Heavy

Inatervista Messerschmitt (Tutta la band)

Di Stefano Ricetti - 9 Aprile 2015 - 0:10
Inatervista Messerschmitt (Tutta la band)

Intervista ai Messerschmitt di Roma, formazione storica dell’heavy metal italiano recentemente tornata all’attenzione delle cronache sulla spinta dell’uscita dell’ellepì Heavy Metal Fighters (qui recensione), anticipatore di quello che sarà un nuovo album a tutti gli effetti, previsto per l’inizio del prossimo anno. Nati come Zelloffen nei primissimi anni Ottanta, con un personaggione della portata di Giuseppe “Baffo Jorg” Zappimbulso alla voce, poco dopo cambiano il proprio moniker in Messerschmitt e dietro al microfono si accomoda Andrea Strappetti. Tanti concerti ma nulla di ufficiale che vada al di là di alcuni demo tape, poi l’inevitabile scioglimento e il ritorno di qualche anno fa, sublimato dal disco sopraccitato e dall’entrata in formazione di nuova linfa metallica. Insieme con Francesco Riffmachine, Fabrizio “Ace” Appetito, Flavio “Dragon Whelp” Falsone, Luca “The Animal” Federici e Mario Ghio si è ripercorsa l’intera carriera della band, fra cocenti delusioni e grandi soddisfazioni, come sempre accade a chi crede nel Metallo e non lesina mai sudore e sangue per una passione.      

Buona lettura.

Steven Rich

 

Messerschmitt   jailbreak 26 2 15 3

Messerschmitt live
 

 

Come mai il cambio di moniker da Zelloffen a Messerschmitt? A proposito, cosa significa Zelloffen? Da dove nacque la scelta di chiamarvi Messerschmitt? 

Francesco Riffmachine: l’origine del nome Zelloffen riguarda solo me e mio cugino, Fabrizio “Ace” Appetito, ed è segreta.. la versione ufficiale è che ci piaceva un nome con sonorità tedesche. Il significato letterale di Zell Offen è “celle aperte” ma si tratta di una risposta di “facciata” e solo pochi intimi conoscono la vera origine, segreto che ci porteremo nella tomba (spero!). Il cambio di nome in Messerschmitt, invece, ha coinciso con un “cambio di passo” della band. Del nuovo monicker ci piaceva il fatto che mantenesse il piglio germanico del nome precedente, ma soprattutto che suonasse sufficientemente aggressivo e si prestasse ad essere scritto con caratteri gotici, molto in voga in quel periodo (eravamo tutti affascinati dal logo dei Motorhead!). Motivazioni più “ragionate” sono elencate nel nostro blog in cui, tra l’altro, spieghiamo che dietro questa scelta c’è anche la volontà di stare dalla parte di chi ha combattuto, con eroismo ma senza speranza, contro forze superiori, condizione che ben si addice a chi fa heavy metal in Italia (specie negli anni 80..). Quindi, volendola far più lunga, riporto per esteso una parte contenuta nel nostro blog: il monicker racchiude anche una sorta di provocazione nei confronti della facile glorificazione dei vincenti della storia. Il fascino dell’anti eroe, infatti, risiede proprio nel calarsi nella condizione di chi, in un certo momento della propria esistenza, pur trovandosi dalla parte sbagliata al momento sbagliato, decide, nonostante tutto, di rimanere fedele ai propri principi. Questo, in fondo, rappresenta anche molto bene la condizione di chi, in un contesto musicale come quello italiano, alla domanda “ma tu che musica ascolti?” risponde: “io? heavy metal!” provando immediatamente la sensazione di avere uno stormo di Spitfire in coda pronti a buttarlo giù. La verità è che nella scelta del nome Messerschmitt, frutto semplicemente di uno stato di meravigliosa esaltazione adolescenziale, ha influito un suggerimento da parte di un amico (ciao Massimo!) che si prodigò anche in un bellissimo disegno a china che ancora conserviamo.

