Death

Intervista Nocturnus AD (Mike Browning)

Di Davide Sciaky - 21 Maggio 2019 - 9:00
Intervista Nocturnus AD (Mike Browning)

Intervista a Mike Browning (Nocturnus AD) di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.

Buona fruizione.

 

Che dire? Tendo ad essere ripetitivo ma anche i Nocturnus sono un tassello fondamentale per la mia crescita musicale in età adolescenziale. Chi avrebbe mai sperato in un loro ritorno, sotto una qualunque forma che coinvolgesse il mastermind Mike Browning, a suo tempo estromesso dalla sua creatura senza tanti complimenti? Invece eccoli qua i Nocturnus AD, l’incarnazione più “vera” di quell’originalissima realtà che sconvolse il mondo del Death Metal con l’introduzione delle tastiere all’interno di un genere che non sembrava assolutamente prevedere tale strumento, oggi più che mai accettato in tale comunità. Mike Browning ha più di un sassolino da togliersi dalla scarpa e – dopo un silenzio durato oltre 20 anni – la sua loquacità è più che giustificata. Paradox è in uscita per la Profound Lore Records, dunque sentiamo cos’ha da raccontare mr. Browing ai lettori di TrueMetal!

 

Dunque caro Mike, come sembra il ritorno sui palchi e in studio con ciò che i fan reputano il VERO ritorno dei Nocturnus?

Beh, direi che è da molto tempo che desideravo farlo per continuare la storia di The Key perchè all’epoca non fu possibile e alla fine mi sono deciso, vedendo queste band spaccate in due come gli Entombed e gli Entombed AD e cose simili! Ho pensato che volevo completare quanto iniziato coi Nocturnus e The Key per portarlo avanti, cosa che ho deciso di fare quando da After Death siamo diventati Nocturnus AD: tutto è decollato e non ci siamo più fermati! Abbiamo buttato fuori una canzone e creato l’interesse delle etichette discografiche per un disco, video e tutto il resto. E’ bizzarro perchè abbiamo parlato con loro esattamente un anno fa a maggio, con la Profound Lore. Parlando di quelle cose dicevamo che avremmo firmato il contratto, forse in estate, messo a punto le cose per poi forse registrare quest’anno, nel 2019, in modo da fare uscire il disco più in là, sempre nel 2019! E io mi sono detto: “Whoa, io ho uno studio di registrazione con bobine da due pollici, possiamo andarci e registrare in un paio di mesi!”…lui ci ha detto: “Caspita, ragazzi, siete veloci e già pronti!”…abbiamo letteralmente firmato il contratto a giugno e in agosto stavamo già registrando!

 

Musicalmente parlando, Paradox è fatto di canzoni dalle strutture complesse, riff potenti e atmosfere evocative. Come funziona il processo di composizione nei Nocturnus AD? Differenze con le formazioni precedenti dei Nocturnus?

Beh, direi che ogni volta che scriviamo qualcosa, un demo o un album, si tratta di un processo sempre differente! Per molto tempo ho lavorato con Demian, l’unico chitarrista che è rimasto con noi sin dal 2006, dato che abbiamo avuto parecchie versioni degli After Death. Lui era con un’altra band chiamata Argus insieme a me per un po’ perchè avevano bisogno di un batterista, era una sorta di cover band Metal vecchia maniera. Li andavo a vedere quando ero ragazzino e sono finito a suonare la batteria con loro per un paio d’anni: uno dei loro chitarristi si ammalò e dunque Demian si unì a loro insieme a me per un periodo. Abbiamo suonato insieme per molto tempo e generalmente lui scrive – specialmente per la roba degli After Death – il 90% delle parti di chitarra. Quasi tutto il nuovo disco è stato scritto da me e dai due chitarristi nel magazzino, andando avanti e indietro con le ritmiche: la mia idea è stata di sedermi solo coi due chitarristi e dire “Demian tira fuori il riff”, l’abbiamo suonato e imparato con l’altro chitarrista. Poi dicevo “Belial (l’altro chitarrista) tira fuori il riff” e siamo andati avanti e indietro tra Demian e Belial, scrivendo letteralente quasi tutto il disco in questa maniera! Questo perchè volevo essere sicuro che entrambi i chitarristi scrivessero per il disco dato che hanno stili diversi e ho pensato che sarebbe stato un bene avere più persone che componessero il disco più che avere una sola persona a scrivere quasi tutti i riff. Non abbiamo mai scritto in questo modo ed è stato molto figo perchè non sapevamo a cosa saremmo arrivati!

