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Live Report: Satyricon @ Il Deposito Pordenone 18/04/2015

Di Marco Donè - 24 Aprile 2015 - 22:01
Live Report: Satyricon @ Il Deposito Pordenone 18/04/2015

Pordenone, sabato 18 aprile. La città viene avvolta da un’aura oscura ed al calar del sole un vento gelido inizia a soffiare. Che sia la fine del mondo? Un’oscura profezia che si realizza? I neri cancelli stanno così per aprirsi, vomitando il definitivo castigo nei confronti del genere umano? No, perlomeno non ancora. Tutto questo è dovuto alla calata italica dei Satyricon, che hanno scelto proprio la provincia friulana come unica data italiana del loro The Dawn Of A New Age Tour 2015. A caratterizzare questo tour, come dichiarato dagli stessi Satyricon, sarà una scaletta atipica, in cui troveranno spazio canzoni che la band norvegese ha proposto poche volte in sede live. Ad affiancare il combo di Oslo in questa nuova avventura itinerante nel Vecchio Continente, saranno i conterranei Vredehammer e gli Oslo Faenskap.

Ad ospitare questa importante data sarà Il Deposito, live club di nuova gestione che in questa stagione invernale 2014/2015 si è messo in luce con eventi di tutto rispetto. Proprio questa serata è forse l’apice del programma di questa prima stagione.

 

Live Report a cura di Marco Donè

 

 

Satyricon Locandina

 

 

 

A causa di alcuni imprevisti riusciamo ad arrivare a Il Deposito solo alle 21:45 circa. Purtroppo, al nostro ingresso, scopriamo di aver perso gli Oslo Faenskap e riusciamo ad assistere a solo due pezzi dei Vredehammer, un po’ poco per poter dare un giudizio. Non ce ne vogliano le due band norvegesi, purtroppo gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.
Va però segnalato che nel locale sono già presenti alcune centinaia di metalhead ed il loro numero è in continuo aumento. Una data sentita e attesa da moltissimi appassionati.
Il Deposito si presenta bene, locale dotato di buona capienza e con un palco le cui dimensioni risultano adatte ai grandi nomi. Ampio spazio dedicato al merchandise delle band ed un altrettanto ampio bar che verrà messo a dura prova durante tutta la durata della serata.

 

Dopo l’esibizione dei Vredehammer, verso le 22:00, inizia l’ultimo cambio palco e l’attesa per lo show della band di Satyr e Frost diventa spasmodica. Possiamo intanto ammirare la scenografia scelta per questo tour, semplice ma efficace. Alle spalle della band un telone il cui soggetto richiama alcuni aspetti dell’artwork dell’ultimo disco. Sotto il telone, leggermente spostata sulla destra, si staglia l’imponente batteria di Frost. Al lato opposto le tastiere di Job Bos ed in prima fila, al centro del palco, l’inconfondibile asta porta microfono di Satyr.
Ore 22:30, le luci si spengono e parte l’intro Voice Of Shadows con il quale i Satyricon fanno il loro ingresso in scena. Come dicevamo all’inizio, la band ha dichiarato di voler dare spazio a canzoni meno note della loro discografia ed infatti si parte con The Rite Of Our Cross subito seguita da Our World, It Rumbles Tonight. I suoni sono estremamente curati ed ogni strumento riesce a ritagliarsi il proprio spazio, in particolare si lascia apprezzare il lavoro delle tastiere. La band è in perfetta forma e la precisione d’esecuzione è chirurgica. In queste tracce d’apertura però i Satyricon sembrano in fase di studio. Come se stessero cercando di capire fin dove potersi spingere con il pubblico presente stasera, capire se si può creare quel clima intimo tra fan e band, quel clima che rende i live indimenticabili, unici. Satyr, leader indiscusso della compagine norvegese, studia con attenzione maniacale e capisce che la serata può rivelarsi magica. Infatti quando parte Now Diabolical il pubblico presente a Il Deposito esplode in un boato. Pubblico e band entrano in simbiosi ed i Satyricon aggrediscono il palco con classe ed esperienza. Letteralmente impressionante la resa di Diogo Bastos alla chitarra. Frost inizia il proprio personale show dietro alle pelli con una prestazione potente, elegante e precisa in cui viene curato nei dettagli anche l’impatto scenico/visivo. Il drummer norvegese, da qui in poi, non smetterà un attimo di mulinare i capelli a ritmo di ogni singola traccia. Satyr, dotato di un carisma fuori dal comune, vive letteralmente la canzone. Così quando il singer, piede sulla cassa spia, punta il microfono verso il pubblico e porta l’altra mano all’orecchio risulta impossibile resistere e tutti i presenti intonano il ritornello di Now Diabolical. Si continua alla grande con Black Crow On A Tombstone in cui le atmosfere oscure e cadenzate vengono vissute ed interpretate alla perfezione dalla band norvegese. In particolare quando Satyr, i due chitarristi ed il bassista si distribuiscono ad occupare tutto il palco e vanno in headbanging, l’adrenalina sale a mille ed un brivido scorre lungo la schiena.