 

baffo jorg 0

Giuseppe “Baffo Jorg”

 

Un vostro ricordo di Baffo Jorg

Francesco Riffmachine: Baffo lo abbiamo conosciuto nell’82. Io avevo 18 anni e Fabrizio 16, mentre lui era più grande e ci “svezzò” introducendoci nella scena metal di Roma. Io lo ricordo essenzialmente come una persona molto mite, a tratti addirittura ammantata da una ingenuità disarmante che cozzava un po’ con il look. Ricorderò sempre con particolare affetto e divertimento le disquisizioni surreali tra lui ed il nostro bassista Fabio D’Olimpio (anche lui scomparso) per decretare la superiorità tra Dio o Satana (ovviamente trattati alla stregua di supereroi, tipo batman e spiderman). Era assolutamente esilarante ascoltarli, anche perché loro sembrava prendessero il discorso molto seriamente..

Flavio Dragon whelp Falsone: Conobbi Baffo quando avevo 18 anni, al mio primo concerto metal, i Manowar a Roma nel 2002. Frequentavo spesso le sue serate metal massacre, sempre più assiduamente nel corso degli anni. Nel 2010 mi fece esordire live con i Whisperz, l’altra mia band, il mio primo concerto non da spettatore. Dava una possibilità a tutti di esibirsi, e grazie a lui ho scoperto tantissime band e il fermento che c’è nell’underground romano. La sua scomparsa è stata un duro colpo per la scena metal romana. Ero totalmente all’oscuro dei suoi trascorsi canori, quindi potreste immaginare la mia sorpresa nello scoprire la sua voce nella compilation allegata al libro anni di metallo.

 

Facciamo un salto temporale di trent’anni: quali furono le cause che vi impedirono di approdare al full length, negli anni Ottanta?

Fabrizio “Ace” Appetito: Il fatto è che a quei tempi si aspettava un intervento “esterno” e anche noi non avevamo capito che per provare ad emergere avremmo dovuto investire di più su noi stessi. Una parziale giustificazione può essere quella  dell’età, ma anche la scena che si respirava ha influito.

Francesco Riffmachine: in quegli anni fare metal a Roma, così come in Italia, non sembrava potesse tradursi in una vera opportunità professionale e la maggior parte delle band, come noi d’altronde, quando veniva il momento di investire “tempo” e “soldi” finiva per mollare, per dedicarsi ad attività di maggiore prospettiva (studio, lavoro, famiglia). La molla, infatti, non era tanto il raggiungimento del successo ma la passione per il metal… esattamente come adesso!

 

Ciampino 1984

Messerschmitt Ciampino 1984

 

Negli 80’s la scena HM romana, pur essendo molto fiorente, si muoveva secondo varie linee parallele, che inevitabilmente impedivano la collaborazione fra i vari gruppi? Quali i motivi di questa situazione, secondo voi?

Fabrizio “Ace” Appetito: come già detto, la scena romana non incoraggiava le band in direzione di un approccio più professionale. Si suonava per divertimento e per emulazione dei nostri isoli. C’è anche da dire che a quei tempi non c’erano molti locali disponibili (noi arrivammo ad affittare il teatro Mongiovino per organizzare un concerto, esempio poi seguito anche da altri), giravano impresari improvvisati che chiedevano soldi per inserirti in chissà quale circuito, mentre i media erano assolutamente refrattari al genere. Se si eccettua qualche fanzine che recensiva i demo e qualche testata nazionale, per forza di cose non molto interessata all’underground, la sensazione era che non ci fossero reali prospettive per il metal da noi e i pochi spazi a disposizione  alimentavano la competizione tra le bands anziché la collaborazione. Tutto questo, però, non impediva a decine/centinaia di ragazzi di chiudersi in cantina (così chiamavamo le sale prove) per giorni e giorni, condividendo il sogno di diventare come gli Iron Maiden o di salire in macchina o treno per andare a vedere i concerti delle proprie band preferite anche a centinaia di chilometri di distanza.

