Live Report: Saxon a Roma e Milano
Saxon + AC Angry @ Orion (Roma) – 15/06/2013
Report a cura di Damiano Fiamin
Foto a cura di Francesco Sorricaro
L’estate romana si prospetta densa di eventi musicalmente rilevanti. Dopo una serie di annate mediocri, finalmente la Capitale riscopre il gusto della buona musica e prepara una serie impressionante di concerti interessanti; oltre ai gusti personali, l’unica discriminante pare essere quella economica, con il portafoglio che già rabbrividisce al sol pensiero dell’emorragia di liquidi a cui va incontro. Stranamente, anche i metallari dell’Urbe hanno più di un motivo per gioire, evento raro in una città non particolarmente battuta dagli itinerari dei tour dei grandi nomi della scena. Questa volta, però, si gioca pesante: direttamente dal Regno Unito, calano in Italia i Saxon. Chiamatelo caso, Fato o Provvidenza, ma la data romana della band capita proprio in coincidenza con il raduno mondiale Harley Davidson che si svolge in città. Moto, metallo e tanta voglia di divertirsi! A ben pensarci, una premessa da far rizzare capelli…
L’orario di inizio del concerto non è particolarmente felice: nonostante sia sabato, lo show comincia alle otto di sera; fa uno strano effetto arrivare davanti ai cancelli quando Ciampino è ancora attiva, vedere famigliole in bicicletta passare accanto a energumeni borchiati e vecchiette passeggiare tranquille mentre la birra scorre a fiumi nei dintorni.
Sebbene il sole non sia ancora calato dietro l’orizzonte, lo spettacolo ha inizio: con estrema puntualità, aprono le danze tedeschi AC Angry.
AC Angry
Il quartetto appare alquanto costretto sul palco. Le attrezzature dei Saxon sono già state montate e i ragazzi sono costretti a esibirsi negli spazi liberi, incastrandosi meglio che possono e cercando di non urtare con la propria strumentazione quella dei più illustri colleghi. A gettare benzina sul fuoco, interviene la malevola divinità che presiede alla regolazione dei settaggi acustici: forse per fretta, forse per incuria, ma i quattro si sono ritrovati a suonare un volume eccessivamente alto per la location, con un bilanciamento tra toni alti e bassi che spesso faceva cilecca. Nonostante tutto, però, i tedeschi hanno svolto il loro lavoro in maniera più che dignitosa, scaldando il pubblico che andava mano a mano assiepandosi sotto palco con un sano hard rock vecchia scuola: potente, energico e coinvolgente, è stato sicuramente un ottimo antipasto in vista del piatto forte della serata. Un peccato che i problemi tecnici abbiano funestato uno spettacolo che, di certo, sarebbe potuto essere ancora più trascinante.
Saxon
Dopo una breve pausa, le luci si abbassano nuovamente e la sala si riempie di fumo. L’atmosfera si scalda, i presenti si agitano e cominciano a pregustare l’arrivo di Biff Byford e soci. Nascosti dalla multicolore foschia artificiale, i nostri prendono posto e attaccano con una scaletta studiata per non scontentare decisamente nessuno. Accanto ai pezzi provenienti dagli ultimi album, i Saxon inseriscono tutti i loro più grandi classici, attingendo a una discografia che si estende per oltre tre decenni. Le possibilità da cui scegliere sono di sicuro numerose, ma il gruppo britannico ha alle spalle centinaia di esibizioni e sa come conquistare il pubblico.
La partenza è un po’ farraginosa, con un audio ancora in via di regolazione e una presenza scenica non particolarmente brillante. Evidentemente, la band ha bisogno di un periodo di riscaldamento prima di procedere a pieno regime: mano a mano che i brani si susseguono, Byford e compagni si lasciano andare e premono senza remore sull’acceleratore. Sessant’anni e non sentirli, verrebbe da pensare. In quasi due ore di concerto, il prevedibile calo di energie dei musicisti e del cantante non sembra mai arrivare; al contrario, pare che la fatica sia inversamente proporzionale alla durata dello show, con i nostri che cominciano in sordina ed esplodono durante il bis. Vista la scaletta, è certo che questa tattica sia studiata e che i nostri abbiano voluto pianificare le pause e i momenti di riposo in modo da poter amministrare le energie e giungere al finale senza inciampi.
