti, trascinati dall’entusiasmo del concerto, chiamano il nome di ciascuno dei musicisti in unisono – sempre italianizzati – ogni volta che hanno l’occasione. Un’incantevole interpretazione di ‘The Lotus Eater’ è seguita dalla doppietta di perle ‘Sorceress’ e ‘Deliverance’, come ciliegina sulla torta in un magnifico spettacolo. Tutte le belle cose, purtroppo, finiscono e anche stasera, gli Opeth salutano l’Italia dal palco dell’Alcatraz ringraziando tutti i presenti per la partecipazione al loro spettacolo tra gli infiniti applausi e le meritate congratulazioni. Dall’altra parte, le forti emozioni rimangono nel cuore per sempre, le melodie e le immagini sono stampate nella memoria di tutti in eterno: il pubblico, col sorriso sulle labbra, continua a guardare verso il palco, augurandosi che lo spettacolo non sia finito, che i cinque musicisti tornino per suonare almeno un altro pezzo. Le luci dell’Alcatraz, invece si accendono e tutti i presenti si avviano verso l’uscita, pienamente soddisfatti: qualcuno sta ancora sussurrando qualche melodia, qualche parola, qualcun’altro è forse addirittura commosso. L’immensa diversità del suono, la magia degli effetti speciali e l’elegante prestazione degli Opeth hanno dato vita ad un concerto di alta classe.

 

Setlist:

     Tape: Livets Trädgård

  1. Svekets Prins
  2. The Leper Affinity
  3. Hjärtat Vet Vad Handen Gör
  4. Reverie/Harlequin Forest
  5. Nepenthe
  6. Moon Above, Sun Below
  7. Hope Leaves
  8. The Lotus Eater
  9. Alting Tar Slut

     Encore:

  1. Sorceress
  2. Deliverance