Francesco Riffmachine: devo dire che a distanza di quasi quarant’anni la situazione non mi sembra molto cambiata, ad eccezione di alcuni aspetti: ad esempio, ora c’è maggiore consapevolezza sul fatto che le bands si devono autoprodurre, è migliorato di molto il tasso tecnico e soprattutto si è capito (lo dico con un pizzico di amarezza) che il metal da noi sopravvive perché è una fede e non perché rappresenta un business (anche se su questo aspetto andrebbe fatto un discorso più lungo). Oggi la collaborazione tra band, almeno apparentemente, sembra maggiore rispetto agli anni 80, ma la scena continua ad essere chiusa e ancora caratterizzata da piccole invidie e gelosie che coinvolgono band, organizzatori e gestori di locali che, invece, dovrebbero collaborare per rendere più appetibili per il pubblico sostenere gli eventi e le band locali. Da questo punto di vista, come Messerschmitt, il fatto di essere “vecchietti” ci aiuta a rimanere a mantenere un distacco da ogni polemica, visto che a noi interessa solo la musica e non abbiamo (più) fretta di emergere, ma è chiaro che una scena meno frammentata permetterebbe di programmare meglio gli eventi e aiuterebbe tutte le bands  di Roma a crescere e ad iniziare a confrontarsi anche oltre le mura di casa..

Quali i maggiori scazzi della storia dei Messerschmitt?

Fabrizio “Ace” Appetito: tra di noi mai niente di serio, solo qualche discussione animata durante gli arrangiamenti e forse più recentemente che negli anni 80.

Francesco Riffmachine: a pensarci bene a quei tempi soffrivamo molto il fatto che il nostro primo batterista fosse un amante del punk e non rispettava il metal come, secondo noi, avrebbe dovuto e questo generava polemiche più o meno violente, ma, essendo molto amici, non si è mai andati oltre le pesanti offese personali… Ma è stato un errore, forse avremmo dovuto cacciarlo e prendere da subito un metallaro vero! Ahahah!

 

Messerschmitt 2015

Messerschmitt 2015

 

Un vostro ricordo o definizione delle seguenti band (una per una)

 

THUNDER e STIFF

Francesco Riffmachine: sia con i Thunder che con gli Stiff abbiamo condiviso gli entusiasmi e i limiti della scena capitolina degli anni 80 (anche se gli Stiff erano di Tarquinia, mi pare): due buonissime band che forse, come noi, avrebbero meritato di essere più considerate e di fare di più in un contesto diverso. Con i Thunder suonammo anche in un occasione particolare, uno dei primi festival metal di Roma che si svolse a S. Maria della Pietà: trattandosi di un istituto di igiene mentale fu particolarmente divertente notare che sotto il palco, oltre a numerosi metallari, ci fossero anche molti “pazienti” della struttura incuriositi dal frastuono. Le due tipologie di pubblico si sono presto fuse creando problemi agli infermieri nel riconoscere chi dovesse rimanere li anche dopo il live…

ASTAROTH

Mario Ghio: gli Astaroth mi hanno davvero sorpreso… in quegli anni di band italiane che facessero metal, al di fuori della propria regione, se ne sentivano davvero poche…(non vivevo nella capitale) ma loro riuscirono a portare il metal romano in tutta Italia e persino negli Stati Uniti. Ricordo con gioia ed un grande motivo di orgoglio quando trovai un 33 giri degli Astaroth in uno dei migliori negozi del settore di New York…

Francesco Riffmachine: ci colpì molto il loro coraggio di provare a fare il grande passo negli USA. In una scena come quella romana, a quei tempi, nessuno di noi avrebbe osato tanto e ci colpì sapere che la cosa fosse solo lontanamente possibile.

Flavio Dragon Whelp Falsone: Erano una delle band simbolo del metal romano, anche per come si presentavano live, vestiti da antichi romani. Ho il loro ultimo disco, col nuovo cantante americano, e mi piace. Peccato però che siano spariti di nuovo

 

FINGERNAILS

Fabrizio “Ace” Appetito: insieme ai Raff, i Fingernails erano una band di riferimento per tutta la scena romana e piacevano molto al nostro drummer. Se pure stilisticamente noi eravamo più orientati ad abbracciare un metal più classico, i Fingernails rappresentavano un esempio da seguire per la loro attitudine live e per lo spirito ribelle che trasudava dalle loro canzoni.

Flavio Dragon Whelp Falsone: Degli autentici animali da palcoscenico. Li ho visti diverse volte negli ultimi anni nella formazione con Anthony Drago alla voce e ho apprezzato molto il loro ultimo disco. Dal vivo scatenano il degenero più totale. Si sono da poco riuniti in formazione originale.

