Vario

Rustless (Steve Tessarin, Lio Mascheroni e Roberto Zari)

Di Nadia Giordano - 6 Aprile 2014 - 7:50
Rustless (Steve Tessarin, Lio Mascheroni e Roberto Zari)

In una domenica pomeriggio, Roberto Zari, Lio Mascheroni e Stefano Tessarin, raccontano per TrueMetal, eventi passati, aneddoti divertenti e progetti futuri circa il loro percorso con i Rustless.

Buona lettura!

 

Intervista a cura di Nadia “Spugna” Giordano
 

– Roberto, Lio, Steve, benvenuti su TrueMetal. Durante i vostri live ho potuto ascoltare nuove canzoni dal vostro terzo album “Guardian Angel”. Sapete già dirmi quando dovrebbe uscire? A tal proposito, raccontatemi un po’ di questo vostro nuovo lavoro.

Steve: “Guardian Angel” uscirà per la Buil2Kill il 10 aprile. Tieni conto che l’album ha avuto due anni di preparazione alle spalle ed ora dobbiamo essere pronti e carichi per presentarlo dal vivo.

Roby: Possiamo dire che “Guardian Angel” è l’evoluzione del precedente “Silent Scream”, sia per tematiche che per suoni.Come al solito Steve ha la capacità di tirar fuori un pezzo ogni 25 secondi (ride – ndr). Di solito le nostre lavorazioni si creano mettendo insieme delle idee, successivamente Steve le elabora ed io mi devo scervellare per costruirci il testo! Posso dirti che quando scrivo, ascolto le emozioni che mi dà la musica, questa, a sua volta crea delle immagini e da queste cerco di trovare le parole giuste.

– Quindi, riassumendo, prima inizia Steve con il processo compositivo e su quello tu costruisci il testo.

Roby: Esattamente. Il motivo è semplice. Se dovessimo prima scrivere il testo e su questo costruirci la musica, le persone sarebbero costrette a “vedere” quello che io voglio. Se invece utilizzo delle simbologie, le persone possono dare un proprio significato, che è diverso per ognuno.

 

– Parlatemi di quella che voi amichevolmente chiamate “Rustless Family”. A distanza di anni vi aspettavate tutta questa affluenza di pubblico e questa loro passione nel seguirvi nei vari live?

Roby: E stanno aumentando!

Lio: Diciamo che questo attaccamento me l’aspettavo prima! (ride – ndr). Però mi fa molto piacere. Dà una bella soddisfazione vedere volti vecchi e nuovi, che crescono sempre di più ad ogni concerto.

– Di molti gruppi della scena heavy metal italiana, ma anche rock degli anni Ottanta, si sono perse le tracce – al netto delle reunion di questi ultimi anni – , mentre tutto sommato voi resistete. Cos’è che, a distanza di anni, vi lega (Roberto, Lio, Steve, Ruggero)?

Steve: Intanto bisogna puntualizzare, noi tre (io, Lio e Ruggero) come ex-Vanadium, mentre Roberto si è aggiunto più tardi al nostro percorso con i Rustless.
Per quanto riguarda ciò che ci lega…è nato tutto così, io e Ruggero suonavamo con Prantera, l’allora bassista dei Vanadium, finita quell’esperienza nel 1995 con l’ultimo album italiano, siamo andati avanti per divertirci ed abbiamo messo in piedi un gruppo cover, ma subito è nata una situazione un po’ impegnativa dal punto di vista lavorativo, quindi abbiamo deciso di smettere, proprio perché negli ultimi anni eravamo stufi di fare questo. Combinazione vuole, Lio è venuto a trovarci diverse volte nelle varie serate che facevamo con questa band, i DiumVana e lui, ha avuto questa idea di fare qualcosa insieme. Dato che ogni cosa ha il suo percorso di inizio e di fine, smettemmo con quel gruppo…ed eccoci qui! I Rustless ci hanno riportato a fare ciò che più amavamo, la nostra musica e non più cover, quindi abbiamo tentato, abbiamo investito tutte le nostre energie e siamo stati ripagati, perché lo Studio 75 ha creduto in noi e ci ha aiutati nel primo album “Start From The Past”. Invece in “Silent Scream ” e nel nuovo “Guardian Angel”, ho investito nei miei studi e, nel mio piccolo, ho messo a disposizione tutto il materiale che serviva. Quindi posso dirti che, ciò che ci unisce da tutti questi anni è la voglia di suonare insieme, anche perché con il passare del tempo ci siamo riscoperti. Oltretutto, siamo anche più liberi rispetto ai Vanadium, dove eravamo legati contrattualmente.
Per quanto riguarda Roberto, si è integrato magnificamente, voce perfetta per quanto riguarda la composizione dei brani e…siamo ancora qua con il terzo album!