Il pubblico accompagna ogni singolo brano, in un crescendo apparentemente inarrestabile di esaltazione multigenerazionale che tocca fan più e meno giovani, soli o con prole, una vera e propria famiglia metal unita sotto le insegne dei Saxon. La reazione della gente accorsa è uno spettacolo nello spettacolo, il calore umano contagia anche il gruppo, con Biff che autografa qualunque cosa gli astanti riescano a fargli pervenire sul palco, che scherza e che si diverte a interpretare il ruolo dell’intrattenitore consumato.
Fuochi d’artificio nel finale, con una selezione di classici che ha fatto letteralmente impazzire i fan che, nonostante la temperatura elevata, hanno continuato ad agitarsi senza sosta, a cantare e ad accompagnare con mani e cuore la band in ogni singola canzone. La partecipazione è tale che l’encore viene addirittura modificato a furor di popolo quando, per acclamazione, viene infilata in scaletta “Motorcycle Man”.
Il concerto termina così, tra scroscianti applausi e grida di giubilo. I nostri si congedano con gli inchini di rito e si allontanano, lasciando nei presenti la soddisfazione di aver assistito a uno show di altissimo livello, un’esibizione che ha messo decisamente in ombra i vari problemi audio, il caldo eccessivo e le luci abbacinanti che, saltuariamente, cauterizzavano le cornee dei presenti. Nonostante la presenza di biker non abbia raggiunto i livelli sperati, il binomio felice Saxon/Roma è stato nuovamente confermato; speriamo di rivederli presto dalle nostre parti! Una piccola nota a margine: non potete capire quanto ci fa contenti vedervi con le maglie di TrueMetal addosso! Grazie, ragazzi!
Scaletta:
01. Sacrifice
02. Wheels of Terror
03. Power and the Glory
04. Heavy Metal Thunder
05. Made in Belfast
06. Battalions of Steel
07. I’ve Got to Rock (To Stay Alive)
08. Night of the Wolf
09. Conquistador
10. Iron Wheels
11. Solid Ball of Rock
12. Stand Up and Fight
13. Dallas 1 PM
14. Guardians of the Tomb
15. 747 (Strangers in the Night)
16. Strong Arm of the Law
17. Wheels of Steel
Bis:
18. Crusader
19. Denim and Leather
20. Motorcycle Man
21. Princess of the Night
Saxon + AC Angry @ Factory (Milano) – 16/06/2012
Report a cura di Luca Cardani
Foto a cura di Michele Aldeghi
A poco più di una settimana dall’esplosiva performance degli Iron Maiden al Sonisphere, Milano ospita la terza e ultima tappa italiana di un’altra band che ha fatto la storia dell’heavy metal nella sua più classica e inossidabile forma: i Saxon.
Il caldo afoso, e il cambio di location, dai Magazzini Generali al Factory, non hanno scoraggiato i fan, che pazientemente attendono l’apertura delle porte, che avviene con una mezz’ora di ritardo circa sull’orario annunciato. Un centinaio di persone è più che sufficiente per far sembrare il locale affollato, e solo l’aria condizionata riesce ad alleviare gli effetti della calura. Alle 20:00 precise le luci si spengono, e il gruppo di supporto dà il via allo show.