RAFF

Francesco Riffmachine: I Raff sono stati il faro del metal capitolino. Li abbiamo amati ed al tempo stesso invidiati, ma abbiamo sempre fatto il tifo per loro perché li ritenevamo i più rappresentativi della nostra scena. Sono stati a lungo il nostro riferimento (anche perché erano più grandi di noi) e ti lascio immaginare il piacere di averci potuto suonare insieme il 27 febbraio scorso, per la prima volta, proprio in occasione della presentazione del nostro vinile.

Flavio Dragon Whelp Falsone: Li ho conosciuti negli ultimi anni, quando li ho visti al festival heavy metal night. Nonostante le mie condizioni non fossero ottimali mi fecero una buona impressione. Li ho rivisti diverse volte e ogni volta è impossibile almeno non battere il piede al ritmo delle loro canzoni. Ricordo che la prima volta che li vidi ero rapito dal batterista Fabiano, una vera macchina del groove che non sbaglia un colpo e trascina a dovere.

 

RANSAKERS (non ce li ricordiamo…sorry)

 

TIR

Francesco Riffmachine: con i TIR suonammo in occasione nello stesso festival citato prima e ci colpì particolarmente la loro sezione ritmica, contribuendo non poco ad alimentare le polemiche al nostro interno su come doveva suonare la batteria in una band metal.. problema che ora abbiamo finalmente risolto grazie a quell’animale di Luca!

Flavio Dragon Whelp Falsone: Ho aperto per i Tir in alcune occasioni con l’altro mio progetto. Un’ottima band, forse ancora di più oggi rispetto al passato. Il loro attuale cantante Ciape lo seguo anche per i suoi Rosae Crucis ed è uno dei miei cantanti preferiti qui a Roma.

 

cover heavy meteal fighters

La copertina dell’Lp Heavy Metal Fighters, 2015

 

L’Italia in quegli anni era una fucina inesauribile di gruppi HM. A vostro giudizio quali erano quelli che potevano ambire a una vetrina internazionale?

Fabrizio “Ace” Appetito: come già detto, la band di riferimento per noi erano i Raff. Abbiamo sempre pensato: se non ce la fanno loro, chi può farcela? Ma questo valeva essenzialmente per la scena romana, perché band come Vanadium, Vanexa e Strana Officina stavano già dimostrando di non essere da meno rispetto a molte band della scena internazionale… e probabilmente tra le nostrane me ne sfuggono molte altre da citare ma dobbiamo confessare che anche noi, a quei tempi, subivamo il fascino delle bands anglosassoni facendo l’errore di sottovalutare la scena italiana… e forse anche noi stessi..

 

Messershmitt 2012 con Strappetti

Messerschmitt 2012 con Andrea Strappetti

 

 

Parliamo ora dei vostri concerti , quali quelli più significativi degli anni Ottanta? Aneddoti?

Francesco Riffmachine: non saprei spiegare perché, ma il concerto più importante lo abbiamo fatto ad un capannone nel quartiere laurentino, nel 1985.. in quell’occasione abbiamo suonato come headliner (non ricordo chi organizzò l’evento e se ci fossero altre band) e inaspettatamente venne un casino di gente. Andò talmente bene che alla fine ci chiesero magliette e dischi (che non avevamo) e autografi (che ci vergognammo di fare). Li ci siamo resi conto di avere un certo seguito… Aneddoti divertenti ce ne sarebbero a migliaia ma mi piace ricordare la partecipazione, come Zelloffen, ad un concorso a pagamento che ci vide arrivare al Teatro Tenda la mattina presto per poi eseguire il nostro pezzo all’una di notte, davanti a tutti i parenti degli altri partecipanti molto spazientiti. Beh, avevamo accumulato così tanta rabbia e  aggressività che a metà brano baffo Jorg saltò sul tavolo della giuria. A quel punto scattò una scintilla di pazzia collettiva, abbiamo smesso di suonare, alzato i volumi degli ampli a palla generando innesti inenarrabili  per poi staccare i jack delle chitarre e rovesciare tutte le aste dei microfoni (pare che qualcuno si sia anche rotto) lasciando il palco tra gli applausi di tutto il pubblico (un vero boato, sono convinto che se avessimo picchiato la giuria ci avrebbero portato in trionfo!). L’organizzazione ha provato a chiederci i danni.. ma non ci hanno preso, abbiamo raccattato le nostre cose e siamo fuggiti a bordo della mia 131 arancione, con tanto di sgommata e urlando insulti dai finestrini, ridendo come pazzi… un epilogo molto rock’n’roll!

