Live Report: Slayer a Padova
Sabato 15 giugno 2013
Slayer @ Gran Teatro Geox – Padova
Tante sono le considerazioni preliminari da fare per dare il giusto significato al concerto che gli Slayer hanno tenuto, sabato scorso, a Padova. Prima di tutto: Jeff Hanneman non c’è più. Era percepibile la sua presenza nel lungo periodo della convalescena. Il suo ruolo in sede live era stato preso dal collega degli Exodus, Gary Holt. Si sperava sempre in un suo recupero dalla fascite necrotizzante senza tener conto che erano anche altri i mali, quelli che alla fine l’hanno reso vittima, vittima come tanti di una debolezza fuori controllo. Chi si aspettava quindi un concerto dedicato a Jeff è stato accontentato. La sua ESP EC con il logo Hanneman stampato sul corpo era là dietro, appoggiata alle casse, quasi a certificare che i suoni da uscenti dai coni fossero in grado di onorarne la memoria. A conti fatti, il compianto chitarrista può essere soddisfatto.
E qui veniamo alla seconda considerazione: gli Slayer sono ancora una devastante macchina da thrash metal. La formazione on-stage non caccia dal cilindro un nuovo batterista in sostituzione del partente Dave Lombardo che non sia il classico pischello da spremere come un limone. King ed Araya non s’approfittano della crisi economica né della possiblità di tenere alle pelli qualcuno in grado di tener botta ad una formazione non più composta da giovincelli. Ed allora, come già in passato, nello specifico dal 1992 al 1996 e dal 1997 al 2001, torna a battere il kit Paul Bostaph, grande interprete del ‘Bay Area sound’ data la sua militanza in band quali Forbidden, Testament, Exodus e altri. È superfluo, ma quale garanzia di qualità maggiore per dar vita al loro devasante thrash metal? Un investimento/ingaggio apprezzato e condiviso!
Terza considerazione: i suoni e la location. Il Gran Teatro Geox garantisce un tiro senza pari. Per esperienza personale, là dentro non hanno mai deluso i settaggi fonici per i vari Steve Vai, Porcupine Tree, Megadeth, Slayer, Europe, Sadist e chi più ne ha più ne metta. Una venue di grande qualità, piena per metà (Forse il costo del biglietto altino? Forse l’estate in arrivo?), garantisce aria e poco intasamento all’uscita in tangenziale…
Ed eccoci all’operato del quartetto californiano. Una serata con i fiocchi!
La band, come anticipato, è in grande forma. Araya è devastante, invecchia bene come il miglior vino. Kerry King è Gary Holt incarnano l’attitudine thrash e trasmettono energia, violenza e grinta. Paul Bostaph ha una pacca irresistibile, superiore al Lombardo degli ultimi tempi (non me ne vogliano i suoi sostenitori più accaniti). Il tutto è concentrato in una scaletta ricca di brani di qualità, crescente per classici pescati da ogni parte della loro discografia. Qualche esempio? ‘World Painted Blood’, ‘Hallowed Point’, ‘War Ensemble’, ‘Hate Worldwide’, ‘Stain of Mind’, ‘Disciple’, ‘Mandatory Suicide’, ‘Chemical Warfare’ sono le super hit dei primi due terzi di show, mentre l’apice conclusivo propone, in sucessione, ‘Seasons in the Abyss’, ‘Hell Awaits’, ‘Dead Skin Mask’, ‘Raining Blood’ e con un encore composto da ‘South of Heaven’ ed ‘Angel of Death’.
Poche pause tra un brano e l’altro, così come anni fa veniva proposta nei vari tour a supporto dei mega classici di inizio carriera. Tutto sembra esser ancora vivo, tutto è in azione ad alitissimi livellili.
Tirando le somme possiamo affermare che gli Slayer, assieme ad Overkill, Metallica ed Exodus, e qui tiro in ballo la mia esperinza diretta, sono la big band più in forma e costanti per rendimento che si possano trovare on-stage in ambito thrash metal.
Una band che ha groove, tiro micidiale quando pesta l’hardcore, efficace nel ‘Bay Area Sound’, costante in qualità e sempre vicina al proprio pubblico. La storia continua a dar loro ragione.
Nicola Furlan
Clicca qui per il Photo Report della serata a cura di Daniele Peluso.