Dopo un inizio incentrato sul periodo più recente della loro discografia, Satyr e compagni ci riportano indietro nel tempo. Arriva infatti il momento della violentissima Filthgrinder in cui la band perde per un attimo la propria compattezza sul palco. Compattezza che ritrova ben presto con la successiva song, a cui bastano le prime note per far esplodere il pubblico in un tripudio di corna e braccia alzate. Satyr, con il suo inconfondibile scream, urla This Is Armageddon e The Dawn Of A New Age può esplodere in tutta la sua ferocia. Inutile sottolineare la precisione con cui la band esegue la canzone – una costante che caratterizzerà tutto il concerto – quello che impressiona è come la compagine norvegese sia riuscita ad ipnotizzare il pubblico, come sia riuscita ad averlo in pugno, cosa che non tutte le band sono in grado di fare. I Satyricon continuano il proprio set dando spazio a presente e passato, a classici e canzoni meno note. Impossibile non nominare la leggendaria Walk The Path Of Sorrow in cui Satyr compare sul palco con la chitarra aumentando la magia della serata. Ma non possono esser dimenticate la nera e rabbiosa Die By My Hand, The Pentagram Burns e The Wolfpack accolte dal pubblico come dei veri e propri classici. La band tiene il palco con personalità, non un calo di tensione. Satyr, pienamente soddisfatto dell’alchimia creata con i fan, scambia cenni d’assenso ai compagni sul palco ed al pubblico, si trasforma in un vero e proprio direttore d’orchestra. Sebbene la lineup ufficiale dei Satyricon annoveri solo il cantante norvegese e Frost, da quanto stiamo vedendo stasera, dall’innegabile coesione che si può notare sul palco, si ha la sensazione che i musicisti che accompagnano il leggendario duo siano qualcosa in più che dei semplici session. Subito dopo Wolfpack la band parte in una jam session dal flavour settantiano, eseguita nuovamente a tre chitarre (che stia ad indicare una possibile evoluzione del suono della band?). La prima parte del concerto si chiude con il classico dei classici della discografia del combo norvegese, quella Mother North manifesto di un certo modo di intendere il black metal. In questo tour la canzone presenta soluzioni nuove, in particolare la marcata presenza delle tastiere – a tratti quasi invadenti – ma che contribuiscono ad aumentare il pathos di una traccia immortale. In particolare nell’intro permettono a Satyr  di giocare con il pubblico, che risponde con cori e vocalizzi che seguono le melodie tracciate dalle tastiere di Job Bos. Mother North termina ed una volta posati gli strumenti, i Satyricon al completo, uno a fianco all’altro, si abbracciano e ricevono il giusto omaggio dai fan. Frost, seguendo il tempo scandito dal pubblico, inizia a battere il piede destro sul palco per poi accelerare pian piano dettando a sua volta la cadenza dei cori degli scatenati fan. Satyr decide che è il tempo degli encore, un gesto ai compagni sul palco ed i Satyricon si lanciano in una Fuel For Hatred e K.I.N.G. al cardiopalma che scatenano le prime file. Ora siamo giunti veramente alla fine, la band si raccoglie nuovamente al limite del palco, a contatto con i fan, riceve il giusto omaggio e saluta.

 

Due ore di concerto ed uno show, quello di Pordenone, che difficilmente si potrà scordare. I Satyricon hanno dato vita ad uno spettacolo perfetto, sia dal punto di vista tecnico/esecutivo sia per l’impatto scenico. Uno show dalle tinte cupe ed oscure ma carico di pathos, capace di ammaliare i presenti. Un live incentrato maggiormente sul periodo più recente della band norvegese, sulla svolta del nuovo millennio. Una svolta che i fan sembrano aver definitivamente digerito e assimilato. Una svolta portata avanti da una band che non vuole esser clone di se stessa ma che cerca e anela ad una continua evoluzione artistica. Ottima l’affluenza così come la location della serata. Unica nota negativa risultano essere le accecanti luci bianche, che ad inizio concerto non permettevano di godere a pieno lo spettacolo offerto dalla compagine norvegese, ma sono dettagli… Prezzo del biglietto ampiamente ripagato e serata che rimarrà impressa in maniera indelebile nella memoria, onore ai Satyricon.

 

Setlist:

01. Voice of Shadows
02. The Rite of Our Cross
03. Our World, It Rumbles Tonight
04. Now, Diabolical
05. Black Crow On A Tombstone
06. Filthgrinder
07. The Dawn Of A New Age
08. Ageless Northern Spirit
09. Walk The Path Of Sorrow
10. A New Enemy
11. Die By My Hand
12. Tro Og Kraft
13. The Pentagram Burns
14. The Wolfpack
15. Jam
16. With Ravenous Hunger
17. Mother North

Encore:

18. Fuel For Hatred
19. K.I.N.G.

 

 

Satyricon Tour A4