 

Raccontate tutto, ma proprio tutto della vostra apparizione in RAI del 1985 in diretta al programma televisivo “Tandem”, in onda sul secondo canale nazionale…

Francesco Riffmachine: ricordo che non volevamo andare. Per noi la Rai era colpevole di non dare mai spazio al metal e per garantirci di “non” essere chiamati a rappresentare la classe di Fabrizio nella sfida musicale prevista nell’ambito programma, mandammo un elenco della backline che volevamo a dir poco assurdo.. ma con nostra sorpresa ci comunicarono che ci davano tutto! Li purtroppo i nostri dubbi si sono rivelati sensati: Frizzi (era l’85!) definì il metal un genere del passato e sbagliò il nostro nome (appellandoci Signor Smith). Durante l’esecuzione del brano (heavy metal fighters) in diretta, poi, le chitarre sono state abbassate dalla regia a tal punto da divenire praticamente assenti (la distorsione fu considerata un rumore di disturbo), ma il peggio venne quando ricevemmo tre 10 (massimo del voto) da tre ascoltatrici di cui la più giovane aveva 70 anni.

 

Fabrizio “Ace” Appetito: L’esperienza si concluse con noi in completa tenuta live (pelle, catene  e borchie) in ascensore insieme a Drupi e nell’imbarazzante silenzio Alessandro Chiadroni (nostro bassista) decise di fischiettare “sereno è…” non so come siamo riusciti a rimanere tutti seri (compreso Drupi) sino all’apertura delle porte..

 

locandina santa maria pietà 1983

Locandina Festival Parco Santa Maria della Pietà, 1983

 

Veniamo agli ultimi anni, come nacque la voglia di rimettere insieme i Messerschmitt nel 2007?

Francesco Riffmachine: L’idea è stata di Fabrizio che aveva voglia di tornare a fare metal e musica originale. Io ero tornato a vivere a Roma e si erano quindi ricreate le condizioni per riprendere il discorso interrotto nell’85, finalmente liberi da ogni stress e condizionamento esterno. Senza grosse ambizioni, grazie anche a Facebook, abbiamo rintracciato Strappetti e Menna e se inizialmente l’obiettivo è stato quello di incontrarci solo per una bevuta e per rivangare i vecchi tempi, presto ci siamo ritrovati in sala prove a suonare una nuova versione di Heavy metal fighters.

Fabrizio “Ace” Appetito:  In quell’occasione si sono subito manifestati di nuovo tutti i nostri pregi ma al tempo stesso i limiti (gli stessi dell’85): evoluzione di gusti musicali differenti, diverse disponibilità di tempo, ecc. e l’esperienza è durata solo pochi mesi. Tuttavia, il sasso era lanciato e proprio la convinzione di avere ancora un buona  “attitudine” ci ha spinto a riprovarci nel 2011,  incoraggiati anche da un inaspettato ritorno di interesse nei confronti del metal anni 80 anche da parte delle giovani generazioni.

Francesco Riffmachine: devo dire, però, che è con l’arrivo di Luca e Mario, nell’estate del 2013, che abbiamo cominciato a pensare di fare le cose seriamente. Grazie a loro, finalmente, ci siamo ritrovati con una sezione ritmica perfetta per fare ”heavy metal” così come lo intendiamo noi, melodico e cattivo allo stesso tempo.  Ci abbiamo messo 30 anni, ma ora il nostro sound è esattamente quello che abbiamo sempre voluto…

 

Andrea Ciccomartino

Andrea Ciccomartino

 

Che ruolo ha avuto Andrea Ciccomartino nella rinascita dei Messerschmitt?