AC Angry
Formatosi nel 2011, a questo quartetto tedesco capitanato dal carismatico chitarrista/cantante, e italiano, Alan Costa il compito di scaldare la folla prima del main event. Il loro heavy rock semplice e diretto, influenzato da band come Motorhead o Zodiac Mindwarp And The Love Reaction, fa presa sin da subito sul pubblico, che vede aumentare le sue fila a ogni minuto che passa. Purtroppo, già dal primo pezzo i suoni sono disastrosi, il volume della batteria, troppo alto per un locale così piccolo, compre interamente il lavoro delle chitarre e il basso si sente a stento, e la ripetitività dei brani proposti non aiuta di certo a migliorare la situazione. Ma tutto questo non tocca i presenti, che saltano, scapocciano e acclamano la band, e che fine esibizione tributano un lungo applauso a questi artisti, che nonostante le avversità hanno dimostrato di avere una grinta eccezionale
Saxon
Giusto il tempo per una boccata d’aria e sorseggiare una birra fresca, ed è già tempo per le note dell’intro “Procession”, accompagnate dai giochi di luce sul palco, di avvolgere il Factory, e portare sul palco per primo il batterista Nigel Glockler seguito dal chitarrista Doug Scarratt, e poi da tutti gli altri membri della band, che con la sua sei corde lancia la successiva “Sacrifice”, accolta con un boato dalla platea. Con “Wheels of Terror”, i Saxon chiudono il primo trittico di brani estratti da “Sacrifice”, loro ultimo lavoro, e nonostante il suono sia costantemente compresso la band di Mr. Biff Byford sembra godere di una forma strepitosa. A conferma di questa tesi arrivano due brani che hanno scagliato i Saxon nell’olimpo degli dei dell’heavy metal, “Power and the Glory”, che scatena un’ accenno di pogo tra le prima fila e “Heavy Metal Thunder”, dove il refrain viene lasciato cantare direttamente dai presenti, con estrema soddisfazione da parte di Biff che si sporge fino al limite del palco per toccare le mani dei fans. “Made in Belfast”, nonostante il tiro, lascia il pubblico un po’ freddo al contrario delle seguenti “And the Bands Played On” e di “I’ve Got to Rock (To Stay Alive)”, con il suo travolgente ritornello. “Night of the Wolf” ci riporta all’ultimo lavoro, prima di lasciarsi andare a vecchi e sempreverdi cavalli di battaglia come “Conquistador”, dove Glockler si concede un lungo assolo di batteria, la ballad “Iron Wheels”, che vede Sacarrat e Paul Quinn imbracciare le rispettive chitarre acustiche, e infine “Solid Ball of Rock” che scuote il pubblico con i suoi riff taglienti e i fischi al microfono di Biff. “ Stand Up and Fight”, la splendida “Motorcyle Man” e “Guardians of the Tomb”, scorrono via veloci, per lasciare spazio a tre brani che hanno fatto la storia della NWOBHM oltre che a scatenare l’headbang più sfrenato, “747 (Strangers in the Night)”, “Strong Arm of the Law”, dove Biff gioca con il pubblico agendo su di esso come sul volume di una radio alzando e abbassando il volume dei cori, e la conclusiva “Wheels of Steel”, con la quale termina la prima parte del concerto. Il tuffo nella storia continua anche nell’encore, che parte con la meravigliosa “Crusader”, per passare a “Demin and Leather”, e concludersi con la proverbiale ciliegina sulla torta, l’immancabile “ Princess of the Night” cantata per intero da tutti i presenti, di sicuro il momento più intenso della serata, che sancisce la fine definitiva dello show.
Ancora una volta i Saxon hanno soddisfatto pienamente le aspettative del pubblico, con il loro stile e con una scaletta sapientemente bilanciata e di sicuro effetto. Dispiace rimarcare ancora una volta la carenza di suoni decenti, per quanto migliori rispetto al gruppo di supporto, visto anche l’impianto di amplificazione adatto per una discoteca e non per dei concerti, e c’è da chiedersi quando in Italia avremo la possibilità, come avviene in altri paesi, di poter far suonare band più o meno blasonate in luoghi acusticamente più adatti a concerti di questo tipo.
Setlist
01. Procession
02. Sacrifice
03. Wheels of Terror
04. Power and the Glory
05. Heavy Metal Thunder
06. Made in Belfast
07. And the Bands Played On
08. I’ve Got to Rock (To Stay Alive)
09. Night of the Wolf
10. Conquistador (with Nigel Glockler Drum Solo)
11. Iron Wheels
12. Solid Ball of Rock
13. Stand Up and Fight
14. Motorcycle Man
15. Guardians of the Tomb
16. 747 (Strangers in the Night)
17. Strong Arm of the Law
18. Wheels of Steel
Encore:
19. Crusader
20. Denim and Leather
21. Princess of the Night