 

E quali sono i collegamenti tematici coi testi di The Key?

Il disco The Key non è una storia intera, include più storie ma la parte principale è la seconda metà dell’album che inizia con Andromeda Strain, poi Droid Sector, Destroing The Manger e Empire Of The Sands: quella è fondamentalmente la storia di The Key, quei quattro brani. Ho voluto aggiungere quattro o cinque canzoni alla storia di The Key…noi scriviamo sempre la musica per prima, quindi abbiamo composto tutta la musica e una volta completata inizio a scrivere i testi. Ho scritto io tutti i testi e sapevo di voler portare avanti la storia di The Key. Di base abbiamo preso quattro brani e li abbiamo trasformati nella storia di The Key: si inizia con The Antechamber, poi The Return Of The Lost Key, Apotheosis ed Aeon Of The Ancient Ones. Finiamo il disco con uno strumentale, un po’ come Nocturne In Bm su Thresholds, farlo terminare con un brano strumentale ci permette di iniziare il prossimo come ci pare e piace! Dunque ci sono nove canzoni sul disco, una strumentale ed otto con i testi: quattro vanno in quella direzione e poi c’è un testo che ho scritto, Paleolithic, una sorta di periodo successivo a Neolithic. Se guardi i Nocturnus noti che abbiamo due stili di canzoni: uno per raccontare la storia e l’altro per descrivere un evento storico o scientifico. Dunque Paleolithic è la continuazione di Neolithic, Lake Of Fire e Standing In Blood sono sempre andate a braccetto come due canzoni che insieme raccontano una storia, dunque le ho riprese e ho scritto un brano chiamato Seizing The Throne con la quale iniziamo il disco. Poi ci sono due canzoni che vanno per conto loro, Precession Of The Equinoxes che avete sentito e che parla della precessione dei poli, dei poli magnetici che si scambiano di volta in volta e questo sta accandendo sempre più velocemente…è divertente perchè ho scritto il testo circa un anno fa, l’abbiamo suonata dal vivo qua e là e ora, un mese fa, sui giornali ho letto due articoli su quanto veloci siano i poli e come il ribaltamento stia per iniziare, in modo sempre più frenetico, i cambi magnetici e cose simili che stanno succedendo! Dunque quel brano parla di cose che stanno davvero succedendo ora. Poi abbiamo un’altra canzone chiamata The Bandar Sign, che parla del simbolo presente nel Necronomicon, la storia dell’Arabo Pazzo messa in musica.

 

Cosa puoi dirci del fantastico artwork del disco?

Ho davvero amato la copertina di The Key di Dan Seagrave e volevo qualcosa in continuità col personaggio di The Key rappresentato sulla copertina, volevo fosse una sorta di mascotte come Eddie per gli Iron Maiden! Alle fine gli ho dato un nome…

 

Dr. Magus!