Francesco Riffmachine: ad Andrea va un merito ben maggiore e cioè quello di aver fatto ripartire l’interesse per il metal a Roma attraverso il suo “Anni di metallo”. Noi come altri, in quell’occasione (evento di presentazione del libro), ci siamo resi conto di avere ancora uno ambito in cui esprimerci ed un pubblico di appassionati come noi di diverse età, dal sessantenne al sedicenne, come riferimento per la nostra musica. Andrea, con la sua passione e voglia di fare,  ha re-innescato un fuoco che sembrava ormai sopito, in una città in cui tutto è difficile, risvegliando gli entusiasmi di molti che hanno riscoperto, dopo molti anni, il piacere di indossare il chiodo ed uscire la sera, anche dopo una giornata di studio o lavoro, per andare ad ascoltare musica metal originale e per incontrare amici vecchi e nuovi. Il fatto, poi, che sin da subito Andrea ci abbia voluti sempre tra i protagonisti delle sue numerose iniziative (Anni di metallo, Kissed by Kiss e tra poco anche in una compilation sul metal romano di oggi..) ci riempie di gioia e di orgoglio e per questo dobbiamo assolutamente essergli grati. Ma oltre ad Andrea un ringraziamento speciale va a Gianfranco Belisario che, oltre a promuovere ed assistere noi, sta aiutando la scena di Roma a crescere, animato dalla nostra stessa passione per il metal.

 

Come mai la dipartita di Andrea Strappetti?

Fabrizio “Ace” Appetito: Andrea ha vissuto un periodo denso di difficoltà lavorative negli ultimi due anni che lo hanno portato prima a dedicare meno tempo alla band e in ultimo a decidere di lasciare l’Italia per trovare lavoro all’estero. Quando ce l’ha comunicato pensavamo che la cosa significasse chiudere definitivamente i battenti come Messerschmitt, ma il duro lavoro che avevamo fatto sino a quel punto e alcune circostanze fortuite ci hanno convinto ad andare avanti anche senza di lui.

Luca “The animal” Federici: devo dire che per me la partenza di Andrea è stata un brutto colpo, sia a livello musicale che personale, dal momento che la nostra amicizia dura da circa 30 anni. Purtroppo, a malincuore, siamo stati costretti ad accettare la sua decisione, ma era evidente  che problemi lavorativi e ambientali lo stavano logorando anche in termini di salute. Spero vivamente che riesca a sistemare le sue cose e che trovi tranquillità e felicità nella sua nuova realtà, detto questo, rimarrà sempre la voce storica dei Messerschmitt e noi tutti continueremo sempre a volergli bene come ad un fratello.

Francesco “Riffmachine”: Andrea ha accettato ed ha sostenuto la nostra decisione di andare avanti anche senza di lui, tanto da aderire alla nostra proposta di registrare, prima di lasciare l’Italia, quel vinile che avremmo dovuto fare 30 anni fa. Va detto che Andrea ha caratterizzato enormemente il nostro sound e il nostro approccio compositivo, sia negli anni 80 che nel periodo post reunion, ed è un vero peccato che sia andato via, forse proprio nel momento migliore della band. Ci auguriamo tutti che possa avere soddisfazione nei suoi nuovi progetti di vita e che possa anche trovare una nuova modalità per continuare a coltivare il suo grande talento come singer, ma noi siamo decisi ad andare avanti con questo progetto, sia perché siamo convinti di poterci ancora divertire, sia perché riteniamo di poter dire ancora la nostra nel panorama del metallo italiano

 

Dove avete pescato un interprete di razza come Flavio Falsone?

Francesco Riffmachine: l’incontro con Flavio è stata una di quelle circostanze che ha contribuito a convincerci di non mollare. Dopo che Andrea ci aveva comunicato di non poter continuare, noi abbiamo messo un annuncio per cercare un nuovo cantante, ma all’evento di presentazione del libro di Andrea Ciccomartino, Kissed by Kiss, mi è capitato di chiedere a Flavio, che conoscevo come cantante degli Whisperz, se poteva segnalarci qualcuno. Nonostante l’avessi visto presente a tutti i nostri live precedenti, sinceramente, non pensavo potesse essere interessato direttamente. Alla mia domanda Flavio ha assunto un atteggiamento strano, che solo ora che lo conosco meglio saprei interpretare, e dopo qualche esitazione mi ha detto chiaramente che avrebbe fatto volentieri una prova lui. Dopo un paio di prove sapeva già a memoria tutti i nostri testi e ci aveva già convinto che i Messerschmitt avrebbero scritto insieme a lui un nuovo capitolo della loro storia