Lio: Possiamo dire che è stato un po’ il proseguimento di quello che avevamo sospeso come Vanadium. E’ una sorta di evoluzione, da quel periodo fino ad oggi.

– Parlatemi un po’ delle new entry, cioè il bassista Emanuele Panza e le due coriste Mery Macchi e Judie Galbiati.

Lio: Emanuele suonava già con me in un gruppo cover, così l’ho proposto subito al resto della band, proprio perché conoscevo le sue potenzialità.

Steve: Ed infatti si è integrato alla perfezione con noi Rustless. Le due coriste, Mery e Judie, nascono dall’esigenza di trovare qualcuno che potesse sostituirci nei cori, data la dipartita della nostra ex-bassista Daniela Marelli. Conoscevo Mery, perché veniva con il marito nel mio laboratorio di musica per fare dei lavori di registrazione, le ho proposto la cosa e lei ha accettato. Mery si occupava anche di musical insieme a Judie, quindi abbiamo sentito anche lei…ed ecco le due coriste!
In “Guardian Angel” oltre a queste new entry sarà presente anche una special guest. Si tratta della violinista Katija di Giulio, laureata al conservatorio. La scelta è stata dettata dal fatto che volevamo avere dei suoni il più naturali possibile e non i soliti riprodotti tramite tastiera. Lei è venuta da me a fare una prova ed io gli ho proposto subito di fare il disco.

– Oltre a suonare insieme, riuscite anche ad incontrarvi al di fuori dell’ambiente musicale?

Steve: Purtroppo non abbiamo molte possibilità. Fai conto che ci dividiamo tra Milano, Bergamo e Cardano al Campo (VA) e tutto il nostro tempo lo dedichiamo alla preparazione dei live. Tipo adesso, al termine dell’intervista, andiamo a fare 3 ore di prove. In aggiunta a questo bisogna anche considerare che ognuno di noi ha la propria famiglia ed i propri interessi. Quindi,valutando tutti questi motivi, il nostro stare insieme per ora è questo. Ciò non toglie che in futuro possiamo approfondire la frequentazione, poi ovvio…ogni tanto a fine prove, ci si incontra, mangiamo un po’ di pane e salame e via…insomma siamo un po’ ruspanti! (ride – ndr)

 

– Come si pongono i gestori dei locali nei vostri confronti? Avete mai avuto screzi, problemi oppure è sempre filato tutto liscio?

Roby: Dal primo album “Start From The Past”, il primo ostacolo che abbiamo dovuto affrontare è stato che un altro membro dei Vanadium ha iniziato a metterci i bastoni tra le ruote…penso per gelosia, dato che lui voleva riformare quel gruppo, ma noi gli abbiamo sempre risposto di no. Lui aveva molte conoscenze in quel settore è continuamente ci impediva di fare i nostri live, tra le altre cose ha fatto anche una campagna denigratoria nei nostri confronti su internet, paragonandoci ai “nuovi Modà”. Per fortuna alcuni gestori, dopo averci sentito, hanno creduto in noi, anche se con un iniziale scetticismo. Diciamo che, se prima c’era il binomio Vanadium – Pino Scotto, oggi c’è quello Vanadium – Rustless.