Sì, Allen William Magus è il nome completo! E’ bizzarro perchè è nato nella mia testa, lo chiamavo androide, lo chiamavo robot, mezzo umano e mezzo robot, personaggio, mascotte…ma non aveva un nome, anche se aveva una storia non aveva un nome! Nella storia di The Key era uno scienziato, dunque ho deciso di dargli un nome e quel nome mi è saltato in mente, perciò ho voluto continuare anche con l’artwork. Dan Seagrave è davvero troppo costoso oggi, lo avrei voluto ma a causa del budget non abbiamo potuto coinvolgerlo, dunque decidemmo per Mark Cooper perchè ci disegnò una maglietta: quando lo contattai aveva quattro album di fila da realizzare, già commissionati e pagati! Perciò abbiamo dovuto trovare qualcun altro e avevamo questo tipo chiamato Timbul Cahyono che aveva una maglietta per noi: abbiamo usato il personaggio Dr. Magus e il risultato è stato fantastico, io mi dicevo: “Wow! Mi fa andare fuori di testa da quanto è bello!”…ha decisamente captato lo stile che Dan Seagrave utilizzò per la copertina di The Key. Dunque gli chiesi se voleva fare la copertina e mi rispose: “Certo, mi prendi in giro? Mi piacerebbe davvero farla!”…l’idea era di un gatefold come nel caso di The Key…beh, The Key avrebbe dovuto essere gatefold ma la Earache non lo fece mai, si sarebbe visto l’artwork completo! La copertina e il retro di The Key sono una cosa unica e ancora oggi non hanno ristampato The Key in versione gatefold! Ho persino provato a chiedere a Dig (Pearson, fondatore della Earache, n.d.M.) se l’avrebbero mai fatto per una ristampa ma non mi ha mai nemmeno risposto…la Profound Lore invece ha accettato subito per rendere l’artwork davvero bello, abbiamo chiesto a Timbul di realizzarlo e lui ha creato questo dipinto, è un dipinto vero e proprio mentre invece oggi molti usano la digital art. Anche io mi diletto con la digital art ma non è così bella paragonandola a quello che la gente può fare con i dipinti! Abbiamo lavorato insieme, continuava a mostrarmi piccole parti e io gli davo tutte le idee. L’intero artwork del disco rappresenta la canzone The Antechamber, una camera sotto la sfinge che contiene tutti questi macchinari alieni in cui lui inserisce la chiave, il nostro simbolo che è un bullone illuminato con il pentagramma e fa passare tutte queste creature attraverso il portale. La canzone con cui si chiude The Key è da dove ricominciamo!

 

Quali sono i tuoi migliori e peggiori ricordi dei giorni coi Nocturnus?