Flavio “Dragon Whelp” Falsone: Conoscevo bene la band perché ne ero un accanito fan, li andavo a vedere in tutti i concerti e restavo sbalordito dalla voce di Andrea. Quando seppi che stavano per restare senza cantante mi dispiacque molto ma mi sentivo un po’ intimidito per farmi avanti. Il giorno della presentazione del libro sui Kiss incontrai dopo diverso tempo Francesco, mi chiese una mano per il cantante. Ne parlammo un po’ e, dopo diverse riflessioni, ho accettato di dargli una mano. Inizialmente ero molto timoroso, ma poi ho voluto mettermi in gioco io stesso e cogliere l’occasione di entrare in una band che già conosco e apprezzo e suonare la musica che amo.

Luca “The animal” Federici: nonostante il mio dispiacere per la partenza di Andrea, devo riconoscere che in Flavio abbiamo trovato la persona giusta per sostituirlo. Essendo il più giovane della band, la sua voglia e il suo impegno lo portano a cercare di migliorarsi sempre e questo costituisce uno stimolo ed un esempio anche per tutti noi. Il suo entusiasmo è molto coinvolgente e dal vivo si sta dimostrando un grande front-man (lui ancora non lo sa, ma la verità è che l’abbiamo preso perché ci serviva uno che avesse ancora i capelli!)

 

poster messerschmitt

 

 

Cosa dobbiamo attenderci dal prossimo disco, che vedrà la luce fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo?

Fabrizio “Ace” Appetito: abbiamo molte aspettative per il prossimo disco. Il vinile appena uscito, infatti, rappresenta una testimonianza di ciò che i Messerschmitt sono stati, ma pur essendo orgogliosi di aver fatto parte dell’era pioneristica del metal italiano, ora vogliamo farci conoscere per quello che siamo oggi.

Francesco “Riffmachine”: Abbiamo moltissimo materiale già pronto da tempo, pezzi composti dal 1986 in poi (si, anche durante il periodo in cui la band non esisteva..) e abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, ma vogliamo fare le cose fatte bene, con i tempi e le persone giuste. Fabio Lanciotti ci ha “gestititi” ed “assistititi” molto bene durante il lavoro per il vinile e vogliamo ripetere l’esperienza con lui, ma rispetto al vinile, oltre all’esordio di Flavio alla voce, vorremmo proporre un sound più aggressivo e arrangiamenti più curati.

Luca “The animal” Federici: L’intenzione è quella di trasferire nel disco la grande energia che abbiamo sul palco. La sfida è quella di arrivare ad un prodotto che sia al passo con i tempi ma che continui a testimoniare il nostro amore per il metal classico. Rispetto al vinile, comunque, proporremo un sound più spinto anche perché inseriremo anche pezzi tirati che dal vivo eseguiamo con piglio selvaggio

Mario Ghio : sarà sicuramente un disco che manterrà e rifletterà l’immagine Messerschmitt, con molti brani che fanno già parte del nostro repertorio live e che finalmente potranno essere incisi. Stiamo lavorando anche su alcuni brani nuovi, con il contributo vocale di Flavio e di tutta la band. L’importante è che ciò che finirà sul cd risulti molto curato. Attualmente, prova dopo prova, stiamo lavorando proprio per questo, affinando tutto il repertorio nei minimi particolari per cercare di arrivare ad un prodotto in grado di andare dritto al cuore sia dell’ascoltatore più esigente dal punto di vista della qualità audio, sia dei nostalgici del sound anni 80…. Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti.

Flavio Dragon Whelp Falsone: Semplicemente un disco di puro e semplice HEAVY METAL, suonato da chi ci crede ancora, da fan e per i fan!

Quale il maggior rimpianto in carriera, per i Messerschmitt?