Steve: Purtroppo, in questi anni, la politica dei locali live è quella di far suonare i gruppi cover/tributi, perchè attirano più gente e quindi, loro, ci guadagnano di più. Per questo e per altri motivi, noi Rustless abbiamo avuto difficoltà a riproporci, anche se, piano piano, ce la stiamo facendo. Diciamo che siamo al 40%. Di conseguenza dobbiamo andare avanti ed essere sempre più credibili. Fai conto che la gente che viene ad ascoltarci dice: “Finalmente sentiamo qualcuno che suona pezzi propri”.
Ovviamente noi abbiamo anche un passato come Vanadium, quindi non possiamo fare solo pezzi “Rustless”, ma dobbiamo anche riprendere alcuni cavalli di battaglia di quegli anni, logicamente risuonati oggi e ricantati da Roberto che, secondo me,  riesce ad esaltarli al meglio, sia sotto l’aspetto vocale che sotto l’aspetto della pronuncia. Con questo non voglio denigrare il passato, anzi, il tutto si è concluso in una bellissima esperienza, anche se difficile.

Lio: Beh, fai conto che a quei tempi, eravamo i primi in Italia a proporre quel genere – ed in inglese – . Siamo stati una sorta di “nave rompighiaccio”, infatti, dietro di noi sono nate band quali Litfiba, Strana Officina e Timoria. Adesso stiamo facendo un po’ la stessa cosa. Ora che la “Rustless Family” sta aumentando, i locali vedono questa cosa e quindi sono ben felici di farci suonare. Quello che stiamo cercando di fare è di valorizzare l’originalità della band italiana del rock e spero che, come è accaduto in passato, nascano altri gruppi preparati che possano portare pezzi propri e non – come dicevamo prima – i soliti tributi/cover inflazionati.

– Meglio il periodo con i “Vanadium” o meglio quello “Rustless”?

Steve: Lio parti tu! (risata generale – ndr)

Lio: Sono due situazioni completamente differenti. Nel periodo Vanadium eravamo più giovani e con un altro spirito. Ho un bel ricordo di quel periodo, anche se con il tempo si sono create delle fazioni all’interno della band, cose spiacevoli che
preferirei non rivangare. Nei Rustless invece, c’è tutta la bellezza di quei tempi…amplificata a mille. Vuoi per la maturità, vuoi per il differente modo di affrontare le situazioni, anche tra di noi. Io personalmente mi sono legato a Stefano più di prima. Anche la “Rustless Family” ci aiuta in questo, creando una bella atmosfera.

Steve: Noi, umilmente, suoniamo insieme e portiamo avanti il nostro prodotto. Quello odierno è un periodo storico totalmente diverso dagli anni ottanta, dove allora tutto era già determinato e stabilito da un contratto discografico che bisognava rispettare. Oltretutto anche le tecnologie erano differenti. Con la testa di adesso, riesci a vedere tante cose belle, ma anche tanti errori, che, forse, potevano essere evitati. Ma come ti dicevo prima, ogni periodo ha un suo inizio ed una fine…solo i Rolling Stones sono ancora insieme!
Adesso c’è solo la voglia di divertirsi, stare insieme e suonare, tutto il resto passa in secondo piano.

Lio: Giusto. Come ha detto Steve ogni periodo ha un suo principio ed un termine…prima c’era il Jack Daniel’s, oggi c’è la pastiglia per la pressione! (risata generale -ndr).

– A proposito di live, sempre facendo riferimento ai due periodi, potete dirci qualche aneddoto divertente?

Steve: Guarda, per quanto riguarda il periodo Vanadium, non voglio svelarti niente, perchè a breve uscirà un libro redatto da Luca Fassina, che ha fatto un grande lavoro, minuzioso e certosino. Invece per quanto riguarda i Rustless…Ah si! L’ultimo concerto che abbiamo fatto…ma qui è meglio se continua Roberto nel racconto.