Ha! Beh, ovviamente avere un contratto, eravamo tutti parecchio giovani allora e firmare un contratto con una grossa label come la Earache dopo il secondo demo…le cose andavano molto velocemente: abbiamo firmato, fatto il disco molto velocemente, imbarcati per il tour…allora l’etichetta per i tour dava un sacco di supporto, soldi e via dicendo! Siamo andati in tour europeo coi Bolt Thrower e poi ci fu il Grindcrusher Tour coi Napalm Death negli Stati Uniti…credevo che le cose stessero davvero andando bene! Cose peggiori, direi il giorno in cui…beh, reputai una cosa negativa il suggerimento dell’etichetta di prendere un cantante perchè i chitarristi non si muovevano sul palco e il tastierista stava fermo dietro le tastiere…fondamentalmente la label pensava che non avessimo abbastanza presenza scenica sul palco dunque avremmo dovuto avere me come frontman o recuperarne uno! Credo di essere più un batterista che un cantante, mi sento più me stesso dunque non volevo farlo e dissi: “Lasciamo le cose come stanno e continuiamo così!”…loro avevano dubbi e l’etichetta ci disse: “Sentite, se non prenderete un frontman vi taglieremo i fondi e non vi finanzieremo il video!” perchè ci avevano promesso un video…e tutti nella band dissero: “Ohh, non ci daranno questo e quello” e io: “Ma no, stanno solo bluffando!”…ma tutti gli altri vollero prendere il cantante ed eravamo in cinque allora, quattro contro uno! Ora avremmo preso un frontman ma il problema era che sebbene io avessi fondato i Nocturnus, abbiamo firmato contratti separati e dunque avevamo lo stesso potere in questa situazione, era una faccenda alla pari e normalmente facevamo le cose cinque a zero! Io non ero d’accordo ma dissi: “Ok, prendiamo un cantante e vediamo come funziona!”…naturalmente andammo in tour e le cose non andarono così bene: molta gente ama Thresholds ma vendette un terzo di The Key! Poi in tour la gente veniva da me a chiedermi perchè non cantassi più, in tal modo non erano più i Nocturnus, dicevano cose simili davanti al cantante! Io pensavo che così non potesse funzionare e iniziavano ad esserci tensioni nella band, avevo problemi col tastierista…sul secondo disco, se ci fai caso, non ho quasi scritto nessun testo laddove sul primo album scrissi quasi tutto tranne quando Mike Davis mi dava dei versi, delle idee da mettere qua e là per riempire il resto! Canzoni come Droid Sector o Neolithic erano idee sue ma scrissi il grosso dei testi anche se lui portava idee o cose simili. Sul secondo disco, Thresholds, non ho scritto quasi nulla tranne un paio di versi in due canzoni: avevo cose scritte per un paio di brani ma chiunque era contro quello che volevo scrivere che erano testi più malvagi, loro volevano essere ancora più fantascientifici alla Dream Theater perchè allora i Dream Theater stavano diventando immensi! Tutti pensavano di diventare i prossimi Dream Theater e fare un sacco di soldi e io dicevo: “Perchè non facciamo quello che facciamo senza preoccuparsi dei soldi e di quello che vuole che facciamo l’etichetta per farci fare soldi?”…di solito le label si sbagliano, devo dirlo! Il più delle volte che le band hanno seguito quello che dicevano le etichette è stato un disastro per le band! Questa è storia e una volta ritornati dal secondo tour io entrai in sala prove dove eravamo tornati per rimontare la roba e iniziare a scrivere il terzo album…entrai nel magazzino e tutti avevano la testa bassa, nessuna strumentazione era montata, gli chiesi che stava succedendo e mi dissero: “Beh, crediamo che tu non sia d’accordo con quello che facciamo nella band, siamo in cinque contro di te ora, non vogliamo roba occulta, questo e quello, pensiamo che tu non sia felice in questa band…”, mi stavano dicendo quello che dovevo pensare! Di base mi licenziarono e io dissi: “Cosa? I Nocturnus sono la mia band, come potete farlo?”…e loro: “Abbiamo parlato con l’etichetta e ci hanno detto di fare quello che dobbiamo fare”…e io: “Davvero? La label ha detto questo?”…la cosa bizzarra è che io avrei comunque suonato la batteria sul disco degli Acheron perchè ne avevo parlato con Vince (Crowley, n.d.M.): quando abbiamo registrato Thresholds lui era nella stanza B dei Morrisound e noi eravamo nella A. Stava rifacendo Rites Of The Black Mass, remixandolo e via dicendo e io feci dei cori dato che ero nello studio! Mi piace Vince, è una bella persona e se voleva che suonassi la batteria sul prossimo disco lo avrei fatto, ero nei Nocturnus dunque non sapevo quanto avrei potuto dedicargli in seguito ma avrei decisamente suonato la batteria sul disco, Vince possedeva un magazzino tre porte dopo quello dei Nocturnus e io provavo con entrambe le band! Dunque il giorno che mi licenziarono Vince venne da me, gli spiegai tutto e lui mi chiese se volessi unirmi a tempo pieno agli Acheron! Ho letteralmente spostato la mia batteria dalla sala prove dei Nocturnus a quella degli Acheron e mi sono unito agli Acheron il giorno stesso che fui licenziato dai Nocturnus! Con gli Acheron ho registrato due album e un sette pollici e i Nocturnus si sciolsero!

 

Incredibile…

Ecco come andarono le cose! Una storia folle ma vera!

 

Quale messaggio e saluto finali manderesti ai fan italiani di Mike Browning e dei Nocturnus AD?

Vorrei solo dire che spero di tornare a suonare là, è passato molto tempo da quando siamo venuti! Non so se avete dei grossi festival in Italia ma mi piacerebbe molto partecipare a qualcosa come un festival perchè il problema è che ora non possiamo imbarcarci in un tour impegnativo dato che abbiamo famiglie, lavori e via dicendo quindi cerchiamo situazioni tipo weekend, un paio di festival o un festival e uno show in modo da poter volare là e suonare per molta gente! Dato che non possiamo fare lunghi tour ora, quello che cerchiamo sono festival validi e fortunatamente siamo nella posizione di poterlo fare! Alcune delle migliori band vengono da laggiù: adoro tutte le horror band italiane che vengono da lì…band come i Goblin, che vuoi dire? Hanno iniziato tutto questo! Ho sempre amato quelle cose e anche nei giorni in cui ho iniziato coi Morbid Angel ascoltavo i Necrodeath, band fantastica! Amo quei ragazzi, sono tornati insieme e suonano davvero bene, non ho ancora ascoltato la nuova roba ma wow! Hanno fatto un grande ritorno…roba del genere, amo l’Italia e vorrei tornare là, ci siamo divertiti un sacco quando abbiamo suonato là! Sarebbe bello tornarci, rivedere le persone, la cultura e tutto il resto…mi piace un sacco!