Francesco Riffmachine: forse, quello di aver deciso di smettere (nell’85) quando le cose erano mature per fare il salto. Prima di scioglierci, essenzialmente a causa del mio trasferimento fuori Roma e del fatto che Fabrizio fosse partito per il militare, avevamo anche provato con una nuova sezione ritmica e le cose giravano a meraviglia, se avessimo continuato saremmo sicuramente arrivati almeno al disco e poi chissà dove.. ma va bene anche così, ci stiamo divertendo e sono sicuro che siamo ancora in tempo per toglierci qualche soddisfazione. Volendo vedere il bicchiere tutto pieno, ad esempio, aprire per i Tygers of Pan Tang nell’85 non sarebbe stato facile..

 

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Messerschmitt live – Jailbreak, 26 febbraio 2015

 

 

Mosse future?

Francesco Riffmachine: come dicevo abbiamo materiale già pronto per fare almeno tre dischi e se il Dio del Metallo ci assiste li faremo, ma forse la priorità ora è quella di farci conoscere di più fuori Roma e ci farebbe piacere partecipare a concerti e festival anche “fuori porta” visto che non lo abbiamo mai fatto.

Fabrizio Ace Appetito: I progetti sarebbero tanti (videoclip, registrazioni live, tour) ma è chiaro che dobbiamo conciliare tutto con la disponibilità di tempo e di soldi, perché abbiamo tutti famiglia e nonostante la grande passione che ci anima dobbiamo essere realisti e spesso tenere a freno l’impulso di fare solo quello che ci piace, visto che, per ora, di soldi non ne girano, anzi, ne escono a fiumi…

Mario Ghio : Sicuramente un obiettivo è anche quello di migliorare sotto l’aspetto tecnico, innovativo e creativo, cercando di offrire il massimo all’ascoltatore più accanito.

Luca “The animal” Federici: per ora siamo molto concentrati sul nuovo disco. Dopo l’esperienza che abbiamo fatto per il vinile ci siamo resi conto dell’attenzione e il tempo che ci vuole per fare un buon prodotto dal punto di vista tecnico senza perdere l’impatto e il sound che caratterizza i Messerschmitt dal vivo. Per quanto riguarda i prossimi progetti della band, ovviamente, vogliamo continuare l’attività live per farci conoscere da più gente possibile, anche fuori Roma e magari suonando insieme a qualche grossa band, come è stato con i Tygers of Pan tang.

Flavio Dragon Whelp Falsone: Stiamo finendo di scrivere alcune canzoni che faranno parte del disco, dopodiché inizieremo con la pre-produzione. Ci prenderemo i nostri tempi per essere in grado di offrire a chi vorrà ascoltarci un prodotto degno di considerazione. Ce la metteremo tutta per fare sempre meglio e non deludere chi ci segue. Ovviamente speriamo anche di suonare dal vivo il più possibile ovunque ce ne sia la possibilità e conoscere tanta nuova gente!

 

mess 2014

Messerschmitt line-up 2014

 

Spazio a disposizione, chiudete come meglio vi aggrada, thanx.

Francesco Riffmachine: vorrei dire una cosa a tutti i giovani che in questo periodo stanno formando la loro prima band e che si accingono ad iniziare la loro avventura nel rock: fare metal in Italia a 50 anni significa due cose: o sei un deficiente o un KAMIKAZE! .. ma visto che, come noi, c’è ancora qualcuno che lo fa, con la stessa dedizione di un ventenne, significa che la cosa è stramaledettamene divertente! Non fermatevi alle prime difficoltà, vivete sempre la band innanzitutto come un esperienza umana, lavorate duro per migliorare continuamente… e non ve ne pentirete mai!

Flavio Dragon Whelp Falsone: Salutiamo e ringraziamo tutti I nostri fan, vecchi e nuovi, speriamo di rivederci presto, sopra o sotto un palco, a vivere appieno la nostra passione per la musica che amiamo! Supportate l’underground, dietro un nome che non conoscete può nascondersi un’altra band da apprezzare e valorizzare! HEAVY METAL FIGHTERS!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

NB per altre info, aneddoti e foto vedi pagina blog ufficiale band: http://messerschmitt-hm.blogspot.it/2012/02/diario-di-bordo.html