Roby: Abbiamo suonato al Dragon’s Pub in provincia di Biella, il palco era un po’ piccolo e…

Lio: No, aspetta! Parti dall’inizio con la porta chiusa!

Roby: Vabbeh. Siamo arrivati in questo locale e subito ci si è posto davanti un problema…la porta di entrata era bloccata, quindi siamo rimasti fuori ad attendere il fabbro che ci aprisse, dopodichè ci siamo trovati con una seconda porta bloccata! Ma tornado al discorso che avevo iniziato, c’era il problema del palco piccolo, cosi Ruggero ha deciso di costruire una pedana aggiuntiva per me. Cosi, mentre cantavo la prima canzone, mi sono dimenticato del palco piccolo e, spostandomi di lato, sono inciampato sul monitor e sono caduto…PERO’ sono riuscito a cantare mentre cadevo, mentre ero per terra e mentre mi rialzavo!

Steve: E noi preoccupati!

Lio: Sinceramente, io non mi sono accorto di nulla! Siccome questa cosa ha avuto tanto successo, abbiamo deciso di riproporla nelle prossime date live! (risata generale – ndr).

– Ho letto in rete che molte persone – fans Vanadium e non – si sono indispettite per come è stata riproposta la cover di “Easy Way To Love”, perchè asserivano che il cantante non fosse all’altezza. Voi, cosa rispondete a riguardo?

Roby: Il problema è che se tu sei un fan Rustless puoi esserlo anche per i Vanadium, se sei un fan di Pino, non puoi essere un fan dei Rustless. Pino cattura per il personaggio, non per la voce.

Steve: Io penso che Roberto non si sia trovato in difficoltà a cantare “Easy Way To Love”, anzi, secondo me l’ha interpretata ancora meglio dell’originale. Però un po’ li capisco, sono legati a quel format, quindi, tanto di rispetto. Noi non siamo i Vanadium II, sicuramente molti cavalli di battagla li riproponiamo live perchè molte persone ce li richiedono e noi siamo più che felici di accontentarli.

– Se ci fosse l’occasione, ipotizzereste…

Lio: No.

– Lio, lasciami finire! Dicevo, se ci fosse l’occasione, ipotizzereste anche solo per un unico concerto, una reunion dei Vanadium?

Lio: No.

Steve: Ho parlato due volte con Pino al telefono ed ho rifiutato entrambe le volte . Mi ha chiamato anche Prantera relativamente al nuovo libro di Fassina ed anche in quell’occasione ho rifiutato l ‘ipotesi di una reunion. E’ giusto che le persone siano avvisate prima: in occasione di quella giornata noi non suoneremo. I Vanadium lasciamoli al periodo che furono. Se volete, potete ritrovarli sui dischi e vecchi album.

– Seguite le varie uscire di Pino Scotto solista?

Lio: Certamente! Io sono il primo a comprare i suoi dischi! (ride sarcasticamente – ndr)

Steve: Sinceramente io spenderei più tempo a parlare di  “Guardian Angel”, che al momento, per noi Rustless è la cosa più importante.

– Bene. Detto questo, ringrazio per l’intervista. Vi lascio con i saluti finali per i lettori di TrueMetal.

Roby: Grazie a te!

Steve: Auguro a tutti gli artisti solisti ed alle band dei più svariati generi (rock, metal, etc) di poter proporre sempre pezzi propri e, se avete un’anima compositiva, sfruttatela, mettetela in pratica e create un qualcosa di vostro.

Lio: Siamo nati originali, perchè morire fotocopie. Quindi..tirate fuori gli attributi!

Roby: Mi permetto di aggiungere un’ultima cosa. La musica serve per unire le persone, non per dividerle. Se vi dicono che questa è una guerra, non ci credete.

Steve: Vedi perchè è lui che scrive i testi?! (risata generale -ndr).